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SCHEGGE E SCINTILLE

         PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
         DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

MAGGIO 2020

 

 

VENERDI’ 1° MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore; Santa Berta; Santa Fiorina; Santa Grata.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, OGNI GIORNO TU HAI CURA DEI TUOI FIGLI.

 

HANNO DETTO: Maria è sempre accanto al tabernacolo, e come potrebbe non esserci Lei, che sul Calvario stava presso la Croce di Gesù? (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli uomini ammirano la quercia, ma chi pensa mai alla ghianda da cui è uscita?

UN ANEDDOTO: Al termine della vita un uomo venne accolto nell'anticamera del paradiso. Subito un angelo si presentò con un foglio che aveva come titolo: “Conto”. C'era una lunga lista: l'acqua, l'aria, il sole, il mare, il cielo, i fiori... L'uomo preoccupato cominciava a disperarsi pensando a come avrebbe potuto saldare quel conto. Ad un tratto nell'anticamera entrò Dio stesso. Gli sorrise, prese il foglio, lo stracciò e poi disse: “Offro io, non temere”. Dio conosce solo la parola “Gratis”.

PAROLA DI DIO: nella festa di S. Giuseppe lavoratore: Gn 1,26-2,3; Sal 89; Mt 13,54-58

 

Vangelo Mt 13,54-58

Dal vangelo secondo Matteo

Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

“NON È COSTUI IL FIGLIO DEL FALEGNAME?”

«Figlio del falegname». I conterranei di Gesù usano questa frase come titolo di disprezzo per Gesù.

Come può Dio fare un lavoro così umile? Il disprezzo rivela non solo la loro idea di Dio, ma anche la loro idea di lavoro e di dignità. Gesù manifesta che sia lui sia il Padre lavorano (cf. Gv 5,17). Manifesta che la grandezza di Dio non è l’ozio divino, ma la sua premura, il suo amore. E’ manifesta così la vera dignità del lavoro umano. Non sono le qualifiche che rendono un lavoro dignitoso, ma la qualità. E più uno si dona nel suo lavoro più il suo lavoro è degno di sé e degno di Dio, perché il lavoro di Dio è l’autodonazione totale.

 

 

SABATO 2 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Atanasio; Santa Mafalda di Portogallo.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, NON POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Il legame di Gesù con Sua Madre è unico nella profondità perché non avviene solo sul piano della carne e del sangue, ma sul piano dell’ascolto della Parola e dell’incarnazione di Essa. (don Oreste Benzi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi contempla sé stesso non irradia luce. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno, durante la pausa di una battaglia, il maresciallo Frangois de Bassompierre, condottiero francese del Seicento, si sentì chiedere da uno dei suoi ufficiali: “Ora che avete i capelli grigi, maresciallo, potete dirmi qual è la vostra età”. “Mah... trentotto o quarantotto anni”, rispose il maresciallo. L'ufficiale insistette: “Come, non conoscete esattamente la vostra età?”. Allora il maresciallo spiegò: “Vedete, io conto i miei soldi, i miei cani, la mia argenteria, le mie amiche perché posso perderli. o qualcuno può togliermeli. Ma siccome non temo né che io possa perderli, né che mi possano essere tolti gli anni, non li conto!”.

PAROLA DI DIO: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69

 

Vangelo Gv 6,60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore

 

“QUESTA PAROLA È DURA!”

Dinanzi agli insegnamenti di Gesù, molte volte si esclama: “È impossibile metterli in pratica”.

È vero, senza l’aiuto della grazia di Gesù Cristo è impossibile, ma “niente è impossibile a Dio”, disse Gesù ai suoi discepoli. E lo ripete anche a noi. Certo, rimanere fedele al proprio coniuge fisicamente e mentalmente è cosa soprannaturale, soprattutto quando l’altro non sa amare; perdonare chi ci fa del male è non vendicarsi è cosa soprannaturale; dare ai poveri il superfluo che si guadagna con il sudore della fronte è cosa soprannaturale; dare la vita per i propri amici è cosa soprannaturale; benedire chi ci maledice è cosa soprannaturale; lasciare tutto e tutti per consacrarsi totalmente al servizio del Signore è cosa soprannaturale. Noi siamo stati creati e abbiamo conosciuto Gesù Cristo per vivere una vita soprannaturale.

 

 

DOMENICA 3 MAGGIO: 4^ DOMENICA DI PASQUA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santi Filippo e Giacomo; Sant’Alessandro I, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SONO PREZIOSO AI TUOI OCCHI.

 

HANNO DETTO: Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto. (Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si può rimanere a lungo in punta di piedi. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: La giraffa era davvero bella, alta, fessuosa e non le mancava certo la vanità. Il suo passatempo era girare per la foresta per farsi ammirare. Ma un giorno incontrò una scimmia che capì subito il tipo. “Ma come sei bella! Come sei alta!”, le ripeteva. E così dicendo, pian piano, la condusse sorto una palma carica di datteri. La giraffa voleva mangiarli, ma erano troppo in alto persino per lei! La scimmia, invece, si arrampicò presto sul suo collo e se li mangiò tutti! Gli africani concludono la loro favola con questa "morale": con un po' di intraprendenza e con l'aiuto degli altri si arriva lontano.

PAROLA DI DIO: At 2,14a.36-41; Sal 22; 1Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10

 

Vangelo Gv 10,1-10

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Parola del Signore

 

“IO SONO LA PORTA: SE UNO ENTRA ATTRAVERSO DI ME, SARÀ SALVATO”

A chi sto veramente a cuore? Per chi sono veramente prezioso? Istintivamente cerchiamo qualcuno che sia disposto ad accoglierci, a valorizzarci, ad amarci al di là e al di dentro delle nostre inevitabili povertà. Ecco la novità sconcertante. L’inattesa rivelazione: a Dio sto a cuore. Non agli altri uomini, non alla società, ma a Dio che, solo, mi ama liberamente. Non è come gli altri, il Signore, mercenari che ci amano per averne un tornaconto, quasi sempre. Ci ama liberamente e amandoci ci rende liberi di amare. Ci ama gratis. Chiede ai suoi discepoli un rapporto personale, intimo, coinvolgente. Occorre passare attraverso Gesù, attraversare Gesù. Non dice di essere la porta dell’ovile, ma delle pecore. Gesù si presenta come colui che possiamo incontrare, attraversare, come colui che ci dona accesso ad un mondo altro, ad un modo di vedere noi stessi e gli altri completamente diverso. Gesù chiama le pecore per nome e le pecore riconoscono la sua voce, perché è una voce che parla direttamente al cuore, che salva, che riempie, che consola, che scuote, che dona energia, che perdona, che inquieta, che sconcerta, che porta a verità, alla verità tutta intera.

 

 

LUNEDI’ 4 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Floriano, San Gottardo; San Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL BUON PASTORE, NULLA MI MANCHERA'.

 

HANNO DETTO: Se il cristianesimo perfetto è piena corrispondenza fra la missione eterna della storia della salvezza e la vita personale, questo cristianesimo si trova perfettamente in Maria. (Karl Rahner)

UNA PREGHIERA A MARIA: Madre di ogni nostro desiderio di felicità, Tu sei la terra che dice sì alla vita. Tu sei l’umanità che dà il suo consenso a Dio. Tu sei la nuova Eva e la madre dei viventi. Tu sei il frutto delle promesse del passato e l’avvenire del nostro presente Tu sei la fede che accoglie l’imprevedibile, ascolta lo Spirito creatore e si meraviglia. Tu sei la fede che accoglie l’invisibile, come il fiore si apre al calore del sole. (Michel Hubaut)

SAGGEZZA POPOLARE: Una generazione pianta l'albero e l'altra riposa sotto i suoi rami.

PAROLA DI DIO: At 11,1-18; dai salmi 41-42; Gv 10,11-18

 

Vangelo Gv 10,11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.  Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». Parola del Signore

 

“IL BUON PASTORE OFFRE LA VITA PER LE SUE PECORE… CONOSCO LE MIE PECORE… ED HO ALTRE PECORE CHE NON SONO DI QUEST’OVILE…”. (Gv. 10, 11. 14. 16)

Gesù è un pastore che dà la vita: Egli non si è sottratto a nessun pericolo, a nessun impegno, non ha ceduto a nostro svantaggio. Ci ha consegnato la sua vita, ha versato il suo sangue per noi e continua a darsi, a consegnarsi nelle nostre mani: ci offre la sua parola, ci nutre con il suo Corpo e con il suo Sangue, ci guida per mezzo del suo Spirito e attraverso coloro che, in nome suo, continuano il suo servizio pastorale. Lui ci “conosce”. Cioè Lui ha un rapporto profondo, vitale con ciascuno di noi perché ci dona di partecipare alla sua vita, perché ci rende suoi fratelli, suoi amici, fa di noi dei tralci uniti alla vite fino a fare un tutt’uno, fa di noi delle membra unite al capo per formare un solo corpo. Ma l’amore di Gesù non si ferma solo “ai suoi”, il suo è un amore universale. Non si accontenta di avere molti fratelli, molti discepoli, molti seguaci: il suo sguardo e il suo cuore si rivolgono a tutti senza eccezione alcuna, abbracciano tutti, senza escludere nessuno. Egli non è il pastore soltanto dei cristiani, è il pastore di tutti, anche di coloro che non lo conoscono o non lo accettano come Salvatore. Ed ecco allora che Egli fa sì che noi possiamo partecipare al suo servizio pastorale ciascuno secondo i doni ricevuti. Se abbiamo capito l’amore particolare e universale di Gesù ciascuno di noi deve essere pronto a darsi senza riserve agli altri, prendendosi a cuore i problemi e i bisogni dei fratelli; il nostro rapporto con gli altri dovrebbe modellarsi su quello di Gesù, diventando sempre più attento, premuroso, cordiale, fraterno. Inoltre la nostra attenzione dovrebbe rivolgersi a tutti, vicini e lontani, desiderosi che ciascuno, in qualche modo, anche se misteriosamente, possa incontrarsi con il Signore, l’unico Salvatore.

 

 

MARTEDI’ 5 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Angelo, monaco; Santa Irene da Lecce.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: Maria era presso la croce di Gesù. Maria è là e dice: “Diventa quello che sei, un autentico discepolo di Gesù, accolto, benedetto, lacerato e donato”. (Henri Nouwen)

SAGGEZZA POPOLARE: Non aver paura del primo errore, evita il secondo. (Proverbio Russo)

UN ANEDDOTO: Un giorno un professore di chimica, che rimproverava i suoi alunni per la loro mancanza di attenzione, volle metterli alla prova. Prese un flacone contenente un liquido e disse: “Per riconoscere una sostanza, in certi casi non vi è che un mezzo: quello di assaggiarla'' Ciò detto mise il dito indice nel flacone' se lo portò in bocca e passò poi il recipiente agli studenti ognuno dei quali, ripeté il gesto del professore con smorfie di indicibile disgusto. “Ecco un'ennesima prova delle mie affermazioni!” disse a questo punto l'insegnante: “Ancora una volta vi è sfuggito l'essenziale. Io ho immesso nel flacone il dito indice, ma ho messo in bocca il medio!''

PAROLA DI DIO: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

 

Vangelo Gv 10,22-30

Dal vangelo secondo Giovanni

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore

 

“LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE E IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO”. (Gv. 10,27)

Continuando la riflessione di ieri, sappiamo che il carattere comunitario e sociale della fede, non sminuisce affatto il carattere personale della relazione del Buon Pastore con ciascuna delle sue pecore. Perché il conoscere, nella lingua ebraica, implica altresì l'amare, il desiderare il bene della persona, il sentire affetto per lei. Cioè, si può giungere a conoscere una persona soltanto nell'ambito della relazione intima e personale. Quando l'uomo è conosciuto in questo modo da Gesù Cristo, in virtù del carattere reciproco di ogni relazione personale, entra anche nel mondo dell'intimità di Gesù Cristo, lo ascolta con attenzione e lo segue con fedeltà, gioia e gratitudine. Ecco perché non ci sentiamo gregge intruppato belante a comando, ma persone amate personalmente che cercano di vivere i comandamenti non per obbligo o per paura, ma perché amano, “conoscono”, Colui che ce li ha dati per la nostra felicità.

 

 

MERCOLEDI’ 6 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico Savio, Sant’Evodio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU CI MOSTRI IL VOLTO MISERICORDIOSO DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: Sforziamoci anche noi, come tante anime elette, a stare sempre dietro a questa benedetta Madre, di camminare sempre presso di Lei, non essendoci altra strada che conduce alla vita, se non quella percorsa dalla Madre nostra: non ricusiamo questa via, noi che vogliamo giungere al termine. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: L'errore di un capello sull'arco è un miglio oltre il segno.

UN ANEDDOTO: Una rondine giunse in ritardo all'appuntamento autunnale con le sue sorelle che si preparavano a partire. Tuttavia incominciò a volare sulle onde per trasvolare l'oceano. Era molto scoraggiata, perché temeva di non poter portare a termine il suo viaggio da sola. Un giorno stava ormai per abbassare le ali e cadere, quando, ad un tratto, vide che sotto di sé volava un’altra rondine nella sua stessa direzione. Si fece coraggio, e ogni volta che si sentiva stanca, guardava la sua compagna laggiù in basso e riprendeva forza.

Così compì la lunga traversata. quando giunse a toccar terra, si accorse che l'altra rondine non c’era più. In realtà non c'era mai stata: era semplicemente la sua ombra rifessa nel mare. Maria non è un’ombra ma vera compagna del tuo viaggio.

PAROLA DI DIO: At 12,24-13,5a; Sal 66; Gv 12,44-50

 

Vangelo Gv 12,44-50

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO PER CONDANNARE IL MONDO, MA PER SALVARE IL MONDO”.

Ci sono due modi di accogliere Gesù: la paura davanti al Dio giudice o l’accoglienza del Dio amore. Gesù dice chiaramente di non essere venuto a giudicare, a condannare, ma di essere venuto a portare la misericordia e la salvezza di Dio. Se di Dio ho paura non riesco a cogliere la sua misericordia, cerco di ingraziarmelo, di “comprarmelo” con le buone azioni. Se penso a Dio come ad un Padre che mi cerca per dirmi il suo amore, per darmi la misericordia di suo Figlio, per riempirmi dei doni del suo Spirito, allora sono disponibile davanti alla sua Parola. Essa diventa un dono prezioso, un motivo di cambiamento, un impegno gioioso. Il Dio della paura è quello che non ci lascia vivere, che ci rende meschini e calcolatori, ipocriti e titubanti. Il Dio dell’amore ci rende gioiosi e riconoscenti, amanti della vita e fiduciosi. Preferisco il Dio che mi distrugge, che è irraggiungibile, che se sbaglio mi manda all’inferno o il Dio di Gesù che per dirmi che mi vuol bene ha dato la sua vita per me?

 

 

GIOVEDI’ 7 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio di Costanza; San Flavio, martire; Santa Gisella.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, O SIGNORE, E SAREMO SALVI.

 

HANNO DETTO: Se il cristianesimo nella sua forma più piena è il puro accoglimento della salvezza di Dio eterno e trino che appare in Gesù Cristo, Maria è il perfetto cristiano, l’essere umano in senso assoluto. (Hans Urs Von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi confessa il proprio errore, è sulla strada della verità.

UN ANEDDOTO: Un giorno un corvo vide una pernice che camminava in modo molto bello ed elegante. Pensò: «Potessi camminare anch'io con tanta grazia!». Osservò i suoi movimenti raffinati e composti e decise di assumere la maniera di camminare della pernice, imitandone il modo di muoversi. Ma ogni sforzo fu vano. Anzi, finì addirittura col dimenticare il proprio modo di camminare e non rimase né corvo né pernice per tutta la vita.

PAROLA DI DIO: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20

 

Vangelo Gv 13,16-20

Dal vangelo secondo Giovanni

Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“CHI ACCOGLIE ME ACCOGLIE COLUI CHE MI HA MANDATO”.

Un insegnante di religione invitò un giorno gli alunni a pensare come si poteva disegnare, dipingere o scolpire Dio. Le risposte furono varie. Pietro: “Io disegnerei Dio come un uomo molto alto, un gigante. Perché Dio è simile a noi uomini”. Enrico: “Io invece dipingerei su un grande foglio di carta tante macchie variopinte. Significherebbe che Dio è un essere molto bello, meraviglioso”. Andrea era contrario ai dipinti e ai disegni. “Io - disse - restituirei il foglio bianco. Perché non si può rappresentare Dio”. Alla fine parlò Cristina: “Io disegnerei Gesù Cristo. Perché Dio venne a noi nella persona di Cristo. Chi vede Gesù vede Dio”. Il catechista giudicò le proposte dei ragazzi in questo modo: "Ogni risposta esprime qualche qualità di Dio, come per esempio: la forza, la grandezza, la bellezza, il suo governo e la protezione del mondo. Ma la più bella e giusta per me è la proposta di disegnare Gesù."

Gesù Cristo, sei il Dio che perdona,

sei il Dio che ascolta, sei il Dio che ricomincia,

sei il Dio che aspetta, sei il Dio che incoraggia,

sei il Dio che dialoga, sei il Dio che si mostra,

sei il Dio che si umilia, sei il Dio che dà vita,

sei il Dio sempre fedele, sei il Dio che mi ama.

 

 

VENERDI’ 8 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Acacio di Bisanzio; San Vittore, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LA COMUNIONE CON TE, GESU', DURI TUTTA LA GIORNATA.

 

HANNO DETTO: Maria prolunga tutta la grandezza, la profondità, la capacità di ascolto e di accoglienza, di offerta e di donazione che le donne, lungo tutta la storia, hanno vissuto nella forza dello Spirito Santo. (Leonardo Boff)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi insegna bene e vive male, toglie con una mano quello che dà con l'altra.

UN ANEDDOTO: Un giorno domandarono al sapiente del villaggio: “In caso di incendio, che cosa salveresti?”. Il saggio, senza esitare, rispose: “In caso di incendio, salverei il fuoco!”.

Per il cristiano il fuoco è lo Spirito Santo. Salvare lo Spirito Santo è salvare tutto!

PAROLA DI DIO: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6

 

Vangelo Gv 14,1-6

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Parola del Signore

 

“VADO A PREPARARVI UN POSTO; QUANDO SARO’ ANDATO E VI AVRO’ PREPARATO UN POSTO, VERRO' DI NUOVO E VI PRENDERO’ CON ME, PERCHE’ SIATE ANCHE VOI DOVE SONO IO”.

Chissà quante volte abbiamo fantasticato a proposito di questo posto che Gesù ci ha promesso.

Qualcuno si immagina un paradiso come un luogo dove finalmente si possono portare a compimento tutti i desideri che non si sono realizzati sulla terra, qualcun altro lo vede come una contemplazione gioiosa e continua di Dio, qualcuno lo considera riposo e qualcuno dice che passare tutta un’eternità solo a contemplare deve essere di una noia terribile, qualcuno poi dice di sperare che ci sia un paradiso, ma dallo sperare al credere…,qualcun altro dice di averne le prove perché nelle sedute spiritiche. Io spero e credo che un paradiso ci sia: ce lo ha detto Gesù, il Figlio di Dio che non racconta bugie e non distribuisce caramelline per ingannarci. Come sia in effetti non lo so e non mi preoccupo neppur troppo di saperlo, mi fido di Dio che se è già così grande nelle cose della natura, che pure è limitata, quanto sarà ancora più grande e meraviglioso nell’eternità.  Ma poi faccio ancora un ragionamento: Gesù ha detto che verrà a prenderci perché “dove sono io siate anche voi” e allora scopro che già oggi io posso essere là dove è Gesù, non solo per la comunione di preghiera con Lui che può iniziare già nel tempo, ma anche perché Gesù continua ad essere in mezzo a  noi uomini in mille modi: io, se voglio posso vederlo sia nel povero che nella Eucarestia, sia nella comunità cristiana riunita nel suo nome che nel profondo del mio cuore. E allora, se riusciamo ad essere in comunione con Gesù in questo mondo non è già un po’ anticipare il Paradiso?

 

 

SABATO 9 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luminosa di Pavia, San Pacomio il grande, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CHIEDI TU PER NOI.

 

HANNO DETTO: Sono felice: ogni sera prego la Vergine col Rosario. La mia famiglia è con me. In questo mondo così grigio, c’è ancora tanta gioia. E io la sento accanto a me. (Bing Crosby)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli esempi vivi spiegano le regole morte.

UN ANEDDOTO: Un giorno, lungo il fiume, si incontrarono un salmone ed una carpa. Il salmone le domandò: “Dove vai?” La carpa: “Sono stufa di nuotare in queste acque, perciò me ne vado al mare. E tu, dove vai?” Il salmone: “Lo sai che i salmoni vanno tutti controcorrente”. La carpa incalzò: “Se vuoi conoscere il mondo come me, stai andando verso la direzione sbagliata”. Il salmone: “Perché mai? Se seguo la corrente, come te, finirò presto al mare. Ed allora, come potrei conoscere qualcosa di nuovo, se già so come va a finire?”.

PAROLA DI DIO: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14

 

Vangelo Gv 14,7-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Parola del Signore

 

SE MI CHIEDERETE QUALCHE COSA NEL MIO NOME, IO LA FARÒ.

Parole meravigliose ma anche misteriose. Dette però da Gesù che non può ingannare perché è Dio. E allora chiediamo, allora, a più non posso. Non, però, come se fosse un gioco che ci può portare a domandare tutto e il suo contrario?

Se così fosse, sarebbe un bel pasticcio. Il segreto per ottenere quello che chiediamo, sta nel domandare nel suo nome, ossia nella certezza di essere esauditi perché la garanzia sta nella sua persona e nella sua promessa. Gesù ci ha messo la sua faccia perché noi potessimo ottenere quello che chiediamo; ma nel suo nome vuol dire anche chiedere con fede. Quella che, ancor prima che ci lasciamo andare domandare ciò di cui abbiamo bisogno, ci fa immergere nella volontà del Padre come ha fatto lui. Di quel Padre che per noi vuole tutto il bene che si possa immaginare, realizzato nella massima perfezione che possiamo. E questa nel suo culmine si chiama santità. Se lo crediamo – e Gesù ci ha donato lo Spirito per questo qualunque cosa che domanderemo per realizzarla ci sarà concessa, perché Dio per ciascuno dei suoi figli vuole la felicità. Non una felicità qualsiasi, ma la stessa per la quale Gesù ha donato la sua vita. Chiediamo allora. E se ci sembra di osare troppo chiediamo con più forza! Ad incoraggiarci c’è la promessa di Gesù.

 

 

DOMENICA 10 MAGGIO: 5^ DOMENICA DI PASQUA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfio, martire; San Cataldo, vescovo; Santa Solange

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: Maria, una donna come noi e che come noi gode della misericordia divina, vive e rappresenta ciò che noi dobbiamo essere davanti a Dio. (Karl Rahner)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il piccolo parla, il grande ha già parlato.

UN ANEDDOTO: Una volta una madre portò il suo bambino di quattro anni a divertirsi ai giardinetti. Dopo un po' il piccolo si mise a piangere disperatamente. Una donna lo sentì e si commosse. Disse alla madre: “Povero bimbo! Non lo faccia piangere così!”. La madre, molto tesa, le rispose: “Provi lei!”. Il bambino continuò a piangere fino al singhiozzo. A questo punto la donna non ne poté più; ritornò dalla madre e le gridò: “Ma non ha un po'di tenerezza, un po' di comprensione!?”. E la madre, sempre più offesa: “Provi lei! Ha fatto un buco e ora vuole portarselo a casa!”. Il saggio sa che, prima di giudicare gli altri, è bene camminare quindici giorni nelle loro scarpe.

PAROLA DI DIO: At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12

 

Vangelo Gv 14,1-12

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». Parola del Signore

 

“LO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA”.

Noi, che siamo degli eterni pragmatisti, siamo sempre alla ricerca di ricette che ci diano una risposta completa ed esaustiva per giungere alla meta. Per arrivare alla vita eterna vorremmo una buona cartina aggiornata che ci indichi con precisione il percorso. Anche le varie religioni spesso cadono in questo errore con i loro libri di morale e vari codici di diritto. Il Vangelo, invece, ci dice che la via non è un insieme di osservanze ma una persona, Gesù, in quanto ha vissuto nella sua persona l’esperienza profonda dell’incontro tra Dio e l’uomo e comunica questa esperienza agli uomini suoi fratelli. Quindi, se vogliamo arrivare al Padre non pensiamo solo ad un comportamento morale o ad una via ascetica, è incontrare Gesù, lasciarci prendere per mano da Gesù, imitare Gesù, unirci a Gesù. In Lui troveremo anche la vita perché sin d’ora Egli ci fa partecipare alla comunione con il Dio vivente e troveremo la verità non solo come conoscenza intellettuale, ma come rapporto personale con Dio.

 

 

LUNEDI’ 11 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Bertilla; Sant’Ignazio da Laconi, Sant’Illuminato, monaco

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO, O SIGNORE, E RINNOVA LA FACCIA DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Siamo immensamente grati alla Madonna, perché è stata Lei che ci ha dato Gesù benedetto. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si punge impara a cucire.

UNA PREGHIERA A MARIA: Madre di tutte le nostre sofferenze, Tu sei la donna ritta ai piedi dell’uomo crocifisso. Tu sei la madre di tutti quelli che piangono l’innocente massacrato e il prigioniero torturato. Tu sei la nostra materna speranza che avvolge le nostre grida e i nostri dolori. Ave Maria, Madre di Gesù e del discepolo che ha creduto. Tu sei la Madre degli uomini e della Chiesa, Tu sei il crocevia della storia della Salvezza. (Michel Hubaut)

PAROLA DI DIO: At 14,5-18; Sal 113B; Gv 14,21-26

 

Vangelo Gv 14,21-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore

 

“MA IL PARÀCLITO, LO SPIRITO SANTO CHE IL PADRE MANDERÀ NEL MIO NOME, LUI VI INSEGNERÀ OGNI COSA E VI RICORDERÀ TUTTO CIÒ CHE IO VI HO DETTO”

Che promessa meravigliosa quella di Gesù: non ci lascerà orfani! Come potrebbe, Lui che è l'Emmanuele, il Dio con noi? Dopo la Resurrezione non siamo e non saremo mai soli. Attraverso lo Spirito la presenza del Risorto continua ad attraversare la vita di ogni cristiano e anche di ogni uomo. Lui è lì, a cominciare dal profondo della nostra coscienza, che ci parla, ci consiglia e ci conduce. Lui è lì, dentro le righe del suo Vangelo, ad illuminare le nostre menti e spingere la nostra vita. Lui è lì, celato nel pane e nel vino, a nutrire la nostra carità e il nostro donarci. Lui è lì, dentro le nostre relazioni di carità reciproca, così come accadde ai discepoli di Emmaus, per ricreare il mistero meraviglioso della comunità cristiana. No, non siamo orfani. E se ci sentissimo tali farse dovremmo avere il coraggio di rituffarci dentro uno di questi luoghi appena descritti per sentirci dire ancora una volta il dolce rimprovero: "Tardi e duri di cuore nel comprendere le Scritture...". Il dolce Consolatore tornerà a muovere la nostra vita.

 

 

MARTEDI’ 12 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Nereo e Achilleo; San Pancrazio; San Leopoldo Mandic.

Una scheggia di preghiera:

 

GLORIA A DIO E PACE ALL'UOMO.

 

HANNO DETTO: Io sto per comparire davanti a Dio. Una sola cosa mi consola e mi rassicura: le mie Ave Maria. In quel momento c’è solo questo di vero. (Jean Bellanger)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cieco non giudichi i colori.

UN ANEDDOTO: Una volta un missionario, mentre tornava a casa dalla visita agli ammalati e dalla predicazione, fu aggredito. Quella sera scrisse questa preghiera. “Voglio ringraziare in primo luogo perché non sono mai stato aggredito prima. In secondo luogo perché mi hanno portato via il portafoglio e mi hanno lasciato la vita. In terzo luogo perché, anche se mi hanno portato via tutto, non era molto. Ma soprattutto voglio ringraziare perché io sono colui che è stato derubato, e non colui che ha derubato.

PAROLA DI DIO: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a

 

Vangelo Gv 14,27-31

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». Parola del Signore

 

“VI LASCIO LA PACE, VI DO’ LA MIA PACE. NON COME LA DA’ IL MONDO, IO LA DO’ A VOI”.

Specialmente in questi ultimi tempi abbiamo invocato la pace, pregato per la pace, manifestato per la pace. Ci crediamo veramente. Vorremmo che gli uomini usassero strade diverse dalle guerre e dalle violenze per costruire la pace…E poi spesso ci accorgiamo che non solo nelle controversie internazionali ma anche nel nostro vivere quotidiano abbiamo idee di pace molto diverse o addirittura adottiamo strade tutt’altro che pacifiche per risolvere i nostri problemi, provate anche solo a pensare alle forme di prepotenza e di sopruso che spesso sono usate negli uffici e nelle fabbrica, sulle strade e, più sovente di quello che pensiamo, nei rapporti familiari. Si può dunque essere in pace se viviamo continuamente in climi di guerra, di intimidazione, di soprusi dove contano i potenti, i ricchi che operano anche contro le maggioranze? La pace che Gesù ripetutamente augura nel Vangelo è una pace diversa da quella che abitualmente intendono gli uomini. La pace di cui parla Cristo è completamente diversa dalla pace del mondo. La pace di Cristo si può averla anche in momenti di dolore, di prove, di umiliazioni, di privazioni di ogni genere. È la pace dei missionari, dei martiri, dei santi, dei veri cristiani. Mentre la pace del mondo è soltanto tregua ottenuta spesso come conseguenza di paure e compromessi, la pace di Cristo nasce da un atto di fede totale nella bontà di Dio; nasce dalla certezza che Dio ha in pugno la vita e la storia, nasce da un abbandono confidente all’Onnipotente.

 

 

MERCOLEDI’ 13 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese di Poitiers; San Sergio, confessore.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: Come il bambino non si stanca mai di ripetere “mamma”, così il cristiano ripete sempre lo stesso saluto a Maria. (Henri Dominique Lacordaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Se la sventura ti ha reso saggio, non fu una sventura.

UN ANEDDOTO: Appena ordinato vescovo, monsignor Giuseppe Sarto, il futuro Papa Pio X, volle andare a salutare la mamma. Fece vedere il suo anello vescovile: “Guarda mamma, come è bello il mio anello di vescovo”. La mamma, ormai anziana, guardò compiaciuta l'anello nella mano del figlio, poi guardò il suo infilato nel dito e disse: “E' bello il tuo anello, Giuseppe, ma tu non l'avresti se io non avessi avuto questo qui!”.

PAROLA DI DIO: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15,1-8

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“OGNI TRALCIO CHE PORTA FRUTTO LO POTA PERCHE’ PORTI PIU’ FRUTTO”. 

Se c’è una cosa difficile da accettare è la potatura di chi opera già il bene. Riusciamo a capire i rami secchi che vengono eliminati, anzi qualche volta ce la prendiamo con Dio perché non fa piazza pulita dei cattivi, ma perché la sofferenza per chi sta operando il bene?

Gesù parla di una prospettiva di frutti migliori. Il frutto è poi sempre uno: la carità, l’amore. È vero che la potatura, le prove, le tentazioni, le sofferenze sono contrarie alla vita, alla serenità, allo star bene ma abbiamo mai pensato alla sofferenza come ad un momento di purificazione che può migliorarci interiormente e che può farci puntare a valori umani e cristiani sempre più alti?

La potatura può farci o rinsecchire oppure può farci portare frutti qualitativamente migliori.

 

 

GIOVEDI’ 14 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Mattia; San Pasquale I, Papa; Santa Maria Mazzarello.

Una scheggia di preghiera:

 

LA MIA GIOIA, SIGNORE, È SAPERMI AMATO DA TE.

 

HANNO DETTO: Maria è colei che ha dato spazio alla Parola di Dio nella sua vita, che l'ha lasciata risuonare dentro di sé, dalla prima parola dell'angelo fino alle ultime parole di Gesù dall'alto della croce. (Cardinal Carlo Maria Martini)

SAGGEZZA POPOLARE: Solo chi la porta sa dove la scarpa duole.

UN ANEDDOTO: Racconta un Vangelo apocrifo: Dopo la risurrezione di Cristo, l'apostolo Tommaso, ubbidiente al volere del Risorto, si mise in viaggio verso l'India. Viaggio pesantissimo. Una sera, l'apostolo fu colpito da uno sconforto così profondo che decise di fermarsi. Fu in quella occasione che gli venne in mente ciò che gli aveva detto Gesù: “Taglia il legno e io sono là; solleva la pietra e là mi troverai!”. Preso dalla commozione, si trascinò bocconi fino ad una pietra che si trovava poco distante, nel piano, la sollevò con le mani, la bagnò con le sue lacrime, la carezzò e disse: “Ecco, Signore, tu ti trovi anche nelle pietre dell'India”. E ripartì.

PAROLA DI DIO FESTA DI SAN MATTIA: At. 1,15-17.20-26; Sal. 112; Gv. 15,9-17

 

Vangelo Gv 15,9-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHÉ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA.”

Se analizziamo i momenti di gioia della nostra vita scopriamo che essi hanno tutti un qualcosa in comune. La gioia nasce dalla consapevolezza di essere amati e di poter amare. Se so di essere amato, stimato, provo gioia e forza e sono contento se vedo questa gioia allargarsi attorno a me. Se divento cosciente dell’amore che Dio ha per me, della sua stima, del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l’Unico, mi ama di un amore totale e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi solo? E se io sono amato così, posso temermelo per me solo o non devo sprizzare gioia da tutti i pori? Il mondo ha bisogno della mia gioia. Nel mondo c’è il grande contagio del possedere, della tristezza, io ho l’antidoto della gioia e ce l’ho in abbondanza; perché non regalarlo?

Se farò così scoprirò un’altra meraviglia: donare gioia non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica.

 

 

VENERDI’ 15 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, l’Agricoltore, San Liberatore; Santa Sofia di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Apriamo i nostri cuori alla fiducia e alla speranza. La Madonna arriva con le mani piene di grazie e di benedizioni. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Da giovani siamo uomini, da vecchi siamo bambini (Proverbio Israeliano)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un re indiano molto devoto al dio Shankar. Un giorno ebbe la strana idea di chiedere ad ogni cittadino del suo regno di versare, in omaggio al dio, una ciotola di latte nella nicchia che conteneva la sua statua. I cittadini, che di latte non ne avevano neppure per il proprio stomaco, versarono acqua. Il re si indignò, ma poco prima di sera vide una povera vecchia versare nella nicchia una minuscola scodella di latte. Allora avvenne il miracolo: tutta l'acqua si trasformò in puro latte!

PAROLA DI DIO: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17

 

Vangelo Gv 15,12-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

“NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI E VI HO COSTITUITI PERCHE’ ANDIATE E PORTIATE FRUTTO”.

Tante volte, rileggendo il Vangelo, noi ci troviamo spiazzati davanti ad esso proprio perché partiamo da un presupposto inesatto. Pensiamo di essere noi i principali personaggi della fede quando diciamo: "lo ti amo, Signore... lo rispondo con le mie scelte... lo ho dei diritti nei tuoi confronti perché prego... Noi siamo la Chiesa quindi noi facciamo il Regno di Dio..." Se Dio nella sua immensa grandezza, bontà, misericordia non "avesse pensato a me dall'eternità", io neppure esisterei. Se Gesù non si fosse fatto uomo, come potrei salvarmi? Come entrare in comunione con Dio? I sacramenti, la grazia me li posso dare da solo?

Il Regno di Dio lo costruisco io con le mie forze? Basta guardare ai disastri della storia della Chiesa quando gli uomini di chiesa hanno pensato di sostituirsi alla misericordia di Dio!

Anche Maria, prima di dire il suo “si” era già stata “prescelta” per la missione di essere Madre del Salvatore. Quanto è gratificante e liberante pensare: “E' Lui che mi ha voluto, scelto, amato; è Lui che mi manda, mi sostiene, mi guida, è Lui che costituisce e regge il suo Regno fino al suo compimento decisivo. Io sono importante, ma solo per un motivo: è Lui che mi ama, che mi chiama Figlio e che ha talmente fiducia in me da chiedermi di diventare suo collaboratore”.

 

 

SABATO 16 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Bobola, martire; Sant’Ubaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, RENDICI SIMILI A TUO FIGLIO.

 

HANNO DETTO: Maria è la strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con Lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso. (Papa Paolo VI)

SAGGEZZA POPOLARE: Non tenere due lingue in una bocca. (Proverbio Danese)

UN ANEDDOTO: Una volta un cacciatore distratto andò a caccia senza ricordarsi di prendere con sé le cartucce. Ad un tratto gli passò davanti una magnifica lepre. Il cacciatore imbracciò il fucile e puntò. “Sciocco!”, gli gridò il compagno: “Il tuo fucile è scarico!”. “Zitto!”, gli rispose il cacciatore: “La lepre non lo sa” Fece scattare il grilletto e potere della paura, la lepre si afflosciò a terra.

PAROLA DI DIO: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21

 

Vangelo Gv 15,18-21

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“SE HANNO PERSEGUITATO ME, PERSEGUITERANNO ANCHE VOI”.

Gesù ci ricorda che la sorte del discepolo deve essere come quella del Maestro, e allora diventa facile meditare questo proprio guardando a Maria. Lei è la Madre e quindi ha trasmesso a suo figlio non solo la sua tabella genetica umana, ma anche i suoi valori, la sua cultura, ma, nello stesso tempo, Maria non dà solamente a Gesù, è Colei, per prima che si mette al seguito di Gesù. Lei gioisce con Gesù, con Gesù soffre, ascolta ciò che suo Figlio dice, medita nel suo cuore i misteri che condivide con Lui, è attiva nel gruppo dei suoi discepoli. Diventare come Gesù, incarnare Gesù in questo mondo, questo dovrebbe essere il compito di ogni cristiano e allora chiedo a Maria per me e per voi che Lei, giorno per giorno, ci generi, come ha generato il Signore, che ci aiuti a vivere gli stessi valori di Gesù, che ci aiuti a testimoniarlo sia nella gioia che nel dolore per essere davvero degni di quel nome di cristiani che abbiamo ricevuto il giorno del nostro battesimo.

 

 

DOMENICA 17 MAGGIO: 6^ DOMENICA DI PASQUA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Pasquale Baylon; Santa Restituta Matrono.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO SPIRITO, SIGNORE, È SEMPRE CON NOI.

 

HANNO DETTO: Più siamo peccatori e più Maria ha tenerezza e compassione di noi. (Santo Curato d’Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: La fame non riesce a dormire nel ventre. (Proverbio del Nyassa)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un maestro giapponese, esperto nell'arte della meditazione zen, che lasciava ad ogni suo discepolo solo un metro quadrato a disposizione per la meditazione. Un giorno uno dei discepoli gli fece osservare che quello spazio era troppo ristretto: lo faceva soffocare! Ma il maestro gli rispose; “C'è un segreto per risolvere questo e altri problemi: quanto più piccolo ti farai, tanto più lo spazio diventerà grande”.

PAROLA DI DIO: At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21

 

Vangelo Gv 14,15-21

vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola del Signore

 

“IO PREGHERÒ IL PADRE ED EGLI VI DARÀ UN ALTRO PARACLITO (CONSOLATORE) PERCHÈ RIMANGA CON VOI PER SEMPRE”.

Una delle tristezze più grandi e dolorose dell’uomo è la solitudine. Ci sono tanti tipi di solitudini, alcune anche belle perché piene di Dio, di riflessione, di purificazione per essere ancora più attenti agli altri; ma ci sono anche solitudini terribili: quella di essere abbandonati da tutti, quella di sentire gli altri lontani, quella di sentire anche la lontananza di Dio. Gesù ci promette Qualcuno che non ci lascerà mai soli: è la sua presenza, la sua Croce, il suo Amore, la sua Parola, la sua speranza. “Se anche una madre si dimenticasse del suo bambino, il Signore Dio non si dimenticherà mai di te”, e come dice il Salmo che preghiamo oggi: “Mandi il tuo Spirito e sono ricreati e rinnovi la faccia della terra”.

 

 

LUNEDI’ 18 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni I; San Felice di Cantalice.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA LA FORZA DEL TUO SPIRITO, SIGNORE, NON POSSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Maria è invocata incessantemente come Regina della pace. La pienezza della pace è il risultato della ricerca appassionata della volontà di Dio. (don Oreste Benzi)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando fa buio anche l'aquila ha bisogno della sua casa. (Proverbio Valdostano)

UN ANEDDOTO: Una riflessione su Maria: Un Dio bambino che si fa coprire di baci

La Vergine guarda il bambino. Ciò che bisognerebbe dipingere sul suo volto è uno stupore ansioso che è comparso una volta soltanto sul viso umano. Perché il Cristo è suo figlio, carne della sua carne e sangue delle sue viscere. L’ha portato in grembo per nove mesi, gli offrirà il seno, e il suo latte diventerà il sangue di Dio. Qualche volta la tentazione è così grande da fargli dimenticare Dio. Lo stringe fra le braccia e dice: “Bambino mio”. Ma in altri momenti rimane interdetta e pensa: lì c’è Dio, e viene presa da un religioso orrore per quel Dio muto, per quel bambino che incute timore. Questo Dio è mio figlio. È fatto di me, ha i miei occhi, la forma della sua bocca è la mia, mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia. Nessuna donna ha mai potuto avere in questo modo il suo Dio per sé sola, un Dio bambino che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e ride. È in uno di questi momenti che dipingerei Maria se fossi pittore. (Jean Paul Sartre)

PAROLA DI DIO: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4a

 

Vangelo Gv 15,26-16,4

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Parola del Signore

 

“VI HO DETTO QUESTE COSE AFFINCHÉ, QUANDO VERRÀ LA LORO ORA, VE NE RICORDIATE, PERCHÉ IO VE L’HO DETTO”.

Davanti alle prove che nascono per dare testimonianza a Cristo non possiamo dire che Gesù non ci abbia avvisati. Seguire Cristo non è viaggiare in mezzo agli onori, scegliere Lui significa accettare quanto a Lui è stato fatto. Gesù è stato non capito, osteggiato, messo in croce, ma nello stesso tempo è stato fedele alla volontà del Padre, ha trasformato la sofferenza in amore, ha vinto la morte con la risurrezione. Il cristiano perseguitato, provato sa che sta percorrendo la stessa strada di Gesù, continua con amore e con fermezza a fare la volontà del Padre, offre, come Gesù, le prove per regalare testimonianza e salvezza, con Lui muore per portare molto frutto, con Lui risorge ogni giorno fino alla risurrezione finale. Belle parole! Ma, ce la faremo?

Gesù ci ha promesso e mandato il Consolatore. Cioè, da soli non ce la facciamo a conoscere la verità, ad amare pienamente, a perdonare come Lui ha perdonato, ma con la forza dello Spirito di Gesù possiamo avvicinarci al vivere come ha vissuto Lui.

 

 

MARTEDI’ 19 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celestino V, Papa; Sant’Ivo.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SPIRITO DI DIO; RIEMPICI DEL SUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Maria è Dio che sorride. (P. Theolier)

SAGGEZZA POPOLARE: Un cucchiaio pieno di fatti, val più di una zuppiera piena di consigli.

UN ANEDDOTO: Una volta un uomo-pupazzo tutto di neve si innamorò di una donna-pupazzo anch'essa tutta di neve. L'abbracciò con tanto calore che si sciolsero l'uno nelle braccia dell’altra. In quel luogo, bagnato con tanta acqua, in primavera sorsero i più bei fiori del mondo. Un uomo che aveva visto tutto pensò: “L'amore funziona sempre: un giorno o l'altro fiorisce!”.

PAROLA DI DIO: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

 

Vangelo Gv 16,5-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore

 

“È BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHÉ, SE NON ME NE VADO, NON VERRÀ A VOI IL PARÀCLITO”

Per capire la portata della promessa che Gesù fa e del dono che ci viene dato, ci chiediamo chi sia lo Spirito Santo. Se rispondiamo con il catechismo è la terza persona della Santissima Trinità; se rispondiamo con la teologia è l’amore creativo che intercorre tra il Padre e il Figlio; se rispondiamo con la Bibbia è lo Spirito Santo di Dio che “aleggiava sulle acque” al momento della creazione, è la Sapienza che si trasforma in Legge, dono di Dio per il popolo di Israele, è lo Spirito che adombra Maria per donarci Gesù, è lo Spirito che guida Gesù a compiere la volontà del Padre, ed è ancora lo Spirito che riempie gli apostoli di coraggio per una piena testimonianza cristiana.

Gli apostoli se ne sono resi conto, dopo la Pentecoste. Loro, fifoni, diventano coraggiosi testimoni di Gesù; lo Spirito Santo fa loro compiere miracoli nel nome di Gesù. Loro, poveri ignoranti, in meno di un secolo riescono a portare il messaggio di Gesù in tutti i paesi allora conosciuti. Ce ne possiamo rendere conto ancora noi, dopo duemila anni di cristianesimo. Ancora lo Spirito opera, ancora: nonostante i tanti errori, la Chiesa è presente e operante nel mondo, ci sono ancora i miracoli di liberazione, di carità, di servizio, di conversione. Lo stesso Spirito continua ad operare in noi e nonostante noi. Gesù dà un bellissimo nome allo Spirito Santo, lo chiama “Il Consolatore”, Colui che non ci lascia soli, ci incoraggia, ci tira su di morale. L’uomo davanti al mistero del creato si sente piccolo, solo, davanti al mistero di Dio che lo sovrasta riscopre tutte le sue incapacità e limitazioni, davanti alla sofferenza e alla morte si sente solo e perduto. Gesù è venuto proprio per incontrare la nostra solitudine e incapacità da soli di ‘guardare in alto’. Si è fatto solidale con noi. Ma Gesù è salito al cielo, noi non lo vediamo più con i nostri occhi. Il dono dello Spirito, è allora colui che ci consola, aiuta, rafforza nella presenza di Gesù. È lo Spirito che ci aiuta a riconoscere Gesù nei Sacramenti, nei poveri, nella comunità. Lo Spirito che rende testimonianza a Gesù ci aiuta a trovare il senso ai vari misteri della nostra vita, ci apre a Dio e ci ispira e dà forza per vivere gli insegnamenti di Gesù.

 

 

MERCOLEDI’ 20 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardino da Siena; San Teodoro di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, DONAMI DI STARE AL MIO POSTO.

 

HANNO DETTO: Conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata la Madre di Cristo. (Sant’Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Un solo "Eccomi", vale più di dieci "il cielo ti assista". (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno un vecchietto si guardò allo specchio e si arrabbiò. Si arrabbiò per tutte quelle rughe che vedeva sul suo volto. Allora gridò: “Ma che tempi i nostri! Niente funziona più: neanche gli specchi”.

PAROLA DI DIO: At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15

 

Vangelo Gv 16,12-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore

 

“QUANDO VERRÀ LO SPIRITO SANTO VI GUIDERÀ VERSO TUTTA LA VERITÀ”.

Ci lasciamo stimolare da una riflessione teologica, poetica, realistica di don Primo Mazzolari:

Lo Spirito non investe soltanto le cime: si china propizio anche nei fondi valle, scopre i casolari e gli eremi e vi pone talvolta, compiacendosene, la sua abitazione. Non è sempre un Ospite tranquillo. Ecco: spalanca i cuori, come il vento cui assomiglia; spalanca le finestre e consuma, fuoco invisibile, le cinte e le palizzate d’una piccola coltura di manuali. Certo, chi sta in alto sulla nave, vede meglio, vede tutto. La rotta della nave è nel suo sguardo che spazia. Ma pure il marinaio della stiva, il mozzo, il faccendiere,         l’ultimo...colui che non ha diritto di mostrarsi sul ponte di coperta, può avvertire degli scricchiolii. Non è necessario che gli dian retta quelli di lassù.

- Tu sogni, straparli.

- Avete ragione: torno laggiù.

Se ci sarà una falla ci metterà l’anima a chiuderla perché la Chiesa è anche un po’ sua, perché egli è di Cristo.

 

 

GIOVEDI’ 21 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; San Vittorio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SPERO NEL SIGNORE E ASPETTO SULLA SUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: La prima culla che Gesù trovò sulla terra fu il cuore immacolato di Maria. (Don Giacomo Alberione)

SAGGEZZA POPOLARE: Non produce niente il seme non seminato. (Proverbio Giapponese)

UN ANEDDOTO: Ogni mattina il capo leggeva la pagina del suo taccuino e poi faceva quello che vi era scritto sopra. Un giorno il taccuino cominciò a pensare: “Sono io che comando. Sono io che programmo la giornata del capo. Io sono più importante di lui”. Il taccuino stava quasi per darsi delle arie, ma aveva un buon cuore. Per questo cominciò a preoccuparsi del padrone quando lo vide sempre più stanco, sempre più teso. “Adesso ci penso io!”, disse, e cominciò a cambiare quello che era scritto nelle sue pagine. Invece di “Appuntamento con il commendator Fabbriconi”, scrisse: “Andare al concerto”. Così quel giorno il padrone andò al concerto e trascorse una serata bellissima. Invece di “Andare alla conferenza del professor Sapientoni”, scrisse: “Andare a mangiare la pizza con tutta la famiglia”. Invece di “Lavoro straordinario in ufficio”, scrisse: “Giocare con mio figlio Alberto con il teatro dei burattini”. Dopo qualche giorno il signore tanto importante non aveva più la faccia tesa e preoccupata, non era più triste, rideva spesso. Anche a casa sua erano più contenti.

PAROLA DI DIO: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20

 

Vangelo Gv 16,16-20

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore

 

VOI SARETE NELLA TRISTEZZA, MA LA VOSTRA TRISTEZZA SI CAMBIERÀ IN GIOIA”.

Noi credenti, spesso siamo talmente assurdi che ci sembra di invidiare il mondo con le sue gioie immediate. Abbiamo ridotto la nostra fede ad una serie di norme da osservare, di mali da sopportare che anche le piccole gioie effimere degli uomini ci fanno credere che coloro che vivono lontani da Dio e camminano per i propri sentieri, ignari di ogni norma, incuranti di qualsiasi legge, siano più felici di noi e vivano la vera libertà. L'allegria del mondo, per quanto falsa ci possa apparire, ci affascina comunque. Il tutto e subito può anche dare l'illusione dell'onnipotenza. Se proviamo però a scrutare con maggiore intelligenza non ci vuole molto a scoprire che sotto le mentite spoglie di una superficiale allegria si nasconde il vuoto di una profonda insoddisfazione. Gesù predice ai suoi: «Il mondo si rallegrerà, voi sarete afflitti». Subito però aggiunge: «Ma la vostra afflizione si cambierà in gioia». Solo nella prospettiva futura emergerà la verità ma già nel presente si può dare senso alla prova. Il travaglio della vita è paragonato al travaglio del parto, che è motivo di momentanea sofferenza per la madre. Poi la gioia della maternità fa dimenticare la sofferenza passata. Anche noi, come Gesù sulla via della croce dobbiamo portare inevitabilmente i nostri pesi, anche quelli che ci recano dolore e ci inducono al pianto, ma non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare che quei pesi, portati con Cristo e offerti a lui, costituiscono la nostra forza per risorgere. La nostra gioia la viviamo prima nella fede e nella speranza cristiana e poi nella patria beata. Nell'attesa dobbiamo esercitare la virtù della pazienza senza perdere di vista il senso e il fine della nostra vita e alimentarci di momenti di comunioni con Cristo, quelle così intense che ci anticipano sin da ora la gioia futura.

 

 

VENERDI’ 22 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rita da Cascia; Santa Caterina da Genova; Santa Giulia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

NON PERMETTERE, SIGNORE, CHE IN CASA NOSTRA COMANDINO TRISTEZZA E PESSIMISMO.

 

HANNO DETTO: Tutto quello che Maria ha, non lo ha da sé, ma da Dio, e tutto quello che Maria ha, non lo ha per sé, ma per gli uomini (Card. Joachim Meisner)

SAGGEZZA POPOLARE: La felicità della salute si comprende al letto dell'ammalato; la felicità della casa tranquilla si comprende quando quella pace è sconvolta. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: C'era una volta una severa baby-sitter che non voleva assolutamente che il suo Pierino raccogliesse cose trovate in terra. “Da terra non si raccoglie nulla”, urlava ogni volta che il bambino scorgeva in terra qualche oggettino. Persino quando Pierino trovò in terra una banconota da cinquanta euro, la severa governante ebbe il coraggio di gridare: “Da terra non si raccoglie nulla!”. Una mattina, nel parco pubblico, “l'intransigente" scivolò sulla classica buccia di banana e si trovò col naso schiacciato a terra. “Pierino, Pierino!”, implorò, protendendo le braccia. Ma il piccolo, intransigente: “No! Da terra non si raccoglie nulla”

PAROLA DI DIO: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a

 

Vangelo Gv 16,20-23a

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore

 

“NESSUNO POTRÀ TOGLIERVI LA VOSTRA GIOIA”

Vivere la gioia è vivere il presente e trovare nelle piccole cose il conforto per essere quelle persone meravigliose ed uniche che siamo.

Vivere la gioia è capire che quanto accade, accade per il nostro bene e che tutto ci è donato per il nostro meglio.

Vivere la gioia è pensare grande, al di là delle piccole beghe e difficoltà quotidiane, dei desideri effimeri, delle necessità superflue.

Vivere la gioia è vedere bello, nonostante i nostri cattivi pensieri sugli altri e degli altri nei nostri confronti. È vedere bello, uscendo da un dolore che ci ha prostrati. Vincendo la debolezza che ci ha sfiniti. È vedere con gli occhi del cuore e dell’anima al di là di tutto quanto ci può disturbare.

Essere gioia è saper accettare anche senza capire, è l’abbandono e la fiducia in Qualcuno che provvederà a noi. Noi non potremmo vedere correttamente senza il Suo aiuto.

Essere gioia è vedere gli altri, oltre noi stessi, è saper cambiare noi stessi per poter cambiare e migliorare il mondo intorno a noi.

Essere gioia, in fondo, non è che riscoprire quello stesso sorriso di Dio sulla polvere che Lui aveva modellato, ed è capire che questo sorriso è ancora profondamente nel cuore di ciascuno di noi.

 

 

SABATO 23 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Desiderio; San Mercuriale.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, UNICO DIO, PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO.

 

HANNO DETTO: Come nella generazione naturale vi è un padre e una madre, così nella generazione soprannaturale e spirituale vi è un Padre che è Dio e una madre che è Maria. (S. Luigi di Montfort)

SAGGEZZA POPOLARE: Cuor contento non sente stento.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un cavaliere spregiudicato che calpestava tutte le regole della cavalleria e si comportava come un soldataccio. Un giorno fu ferito da un colpo di balestra che gli trapassò una gamba. Mentre giaceva ferito, vide il paradiso molto lontano, fuori della sua portata, mentre l'inferno gli sembrava molto vicino. Pieno di spavento, gettò via l'elmo e la spada e corse verso la caverna di un santo eremita. “Padre, vorrei ricevere il perdono di tutte le mie colpe! Sono disposto a fare qualsiasi penitenza!”. L'eremita gli rispose: “Bene, figliolo! Fa' soltanto una cosa: vammi a riempire d'acqua questo barilotto e poi portamelo!”. Il cavaliere prese il barilotto sotto il braccio e si diresse verso il fiume. Immerse il barilotto nell'acqua, ma quello rifiutò di riempirsi. Si diresse allora verso una fontana, ma il barilotto rimase sempre vuoto. Furibondo, il cavaliere si precipitò al pozzo del villaggio. Fatica sprecata! Disperato, ritornò dall'eremita: “Padre mio, ho girato tutti i fiumi e le fonti, ma non ho potuto riempire il barilotto! Ora so che i miei peccati non saranno perdonati. Troppo tardi mi sono pentito!”. Intanto le lacrime scorrevano sul suo volto. Una di queste, scivolando sulla barba, finì nel barilotto. Di colpo questo si riempì fino all'orlo di un'acqua così pura che mai era stata vista.

PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28

 

Vangelo Gv 16,23b-28

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore

 

IL PADRE STESSO INFATTI VI AMA, PERCHÉ VOI AVETE AMATO ME E AVETE CREDUTO CHE IO SONO USCITO DA DIO”.

Il nostro è un Dio unico: chi ama Gesù, ama il Padre e lo ama nello Spirito. Il Padre, poi, nello Spirito ci ama dello stesso amore di Gesù. La fondamentale realtà dell’ebraismo e del cristianesimo è la fede in un unico Dio. Tutta la Bibbia vede il maggior peccato nell’idolatria. Noi, oggi, pensiamo che questo pericolo non ci sia più, ragioniamo addirittura all’opposto: “Oggi l’uomo non crede neppur più a Dio, figuriamoci se ne ha tanti”. Eppure non è vero! Gli idoli sono solo cambiati, sono diventati più subdoli, più nascosti. Pensate a queste nuove forme di religiosità che mettono insieme Gesù Cristo e l’invocazione delle forme di energia presenti nel cosmo, pensate ai cristiani che vanno a Messa portando addosso il pentacolo del mago, pensate al dio denaro al quale si sacrificano continuamente persone, cose, valori; pensate alla pubblicità consumistica che ci presenta quotidianamente una serie di idoli, pensate anche ad un certo tipo di religiosità che mette sullo stesso piano Dio, s. Antonio, Padre Pio, la Sindone. Dio è uno solo, facciamo un po’ di pulizia di idoli e idoletti per riscoprire Lui solo come Signore della nostra vita.

 

 

DOMENICA 24 MAGGIO: ASCENSIONE DEL SIGNORE ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Festa di Maria Ausiliatrice. San Patrizio; San Vincenzo di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL BATTESIMO MI HAI ACCOLTO TUO FIGLIO PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei, non devierai; invocandola, non ti disperderai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai. (S. Bernardo)

Saggezza popolare: Anche un ciocco ben vestito assomiglia a un duca. (Proverbio del Canton Ticino)

UN ANEDDOTO: Racconta la tradizione ebraica: Un giorno Abramo invitò a pranzo sotto la sua tenda un pellegrino. Mentre diceva la preghiera di ringraziamento, l'ospite si mise a bestemmiare. Abramo, indignato, lo cacciò fuori dalla tenda. A sera Dio gli apparve e gli disse: “Quell'uomo mi sta maledicendo da cinquant'anni, eppure gli ho sempre dato da mangiare ogni giorno. E tu non sei stato capace di sopportarlo per un solo pranzo!”

PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20

 

Vangelo Mt 28,16-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore

 

“BATTEZZANDOLI NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO”

Prima di lasciare i suoi e prima di salire al cielo, Gesù dona ai suoi questo comando: “ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo". Nel nome: siamo battezzati nel nome della trinità. Quel nome non è una parola magica ma una realtà perché nella cultura semitica (e non solo) il nome di una persona ne indica la sua realtà più intima. Significa che siamo battezzati nella realtà più intima della Trinità, nella sua essenza. E l'essenza della Trinità è il loro rapporto d'amore, che mantenendo integra la loro singola identità, le fonde in una sola realtà di comunione. Essere battezzati significa perciò essere (o diventare) principio di comunione e di unità d'amore, espressione della Trinità nel mondo. Cosa non da poco.

 

 

LUNEDI’ 25 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Beda venerabile; San Gregorio VII; Santa Maria Maddalena de Pazzi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU CROCIFISSO HAI VINTO IL MONDO.

 

HANNO DETTO: Maria ti converta in gioia tutti i dolori della vita e Gesù sia la stella che ti guida lungo il deserto della vita. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Se oggi semini un fiore, domani troverai il mondo più bello.

Una preghiera riflessione:

Non dire “Ave Maria”, se non provi gioia nel sentire la Parola di Dio.

Non dire “Piena di Grazia”, se non riconosci i doni che Dio ti ha fatto.

Non dire “il Signore è con Te”, se non senti che Dio ti è vicino.

Non dire “benedetto”, se non credi di poter essere santo.

Non dire “Madre di Dio”, se non ti comporti da figlio.

Non dire “prega per noi”, se non ti preoccupi del tuo prossimo.

Non dire “peccatori”, se guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino.

Non dire “morte”, se non credi che sia la porta della vita nuova.

(Silvia Neuhold)

PAROLA DI DIO: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

 

Vangelo Gv 16,29-33

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore

 

“ABBIATE CORAGGIO: IO HO VINTO IL MONDO!”. (Gv. 16,33)

Se guardo a Te, Signore e a tua Madre, con gli occhi della mia umanità, mi sembra assurda questa tua affermazione: Tu sei un povero vinto, un fallito. Sei vissuto come l’ultimo dei poveri, sei andato in giro di villaggio in villaggio senza avere neppure “un sasso su cui porre il capo”, hai amato con tenerezza più che materna il tuo popolo, lo hai beneficato in mille modi... Con quale risultato? I tuoi non ti riconobbero e non ti accolsero. Hai impegnato la tua quotidiana fatica, la tua sublime intelligenza, la tua dolce e forte parola a convertire gli uomini a te, alla tua verità, al tuo ideale; ti sei dedicato a questa tua missione senza perplessità, senza risparmio, senza riposo. Con quale successo? Non ti hanno creduto, non ti hanno seguito, ti hanno respinto. Hai scelto un gruppo di collaboratori che hai voluto preparare con cure affettuose, con delicatezze indicibili, e ti hanno ripagato con l'abbandono, la fuga, il rinnegamento, il tradimento: ti hanno venduto per il prezzo di uno schiavo... E Tu dici di aver vinto il mondo?

I tuoi avversari ti hanno preso quando hanno voluto, ti hanno trattato come un delinquente, ti hanno fatto processare dalle più alte autorità locali, condannare dai giudici, insultare dal popolo, ti hanno fatto crocifiggere dai carnefici insieme a ladri e malfattori, ti hanno sepolto e sigillato in una tomba... E Tu sostieni di aver vinto il mondo? E tua Madre?

Lei, la “Madre di Dio” che cosa ha fatto di tanto straordinario? Ha continuato a vivere in un villaggio sperduto (“Che cosa ci può venire di buono da Nazaret?”), ha accettato nel silenzio e tra le lacrime di essere la madre del condannato a morte, Lei, la tutta pura ha vissuto con il gruppo dei tuoi apostoli, un gruppo di peccatori. Ma se Ti guardo con gli occhi della fede, Tu sei davvero l'unico vincitore. Perché il mondo e la carne cercano il successo istantaneo e immediato, mentre lo spirito e la storia vedono il successo finale e totale. Il mondo e la carne cercano il trionfo spettacolare, lo spirito e la storia lo raggiungono con la realtà e i fatti. Ti sei messo in cammino duemila anni fa dalla Giudea; da allora nessuno più ha potuto arrestare la tua marcia nello spazio e nel tempo. I tuoi passi si sono moltiplicati con quelli dei tuoi testimoni. Tutte le stirpi della terra e le dinastie imperiali si sono estinte, ma la tua parola è giunta fino a noi e può ancora cambiare la nostra vita. No, non hai vinto il mondo con una rivoluzione che passa e si adegua, lo hai vinto perché ancora oggi lo rivoluzioni con l’amore. Non hai vinto il mondo perché hai fondato un altro Regno (anche se spesso le religioni hanno cercato di fare questo nel tuo nome) ma perché parli al cuore di ogni uomo povero che voglia ascoltarti. Tua Madre non è grande perché è la grande regina di cui aver timore, rispetto reverenziale, è grande perché continua in umiltà ad essere madre di ciascuno di noi. Quando sentiamo profondamente la Solitudine, l'abbandono di amici in un momento di prova, quando il mondo sembra caderti addosso, c’è Qualcuno che non ti lascia solo, non ti abbandona. E anche quando forse, come Gesù, grideremo "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" e ci sentiremo lontani da tutti, avvolti nel mistero del dolore, sarà ancora anche questo un atto di fede in quel Dio, che pur silenzioso e misterioso, proprio nella sofferenza di suo Figlio continua ad esserci vicino, segno di sicura vittoria sul mondo e sul male.

 

 

MARTEDI’ 26 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo Neri; San Quadrato.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CONTINUA A PREGARE IL PADRE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Beati quelli che hanno un cuore pulito perché vedranno Dio, e questo lavoro di pulizia è compito della Madonna. (don Oreste Benzi)

SAGGEZZA POPOLARE: C'è una porta da cui può entrare la buona o la mala fortuna; ma di quella porta tenete voi le chiavi. (Proverbio Orientale)

UN ANEDDOTO: Un giorno il professore di Scienze volle fare un esperimento particolare davanti ai suoi alunni. Mise una ranocchia in una pentola piena di acqua ove la rana nuotava tranquillamente. poi accese un fornellino e lo collocò sotto la pentola. La ranocchia si abituò piano piano al cambiamento di temperatura dell'acqua. Solo quando l'acqua fu molto calda, mostrò disagio, ma senza agitarsi molto. Alla fine la rana morì bollita senza alcuna reazione. A questo punto il professore disse ai ragazzi: “La stessa rana, messa nella stessa pentola d'acqua, già a cinquanta gradi avrebbe reagito saltando immediatamente fuori!”. Poi soggiunse: “Adesso abbiamo capito cos'è l'abitudine. L'abitudine è una morte a piccole dosi”.

PAROLA DI DIO: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11a

 

Vangelo Gv 17,1-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te». Parola del Signore

 

“DISSE GESU’: IO TI PREGO PER COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHE’ SONO TUOI”.

Nel Vangelo di Giovanni, alla fine dei discorsi di addio che hanno riempito l’Ultima Cena, troviamo che Gesù sente il desiderio di pregare. Egli ha bisogno di essere in piena comunione con il Padre per poter aderire totalmente alla sua volontà, ha bisogno di tutta la forza dello Spirito di Amore per poterci amare fino in fondo donando la sua vita per noi in mezzo alle sofferenze della passione e della croce. Ma ci tocca particolarmente questa preghiera di Gesù perché, in un momento così estremo della sua vita, Lui non si ferma a chiedere aiuto per sé stesso, ma ha nel cuore principalmente noi. Ci sente come dono del Padre, valiamo il suo sangue prezioso versato per noi, quindi Gesù prega il Padre per noi. Proprio nel momento della sua passione Gesù pensava a me!

Anche oggi, glorificato nel suo cielo, Gesù pensa a me, parla al Padre di me!

 

 

MERCOLEDI’ 27 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DIFENDICI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: La Madonna non è andata da Elisabetta per cantare il Magnificat, ma per aiutarla. Così noi non dobbiamo andare dai prossimi per svelare il tesoro cristiano che portiamo nel cuore, ma per portare con essi dolori e pesi e dividere gioie e responsabilità. (C. Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Cosa per forza non vale scorza.

UN ANEDDOTO: Una volta un discepolo, pieno di zelo, voleva insegnare la verità agli altri. Andò dal maestro e gli espose il suo desiderio. Il maestro gli disse: “Aspetta un anno!”. L'anno successivo ritornò con la stessa richiesta e identica fu la risposta: “Aspetta un anno!”. Alla fine, spazientito, si rivolse al maestro: “Ma quando mai sarò pronto per insegnare?” Il maestro: “Quando la tua ansia di insegnare ti avrà lasciato!”.

PAROLA DI DIO: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

 

Vangelo Gv 17,11b-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quelli che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Parola del Signore

 

“NON PREGO CHE TU LI TOLGA DAL MONDO, MA CHE TU LI CUSTODISCA DAL MALIGNO.”

Gesù prega per noi, nel momento più intenso e drammatico della sua vita, invece di disperarsi per il proprio destino, invece di lasciarsi andare, prega per i suoi discepoli. Come un pastore preoccupato per le pecore che saranno percosse, chiede al Padre di preservale dal Maligno. Non di nasconderle, né di toglierle dal mondo, ma di imparare a stare in questo mondo da persone libere, autentiche, rinate, vere, illuminate, perdonate. Quante volte vorremmo fuggire questo mondo, costruirne uno a parte, meno impegnativo, brutale, faticoso! Quante volte vorremmo stare in una piccola comunità senza problemi!

E ci sentiamo come in mezzo a lupi feroci! Dio non ci toglie dal mondo, non vuole che ci costruiamo altri mondi, ma che dimoriamo in questo con verità e pazienza, con forza e grazia. E chiede per noi la verità, di essere consacrati alla verità. In un mondo denso di menzogne, ciò che noi discepoli possiamo fare per dimorare autentici e liberi è essere veri con noi stessi e gli altri. Il Maligno non tollera la verità, la detesta, la fugge. Cerchiamo di essere sempre orientati al vero.

 

 

GIOVEDI’ 28 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FA' CHE SIAMO CON TE OGGI E SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Maria è come il Rifugio dove sono ricevuti, senza eccezione, tutti gli ammalati, tutti i poveri, tutti gli abbandonati: Dio ha loro aperto questo Rifugio. (S. Basilio)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio asciugare una lacrima a un poveretto che ottenere cento sorrisi da un ministro. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Charles de Montalembert, uomo politico e scrittore francese dell'Ottocento, aveva una figlia ventenne che era lo splendore della casa. Un giorno la ragazza confidò al padre che desiderava entrare in convento. Il padre rimase intenerito e turbato: “Ti manca qualcosa, qui?”. “No, papà, ma sei stato tu che, con il tuo libro sui monaci d'Occidente, mi hai insegnato che a Dio non si offrono cuori avviliti, anime infrante!'. Montalembert concluse: “Ma chi è questo amante crocifisso che ci ruba le figlie?'.

PAROLA DI DIO: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

 

Vangelo 17,20-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Parola del Signore

 

"PADRE, VOGLIO CHE QUELLI CHE MI HAI DATO SIANO ANCH’ESSI CON ME DOVE SONO IO".

Nella grande preghiera di Gesù prima della passione ci siamo anche noi. il cristiano è là dove è il suo maestro. Ma Gesù oggi dov'è? Proviamo a rileggere alcune frasi di Gesù: "Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, voi l'avete fatto a me". "Quando due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Gesù è in Paradiso dove contempla la gloria del Padre, ma è anche qui sulla terra, nei tabernacoli, nelle corsie d'ospedale, amato da molti, maltrattato e vilipeso da altri. Allora, quando Gesù prega che i cristiani siano dove è Lui ci chiede di prendere il suo posto, di rappresentarlo nel nostro mondo, ci chiede di salire con Lui sulla croce per poter poi essere con Lui per sempre nel gaudio. Il paradiso allora non è qualcosa che ci allontana dalla realtà, ma un qualcosa che ci insegna ad essere già oggi in qualunque posto ove il Cristo "pose la sua tenda in mezzo a noi”.

 

 

VENERDI’ 29 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimino, vescovo; Santa Teodosia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU LO SAI COME TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: Ammiriamo e imitiamo la Santa Vergine, la quale confessa sinceramente che Dio ha fatto in lei cose grandi e per questo tutti la chiameranno beata; ma, invece di insuperbirsi, ne dà tutta la gloria al Signore. (La Colombière)

SAGGEZZA POPOLARE: Uno sciocco per troppa fretta ridusse un pavone ad una cornacchia. (Proverbio Cingalese)

UNA PREGHIERA RIFLESSIONE: Ho pensato a te, Maria, e la mia solitudine si è fatta meno pesante. Ho pensato alla tua vita in quegli anni, quando sembrava che tutti ti avessero dimenticata. Anche tuo Figlio. Sembrava che lui il mondo lo stesse salvando da solo. Invece tu eri presente ad ogni istante.  Eri presente nel suo cuore quando parlava e quando taceva. Quando pregava e quando agiva. Quando ammaestrava e quando guariva. Ho pensato a te, Maria. E ho scoperto che una madre non è mai tanto «sulla breccia», come quando si crede inutile. Perché la sua missione esteriore finisce. E comincia quella della presenza silenziosa, discreta. Che sa sparire per anni. E ricomparire al momento in cui tutti gli altri abbandonano... tradiscono. Una presenza tanto più viva, in quanto non chiede nulla per sé. Né tempo, né attenzioni. E neppure il ricordo. Oggi ho pensato a te, Maria. E ho capito il valore di questa mia vita, fatta di attese, di discrezione, di apparente dimenticanza. Una vita fatta solo d'amore. (Annie Cagiati)

PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

 

Vangelo Gv 21,15-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore

 

“MI VUOI BENE?”

Qui per tre volte il Signore chiede a Pietro se gli vuol bene; ed ogni volta, dopo che Pietro gli risponde di sì, gli affida la missione di pascere le sue pecorelle, di essere la guida dei cristiani. Dunque il requisito per un incarico così importante è uno solo: si tratta di voler bene a Gesù. Per ben sette volte in poche righe ritorna questa espressione, nel dialogo tra Gesù e Pietro: voler bene a Gesù. Ma il testo greco, le parole cioè che l'evangelista ha proprio scritto, ci riserva una sorpresa: non sempre infatti il 'voler bene' è espresso allo stesso modo. Gesù le prime due volte usa una parola che si rifà all'agape, l'amore più alto e più bello; invece nella terza domanda di Gesù, e sempre nelle risposte di Pietro, c'è una parola che rimanda alla 'filia', all'amore di amicizia, alto e bello sì, ma meno dell'agape. È come se Gesù si accontentasse, abbassasse il tiro: se come Pietro riconosciamo di essere ancora incapaci di 'agape', il Signore risorto si china su di noi, ci prende al punto in cui siamo, e ci dice, come a Pietro: "Seguimi".

 

 

SABATO 30 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Gavino, martire; Santa Giovanna d’Arco.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' PARLA ANCORA OGGI ATTRAVERSO LA VITA DEI TUOI FEDELI.

 

HANNO DETTO: Maria divenne perfetta nell’obbedienza a Dio, ed entrò nella grandezza dell’obbedienza per le cose che patì assieme al Figlio Suo e al Figlio di Dio. (don Oreste Benzi)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che cresce subito, muore subito. (Proverbio Russo)

UNA PREGHIERA RIFLESSIONE di Victor Hugo: Era là, in piedi, la madre dolorosa. La tenebra cupa, cieca, sorda, terribile, grondava da ogni parte intorno al Golgota. O Cristo! La luce si fece buia quando tu le fosti tolto, e il tuo ultimo respiro portò via ogni chiarore. La Madre era là, in piedi, vicino al patibolo! E io mi dissi: Ecco il dolore! e mi accostai. "Che cosa tieni, le dissi, fra le tue dita divine?". Allora, ai piedi del Figlio, sanguinante per il colpo di lancia, essa levò la mano destra e l'aprì in silenzio, e vidi nella sua mano la stella del mattino.

PAROLA DI DIO: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25

 

Vangelo Gv 21,20-25

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore

 

“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESÙ CHE, SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, PENSO CHE IL MONDO STESSO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE”

Qualcuno desidererebbe conoscere con maggiori particolari la vita di Gesù. Quasi ci lamentiamo con gli Apostoli e gli Evangelisti di non averci lasciato che dei resoconti molto poveri di che cosa Gesù ha fatto e detto. E qualcuno (e con quali risultati!) attraverso presunte rivelazioni o attraverso tanta fantasia ha tentato di raccontare particolari inediti. Ma, il Vangelo, quello scritto, è più che sufficiente così. Ci dà l’annuncio del Figlio di Dio morto e risorto per la nostra salvezza. Piuttosto le pagine da scrivere non riguardano tanto la vita temporale di Gesù, ma la sua vita in noi. Siamo noi che con la nostra scelta di seguire Gesù dovremmo ogni giorno scrivere una nuova pagina di Vangelo. Siamo noi, che seguendo Gesù e diventando ogni giorno “l’altro Cristo” dovremmo continuare il suo annuncio, i suoi miracoli di perdono, la sua gioia nella nostra quotidianità.

 

 

DOMENICA 31 MAGGIO: DOMENICA DI PENTECOSTE ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Petronilla di Roma; San Vitale di Assisi.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, RINNOVAMI!

 

HANNO DETTO: Se, turbato dal pensiero della gravità delle tue colpe, confuso dal deplorevole stato della tua coscienza, atterrito dalla severità del giudizio, tu stia per farti dominare dalla tristezza e cadere nell'abisso della disperazione, pensa a Maria. (S. Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il furbo può fare lo scemo, ma lo scemo non può fare il furbo.

UNA PREGHIERA A MARIA: È mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare. Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare. Non ho niente da offrire e niente da domandare. Vengo solamente, Madre, a vederti. Vederti, piangere di felicità, sapere questo: che sono tuo figlio e Tu sei qui. Solamente per un momento mentre tutto si ferma. Mezzogiorno! Stare con Te, Maria, in questo luogo dove stai. Non dire niente, guardare il Tuo viso, Lasciare cantare il cuore nel linguaggio che gli è proprio, (Paul Claudel)

PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

 

Vangelo Gv 20,19-23

Dal vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Parola del Signore

“RICEVETE LO SPIRITO SANTO. A COLORO A CUI PERDONERETE I PECCATI, SARANNO PERDONATI.”

La Pentecoste non è la fine del tempo di Pasqua, ma il suo fine: Gesù muore e risorge per donarci lo Spirito Santo, la vita di Dio, per farci vivere già ora secondo il cielo! Ritorniamo sulle sue parole: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Quante cose si possono dire sulla Pentecoste, ma il vangelo di oggi ce ne suggerisce una bellissima. La Pentecoste è il dono del perdono. Che cos’è il perdono? È la possibilità di far ripartire la vita lì dove essa si è arenata. Rinascere è un modo altro di dire il perdono. Nonostante gli anni, i peccati, le abitudini, le incapacità posso rinascere, non attraverso le mie povere capacità, ma attraverso il Suo Spirito. Mi vien data questa possibilità: sono totalmente perdonato e posso essere portatore di perdono perché anche altri rinascano, abbiano ancora delle nuove possibilità.

     
     
 

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