UNA METAFORA SUL MINISTERO PAPALE

(Da una discussione in una rete ortodossa in Internet)

Penso che una grande fonte di disunione tra gli ortodossi e i cattolici romani non sia tanto il "ministero petrino" o il "primato del Papa", come se ciò fosse un dato positivo che gli ortodossi abbiano scelto di negare. Piuttosto, si tratta di un senso di conciliarità (sobornost) che viene rigettata dal primato papale.

Considerate come metafora un coro "a cappella". Tentiamo di cantare in armonia, ma tranne la nota di apertura, non c'è uno strumento "esterno" che ci mantiene in tono. Non c'è un organo che sommerge le voci o un pianoforte che dice a tutti noi esattamente su che nota dobbiamo intonarci: dobbiamo ascoltarci gli uni con gli altri.

Quando Chomjakov scrisse che tutti i protestanti sono cripto-papisti e tutti i papisti sono cripto-protestanti, stava affermando che la cristianità occidentale ha molti più punti in comune che punti di differenza. Il processo dell'autorità esterna (quale che sia l'organo, il Papa o la Bibbia) è differente dal processo della conciliarità nell'Ortodossia.

Per noi, per essere autentici nella nostra teologia, la Verità si trova nella pienezza della comunità.

Il prezzo della conciliarità è che richiede tempo; è disorganizzata, e sembra sempre che stiano vincendo i prepotenti. La sua forza è che, quando la risposta giunge veramente dalla pienezza della comunità, questa risposta rimane. Il vescovo locale (anche se in Occidente potrebbe essere più "locale" di quanto sia ora) ha un migliore senso della situazione locale di quanto lo abbia qualcuno in capo al mondo. Nonostante la nostra diversità di espressione, abbiamo una profonda unità di fede.

L'unità del ministero petrino, come si è giunti a definirla, è l'unità dell'organo in relazione al coro.

Janet Bear (Portland, OR - USA)

torna alla pagina precedente