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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2020

 

LUNEDI’ 1° GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU MI MOSTRI IL VERO VOLTO DEL PADRE.

 

Hanno detto: Il desiderio di imparare è molto più utile del maestro. (Carnegie)

Saggezza popolare: Parla dell'anno venturo, riderà il diavolo. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Durante un'ispezione un colonnello si fermò, squadrò il soldato da capo a piedi e gli disse con durezza: “Abbottona la tasca, soldato”. Il soldato, assai confuso, balbettò: “La devo abbottonare subito, signor colonnello?”. “Sì, immediatamente!”. Allora il soldato si avvicinò cautamente e abbottonò il risvolto del taschino della camicia del colonnello.

Parola di Dio: 2Pt. 1,2-7 sal. 90; Mc.12,1-12

 

Vangelo Mc 12, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!". Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; “questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono. Parola del Signore

 

“UN UOMO PIANTÒ UNA VIGNA, VI POSE ATTORNO UNA SIEPE, SCAVÒ UN TORCHIO, COSTRUÌ UNA TORRE...”

Come è diverso dire “Credo in un Dio” dal dire “Credo nel Dio di Gesù”!

Un Dio, più o meno ce l’hanno tutti sia che sia trascendente o legato alla concretezza, astratto o materialista. Il Dio di Gesù è invece un Padre che si prende cura dei suoi figli. Noi, sua vigna, siamo stati pensati, voluti, piantati da Dio stesso. Egli ci ha difeso e ci difende: pensate al Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore. Viene a cercarci, è felice quando noi in Lui troviamo la nostra felicità. Ci conosce non solo perché sa tutto ma perché ha sperimentato nella carne di Gesù le nostre gioie e le nostre sofferenze. Siamo suoi figli. Non è da ingrati passare una giornata, avvolti da tanto amore, senza un pensiero di riconoscenza, di affetto verso nostro Padre?

Non è una forma di grande egoismo e insensibilità il non apprezzare, meditare, approfondire la Parola che Lui ci rivolge e i sacramenti, segni della salvezza, che Lui ci offre?

 

 

MARTEDI’ 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', RICORDAMELO: OGNI UOMO È IL TEMPIO DI DIO!

 

Hanno detto: Non ti ho detto "sforzati" di cercare la via per giungere alla verità e alla vita. La via stessa è venuta a te e ti ha scosso dal sonno; e se è riuscita a scuoterti, alzati e cammina. (S. Agostino)

Saggezza popolare: È più caro un no grazioso che un sì dispettoso.

Un aneddoto: Una volta, durante la lezione, un alunno fece notare all'insegnante: “Quando lei rimprovera qualcuno, non gli punta mai il dito contro. C'è un motivo?”. L'insegnante rispose: “Non punto il dito perché, quando lo punto contro qualcuno, tre dita della mano restano puntate contro di me.

Parola di Dio: 2Pt 3,11b-15a.17-18; Sal 89; Mc 12,13-17

 

Vangelo Mc 12, 13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore

 

“QUELLO CHE È DI DIO (APPARTIENE) A DIO”.

Non si può dire che Gesù non sappia usare l'ironia, ma lo fa con lo stile dei profeti, che mentre colpiscono il male e il malvagio, indicano la strada del bene e la via per emendarsi. Gesù sa benissimo che la domanda sulle tasse è capziosa, fatta per farlo pronunciare a favore o meno dei romani, e Lui lo dice anche ma poi trova la maniera non solo di mettere in ridicolo i suoi detrattori, ma anche di ricordare loro, proprio a loro che tanto si ritenevano fedeli alla legge, ciò che la legge dice: l'immagine indica l'appartenenza. Traduciamo per noi: Io sono fatto ad immagine e somiglianza di Dio, io sono redento dal sangue di Gesù, io sono il tempio dello Spirito Santo: a chi devo dunque appartenere? A me stesso, al mondo, o a Dio? E di chi devo essere immagine? Solo di me stesso, al mondo con le sue apparenze, o a Dio?

 

 

MERCOLEDI’ 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU' TU SEI LA VIA, LA VERITA', LA VITA.

 

Hanno detto: La mente umana è paragonabile ad una farfalla che assume il colore delle foglie sulle quali si posa… si diventa ciò che si contempla. (Gustave Flaubert)

Saggezza popolare: Chi patisce Gelosia, rosica fave.

Un aneddoto: Una volta santa Teresa di Calcutta fu invitata a parlare ai medici del Policlinico Gemelli di Roma. Era il 25 maggio 1990. Madre Teresa accettò. Il suo discorso fu brevissimo. Alzò la mano destra e disse come sillabando: “Ricordate la regola delle cinque dita”. Poi mostrò con calma le dita unendo a ciascuna di esse una parola.

Al pollice: “Io”.

All'indice: “Faccio”.

Al medio: “Tutto”.

All'anulare: “Per”.

Al mignolo: “Gesù”.

Fine della conferenza!

Parola di Dio: 2Tm 1,1-3.6-12; Sal 122; Mc 12,18-27

 

Vangelo Mc 12, 18-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore». Parola del Signore

 

“C’ERANO SETTE FRATELLI: IL PRIMO PRESE MOGLIE...”

Quando frequentavo il seminario (oggi grazie al cielo non è più così) ricordo che per prepararci a confessare, c'era l'ora dei “casi”, cioè, o il professore di morale o gli allievi costruivano un “caso difficile” costruito “ad hoc” per poi vedere se era un caso assolvibile o meno. È evidente che il caso che viene presentato a Gesù è uno di quei “casi” costruito ad arte da qualche rabbino del tempo per far arrivare Gesù a compromettersi con la Legge. Questa mattina mi chiedo: la mia “morale” con la quale spesso giudico gli altri è una morale dei “casi” o una morale, fondata su Gesù, che guarda con amore sé stesso e il proprio prossimo? La morale dei “casi” giudica, viviseziona, punta il dito, cerca scuse, è fredda, impersonale, schiavizza l'uomo. Se Gesù è il fondamento della morale, vince la sua visione dell'uomo, la sua misericordia, il suo sangue versato per noi; non siamo più cose ma persone, freddi osservanti di norme ma amanti della vita, persone che rischiano anche di sbagliare, di non essere perfetti, ma lo fanno per amore.

 

 

GIOVEDI’ 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

TIENIMI PER MANO DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: Parla loro con tenerezza. Lascia che ci sia gentilezza sul tuo volto, nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, nel calore del nostro saluto. Abbi sempre un sorriso allegro. Non dare solo le tue cure, ma dai anche il tuo cuore. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: L'albero non ritira l'ombra da chi lo abbatte. (Proverbio Libanese)

Un aneddoto: Una volta Chicco, un gattino di pochi mesi, cadde in un pozzo profondo quindici metri nel cortile di una casa di campagna a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Dopo tre giorni i vigili del fuoco riuscirono, finalmente, a salvarlo. In quella stessa casa viveva anche un cane di nome Charlie. Ebbene, per tre giorni (quelli passati dal gatto nel pozzo), il cagnolino non mangiò nulla. Il dispiacere d'aver perso il compagno di giochi gli aveva tolto ogni appetito! La padrona dei due animali, parlando ai giornalisti, disse: “Appena il cane vide il gattino venirgli incontro gli portò un pezzetto della carne che aveva nella ciotola”.

Parola di Dio: 2Tm 2,8-15; Sal 24; Mc 12,28b-34

 

Vangelo Mc 12, 28b-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“VEDENDO CHE EGLI AVEVA RISPOSTO SAGGIAMENTE, GESÙ GLI DISSE: «NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO»”

Gli scribi di solito non fanno una bella figura nel Vangelo. Di solito sono persone piene di sé stesse, della propria cultura, incapaci di novità, sempre pronti a giudicare dall’alto. Ma c’è questa eccezione. Lo scriba ha capito che il centro del Regno di Dio è l’amore di Dio e del prossimo. Una volta tanto uno scriba la pensa come Gesù. Gesù, allora gli dice che non è lontano dal Regno, non ne è ancora cittadino al cento per cento ma lo può diventare.

Dovremmo sempre tener presente questo particolare, onde evitare pericolose illusioni. Mai ritenerci “dentro’, definitivamente. Credere di tenere in tasca la cittadinanza e relativi diritti. Cristiano è soltanto uno che lo sta diventando. Che ha sempre ancora un passo da compiere. Fino all’ultimo giorno. È però anche convinto che cercando di imitare Gesù, presto arriverà a parlare e pensare come Lui.

 

 

VENERDI’ 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo. (Dalai Lama)

Saggezza popolare: Quando il diavolo prega, tien d'occhio la preda.

Un aneddoto: Domande importanti: l'autore de 'Le campane di Nagasaki, Takashi Paolo Nagai, racconta che nel primo bombardamento atomico (agosto 1945) la moglie fu ridotta ad una manciata di polvere bianca, ed ora egli la teneva tutta in un secchiello che gli batteva contro le ginocchia e pensava: “Questo, dunque, siamo?”.

Parola di Dio: 2Tm 3,10-16; Sal 118; Mc 12,35-37

 

Vangelo Mc 12, 35-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:  “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?».  E la folla numerosa lo ascoltava volentieri. Parola del Signore

 

"E LA NUMEROSA FOLLA LO ASCOLTAVA VOLENTIERI".

In tre anni di vita pubblica chissà quanta gente ha ascoltato le parole di Gesù! Sappiamo di folle (pensate ai cinquemila uomini della moltiplicazione dei pani), pensiamo alla gente che si accalca attorno a Gesù al punto che Egli deve parlar loro dalla barca di Pietro… E dove è finita tutta questa gente il giorno della condanna a morte di Gesù se si trova solo gente facilmente condizionabile che chiede a gran voce la morte del Cristo?

È facile ascoltare un buon parlatore. Ho letto ultimamente la storia di uno di quei tanti predicatori televisivi americani e mi è sembrato facile capire i motivi del suo successo: un certo ascendente personale, il saper giocare su sentimenti e predisposizioni della gente, il saper toccare i loro problemi concreti, una buona conoscenza della Bibbia per adattarla ad ogni necessità, un tono di voce ed un gestire suadenti… e si fa tanta “audience”, ma poi hai trasmesso davvero il messaggio?

E se questa domanda può far parte dell’esame di coscienza del predicatore anche da parte degli uditori c’è da farsi almeno una domanda: come ascolto?

Si può ascoltare per curiosità e poi lasciar scorrere le parole su di noi come fa l’acqua che scorre su una pietra impermeabile. Si può ascoltare unicamente per trovare una risposta immediata ad un problema, si può ascoltare per cercare conferme o per poter criticare, ma la parola di Dio non ha bisogno di questi uditori. La parola di Dio va ascoltata “come parola di Dio e non come parole di uomini”. La Parola di Dio va accolta non come un lenitivo ma “come una spada tagliente, a doppio taglio, che penetra fino alla divisione delle ossa”. La parola di Dio va accolta come un “seme che cade in terra buona e muore e porta frutto ora del 30, ora del 60, ora del 100 per uno”. La parola di Dio “è viva, efficace”, se accolta con amore ha il potere di trasformarci. Non basta andar dietro alla Parola di Dio perché piace, oppure a questo o quel predicatore perché dicono ciò che io voglio sentire. Dio parla a me. Dio si svela a me. Dio non risolve i miei piccoli problemi e non risponde in diretta alle mie piccole domande, ma mi dona sé stesso e se l’accolgo, io cambio.

 

 

SABATO 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, LA GENEROSITA' DELLE PICCOLE COSE.

 

Hanno detto: Figlioli cari, tenete a memoria che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingervi al male è: Oh! è niente! (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Per i grandi spiriti la gioia degli altri è la ricompensa più alta del loro lavoro.

Un aneddoto: Una volta il pittore Paul Cézanne camminava per strada con un suo quadro sotto braccio. Per caso lo incrociò il collega Pierre-Auguste Renoir che gli chiese dove stesse andando. “Sono rimasto senza soldi e cerco qualcuno a cui vendere il quadro”.

I due si rividero più tardi. Renoir gli chiese quanto era riuscito a guadagnare.

“Nulla”, rispose Cézanne: “Ho incontrato il musicista Cabaner; il mio quadro gli è piaciuto così tanto che gliel'ho regalato!».

Parola di Dio: 2 Tm 4,1-8; Sal 70; Mc 12,38-44

 

Vangelo Mc 12,38-44

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore

 

“LA VEDOVA NELLA SUA POVERTÀ HA MESSO NELL’OFFERTA TUTTO QUELLO CHE AVEVA PER VIVERE”.

Una storia minore, quella di questa vedova e delle sue due monetine. Gesù però la vede e invita gli apostoli e noi a saper vedere oltre le apparenze, a non farsi ingannare dal clamore di gesti spettacolari, da credenti “primi della classe” ma a saper cogliere la storia della fede vissuta e scritta dalla gente semplice e umile. Anche oggi quanti di, questi segni: quella mamma che continua ad aver fede anche per i figli che dicono di non averne più; quel povero che divide i suoi due euro con uno più povero di lui; quella ragazza che rinuncia alla sua domenica per stare vicino ad una handicappata; quel medico, quella infermiera, quel volontario che hanno rischiato infezione pur di lenire sofferenze. Quella vedova, grazie al cielo continua ad aver generazione anche oggi.

 

 

DOMENICA 7 GIUGNO: SANTISSIMA TRINITA’

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.

 

Hanno detto: Non bisogna tralasciare di sforzarsi pensando che intanto c'è il destino; chi, senza sforzo, può ottenere olio dai semi di sesamo? (Pancatantra – raccolta di favole indiane)

Saggezza popolare: Là dove c'è dialogo e concordia, là c'è Dio. (Proverbio del Burundi)

Un aneddoto: Un grande maestro di chitarra, Doc Watson, era diventato cieco quando aveva appena due anni. I suoi familiari, però, non gli diedero mai la sensazione di considerarlo un minorato. Racconta: “Avevo undici anni, poco prima che la chitarra entrasse nella mia vita, quando papà mi porse un piccolo banjo e mi disse: "Prendi, figliolo. Se imparerai a suonare bene questo strumento, potrai affrontare il mondo!". Invece di relegarmi in un angolino dicendomi: "Figlio mio, sei un povero cieco", mi lanciava sfide.”.

Parola di Dio: Es 34,4b-6.8-9; Sal da Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18

 

Vangelo Gv 3, 16-18 

Dal vangelo secondo Giovanni

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio». Parola del Signore

 

“DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL FIGLIO UNIGENITO”.

“Reverendo, che ci sia un Dio non posso negarlo, come sia Dio non mi interessa granché lascio a voi preti di immaginarvelo. Lui non si interessa molto a me e io non mi interesso molto a Lui”. L’uomo che mi diceva questa frase era già abbastanza avanti negli anni, scafato nella vita, personaggio anche abbastanza famoso per i suoi affari non sempre troppo chiari ma quasi sempre riusciti. Gli risposi solo che un Dio che andava a morire in croce per me mi pareva si interessasse notevolmente a me, ma poi lasciai perdere ben consapevole che certe discussioni sono per lo più inutili e che certe affermazioni spesso sono dette per sfogo o per ferire e poi non corrispondono totalmente a quello che c’è nel cuore. Ma io credo che davvero sia bello ed importante conoscere Dio perché se conosco Lui conosco anche me stesso fatto a sua immagine ma deturpato dal peccato e dal maligno.  Ecco alcuni sprazzi velocissimi. Dio è famiglia: Il Padre, il Figlio e lo Spirito sono uno perché si amano. Allora l’uomo non può mai essere un essere solitario, è chiamato al rapporto con Dio e con gli altri.

Nella famiglia di Dio c’è unità ma tutti hanno un ruolo specifico. Nelle nostre famiglie, nei nostri rapporti religiosi e sociali dovrebbe essere così: un cuor solo ed un’anima sola nel rispetto dei ruoli e dei compiti. Dio non si ferma alla propria felicità ma vuol donarla. La vera felicità non è soddisfare i propri bisogni materiali, ma sarò felice solo facendo felice. Dio quando vuol donare non dona delle cose ma dona sé stesso: il Padre manda il Figlio, il Figlio mostra il Padre, entrambi mandano lo Spirito. Se voglio amare davvero devo cominciare a donare me stesso.

 

 

LUNEDI’ 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', STAR CON TE È LA MIA GIOIA.

 

Hanno detto: Gli uomini ammucchiano gli errori di tutta la loro vita, e creano un mostro che chiamano destino. (John Oliver Hobbes)

Saggezza popolare: Chi desidera l'altrui, perde il suo.

Un aneddoto: Arrivava sempre in anticipo all'appuntamento con la fidanzata. I curiosi che lo vedevano dicevano: “Che ragazzo ansioso”. Decise, allora, di arrivare in ritardo. I curiosi: “Guarda che maleducato, che prepotente! Chi pensa di essere?”. Decise di arrivare all'ora esatta: “Ecco lo schiavo del tempo, vive con l'orologio in testa. Poveretto, non ha fantasia!”.

Parola di Dio: 1Re 17,1-6; Sal 120; Mt 5,1-12

 

Vangelo Mt 5,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore

 

GESÙ SALÌ SUL MONTE: SI POSE A SEDERE E SI AVVICINARONO A LUI I SUOI DISCEPOLI. SI MISE A PARLARE E INSEGNAVA”.

Matteo dà un rilievo tutto particolare al “discorso della montagna”.  Fa salire Gesù su di un monte, il luogo per eccellenza da cui Dio ammaestra, come per suggerire un parallelo tra l’antica e la nuova alleanza. La prima fu sancita sul Sinai, la seconda riceve il suo sigillo su questo monte. Gesù ha davanti agli occhi una folla che lo segue da più giorni. Possiamo immaginarlo mentre guarda quegli uomini e quelle donne: ne conosce se non le storie, certamente le domande e i bisogni. E ne ha compassione. Ed è sul sentimento forte di compassione che si trova la ragione di questa scena evangelica. Le sue prime parole sono sulla felicità. O meglio su chi è felice. Gesù vuole proporre la sua idea di felicità e di beatitudine. Già i salmi avevano abituato i credenti di Israele al senso della beatitudine: “Beato l’uomo che spera nel Signore, beato l’uomo che ha cura del debole, beato l’uomo che confida nel Signore”. Quest’uomo poteva dirsi felice. Gesù continua su questa linea e afferma che beati sono gli uomini e le donne poveri di spirito, cioè gli umili (poveri di spirito non significa affatto ricchi di fatto e lontani da Dio), e poi sono beati i misericordiosi, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i puri di cuore, i perseguitati a causa della giustizia ed anche coloro che sono insultati e perseguitati a causa del suo nome. Parole come queste non le aveva dette mai nessuno; e i discepoli non le avevano mai udite sino a quel momento. E a noi che le ascoltiamo oggi paiono davvero molto lontane. Sembrano del tutto irreali. Potremmo anche dire che sono belle, ma impossibili. Eppure, non è così, per Gesù. Egli vuole per noi una felicità vera, piena, robusta. In verità, quel che a noi sta più a cuore è vivere un po’ meglio, un po’ più tranquilli. E nulla più. Non vogliamo essere “beati” davvero. La beatitudine è diventata una parola estranea, troppo piena, eccessiva; è una parola così forte e così carica da essere troppo diversa dalle nostre soddisfazioni spesso insignificanti. Questa pagina evangelica ci strappa da una vita banale e ci spinge verso una vita piena, verso una gioia ben più profonda di quella che noi possiamo anche solo immaginare. Le beatitudini non sono troppo alte per noi, come non lo erano per quella folla che per prima le ascoltò. Esse hanno un volto davvero umano: il volto di Gesù. È lui l’uomo delle beatitudini, l’uomo povero, mansueto e affamato di giustizia, l’uomo appassionato e misericordioso, l’uomo perseguitato e messo a morte. Guardiamo quest’uomo e seguiamolo; saremo beati anche noi.

 

 

MARTEDI’ 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTO, LUCE DEL MONDO, GUIDACI AL PADRE.

 

Hanno detto: Noi siamo venuti al mondo con qualcosa di infinito in fondo al cuore: desiderio di vita, desiderio di amore, desiderio di eternità. Non soffochiamo in noi tale sentimento, ma piuttosto cerchiamo di prenderne coscienza, nei momenti di silenzio e di riflessione, perché così si comincia ad adorare Dio che ci ha creati. (R. Voillaume)

Saggezza popolare: Chi sposa il denaro prende una cattiva moglie.

Un aneddoto: Un missionario racconta: «Stavo andando a Tora, un piccolo villaggio del Congo. Presso il ponte del fiume Yebu, a metà cammino, un uomo mi chiama: "Fermati, padre!”. Mi accompagna presso la capanna. Sotto la tettoia c'è una donna anziana; vedo che è lebbrosa. L'uomo mi dice: "Padre, l'ho trovata sul sentiero sfinita' voleva venire da te. Ha le mani e le ginocchia sbucciate da tanta strada fatta!”. Mi siedo vicino a lei. Mi dice: padre, voglio venire alla missione. Al villaggio mi vedono vecchia e lebbrosa e dicono che sono una strega. Io voglio andare dove ci sono i cristiani: loro guardano una persona come Dio la guarda”.

Parola di Dio: 1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

“RISPLENDA LA VOSTRA LUCE DAVANTI AGLI UOMINI PERCHÈ VEDANO LE VOSTRE OPERE BUONE E RENDANO GLORIA AL PADRE VOSTRO”.

Noi cristiani abbiamo ricevuto in dono la luce di Dio. Questa luce non è soltanto una dottrina religiosa, è Cristo stesso con la sua persona, la sua vita, la sua obbedienza al Padre, la salvezza che ci ha portato. Se ci siamo lasciati inondare da questa luce, non solo non siamo più al buio ma, resi splendenti, dobbiamo manifestarla, e non solo con le parole, con la preghiera, ma con tutta la nostra vita. Mi chiedo: chi mi vede, sul posto di lavoro, nella mia vita privata, si accorge che in me c’è la luce di Dio? I miei modi di parlare, di giudicare, la mia pazienza, l’attenzione al prossimo, il mio modo di usare il denaro manifesta agli altri la bontà, la misericordia, l’amore di Dio? I primi cristiani convertivano altri con la predicazione, ma soprattutto, come ci ricorda il libro degli Atti degli Apostoli, erano gli altri che rimanevano stupiti e si interrogavano sul perché “questi cristiani amano così”.

 

 

MERCOLEDI’ 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AIUTACI, AMANDO, A PARTECIPARE ALLA TUA SANTITA'.

 

Hanno detto: Il deserto, per il cristiano, non è vuoto, ma può diventare il momento più propizio per l'incontro con Dio. (Cardinal Michele Pellegrino)

Saggezza popolare: Perfino i ciechi son capaci di vedere il denaro. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Un impiegato, alle prese con il nuovo lavoro, era molto perplesso: non sapeva come sarebbe stato accolto, come sarebbe stato trattato. Però un giorno dovette fare un viaggio con il capo. Ad un tratto questi, guardando nello specchio retrovisore, esclamò: “Oh, no!”. Frenò, accostò l'auto, scese dalla macchina, attraversò quattro corsie di traffico e raccolse una tartaruga dalla strada, portandola in salvo. Risalito sulla macchina, disse semplicemente: “Quando ero un ragazzo, avevo una tartaruga”. Allora il giovane impiegato pensò tra sé: “Sono in buone mani!”.

Parola di Dio: 1Re 18,20-39; Sal 15; Mt 5,17-19

 

Vangelo Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI MA PER DARVI COMPIMENTO”.

Dio, durante l’Esodo, aveva fatto dono ad Israele della Legge. Essa non era un giogo che il Padrone metteva sulla schiena del suo servo per poterlo comandare, era invece una grazia che permetteva al popolo di realizzarsi come popolo di Dio. I comandamenti, anche oggi, più che un’imposizione, sono una legge di libertà. Ma come sempre, quando ci sono delle leggi c’è il pericolo che anche una legge buona, nella sua interpretazione e applicazione diventi una legge pesante. Le leggi di Dio erano state appesantite dalle tradizioni degli uomini al punto tale che si era perso il genuino senso della Legge. Gesù viene non per modificare la Legge, vanificarla, dare leggi nuove, ma per purificarla, farla ritornare alla sua origine, motivarla: i comandamenti non hanno senso se non sono vissuti nella dimensione dell’amore, un amore che viene da Dio, che è risposta dell’uomo, che è rispetto di sé stessi e dei propri valori. Faccio un esempio: c’è il comandamento di santificare le feste, se io lo vedo come imposizione pagherò “la tassa della domenica”, se lo vedo come dono, gioisco di poter lodare quel Dio che mi dona tutto e il tempo, che mi dà Gesù e la sua Parola, che mi fa riconoscere, con i fratelli, popolo di Dio in cammino verso Lui.

 

 

GIOVEDI’ 11 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Il destino del paese non dipende dal tipo di scheda che lasciate cadere nell'urna elettorale una volta all'anno, ma dal tipo di uomo che lasciate cadere ogni mattina dalla vostra camera in strada. (Thoreau)

Saggezza popolare: La vita è un dono di Dio, ma una vita felice è frutto di saggezza. (Pr. Greco)

Un aneddoto: Una volta un tale andò a trovare un eremita e gli disse: “Vivendo tutto solo così, è impossibile che tu possa peccare?” L'eremita gli rispose: “Sappi che all'eremita sono risparmiate, sì, tre battaglie, ma gliene resta una quarta”. E spiegò: “Le battaglie che gli sono risparmiate sono: la battaglia degli occhi, la battaglia della lingua e la battaglia delle orecchie. Ma gli resta la battaglia più difficile, quella del cuore.”.

Parola di Dio: At 11,21b-26;13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

Vangelo Mt 10,7-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi». Parola del Signore

 

“STRADA FACENDO, PREDICATE DICENDO CHE IL REGNO DI DIO È VICINO”.

Gesù, mandando i dodici in missione, vuol farci capire una cosa molto semplice: se tu hai trovato una cosa bella, l’unica maniera di gioirne appieno è di farne partecipi gli altri; e, ancora: se tu hai a cuore le prove, le difficoltà, la ricerca dell’uomo, tu ami quest’uomo non solo dicendogli: ”poverino!”, ma aiutandolo a trovare Colui che è il senso del suo gioire e del suo soffrire. Quanto è diverso il “modo missionario” di Gesù da certi “modi missionari” organizzati dalle chiese! Gesù non bada che i dodici abbiano capito tutto. Non sono neppure ancora passati attraverso lo scandalo della croce, non sono neppure ancora arrivati ad affermare che Gesù è il Figlio di Dio, non sono teologi perfetti, non hanno fatto corsi di formazione missionaria, non hanno lauree universitarie né sono andati a corsi di dizione o di canto gregoriano per liturgie inappuntabili. Sono poveri perché non hanno nulla, ma sono poveri soprattutto perché non hanno nulla di proprio da portare agli altri e anche il loro messaggio è umile e rispettoso delle persone a cui è indirizzato: “Il Regno di Dio è vicino a voi”. Non sono mandati perché “venga la chiesa” ma perché “venga il tuo Regno”. Non hanno da dire: “Venite da me che ho la verità, che vengo a darvi il vero Dio. Venite da noi perché noi siamo i migliori”, ma semplicemente: “Guardate che Dio è già qui, sta operando in voi”.

Il missionario è colui che ha profondo rispetto per coloro ai quali è mandato e per quanto essi hanno già colto ed espresso di quel Dio che vive ed agisce in tutti gli uomini molto prima che essi lo abbiano riconosciuto.

La predicazione deve essere fatta “strada facendo”. Non c’è bisogno di cercare chissà quali strade, ognuno di noi ha la sua strada, il suo quotidiano, il suo prossimo da incontrare ogni giorno in casa, al lavoro, in vacanza “strada facendo” nei giorni migliori come in quelli più duri, negli incontri più impensati come in quelli più abituali. Davvero, davanti a questo tipo di missione non abbiamo scuse per tirarci indietro.

 

 

VENERDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE UN CUORE PURO, CAPACE DI AMARE.

 

Hanno detto: Dio delude chi non lo conosce abbastanza; le creature deludono chi le conosce troppo. (Gustave Thibon)

Saggezza popolare: Qual uomo non vive in questo mondo per il proprio bene? Ma solo chi vive per il bene altrui, vive veramente. (proverbio Indiano)

Un aneddoto: II medico generico della mia infanzia curava mia zia che soffriva di depressione. Come la curava? Andava da lei ogni mattina a prendere il caffè e le raccontava storie e storielle che la distraevano, la facevano ridere, la rendevano serena per tutta la giornata, senza speciali medicine.

Parola di Dio: 1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32

 

Vangelo Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA, HA GIÀ COMMESSO ADULTERIO CON LEI NEL PROPRIO CUORE”.

Può sembrare un insegnamento impossibile quello del vangelo di oggi, e i ricercatori del peccato, su questa frase hanno costruito tutta una morale fatta di limiti e di paure. E pensare che Gesù dice frasi come questa per liberarci dalla paura e dalla schiavitù della legge! Gesù non vuole negare la natura umana. Se ad un bambino goloso di dolci tu metti davanti una bella torta è automatico che gli venga l’acquolina in bocca. Questo non è né male né bene, è fisiologico. Se però tu hai criterio e una scala di valori, allora indirizzerai, magari con fatica, i tuoi istinti verso quei valori. Quando vedo una bella donna o un bell’uomo, non posso non sentire un’attrattiva o un interesse, ma se credo ai valori della famiglia, delle mie scelte, allora saprò indirizzare anche il mio cuore. Se riesco a fare questo, allora nulla mi scandalizzerà più. Se vedo la mia e l’altrui persona non come oggetto di possesso ma come un fratello o una sorella, figli di Dio, amati da Lui, tempio dello Spirito, ecco che nasce in me la forza per superare l’istintuale ed anche la morale non è più: “non devi mangiare la torta”, “devi sacrificarti perché c’è un divieto”, ma diventa: “gioisco per i doni che ho e che Dio ha fatto al mio fratello e alla mia sorella e liberamente e gioiosamente mi costruisco sui veri valori che Dio mi ha dato”.

 

 

SABATO 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, GESU', L'UNICA PAROLA DI CUI FIDARCI.

 

Hanno detto: Se i nostri padri fossero stati bravi, com'è scritto sulle lapidi dei cimiteri, non ci troveremmo in queste condizioni. (Pino Pellegrino)

Saggezza popolare: Bisogna voler vivere e saper morire. (Proverbio Francese)

Un aneddoto: Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, una volta ha confessato: “Penso alla possibilità della morte ogni giorno. È un buon esercizio”. A sua volta Carl lung, anche lui grande psicologo, aggiungeva: “Un uomo che non si ponga il problema della morte, e non ne avverta il dramma, ha urgente bisogno d'essere curato”.

Parola di Dio: 1Re 19,19-21; Sal 15; Mt 5,33-37

 

Vangelo Mt 5, 33-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».  Parola del Signore

 

“SIA IL VOSTRO PARLARE SI’, SI’; NO, NO; IL PIU’ VIENE DAL MALIGNO”.

Qui tutti, io per primo, abbiamo molto da imparare. Noi siamo tutti dei grandi parolai e chiacchieroni. Spesso pensiamo che con le nostre parole possiamo convincere o addirittura ‘convertire’. E non ci rendiamo invece conto che la semplicità, la sincerità e la testimonianza dei fatti parlano certamente più di tante chiacchiere o di tanti salotti religiosi, sfoggio di presunte culture, che lasciano indifferenti e creano ancora maggiori divisioni tra credenti. Non lo avete notato che quelli che parlano di più sono spesso coloro che hanno meno cose da trasmettere? Ricordo di essere stato una volta per una settimana in un monastero. Oh, non in uno di quei monasteri asettici, dove frati tutti lindi sembrano levitare e dove liturgie perfette qualche volta aiutano la preghiera e altre volte la vivisezionano fino a farla diventare ipocrita e formale. Il monastero dove sono stato io era un piccolo monastero di frati francescani. Ci si alzava abbastanza presto, la mattina, si pregava, si faceva una buona e grezza colazione e poi: “Se vuoi fermarti a meditare, fa pure. Ma se vuoi venire a darci una mano nei campi o nel giardino è meglio”. Dopo aver combinato guai nel giardino per due giorni, decisi di andare con un vecchio frate, che era stato partigiano ai tempi della guerra, a tagliar legna. Non credo che quest’uomo mi abbia mai detto una parola di religione, di fede o di teologia anzi, taceva e sorrideva quando io accennavo qualche parolona grossa, ma lo vedevo lavorare con gioia, fermarsi ogni tanto a parlare in dialetto con i contadini che incontrava, non spaventarsi davanti ai moccoli che qualche volta sentiva dire, essere sempre disposto a dare una mano e ogni tanto fermarsi, togliersi il berrettaccio che aveva in testa, asciugarsi il sudore, alzare gli occhi al cielo e riprendere il suo lavoro molto umile la predica era belle e fatta!

 

 

DOMENICA 14 GIUGNO: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI IL PANE, MI SOSTIENI NEL CAMMINO.

 

Hanno detto: La forza dei cattivi, che pure sono una minoranza, è dovuta quasi solo alla debolezza dei buoni, che pure sono la maggioranza. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Nel mezzo di una grande gioia, non promettere niente a nessuno. Nel mezzo di una grande ira, non rispondere a nessuna lettera. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Nell'aprile 2009 un terribile terremoto devastò l'Abruzzo. Anche la casa di un muratore macedone di quarantadue anni si sbriciolò. L'uomo scavò con le mani nude ed estrasse vive la moglie ed una figlia. Continuò a scavare là ove si trovava l'altra figlia, ma ben presto si rese conto che non c'era più nulla da fare. La ragazza era morta. A questo Punto, invece di piangere e disperarsi, il padre lasciò la figlia dove si trovava e si mise a scavare altrove. E così salvò undici persone!

Parola di Dio: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

 

Vangelo Gv 6,51-58

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Parola del Signore

 

“COLUI CHE MANGIA ME VIVRÀ PER ME” 

Gesù si è fatto pane per noi. È pane la sua Parola che nutre la mente, il cuore con i suoi sentimenti e la capacità di amare, la volontà, l'azione. È pane l'Eucaristia che illumina dal di dentro la nostra vita, che dà luce e calore alla nostra esistenza. È pane il fratello che ci sta accanto, soprattutto il più piccolo e il più povero, che ci costringe ad uscire da noi stessi e ad aprirci a nuovi orizzonti.  Se siamo cristiani e ascoltiamo autenticamente la sua parola (mettendola in pratica), se ogni domenica partecipiamo al banchetto eucaristico (e ci nutriamo del corpo e sangue di Cristo), se incontrando il povero incontriamo Gesù... non possiamo che vivere per Lui. Perché circola in noi la sua vita, il suo sangue... perché si fa più intimo a noi di noi stessi. Non si può nutrirsi di Gesù e non vivere per lui.

 

 

LUNEDI’ 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA VENDETTA E DALLA VIOLENZA, LIBERACI O SIGNORE.

 

Hanno detto: Colui che misura non dà nulla. (Don Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: Chi non ha debiti è ricco.

Un aneddoto: Una volta un ladro, un artista, un avaro ed un uomo saggio che viaggiavano insieme scoprirono una grotta nascosta tra le rocce. Il ladro disse: “Quale splendido nascondiglio!” L’artista disse: “Ma guarda che posto stupendo per dipingere murali!”. L'avaro disse: “Ecco un meraviglioso forziere per un tesoro!”. L'uomo saggio disse: “Ecco una splendida roccia!”. Gli occhi hanno le radici nel cuore.

Parola di Dio: 1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

 

Vangelo Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore

 

SE UNO TI DÀ UNO SCHIAFFO SULLA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L’ALTRA

Porgere l’altra guancia è un dovere del cristiano e non possiamo eluderlo dicendo che sarà solo una frase simbolica, una iperbole, ma vuole indicarci la strada della “non violenza”. Ciò non significa che il cristiano deve essere uno “stupido”, un “passivo” uno che dice solo: “sopporto, intanto poi Dio mi premierà”. Gesù, quando viene arrestato e schiaffeggiato non reagisce con uno schiaffo di risposta, ma dice a chi lo ha picchiato: “Se ho sbagliato dimostramelo, se no, perché mi schiaffeggi?”. Cioè Gesù ci invita ad una “non violenza” attiva che cerca di aiutare l’altro a comprendere che non è con la forza, la prepotenza che si risolvono i problemi ma con la verità, il convincimento, il pagare di persona affinché l’uomo trovi in sé e nel fratello il volto dei Padre.

 

 

MARTEDI’ 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, PER ESSER TUO FIGLIO GUARDO A GESU'.

 

Hanno detto: Ce ne rendiamo conto o no, ciascuno di noi è sempre in debito; noi siamo eternamente debitori di uomini e donne conosciuti e sconosciuti. (Martin Luther King)

Saggezza popolare: Dove c'è meno cuore c'è più lingua.

Un aneddoto: Troppe volte ci hanno presentato la santità come un qualcosa di talmente austero da essere triste. Ecco che cosa ne diceva Madeleine Delbrel: Se ci sono molti santi a cui non piaceva danzare, ci sono anche dei santi che hanno sentito il bisogno di danzare, tanto erano felici di vivere: Santa Teresa con le sue nacchere, San Giovanni della Croce con un Gesù Bambino tra le braccia e San Francesco davanti al Papa.

Parola di Dio: 1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

AMATE I VOSTRI NEMICI AFFINCHÉ SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI; EGLI FA SORGERE IL SUO SOLE SUI CATTIVI E SUI BUONI, E FA PIOVERE SUI GIUSTI E SUGLI INGIUSTI.”.

Gesù ci ricorda che la controprova di essere figli di Dio ci è data dal fatto di comportarci come Lui.

Quindi l’essere figli non è un fatto acquisito una volta per sempre, è un titolo che viene guadagnato cercando di rassomigliare al Padre nella sua generosità verso tutti, compresi i nemici, nella sua benevolenza verso gli «ingiusti» e i «malvagi». Io posso considerarmi figlio del Padre celeste, solo se lo imito nel perdono, e nell’amore verso i nemici, i cattivi, i mascalzoni che mi offendono. Oserei dire che non si nasce figli. Lo si diventa. Il Padre ci riconosce come figli allorché sul nostro volto, nelle nostre azioni, appaiono i tratti caratteristici della sua bontà sconfinata. Essere figli è una cosa stupenda, ma anche una grossa fatica, un impegno interminabile. Inutile cullarci in facili illusioni. Il Padre non ci perde di vista Solo se gli lanciamo regolari segnali di presenza sulla strada ardua, impossibile, della «rassomiglianza», ma contemporaneamente se noi cerchiamo di percorrere le sue strade scopriamo la gioia di essere capaci a compiere cose normalmente impossibili e a provare gioie che nessuna vendetta o astio nei confronti del nemico ci avrebbero mai procurato.

 

 

MERCOLEDI’ 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI: ABBI PIETA' DI ME!

 

Hanno detto: La dannazione non consisterà forse nello scoprire molto tardi, troppo tardi, dopo la morte, di aver avuto un’anima assolutamente inutile, ancora accuratamente piegata in quattro e deteriorata, come certe sete preziose, per mancanza dell'uso. (G. Bernanos)

Saggezza popolare: Parla col cuore, e anche i sordi capiranno.

Un aneddoto: C'era una volta un ragazzo che aveva voglia di sposarsi. Conosceva tre sorelle, tutte e tre bellissime, ma non sapeva a quale dare la preferenza. Domandò consiglio a sua madre. La madre gli consigliò di invitare tutte e tre le ragazze, di dar loro del formaggio ed osservare come lo avrebbero tagliato. Il giovane accettò il consiglio. La prima ragazza inghiottì il formaggio con la crosta a gran furia. La seconda tagliò via la crosta a gran velocità, tanto da lasciarvi ancora molta roba buon a attaccata. La terza ragazza tolse la crosta per bene, né troppo, né troppo poco. La madre, che aveva visto tutto, non ebbe dubbi. Disse al figlio: “Sposa la terza”. Le persone si conoscono nei dettagli.

Parola di Dio: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6, 1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». parola del Signore

 

“IL PADRE TUO CHE VEDE NEL SEGRETO TI RICOMPENSERA'”.

Tutti, guardando a Gesù hanno cercato di incasellarlo secondo i propri criteri e le proprie mire. Non molto tempo fa, e ancora oggi alcuni movimenti tengono fede a questa ideologia si è cercato di fare di Gesù un rivoluzionario. Se con onestà guardiamo ai vangeli Gesù non fu un rivoluzionario politico. Durante la sua vita, la sua morte e risurrezione e anche dopo con i primi cristiani Roma ha continuato nella sua politica di occupazione, Erode si è tenuto il suo piccolo spazio di potere. Non è stato neppure un gran rivoluzionario religioso se i maggiorenti ebrei sono riusciti a metterlo in croce, se hanno continuato nelle loro credenze e ipocrisie, se si sono scrollati di dosso con qualche semplice colpetto gli apostoli e i primi credenti. Ma se guardiamo al cuore dell’uomo certamente Gesù è il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Prendiamo il vangelo di oggi: contro tutti gli usi dei suoi tempi Gesù propone una religiosità che privilegia l’intenzione sulla stessa opera esteriore. Nella vita cristiana al primo posto viene la fede che agisce attraverso la carità. Dio guarda il cuore delle persone e non le esteriorità. È finito il tempo del Dio che si accontenta di qualche candela, di offerte esteriori, di riti e cerimonie, Dio guarda che cosa c’è dietro. Dio vuole adoratori in spirito e verità cioè esecutori della sua volontà, servitori lieti del suo piano di salvezza. E ditemi che questa, se presa sul serio, non è una rivoluzione!

 

 

GIOVEDI’ 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE DI GESU', PADRE MIO, PADRE NOSTRO!

 

Hanno detto: Nessuno è più crudele di quelli che sono crudeli per amore di Dio. (V. G. Rossi)

Saggezza popolare: È il cuore, non la ragione, che avverte la divinità. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Una volta un uomo, prima di maritarsi, consultò uno psicologo: “Come deve essere una brava donna?”.

Lo psicologo pensò e gli rispose: “Vi sono tre cose alle quali una brava donna deve assomigliare da una parte e non assomigliare dall'altra!”. L'uomo disse: «E una risposta troppo complicata: semplifichi, per favore!”. Lo psicologo: “Ecco: la donna deve essere come la chiocciola che custodisce sempre la sua casa, ma non deve mettersi tutto sulla schiena. La donna deve essere come l'eco che parla solo quando è interrogata, ma non deve, come l'eco, cercare di avere sempre l'ultima parola. La donna deve essere come l'orologio della città, esatto e regolare, ma non deve, come l'orologio, far tanto rumore da essere sentita in tutta la città!

Parola di Dio: Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti  come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

"VOI DUNQUE PREGATE COSI': PADRE NOSTRO…".

Ecco un esame di coscienza sul Padre nostro, già proposto ma sempre attuale:

POSSO DIRE IL PADRE NOSTRO?

Posso dire PADRE, se vivo nell'isolamento, se non manifesto sentimenti filiali nella vita di ogni giorno?

Posso dire NOSTRO, se vivo nell'individualismo e non ho il senso della fraternità umana e della comunità?

Posso dire CHE SEI NEI CIELI, se penso soltanto alle cose terrene e non innalzo lo sguardo al mondo delle realtà divine per le quali sono fatto?

Posso dire SIA SANTIFICATO IL TUO NOME, se non mi occupo della gloria di Dio, perché fatto a sua immagine e somiglianza, destinato a vivere la sua vita divina, a proclamare la sua santità?

Posso dire VENGA IL TUO REGNO, se non faccio tutto ciò che posso fare per affrettare l'avvento del Regno di Dio, se lo confondo con i successi terreni?

Posso dire SIA FATTA LA TUA VOLONTA' COME IN CIELO COSI' IN TERRA, se non cerco di scoprire il piano di Dio a proposito di tutto, ed in particolare della mia vita, se non cerco di cogliere le sue ispirazioni?

Posso dire DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO, se non penso che tutto ciò che conserva la mia vita mi viene dato dalla mano di Dio, se non mi occupo del mio fratello che ha fame, dei miei fratelli piccoli che non hanno più genitori?

Posso dire RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI, se custodisco coscientemente risentimento verso qualcuno, se non coltivo in me la volontà del perdono?

Posso dire NON CI ABBONDONARE ALLA TENTAZIONE, se accetto deliberatamente una situazione che favorisce e condiziona una tentazione?

Posso dire LIBERACI DAL MALE, se non sono attento a tutte le forme del male che allontanano i miei fratelli, e se non sono disposto a combatterle con tutte le mie forze?

Posso dire AMEN, se ho recitato il "Padre nostro" senza convinzione, se ho ascoltato queste parole senza una volontà di conversione?

 

 

VENERDI’ 19 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', MITE ED UMILE DI CUORE, RISTORA LA NOSTRA VITA.

 

Hanno detto: Non domandate le croci, opponete loro tutti i rimedi possibili; ma quando vengono, accettatele con rassegnazione. (S. Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Non tagliar la coda al tuo asino davanti alla gente: uno la troverà troppo lunga, e un altro troppo corta.

Un aneddoto: Alla fermata del tram, la madre diede alla bambina una merendina. La piccola la prese, la scartò e gettò la carta per terra. Vicino vi era un cestino per i rifiuti. Un passante disse alla bambina: “Perché non hai gettato la carta nel cestino?”. La madre, infuriata, intervenne: “Che cosa c'entra lei? Mia figlia fa quello che vuole”. Rispose il passante: «Bene, signora, speriamo che a vent'anni sua figlia non decida di buttare lei per terra”.

Parola di Dio: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse:  «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Capire il mistero di Dio, spiegarsi il senso della vita, conoscere a fondo Gesù… Ricordo che, giovane liceale, in attesa di entrare nello studio della teologia vi aspiravo con il desiderio di conoscere tutto, di spiegare tutto, di trovare una risposta a tutti i problemi. Ben presto mi accorsi che anche le menti più fini, che addirittura i santi teologi avevano balbettato di Dio e dei problemi esistenziali dell’uomo. Per me, come per tutti i positivisti, fu una delusione: conosciamo talmente poco e malamente! Eppure c’è una conoscenza che va al di là dei libri, dei ragionamenti e che è ancora più profonda. Quando ami una persona tu hai un rapporto con essa ben più profondo di tutte le chiacchiere i ragionamenti le discussioni con cui vorresti spiegarti il senso del voler bene. Ricordo mio padre, seduto in cucina con in mano ‘il libro di preghiere’ (un quaderno che si era fatto lui, copiando varie preghiere e infiorandole con pensieri suoi), A voce sommessa, spesso con le lacrime agli occhi, egli se le passava ogni giorno. Mio padre non si faceva il problema dell’esistenza di Dio, lo incontrava tutti i giorni, non discuteva se la Madonna fosse vergine prima, durante e dopo il parto, fin che poteva andava tutti i sabati alla Consolata e tra una Messa e qualche sospiro le portava le pene e le gioie della sua casa e del mondo intero. Certo aveva anche lui tanti limiti dovuti al suo carattere, alla sua storia, ma per quanto riguarda la fede il suo era un rapporto immediato, direi da ‘occhi limpidi’, da bambino sicuro nelle mani del Padre. Ancora oggi quasi gli invidio quella immediatezza che io ho perso in tanti anni di studio della teologia. Non che lo studio, la teologia, la scienza siano cose cattive, è che spesso con esse ci si inorgoglisce, si pensa di essere padroni del mondo, superiori di qualche scalino sugli altri, in totale ci si riempie, magari come palloni gonfiati d’aria, e non si ha più spazio per la meraviglia, per il bisogno di altro, si è pieni di complicatezze e non si comprende più il semplice. Dio è Uno: è la cosa più semplice che ci sia, Dio è l’Amore e questo è l’anima dell’universo intero, ma solo i veramente ‘piccoli’ lo possono capire e gioirne enormemente.

 

 

SABATO 20 GIUGNO: BEATA MARIA VERGINE CONSOLATRICE (LA CONSOLATA)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA CONSOLATA DA DIO, CONSOLATRICE DEGLI UOMINI, A TE CI AFFIDIAMO.

 

Hanno detto: Se si sapesse quante e quante volte si è mal compresi ci sarebbero a questo mondo meno chiacchiere. (Oscar Gleser)

Saggezza popolare: Se gli altrui difetti criticar vorrai guardati allo specchio e tacerai.

Un aneddoto: Un giorno un uomo pio si lamentò con il maestro: “Ho lavorato a lungo nel servizio del Signore, ma ancora non ho ricevuto la minima ricompensa. Sono rimasto quello che ero: un uomo comune e peccatore!”. Il maestro gli rispose: “Hai ottenuto una grande ricompensa: hai capito d'essere un uomo comune e peccatore.”.

Parola di Dio: Is 61,9-11; Sal da 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51

 

Vangelo Lc 2,41-51

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo i suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Parola del Signore

 

“MA ESSI NON COMPRESERO CIO' CHE AVEVA DETTO LORO… SUA MADRE CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE”.

Per cercare di capire quanto grande e materno sia il cuore di Maria ci possono venire in aiuto queste due frasette del Vangelo della perdita e del ritrovamento di Gesù nel tempio di Gerusalemme. Maria, dopo un giorno di viaggio per tornare a casa dopo il pellegrinaggio, si accorge che Gesù non è nella carovana dei nazaretani. Con Giuseppe torna indietro e trova Gesù nel Tempio. Al suo rimprovero per la ‘scappata’ di Gesù, per la paura della sua ricerca, si sente rispondere ‘male’: “Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”

E, allora, Maria e anche Giuseppe “non capiscono”. Qualcuno si è scandalizzato di questa frase e qualche teologo, madonnaro bigotto, ha fatto di tutto per nasconderla dietro interpretazioni artefatte e fasulle. Maria non capisce!

Una Madre che non ritrova il Figlio e lo cerca per “tre giorni” (non ci sarà un riferimento alla sofferenza di Abramo che cammina per tre giorni nel mistero e nel dolore di un Dio che gli sta chiedendo di sacrificargli il suo unico figlio, oppure ai tre giorni di buio prima della risurrezione?) è una madre angosciata e, pur essendo familiare con Dio è pur sempre a contatto con un mistero più grande di Lei. Per ora Maria è al buio come tutti noi. Ma la parola scomoda, dura, buia, non viene rigettata, rimossa, ma accolta, custodita (“serbava queste cose nel suo cuore”), viene meditata, fatta oggetto di adorazione. Ci saranno nella vita di Maria altre frasi, altri episodi da incastonare con questa frase. Frasi e episodi che a volte illuminano e a volte fanno piombare anche di più nel mistero. Maria è proprio “una di noi”, infatti, anche a noi succede così. Ci sono nel Vangelo frasi ed insegnamenti difficili. Noi vorremmo spiegarci tutto per filo e per segno, oppure vorremmo sbarazzarcene con il pretesto che sono incomprensibili. No. Bisogna accettare certe difficoltà, certe parole estranee alla nostra mentalità, ai nostri gusti, ai nostri schemi. Per camminare abbiamo bisogno anche delle difficoltà, dei momenti di buio. Sono lo stimolo per andare avanti. Sono quel muro contro il quale cozzare per ricordarci che siamo piccoli. Il cuore di Maria ha conservato la luce di Gesù, l’amor di Dio ma anche il suo mistero e dolore. È l’insieme di questi ingredienti che lo ha reso un cuore così grande, capace di accogliere Dio e con Lui tutti i suoi figli.

 

 

DOMENICA 21 GIUGNO: 12^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA' DI NOI SINCERI TESTIMONI.

 

Hanno detto: Se la Chiesa non ha altro scopo che servire sé stessa, essa porta in sé le stigmate della morte. (Karl Barth)

Saggezza popolare: Ruota rotta, sempre cigola.

Un aneddoto: Una volta uno scalatore domandò all'aquila: “Perché allevi i tuoi piccoli così in alto nell'aria?”. L' aquila rispose: “Oserebbero da adulti sfidare il sole, se li allevassi per terra?”.

Parola di Dio: Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33

 

Vangelo Mt 10, 26-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

«CHI DUNQUE MI RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH'IO LO RICONOSCERÒ DAVANTI AL PADRE MIO CHE È NEI CIELI; CHI INVECE MI RINNEGHERÀ DAVANTI AGLI UOMINI ANCH'IO LO RINNEGHERÒ DAVANTI AL PADRE MIO CHE È NEI CIELI».

Una riflessione di Chiara Lubich: Decidiamoci allora a riconoscerlo davanti agli uomini con semplicità e franchezza. Vinciamo il rispetto umano. Usciamo dalla mediocrità e dal compromesso, che svuotano di autenticità la nostra vita anche come cristiani. Ricordiamo che siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo: Egli vuole arrivare a tutti gli uomini col suo messaggio di pace, di giustizia, d'amore, proprio tramite noi. Testimoniamolo dovunque ci troviamo per motivi di famiglia, di lavoro, di amicizia, di studio o per le varie circostanze della vita. Diamo questa testimonianza anzitutto col nostro comportamento: con l'onestà della vita, con la purezza dei costumi, col distacco dal denaro, con la partecipazione alle gioie e sofferenze altrui. Diamola in modo particolare con il nostro reciproco amore, la nostra unità, in modo che la pace e la gioia pura, promesse da Gesù a chi gli è unito, ci inondino l'animo fin da quaggiù e trabocchino sugli altri. E a chiunque ci chiederà perché ci si comporta così', perché si è così sereni, pur in un mondo tanto travagliato, rispondiamo pure, con umiltà e sincerità, quelle parole che lo Spirito Santo ci suggerirà, dando così testimonianza a Cristo anche con la parola, anche sul piano delle idee. Allora, forse, tanti di coloro che lo cercano, potranno trovarlo. Altre volte potremo essere fraintesi, contraddetti, potremo diventare oggetto di derisione, magari di avversione e di persecuzione. Gesù ci ha avvertiti anche di questo: «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Siamo ancora sulla strada giusta. Proseguiamo perciò a testimoniarlo con coraggio anche in mezzo alle prove, anche a prezzo della vita. La mèta che ci attende lo merita: è il Cielo, dove Gesù, che amiamo, ci riconoscerà davanti al Padre suo per tutta l'eternità.

 

 

LUNEDI’ 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTO È GRANDE LA TUA MISERICORDIA, PADRE BUONO.

 

Hanno detto: Non vi spaventate del vostro fardello. Cristo lo porta con voi. (Santo Curato d’Ars)

Saggezza popolare: Se non si può costruire una città, costruisci un cuore. (Proverbio Curdo)

Un aneddoto: Uno psicologo racconta: “Anni fa avevo un piccolo cane molto cagionevole di salute. Poiché il veterinario aveva ordinato olio di fegato di merluzzo, tutti i giorni, ogni mattina prendevo il cagnolino sulle ginocchia, versavo l'olio nella scodella e cercavo di imboccare la bestiolina mettendogli il cucchiaio in bocca. Ma il cane rifiutava. Io pensavo: "Evidentemente al cane l'olio non piace!". Però un mattino, mentre mi sforzavo di fargli trangugiare la medicina, la scodella cadde per terra e rovesciò Allora vidi il cane scivolare dalle ginocchia e mettersi a leccare avidamente l'olio che scorreva sul pavimento. Ho capito che non era l'olio a non piacergli, ma il modo di porgerglielo”.

Parola di Dio: 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5

 

Vangelo Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“NON GIUDICATE PER NON ESSERE GIUDICATI”.

Il principio del “non giudicare” a cui ci invita Gesù, ha diverse motivazioni. Prima di tutto è fondato sul nostro rapporto con Dio. Egli, il Perfetto, potrebbe essere giudice inflessibile con noi, invece usa misericordia, quindi il credente perdonato deve usare altrettanta misericordia con i fratelli (pensiamo alla parabola dei due debitori). Seconda motivazione, il non giudicare è fondamento del comandamento dell’amore: noi, non siamo Dio, non possiamo leggere nel profondo del cuore e quindi conoscere a fondo le motivazioni dell’agire dell’altro, quindi ogni giudizio è nelle mani di Dio. Un terzo motivo è quello enunciato nel Vangelo di oggi: la nostra “vista” non è pura; quante pagliuzze e quante travi non ci permettono di vedere bene! Quante volte le cose che noi vediamo negli altri non sono altro che negatività che abbiamo in noi, quindi se non sappiamo giudicare bene neanche noi stessi, possiamo diventare giudici insindacabili degli altri?

 

 

MARTEDI’ 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

MISTERO DELLA CENA SONO IL CORPO E IL SANGUE DI GESU'.

 

Hanno detto: In un certo senso, il mistero dell’incarnazione si ripete in ogni donna. Ogni bambino che nasce è Dio che si fa uomo. (Simone de Beauvoir)

Saggezza popolare: La prima volta che mi inganni, la colpa è tua; ma la seconda la colpa è mia.

Un aneddoto: Una volta la nonna chiamò il nipotino per raccontargli la storia del rospo. Gli disse: “Quando Dio creò il rospo, questi fu molto contento. Così contento che volle subito ringraziare il Signore. Ed allora, saltò sulle palme delle sue mani ed esclamò: “Grazie, mio Dio! Come ballo bene!”. Il nipotino divenne poi un famoso scrittore cattolico inglese, Gilbert Keith Chesterton, che confidò come la spinta alla conversione al Cattolicesimo gli fosse stata messa nell'anima proprio da quel racconto.

Parola di Dio: 2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36; Sal 47; Mt 7,6.12-14

 

Vangelo Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI E NON GETTATE LE VOSTRE PERLE DAVANTI AI PORCI.”

Chi di noi, se ha qualcosa che gli è profondamente caro, non lo difende e protegge? E chi di noi se possedesse un quadro d’autore permetterebbe al primo imbrattatele di modificarlo? Gesù ci dice che la nostra fede è preziosa, che i sacramenti sono doni santi di Dio, che la sua parola è Parola di Dio. Tutto ci è dato con familiarità e semplicità da parte di Dio, ma attenzione, sono cose preziose. Oggi molti credenti entrano in chiesa come si entrerebbe in una discoteca, non si saluta neppure l’Eucarestia con una genuflessione, si va a cercare il posto vicino all’amico per poter con lui commentare meglio quanto succede, ci si mette in fila per la comunione, si allunga una mano più o meno pulita, si viaggia magari per mezza chiesa prima di ricordarsi che “quel Pane” va mangiato... Oh, ricordiamoci, non è il formalismo esteriore che dice la qualità della fede e della preghiera, ma certi gesti, certe attenzioni non dovrebbero aiutare noi e gli altri a comprendere e a vivere più a fondo i misteri celebrati?

 

 

MERCOLEDI’ 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER IL DONO DEI TUOI SANTI CHE CI GUIDANO A TE.

 

Hanno detto: Non c'è che un inferno, ma forse l'avete già conosciuto: è il luogo in cui non si spera più niente, in cui non si ama più nessuno, in cui non ci si fida di nessuno. (L. Evely)

Saggezza popolare: Val più il legno che la scorza, e l'ingegno che la forza.

Un aneddoto: Una graziosa leggenda racconta che gli angeli custodi, i quali ci seguono sempre, tante volte, per difenderci dai pericoli, devono sporcarsi le mani ed imbrattarsele. Allora, prima di presentarsi a Dio passano dalla Madonna. La Madonna rimette a posto le ali e le ripulisce ben bene. Così gli angeli non hanno paura di continuare a difenderci sempre, anche se devono imbrattarsi: sanno che c'è sempre lei pronta a rifarli belli!

Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; At 13,22-26; Lc. 1,57-66.80

 

Vangelo Lc 1, 57-66. 80

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“DAVVERO LA MANO DEL SIGNORE ERA CON LUI”.

La festa di Giovanni ci dà occasione per riflettere su chi siano stati e siano oggi i profeti. Alle volte si pensa che siano persone che predicono il futuro... macché, quelli sono gli indovini! No, i profeti sono amici di Dio che, animati nel profondo dallo Spirito Santo, indicano al popolo l'interpretazione di eventi, ammoniscono, scuotono, a volte anche con metodi piuttosto inusuali e rudi. Straordinaria la presenza dei profeti nella Scrittura, uomini diversi sedotti da Dio che fanno diventare la loro vita una catechesi vivente, un monito continuo al popolo, a volte al costo della propria vita. Persone che rischiarano le tenebre e che invitano alla speranza. E, tra questi, spicca come un gigante Giovanni Battista. Giovanni crudo asceta del deserto, Giovanni tagliente predicatore, Giovanni disposto a morire per mantenere fede alla sua missione di verità. Giovanni che prepara e dispone il popolo all'accoglienza del Messia ma che, teneramente, resta anche lui spiazzato dall'originalità di questo Messia. D'altronde: come biasimare Giovanni?! Il più grande dei profeti ma anche il più sfortunato: invita a conversione, grida e minaccia, indica un Messia vendicativo con l'ascia pronta a tagliare l'albero che non produce frutto e poi arriva Gesù che invece di abbattere accarezza e pota l'albero per fargli portare più frutto! Impressiona il fatto che addirittura Giovanni sia spiazzato dall'inaudita tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contro-logica del Dio d'Israele. Alcune considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono presenti in mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di conversione per noi tutti. Ciascuno di noi è chiamato a diventare profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere almeno un po' trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di Mosè che, commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo permesso, sognava: "fossero tutti profeti i figli di Israele!" 

 

 

GIOVEDI’ 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AVVENGA SECONDO LA TUA SANTA VOLONTA'.

 

Hanno detto: L'infinito è certamente qualcosa di Dio, ma non Dio stesso, il quale è ancora infinitamente al di là. (Massimo il Confessore)

Saggezza popolare: Con l'arte e l'ingegno si acquista mezzo regno; e con l'ingegno e l'arte si acquista l'altra parte.

Un aneddoto: Una volta un giovane insultò un vecchio. Tra l'altro gli disse: “Sta zitto, la vecchiaia ti ha fatto rimbambire!”. L'anziano, senza perdere la calma ribatté: “Ragazzo per tua norma sappi che è più vecchio un asino di vent'anni che un uomo di ottanta”.

Parola di Dio: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29

 

Vangelo Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI”.

“Vede, padre, che ho ragione! Lo dice anche Gesù. Io non vado in chiesa a biascicare Ave Marie e Padre nostri”, mi diceva un futuro sposo che stava scegliendo “un Vangelo per il suo matrimonio”. Qui, Gesù non ci dice che non bisogna pregare (nel brano precedente del Vangelo ha appena insegnato il ‘Padre nostro’), ci dice semplicemente che non basta aver detto delle preghiere per essere buoni e santi, che non basta scaricare i nostri problemi su Dio, anzi la preghiera deve renderci ancora più responsabili all’azione. C’è una preghiera falsa, fatta di parole vuote che Dio non ama. C’è la preghiera fatta solo per “dovere” che non è comunione di cuori e c'è invece una preghiera che informa e guida la nostra vita che è gradita al cuore del Signore. Il Signore non ci riconosce attraverso le parole che gli diciamo o diciamo di Lui. Ci riconosce unicamente se ci mostriamo “praticanti” della sua parola, soprattutto del suo comandamento dell’amore.

 

 

VENERDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GUARISCI QUESTA FAMIGLIA.

 

Hanno detto: La prima e peggiore di tutte le frodi è ingannare sé stessi. Ogni peccato diventa facile, dopo questo. (R. W. Emerson)

Saggezza popolare: La legge aurea della vita: cominciare sempre qualcosa. (Proverbio Americano)

Un aneddoto: C'era una volta un leone che, a causa del troppo mangiare, aveva l'alito insopportabile. Incontrò un asino e gli disse: “Metti la tua testa dentro la mia bocca e dimmi se il mio alito è dolce”. L'asino ubbidì, ma per il fetore si allontanò. Il leone si arrabbiò: “Come!? Ti permetti d'insultarmi?”. Ciò detto, se lo mangiò. Qualche giorno dopo il leone incontrò un lupo al quale fece la stessa domanda. Il lupo gli rispose che il suo alito era dolce. Allora il leone ruggì: “Come ti permetti di mentire?'. Ciò detto, divorò anche lui. Più tardi chiese il parere ad una volpe. Ma la volpe non cadde nella trappola. “Mi spiace” disse al leone: “Ho un gran raffreddore e non sento gli odori”. Talora è bene tirarsi fuori dalle dispute.

Parola di Dio: 2Re 25,1-12; Sal 136; Mt 8,1-4

 

Vangelo Mt 8, 1-4

Dal vangelo secondo Matteo

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guardati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Parola del Signore

 

"SIGNORE, SE VUOI, PUOI PURIFICARMI!".

Questo lebbroso che va da Gesù è consapevole di due cose: la gravità, la bruttezza, la in guaribilità da un punto di vista umano della sua terribile malattia e la possibilità che ha Gesù, se lo vuole, di guarirlo. Potremmo dire che è un materialista ma pieno di fede ed è anche uno che non ha paura di chiedere. Tutto questo fa sì che lui il miracolo lo ottiene.

"Tu, o Signore, puoi tutto. Se vuoi puoi far cessare le guerre, se vuoi puoi sanare gli ammalati. Se vuoi puoi cambiare il mio cuore (missione e miracolo ancora più arduo) da un cuore di pietra ad un cuore di carne capace di amare. Signore, se tu vuoi puoi guarirci, ma aspetti che anche noi lo vogliamo, e questo non sempre ci risulta facile. Noi, così capaci di vedere le nostre malattie fisiche, le cose che desideriamo, noi, sempre pronti con una lunga lista di richieste anche dettagliate e circostanziate, non siamo invece altrettanto capaci di vedere con chiarezza e nelle radici le nostre malattie interiori. Signore, aiutaci a vedere la lebbra che corrode il nostro cuore. La lebbra dell'insensibilità, dell'abitudine, dei luoghi comuni che impediscono un vero rapporto, la lebbra dell'egoismo, del denaro e dell'avere che comandano e mandano in putrefazione il nostro essere, la lebbra dell'uso affannoso del tempo per cose che possono non lasciarci tempo per Dio, per noi, per gli altri. Aiutaci, Signore, a fare una buona diagnosi di noi stessi, a conoscere le cause del nostro male, a riconoscere sintomi e radici, e dopo questo aiutaci a chiedere e a chiedere al medico giusto. Tu non aspetti altro. Certo non usi la bacchetta magica, non sei una macchina a gettoni per facili miracoli. Ma io credo, o Signore, che il primo miracolo sarà già avvenuto quando avrò scoperto le radici del mio male, il secondo quando verrò da Te a chiederti la guarigione e allora Tu, potente Signore misericordioso, in qualche modo, ma nel modo più giusto per me, mi potrai guarire"

 

 

SABATO 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI' SOLTANTO UNA PAROLA E GUARISCI QUESTA NOSTRA POVERA UMANITA'.

 

Hanno detto: Preferirei passare il colmo dell'ingenuità piuttosto che lasciar credere di agire con astuzia e non correttamente. (San Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: Sovente l'uomo ingiusto cavalca l'asino dell'uomo giusto. (Proverbio Armeno)

Un aneddoto: C'era una volta un tipo molto allegro che cantava a squarciagola mentre si faceva la barba. Un giorno la moglie, seccatissima, gli disse: “Ma smettila! Credi forse d'essere all'osteria?”.

Il marito andò all'osteria, convinto di poter sfogare la sua vena musicale. Ordinò un bicchierino e tornò a cantare a squarciagola. Dopo un po' l'oste gli fece notare: “Cosa le prende? Crede forse d'essere in piazza?”. Il buontempone, allora, andò in piazza e si rimise a cantare credendo d'aver trovato, finalmente, il posto giusto. Ma un vigile gli si avvicinò: “Ehi, buonuomo, smettetela di cantare. Credete forse d'essere a casa vostra?”.

Parola di Dio: Lam 2,2.10-14.18-19; Sal 73; Mt 8,5-17

 

Vangelo Mt 8, 5-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.  Parola del Signore

 

“ENTRATO GESU’ IN CAFARNAO, GLI VENNNE INCONTRO UN CENTURIONE CHE LO SCONGIURAVA”.

Un incontro non programmato quello di Gesù con questo centurione romano, eppure un incontro voluto e preparato nell’intimità del cuore dalla grazia di Dio che, pensate, quante cose realizza: la fede del centurione che si mette in viaggio e chiede umilmente, la guarigione del servo ammalato, la testimonianza che la fede non ha confini e che la grazia opera dove e quando vuole, l’affermazione del fatto che ogni uomo sulla terra senza distinzione di razze e di religioni è chiamato all’unica fede in Gesù. Gli Apostoli erano convinti che la salvezza fosse soltanto per il popolo eletto e qui un romano, un pagano, un nemico del popolo viene indicato come uno che ha una fede più grande che in tutto Israele. E qui c’è un mercenario, soldato con tanta sensibilità e attenzione per un servo che altri non avrebbero considerato se non uno schiavo del valore più o meno di un asino. Un soldato, abituato a comandare, che chiede con umiltà. Noi con le nostre organizzazioni, con i nostri schemi politici, sociali, morali, religiosi, rischiamo di tirar dritto, di non accorgerci della novità, di non lasciarci scombinare da questa enorme novità del vangelo di Gesù.

 

 

DOMENICA 28 GIUGNO: 13^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo; Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU HAI DATO TUTTO PER ME. DONAMI GENEROSITA' NEL RISPONDERTI.

 

Hanno detto: Le ingiurie sono le ragioni di coloro che hanno torto. (Rousseau)

Saggezza popolare: I genitori dicono che il bambino cresce, dimenticando che invece la sua vita si accorcia. (Proverbio Afgano)

Un aneddoto: Il parroco nell'omelia continua ad esaltare la bontà e la grandezza di Dio: “Il Signore ha creato tutte re cose perfette...”. Tra i fedeli vi è uno storpio che, sentendo tali parole, non può fare a meno di alzarsi dal banco e andare ad attaccare il parroco: “Il mio corpo le sembra una perfezione!?”. Il parroco replica: “Lei, come storpio, è perfetto!”. Voler difendere Dio ad ogni costo è fargli un brutto servizio.

Parola di Dio: 2Re 4,8-11.14-16a; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42

 

Vangelo Mt 10, 37-42

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Parola del Signore

 

“CHI AMA IL PADRE O LA MADRE PIÙ DI ME, NON È DEGNO DI ME; CHI AMA IL FIGLIO O LA FIGLIA PIÙ DI ME NON È DEGNO DI ME”. (Mt. 10,37)

È una delle frasi più paradossali e più difficili di Gesù: può il Signore che ha voluto la famiglia, che benedice gli affetti, chiederci di amare Lui, la fede, al punto da passare sopra ai più elementari affetti umani? Ma non è Gesù stesso a mandare gli Apostoli ad annunciare la pace? Non ci parla Lui stesso di amare il prossimo? E il primo prossimo non sono proprio in primo luogo i nostri familiari?

Penso che questa frase di Vangelo voglia da una parte ricordarci che Gesù è estremamente esigente nel confronto di coloro che hanno accolto il suo invito a diventare suoi discepoli. La fede non è uno scherzo, Cristo non può essere messo a confronto, meno ancora condiviso con nessun altro bene. Ma d’altra parte Gesù non è venuto a distruggere i vincoli sacri che legano i membri di una famiglia, tantomeno a mettere i suoi componenti gli uni contro gli altri. Quindi Gesù ci dice: se i due affetti fossero in contrasto devi scegliere decisamente Dio anche se questo comporta la croce, ma proprio perché scegli Dio amerai ancora di più, anche se in maniera diversa, i tuoi familiari.

 

 

LUNEDI’ 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, HAI SCELTO NOI.

 

Hanno detto: Dio non commette ingiustizie contro gli uomini. Sono gli uomini a commettere ingiustizie contro sé stessi. (Corano)

Saggezza popolare: Innamorarsi per la prima volta significa inaugurare il proprio cuore. (Proverbio Peruviano)

Un aneddoto: Un'antica leggenda indiana racconta: “C'era una volta un uomo che andava ogni giorno dal panettiere per comprare, immancabilmente, cinque pani. Un giorno il panettiere, incuriosito, gli domandò: “Perché comperi ogni volta cinque pani?". L'uomo, senza pensare neppure un attimo, rispose: "Compero cinque pani perché uno è per me: due sono per darli in prestito; gli altri due sono per pagare i miei debiti!”. "Non riesco a capire!", obiettò il panettiere: "Potresti spiegarti meglio?". "È molto semplice: un pane lo mangio io; due sono per i miei figli che, un giorno, dovranno rendermeli; due sono per i miei vecchi genitori, in restituzione di quello che mi hanno dato in passato”.

Parola di Dio: At 12,1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-19

 

Vangelo Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

"TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO' LA MIA CHIESA E LE POTENZE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA."

Storie diverse quelle di Pietro e di Paolo. Pietro, il pescatore irruente della Galilea, il generoso, l'impulsivo, l'uomo capace di guidare gli altri ma debole e pauroso, colui che sa piangere come comandare. Paolo, l'intellettuale, lo studioso, l'intransigente e l'integralista, l'uomo senza mezze misure con sé stesso e con gli altri, lo scaltro, il coraggioso, il testimone. Due storie diverse ma basate su un incontro. Cercavano Dio e sulla loro strada hanno incontrato Gesù. Pietro, stanato dalla sua barca e dalle sue reti, Pietro, ripescato da Gesù dopo il suo tradimento. Paolo, buttato giù da cavallo nel pieno del suo vigore, lui, che cercava la luce nella scienza e nelle scritture diventa cieco, lui che viene guarito da un discepolo di Gesù che era andato a cercare per imprigionarlo e forse ucciderlo. E questi due così diversi tra loro, sono stati chiamati a fondare e guidare la Chiesa di Gesù. Se Pietro avesse detto: “Signore, tu mi chiedi troppo! Intanto mi cambi il nome e mi chiami roccia. Forse ti sei sbagliato. Io non sono una roccia, sono molto fragile, alle volte tradisco quelli che si fidano di me. E poi ho una famiglia da mantenere, ho anche una suocera lasciamo perdere!”; e se Paolo avesse detto: “Proprio Tu mi parli! Lo sai che io perseguito i tuoi discepoli, li porto in prigione dove forse saranno uccisi! Scegli qualcun altro…”, come il Regno di Dio e la buona novella di Gesù si sarebbero potuti espandere? Dio si serve di materiali ben strani per costruire il suo Regno, ma Dio allora come oggi ha bisogno di uomini, ha bisogno di me e di te, non perché siamo indispensabili per la nostra intelligenza, per la fede integerrima, per la bontà totale, ha bisogno di noi così come siamo, ma gioiosi nel testimoniarlo. Non deludiamo l’amore di Dio in Cristo e pur conoscendo i nostri limiti lasciamoci “portare là dove Lui vorrà” per il bene nostro e per poter offrire a Gesù un po’ di noi stessi.

 

 

MARTEDI’ 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

NON MI ABBANDONARE, MIO GESU', NON MI LASCIARE, IO CONFIDO IN TE.

 

Hanno detto: Un cristiano, finché è inquieto, può stare tranquillo. (Julien Green)

Saggezza popolare: Se tu dichiari di ignorare l'ingratitudine, significa che non hai fatto molto bene intorno a te. (Proverbio Del Mali)

Un aneddoto: Una volta ad un signore venne voglia di andare a rovistare nella cantina di casa. Tra l'altro, ritrovò un vecchio materassino da mare, quello con cui aveva tante volte giocato da bambino. Lo sollevò e, con sorpresa, si accorse che non era del tutto sgonfio: il materassino aveva conservato il fiato del padre che trent'anni prima aveva gonfiato per farlo divertire. Il fiato dei padri non si perde, ma resta per tutta la vita.

Parola di Dio: Am 3,1-8;4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27

 

Vangelo Mt 8, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?». Parola del Signore

 

“ESSENDO GESU’ SALITO SULLA BARCA DEI DISCEPOLI, ECCO SCATENARSI NEL MARE UNA TEMPESTA VIOLENTA”.

“Beati voi cristiani che avete la fede…” mi diceva un amico subito dopo aver fatto la sua professione di ateismo. E questa beatitudine è certamente valida per dei credenti in Cristo, ma forse non esattamente nel modo con cui la intendeva il mio amico e la intendono alcuni credenti. Gesù è salito sulla barca dei discepoli, ma questo non ha evitato la tempesta, la paura il buio, il disappunto di vederlo dormire e non intervenire nel momento del bisogno. Aver fede ci dà la certezza di aver Dio nella nostra vita ma non per questo tutti i problemi sono automaticamente risolti. Il credente come il non credente sono entrambi inseriti nella storia della nostra bellissima ma povera umanità inficiata dal male e dal maligno ed entrambi incappano nel male, nelle ingiustizie, nel buio degli interrogativi e se il non credente, avendo eliminato Dio, prova l’amarezza della sua inadeguatezza nella lotta contro ogni male, anche il cristiano trova spesso la presunta assenza di Dio o almeno il suo apparente dormire davanti alle prove dei suoi figli. Quante volte nella Bibbia, libro di fede, abbiamo trovato invocazioni di questo tipo: “Signore perché dormi, perché non sei con noi nelle nostre battaglie? Ti sei dimenticato della tua alleanza?” fino alle tremende parole di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Avere Gesù sulla barca, avere fede, non significa aver più facilità di altri perché il credente non ha problemi, significa però aver qualcuno a cui rivolgersi perché dia senso a tutto nella vita.

     
     

 

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