Il Salento ed i suoi mari.
Il Salento è, in pratica, una penisola (la Penisola Salentina, appunto) caratterizzata da
una forma oblunga e prevalentemente pianeggiante. Il territorio, infatti, non ha
formazioni montuose ma semplici colline, radunate prevalentemente nella parte meridionale
(nota con il nome di Capo di Leuca). Queste formazioni collinari, chiamate
"Serre" o "Murge Salentine" non raggiungono mai i duecento metri.
Chilometri e chilometri di coste caratterizzati da paesaggi sempre diversi e da un
mare di bellezza indescrivibile. Nel Salento ci sono spiagge dorate e scogliere a picco ed
i paesaggi possono diventare diversissimi nel giro di pochi chilometri.
Questo mare ha da sempre rappresentato una fonte di vita ed anche, purtroppo, una fonte di
problemi per questa terra e per il suo popolo. Dal mare vennero gli antichi abitanti della
nostra provincia, che diedero la civiltà a queste terre ben prima della nascita di Roma;
dal mare, purtroppo, arrivarono invasori e saccheggiatori: basti pensare a turchi e
saraceni che, con galee ed eserciti organizzati, assediavano e razziavano i paesi sulla
costa, avvantaggiati dalle italiche divisioni.
Il Salento, quindi, diventa terra di frontiera, una linea di demarcazione tra l'Oriente e
l'Occidente, un "ponte", infine, tra le diverse culture ed i diversi popoli.
Il Salento, con la sua forma allungata, si insinua tra due mari lo Ionio e
l'Adriatico .
Le strette insenature e le alte scogliere sono il paesaggio che si incontra risalendo
da Leuca a Otranto. Solo più a nord la costa ridiventa piatta e sabbiosa, con
enormi spiagge, meta ambita di turisti e bagnanti.
Incastonate sulle rive di questi mari sorgono cittadine bellissime che vantano una storia
millenaria; sicuramente le più conosciute per la storia e per la bellezza dei luoghi sono
Otranto , Castro, più a sud, una vera
e propria roccaforte a difesa delle nostre coste, Leuca, la
cittadina più a sud di Puglia ed, infine, Gallipoli, perla dello Ionio ,
vera e propria città fortezza, il cui nucleo antico sorge, con tutto il castello, su di
un'isola collegata alla terraferma da un ponte.
solitudine
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Salento
la terra tra i due
mari
Quattro colonne (vecchia cartolina
postale)
La sienti la uce
de lu ientu
intru le fronde
de larviri de ulìa
stu palpitare, sussurrare lientu ca
c inchie laria tutta de magia?
E le sienti scattare ste cicale
quandu lu sule arde le chiusure,
coru ca mò scinde
e ca mò sale
e bbé fore de tutte le misure?
E lu idi stu pignu forte e llengu
ca cotula la capu
e chianu chianu
e rispunde suspirandu a ddhu cardillu
ca ola n celu
e lu chiama de luntanu?
Ete,
sta dilicata sinfunia,
lu cantu triste
de la terra mia.
Nu cantu ca rria
rittu ntru llu core;
ca ddenta ninna nanna;
ca chianu chianu
more .
Eccu
.
ha guardatu
mmienzu ddh arviri de ulia?
La idi la raggione
de sta malincunia ?
Auta--- -
Cu lli pariti scuriti de lu tiempu ,
le finesce cicate,
le porte spundate,
la chiesiceddha spurrata,
la curte bbandunata---
ncete na mmassaria.
Lanima de la terra mia.
Tratto dal
libro:Architetture e paesaggi del Salento Leccese
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La senti la voce
del vento
dentro le chiome
degli alberi di ulivo
questo palpitare, sussurrare lento
Che riempie laria di magia ?
E le senti cantare queste cicale
quando il sole brucia le campagna
un coro che scende
e che sale
Ed esce fuori da tutte le misure ?
E lo vedi questo pino forte e lungo
che muove la testa
e
piano piano
risponde sospirando
al cardellino
che vola in cielo
E lo chiama da lontano ?
E
questa delicata sinfonia ,
il canto triste
della terra mia.
Un canto che arriva
dritto al cuore ;
che diventa ninna nanna
che piano piano
muore .
Ecco
.
hai guardato
In mezzo agli alberi di ulivo ?
la vedi la ragione
di questa malinconia?
Alta----
con i pareti anneriti dal tempo
le finestre ceche
le porte sfondate
la chiesetta crollata
la corte abbandonata, C'è una fattoria
Lanima della terra mia
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