Quartiere di Sant'Apollinare

Fu proprio nel quartiere di Sant'Apollinare, nel piccolo slargo chiamato Pozzo di Villa, che nacque la città di Sassari.

La chiesa originaria, già parrocchia nel 1278, fu ampliata intorno alla metà del XVII secolo, come rivela la data del 1646 riportata sull'architrave. Subito dopo un rovinoso incendio la distrusse ed essa rimase in condizioni fatiscenti fino al 1900, quando venne demolita e ricostruita, mantenendo però la facciata originaria.

Molto venerato un crocifisso gotico del XIII secolo, miracolosamente scampato all'incendio

Se si gira in quell'intrico di vie dai nomi diversi: via dei Corsi, via Seminario vecchio, largo Quadrato Frasso, Salita del vaglio, via Decimario, via Sant'Elisabetta, si sbocca in Porta Utzeri, una delle cinque porte della cinta muraria che difendeva la città e che prende il nome dalla località di Usari o Utheri nei pressi di San Pietro in Silki.

La casa di Salvatore Ruiu in via Decimario

Risalendo per la via Maddalena si giunge nella piazza antistante il duomo di San Nicola, la chiesa più antica della città, espressione artistica di epoche diverse.

Ridiscendendo verso la chiesa di Sant'Apollinare, poco più giù della piazza Colonna Mariana, si trova la chiesa di Santa Elisabetta e delle monache cappuccine. Questa, chiamata anche di Gesù, Giuseppe e Maria, è ubicata in largo Cappuccine e vi è annesso l'unico monastero ancora esistente di tutti quelli eretti entro la vecchia cinta. La costruzione risale al 1692.

Dal largo Cappuccine, attraverso la via Gran Condotto, si giunge infine a corso Vico, dove un tempo sorgeva la Porta Sanctu Flasiu (poi Porta Sant'Antonio) e da cui si può partire per percorrere ciò che rimane dell'antica cinta muraria.

 

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