LA  FLORA del PARCO 

 

   La vegetazione arborea sulla Maiella non supera i 1700-1800 m.s.m.; al di sotto di tale   quota troviamo una straordinaria abbondanza di varietà arborea e vegetativa: Faggio, Cerro, Tasso, Acero di Lobelius, Carpino nero della Maiella, Ginepro nano, Sorbo alpino, Uva ursina, Mirtillo, Sabina, Viola della Maiella, Ranuncolo magellense, Genziana magellense, Tarassaco glaciale, Aquilegia della Maiella, Adonide distorta,Soldanella della Maiella, Pinguicola di fiori, Scarpetta di Venere, Androsace abruzzese, Carice capillare, Centaurea di Tenore.

  Tra i 1700 e i 2500 m.s.m. troviamo sul versante sud-ovest della Maiella il Pino Mugo (sull'Appennino solamente in Abruzzo e in Campania) che è il più piccolo dei pini europei più spesso in forma di cespuglio con i rami maggiori sdraiati sul suolo e  caratterizzato dalla crescita e dallo sviluppo orizzontale anziché verticale (costituisce una efficace protezione contro le valanghe); altre specie rare vegetali come il ginepro nano, la stella alpina della Maiella il sorbo alpino ed altre varietà floreali arricchiscono i fianchi e i contrafforti della Maiella..

Diverse e alquanto pregiate sono le piante medicinali che vivono all'interno del Parco mentre abbondanti sono i fiori rari, di svariati colori e forme, che crescono sui fianchi e nei boschi  della montagna.

Senza pari è il patrimonio di biodiversità vegetale della Maiella ove è possibile catalogare oltre 1800 specie vegetali censite, circa un terzo dell'intera flora italiana con elementi mediterranei, alpini, illirici, pirenaici ed artici.

La 'Faggeta' è la caratteristica del paesaggio naturale dominante sulla Maiella fino ai 1700-1800 m.s.m. sovente arricchita nella composizione da altre specie quali Tassi, Carpino nero, Orniello,  Cerro Acero di Lobelius ed altre specie.

Sulle vette e sulle praterie d'alta quota, normalmente, innevate da Ottobre a Giugno hanno trovato la loro sede  e il loro ambiente ideale molte specie e sottospecie vegetali arrivate sulla Maiella con le glaciazioni del Quaternario e con il prosciugamento dell'Adriatico e che costituiscono un patrimonio scientifico di valore inestimabile. 

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