Le origini della citta'

Un disegno di Pozzo di Villa

La tradizione indica nella piazzetta irregolare di Pozzo di Villa, nel rione di Sant'Apollinare, il nucleo originario della città medievale. "Funtana de bidda", è questo il nome popolare dell'antico pozzo, rispondeva ai bisogni della popolazione "in quanto - come afferma Enrico Costa - vi scorrevano ricche e copiose acque che si gettavano poi, passando per la stretta delle Conce, nella campagna".

Oggi esiste solo una semplice fontanella e niente può fare sospettare l'importanza storica del luogo.

Già all'inizio del XIII secolo la città era chiusa da una cinta di muraglie con quattro porte di uscita, le quali si aprivano all'alba e si chiudevano all'Ave Maria: verso est guardava la Porta Gurusele (che sarà poi Porta Rosello), verso sud la Porta Capu de Villa (poi porta castello), verso ovest la Porta Utseri che ha conservato questo nome sino a oggi, e a nord la Porta Santu Flasiu (poi Porta Sant'Antonio). 

Solo molto più tardi sarebbe stata aperta un'altra porta che fu detta appunto Porta Nuova. 

La città mantenne questa struttura per almeno cinque secoli, se è vero, ma non pare probabile, che in quel periodo aveva già circa 12 mila abitanti (nel 1813 erano ancora soltanto 18 mila) e che solo nel 1830 si permise agli abitanti di costruire fuori dalle mura.

La topografia interna non aveva nulla di speciale: un vero labirinto di viuzze anguste e irregolari che serpeggiavano in tutti i sensi fra gruppi e gruppetti di casette di meschina apparenza, unite spesso con archetti di sostegno, o addossate l'una all'altra.

Da questi meschini caseggiati spuntava una mezza dozzina di chiesette e parecchi oratori, fra i quali primeggiava la parrocchia di S. Nicola, che più tardi doveva elevarsi all'onore di Cattedrale. Nel '200 inoltre esistevano già le altre quattro chiese che, con S. Nicola, costituivano le cinque parrocchie in cui per molti secoli la città restò divisa: Sant'Apollinare, San Sisto, San Donato e  Santa Caterina.

Le prime due e la Cattedrale vennero interamente ricostruite, San Donato venne ampliata e Santa Caterina, che occupava gran parte dell'attuale piazza Azuni e della casa attigua al palazzo del Podestà venne demolita a metà del 1800 e la parrocchia traslata nella chiesa cinquecentesca di Gesù- Maria (l'attuale S. Caterina appunto). 

Sempre al XIII secolo risale l'apertura della Platha Maior (oggi corso Vittorio Emanuele II), chiamata poi dal 1294, Ruga o Plata de Cotinas, la via principale della città, scavata, pare, nella viva pietra (in logudorese, codina) .

Nella sua parte centrale (dove oggi è il teatro civico) si apriva la Piazza del Comune, l ’unica della città , con il Palazzo Comunale.

In questa stessa zona della via (nell'attuale piazza Azuni ) stavano il Palazzo del Podestà e la Chiesa di Santa Caterina, di cui si è già parlato .

Un disegno della Sassari medievale

Di lato ad esse vi erano gli antichi spiazzi di "Carra Manna" e "Carra piccola" (da una misura di pietra "carra", collocata li a disposizione dei commercianti, sotto la  sorveglianza del "misuratore del comune"), nomi che la piazza Tola e la via Cesare Battisti hanno conservato fino ad oggi nel dialetto sassarese.

Numerosi altri edifici degni di rilievo sono sorti, nel centro storico della  città negli anni a venire. Ad essi si farà cenno nel corso degli itinerari da noi proposti nelle pagine successive. 

Nel 1836 iniziò lo sviluppo edilizio oltre le mura e nel 1877 l’ abbattimento del Castello Aragonese segnò la fine della prospettiva urbanistico- medievale.