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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2020

 

SABATO 1° AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

O SIGNORE, TU MI PARLI ATTRAVERSO OGNI UOMO.

 

HANNO DETTO: La creazione comincia ogni mattina. (Charles Peguy)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno può credere al futuro se non crede al presente.

UN ANEDDOTO: Dopo aver tanto studiato, tre ragazzi lasciano il vecchio maestro e vanno per il mondo a lavorare. Dopo dieci anni ritornano a trovare il loro insegnante. Il maestro, ormai pieno di acciacchi, li fa accomodare, e ognuno comincia a raccontare di sé. Il primo dice, orgoglioso: “lo ho scritto tanti libri e ne ho vendute milioni di copie!”. Il vecchio risponde: “Hai riempito il mondo di carta!”. Il secondo, fiero, dice: “lo ho predicato in migliaia di posti!”. Il maestro risponde: “Hai riempito il mondo di parole”. Si fa avanti il terzo: “Io ti ho portato questo cuscino per appoggiare le tue gambe malate”. Il maestro sorride e dice: “Tu, tu hai trovato Dio”.

PAROLA DI DIO: Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12

 

Vangelo Mt 14,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo il tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE MANDO’ A DECAPITARE GIOVANNI NELLA PRIGIONE”.

Nel nostro mondo di solito succede così: quando qualcuno grida una verità, magari in un primo tempo lo si guarda interessati ed ammirati, ma poi la verità gridata comincia a dare fastidio, soprattutto a coloro che hanno interessi personali a tener nascosta la verità o a far apparire la propria verità, e allora?  Bisogna far tacere quella persona!

Gli uomini pensano che per far tacere la verità basti tagliarle il collo; e la cosa può essere cruenta o attuata in mille altri modi, magari blandendo il personaggio scomodo, offrendogli posti di onore all’interno del sistema oppure tagliandogli i ponti attorno, distruggendo la persona con falsità sul suo conto, insomma  la storia si ripete continuamente dalla gelosia di Caino, alla crocifissione di Gesù, da Giovanni Battista ai martiri di ieri e di oggi uccisi dai totalitarismi di sinistra o di destra che si sentono disturbati da voci diverse dalla loro. Eppure dovremmo averlo imparato: il tagliare una testa, l’imbavagliare una bocca fanno gridare ancora più forte la verità. Il marcio non basta rivestirlo di vesti sontuose: la sua puzza infetta comunque.

Non sarebbe più semplice e più giusto, quando sentiamo qualche voce che ci disturba nel nostro comodo e nelle nostre abitudini, prima di volerla far tacere, chiederci se non ha un messaggio di verità anche per noi?

 

 

DOMENICA 2 AGOSTO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, È VERO, NON POSSO SALVARE TUTTO IL MONDO, MA OGGI POSSO ESSERE ATTENTO AL MIO FRATELLO VICINO.

 

HANNO DETTO: Affrettatevi adagio! Le cose saranno fatte sempre presto e per tempo, se saranno fatte per bene. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Tanto la grossa torcia che il cerino, finiranno per ridursi al lumicino.

UN ANEDDOTO: Una sera un'anziana signora torinese entra nel salone del giornale «La Stampa, per dettare il necrologio di una persona cara. Per arrivare allo sportello che le è stato indicato, deve costeggiare gli scaffali dell'adiacente libreria. Lì vede due adolescenti, un ragazzo e una ragazza, che sfogliano un libro da cui esce una musica lieve. Pensa che sarebbe il regalo perfetto per la nipotina! Chiede il prezzo: “Dodici euro e novanta centesimi”. Troppo per le sue tasche di pensionata. Si allontana delusa a passi lenti, detta il necrologio e si avvia all'uscita". È già quasi davanti alla porta che dà sulla strada, quando si sente toccare sulla spalla. Sono i ragazzi di prima che hanno visto e sentito tutto. Portano un pacchetto in mano: “Tenga per la sua nipotina!”, le dicono sorridendo.

PAROLA DI DIO: Is 55,1-3; Sal 144; Rm 8, 35.37-39; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14,13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

GLI DISSERO GLI APOSTOLI: “CONGEDA LA FOLLA PERCHÈ VADA NEI VILLAGGI A COMPRARSI DA MANGIARE”.

È la risposta diplomatica degli apostoli davanti ad una folla di cinquemila uomini (“senza contare né donne, né bambini”). Detta in parole più crude: “Si arrangino... non siamo mica organizzatori di weekend sull’erba!”

E questa frase continua a riecheggiare nel nostro mondo. C’è la fame, la povertà, le miserie...

“Sono fatti loro...E io che ne posso... Non è compito mio... Ci sono strutture apposta, paghiamo le tasse proprio per questo...qualcuno dovrà pur pensarci. Mica posso portarmi a casa tutta quella gente... E poi, diciamola tutta, anche loro devono darsi da fare, mica pretendere sempre dagli altri... Noi abbiamo già guai a sufficienza per conto nostro. E Gesù ci butta in faccia con la massima naturalezza: “Non occorre vadano: date voi stessi da mangiare”. Concretamente, Lui mi dice: “Poche storie. Tocca a te. È faccenda tua, non puoi tirarti indietro!”.

 

 

LUNEDI’ 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

UN CUOR SOLO, UN'ANIMA SOLA, CON TE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Bisogna abbandonare il passato alla misericordia di Dio, il presente alla nostra fedeltà e il futuro alla divina Provvidenza. (Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la casa è in fiamme, l'inondazione è la benvenuta.

UN ANEDDOTO: Un giorno un missionario battezzò un ragazzo di una antica tribù africana. Dopo il battesimo il capo tribù regalò all'adolescente neo battezzato quattro cose che l'avrebbero fatto diventare sapiente. Gli regalò una tartaruga. "Perché così impari ad amare il mare!". Gli regalò una gabbietta che era servita per tener chiuso un uccello. "Perché così impari ad amare l'aria!". Gli regalò un fiore di geranio. "Perché così impari ad amare la terra!". Gli regalò anche una bottiglietta chiusa e gli disse: "Non aprirla mai. Perché così impari ad amare il mistero!"

PAROLA DI DIO: Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14,22-36

Dal vangelo secondo Matteo

In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.  Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».  Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Genesaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.  Parola del Signore

 

“CONGEDATA LA FOLLA, GESÙ SALÌ SOLO SUL MONTE, A PREGARE”.

Il fatto che gli evangelisti ricordino spesso che Gesù per pregare “salì sul monte”, “si recò in luoghi appartati”, “allontanatosi da loro, pregava” penso non voglia significare che la preghiera deve essere un qualcosa solo di intimistico, staccato dalla realtà, lontano dagli altri. Sta invece ad indicare che per cominciare a pregare bisogna “partire da” “staccarsi da qualcosa”. Per mettersi a pregare bisogna guardare a una meta, puntare decisamente verso essa. Ci vuole uno sforzo deciso, intenso. Bisogna far fatica per salire, bisogna allontanarsi dalle pianure dell’abitudine, delle comodità. Ma è solo così che la preghiera decolla. Man mano che sali “sul monte”, Dio scende verso di te (Mosè insegna!) e ti trasfigura il volto e soprattutto il cuore.

 

 

MARTEDI’ 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO, AIUTACI A DISCERNERE IL BENE.

 

HANNO DETTO: Chi può disporre delle sue ore dicendo: questa è per Dio e questa è per me, questa alla mia anima e questa al mio corpo? Tutte le vostre ore, da l'una all'altra, sono ali palpitanti nello spazio. (Kalhil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Superbo con superbo non fa buona lega.

UN ANEDDOTO: Un impiegato, alle prime prese con il lavoro, era molto perplesso: non sapeva come sarebbe stato accettato, come sarebbe stato trattato. Però un giorno dovette fare un viaggio con il capo. Ad un tratto questi, guardando nello specchio retrovisore, esclamò: "Oh, no!". Frenò, accostò l'auto, scese dalla macchina, attraversò quattro corsie di traffico, e raccolse una tartaruga dalla strada, portandola in salvo. Risalito in macchina, disse semplicemente: "Quando ero un ragazzo, avevo una tartaruga". Allora il giovane impiegato pensò tra sé: "Sono in buone mani!".

PAROLA DI DIO: Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 15,1-3.10-14

 

Vangelo Mt 15,1-2.10-14

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». Parola del Signore

 

"LASCIATELI STARE! SONO CIECHI E GUIDE DI CIECHI".

Gesù ha detto più volte di non essere venuto per abolire l'antica Legge. Gesù era un 'osservante' dei comandamenti. Gesù è nella linea della continuità della religione ebraica. Però, Gesù non sopporta l'ipocrisia e non c'è ipocrisia più grande di quella che può riguardare la religione quando cioè si usa del Sacro per giustificare i propri interessi, quando, come nel caso del Vangelo di oggi, si usa di una tradizione umana facendola passare per divina per aver occasione di condannare un uomo. E qui Gesù è chiarissimo: certi maestri vanno lasciati! Non, in nome di un falso buonismo, accettati, sopportati, ma lasciati se no rischi che il cieco ti faccia cadere con lui nella fossa!

Provate a pensare se anche noi, nella nostra vita, non dovremmo fare qualche taglio un po' più netto quando, ad esempio, ci accorgiamo che certe persone che si fanno passare per religiose sono solo in cerca di apparire, di aver prestigio e ruoli di onore all'interno di una comunità. Quando certi 'maestri' ci insegnano la strada della povertà attraverso mezzi che costano carissimi e che, per essere sostenuti hanno bisogno di soldi abilmente spillati proprio ai poveri, quando la religione viene usata per arrivare al potere… per salvarsi da certi 'religiosi-atei' c'è un'unica strada: "Lasciateli!". Stai tranquillo: non manchi alla carità, non manchi all'unità della comunità (sono loro che non la vogliono). Gesù lo ha detto più volte: "Li riconoscerete dai loro frutti". Se un frutto è marcio non lo mangi, se è velenoso, poi, sarebbe un suicidio mangiarlo.

 

 

MERCOLEDI’ 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' DI NOI, SIGNORE, SALVATORE DELL'UOMO.

 

HANNO DETTO: Il tempo è crudele. Ma ogni istante che passa, e quindi che uccide, se lo riceviamo da Dio e non dal tempo, può diventare un istante di risurrezione. (Patriarca Atenagora)

SAGGEZZA POPOLARE: Lungi da me la saggezza che non piange, la filosofia che non ride e l'orgoglio che non china il capo davanti a un fanciullo.

UN ANEDDOTO: Una volta, mentre l'umorista scrittore americano Mark Twain stava facendo del suo meglio per intrattenere i suoi ospiti a pranzo, un signore si voltò verso la giovane figlia dello scrittore e le disse: "Tuo padre è un uomo molto divertente!" La ragazza rispose: "Sì, ma quando abbiamo gente!"

PAROLA DI DIO: Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“PIETA’ DI ME SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE, MIA FIGLIA È MOLTO TORMENTATA DA UN DEMONIO”.

Le comunità primitive si chiedevano: ma il Regno di Dio è solo per gli Ebrei o è per tutti? Vedevano che molti cosiddetti pagani si convertivano e che la convivenza, soprattutto per tradizioni religiose non era facile tra ebrei e pagani; si ricordavano anche dell’insegnamento di Gesù che essendo graduale aveva in un primo tempo indirizzato solo verso gli ebrei per arrivare poi alla fine ad inviare a “tutte le genti della terra”, ed ecco allora Matteo che attraverso il racconto della guarigione della figlia della donna Siro fenicia viene ad indicare con chiarezza il pensiero di Gesù e della Chiesa. Dio è fedele alla sua alleanza, a quella stretta con il popolo ebraico. Gesù quindi è prima di tutto il Messia degli Ebrei, l’annuncio del Regno, dunque, si rivolge prima di tutto a loro anche perché si inserisce nel cammino di tutta la storia della salvezza. Ma Dio è Padre di ogni uomo sulla terra, quindi il messaggio di Gesù, anche per il rifiuto ad accoglierlo da parte di molti del popolo eletto, si allarga e diventa universale. D’altra parte la fede della donna siro fenicia, provocata da Gesù dimostra di essere ben più grande di quella di coloro che ad essa avrebbero dovuto arrivare attraverso l’elezione a popolo di Dio e attraverso le scritture. Ancora una volta poi Gesù ci invita a non chiuderci nelle piccole sacrestie della nostra fede. Dio ha seminato nel cuore di ogni uomo. La messe è veramente “molta” e si trova nei luoghi e nelle persone più impensate: non abbiamo diritto di essere pessimisti o di chiuderci nei recinti protetti della nostra religiosità.

 

 

GIOVEDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

PER NOI ILLUMINA IL TUO VOLTO, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Qualunque tempo faccia fuori, dentro di te è sempre tempo di amare Dio. (Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: È un cucir vano, tirare il filo senza nodo. (Proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Quante volte ci è capitato di sentire o di dire anche noi: «I tempi sono cambiati» Commenta Pronzato: “Ma che scoperta sensazionale. Il tempo non ha mai fatto altro che cambiare, da sempre, da quando è nato. L'unica cosa che sa fare il tempo è cambiare. È il solo mestiere che sa fare.

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mt 17,1-9

 

Vangelo Mt 17,1-9 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Parola del Signore

 

“E FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO: IL SUO VOLTO BRILLÒ COME IL SOLE E LE SUE VESTI DIVENNERO CANDIDE COME LA LUCE.”

Oggi è la Festa della “Trasfigurazione di Gesù”. Trasfigurazione ci fa pensare a certi volti di uomini e donne che dopo la prova, la sofferenza, e persino la morte, risplendono di una luce interiore che si irradia dall’intimo di loro stessi. Raccontano, ad esempio, i testimoni delle apparizioni di Lourdes che il volto di Bernardetta, in quei momenti, “era splendente di una luce non naturale ma sovraumana”. Nella Chiesa orientale, i pittori di icone si esercitavano a due volti, quello del Cristo crocifisso e quello del Cristo trasfigurato. Li è raccolta la vita cristiana: passione e glorificazione. Nella mia esperienza ricordo soprattutto un volto, che mi è rimasto nel cuore. Un giovane, malato di AIDS che dopo moltissime sofferenze stava morendo. Ormai del suo viso non era rimasto nulla se non un teschio con della pelle lucida e due grandi occhi, ma in quegli occhi, dopo il perdono finalmente ricevuto, una luce tale che parlava di Paradiso.

 

 

VENERDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, LA VERA VITA, QUELLA CHE DURA PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: L'uomo moderno pensa di perdere qualcosa del tempo quando non fa le cose in fretta; però non sa che fare del tempo che guadagna, salvo ammazzarlo. (E. Fromm)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi soffia nella polvere se ne riempie gli occhi.

UN ANEDDOTO: Un giorno un ricco signore domandò ad una suora intenta a medicare le piaghe purulenti di un lebbroso: "Quanto guadagni per curare questi relitti umani? Io non lo farei neppure per un milione al giorno!". La suora, continuando a medicare le piaghe del lebbroso, rispose: "E io non lo farei neppure per un milione ogni ora!". Il signore aggiunse: "Allora chi te lo fa fare?". La suora, indicando il cielo, rispose: "Lui che è là!".

PAROLA DI DIO: Na 2,1.3; 3,1-3.6-7; Cant. Dt 32,35-41; Mt 16,24-28

 

Vangelo Mt 16,24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno». Parola del Signore

 

SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME RINNEGHI SÉ STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA.”

Il punto centrale del brano è questo: ogni atteggiamento deve porsi in riferimento a Gesù. Nessuna rinuncia è chiesta per sé stessa, ma solo per il Cristo. I tre verbi (rinunciare a sé stessi, prendere la croce e seguire Gesù) indicano in che cosa consiste essere discepoli di Gesù. La rinuncia a sé stessi esige che il discepolo non cerchi più sé stesso, ma viva per Cristo e per i fratelli. Prendere la propria croce significa andare fino alle estreme conseguenze della vita cristiana. Seguire Cristo non è un fatto puramente esteriore, ma un'adesione del cuore e della mente. L'espressione: "Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" non è un invito a disprezzare la vita, ma a spenderla per amore. La frase: "Quale vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria vita?" evoca l'opposizione tra la salvezza che cerca l'uomo nel possesso di sé e delle cose e la salvezza offerta da Dio che consiste nel dono di sé e delle cose. Giocare tutta la propria vita su Cristo non è un atto eroico di orgoglio, ma un gesto di umiltà profonda di chi accetta di ricevere la propria vita da un Altro.

 

 

SABATO 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

TI LODO E TI RINGRAZIO PER TUTTE LE TUE OPERE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Ogni cosa ha il suo tempo. L'essenziale è regolare i propri passi su quelli di Dio, senza volerlo precedere sempre di qualche spanna e senza rimanere indietro. (Dietrich Bonhoeffer)

SAGGEZZA POPOLARE: L'asino si accorge di aver perso la coda solo quando ci sono le mosche.

UN ANEDDOTO: Un Vangelo apocrifo (un Vangelo che la Chiesa non ritiene ispirato da Dio) racconta: "Gesù non portava con sé che un pettine ed una brocca. Un giorno, però, vide un uomo che si pettinava la barba con le dita e gettò via il pettine. Un'altra volta vide un uomo che beveva con le mani e gettò via la brocca".

PAROLA DI DIO: Ab 1,12_2,4; Sal 9; Mt 17,14-20

 

Vangelo Mt 17,14-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Parola del Signore

 

“O GENERAZIONE INCREDULA E PERVERSA! FINO A QUANDO DOVRÒ SOPPORTARVI?”.

È questo uno sfogo di Gesù davanti ai suoi contemporanei, mai contenti, sempre alla ricerca di facili miracoli e mai disposti alla fede e alla conversione. “Signore, vedrai, se mi fai quella grazia, ti sarò riconoscente, mi comporterò bene, ti accenderò un cero, andrò in un pellegrinaggio (turistico) a quel santuario”. E vorremmo ridurre Gesù, il Padre, lo Spirito a un fenomeno da baraccone. Gesù vuole la conversione del cuore. Una signora mi diceva: “Ma lei non crede ai miracoli!” No, ci credo, eccome! e ne vedo sovente ma mi commuovono abbastanza poco statue piangenti, soli che traballano, mi commuove e mi anima molto il miracolo di un tentativo di conversione, una coppia di coniugi che adotta una coppia di anziani inabili, un giovane che rinuncia alla discoteca per passare una serata con un disabile. Per me è miracolo il sorriso di un ammalato di cancro, il coraggio di una mamma che distrutta dal figlio continua a lottare e a sperare che ce la faccia a venire fuori dalla droga. E poi se il Signore vuol fare anche gli altri miracoli, se dà a sua Madre il permesso di apparire per condurci a più fede, gli dico “Grazie”.

 

 

DOMENICA 9 AGOSTO: 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CREDO MA AUMENTA LA MIA FEDE.

 

HANNO DETTO: La televisione ti porta il mondo in casa, ma finché la guardi e non fai nulla sei fuori dal mondo. (Cinzia Pirani)

SAGGEZZA POPOLARE: Per ogni sguardo rivolto all'indietro, dobbiamo guardare due volte in avanti. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Una volta un professore incontrò un vecchietto. Subito gli parlò: "Sa, lei mi sembra così felice e contento, equilibrato e sereno. Ha una ricetta segreta?". "Sì!", rispose l'anziano. Il professore: "È disposto a confidarmela?". "Certo, figliolo! Se vuoi vivere felice per tutta la vita, tieni sempre le budella vuote e la mente piena".

PAROLA DI DIO: 1Re 19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14,22-33

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Parola del Signore

 

“GESU’ STESE LA MANO, AFFERRO’ (PIETRO CHE STAVA ANNEGANDO) E GLI DISSE: UOMO DI POCA FEDE, PERCHE’ HAI DUBITATO?”.

Una delle cose che più mi convincono della veridicità dei Vangeli sono proprio questi brani (e sono tanti) dove Pietro e gli Apostoli fanno “brutta figura”. Non erano più santi di noi, hanno avuto i loro dubbi, le loro meschinità; Pietro, il primo Papa scelto da Gesù, rinnega Gesù stesso e una volta viene da Lui chiamato addirittura Satana. La nostra debolezza, la durezza di cuore, il nostro peccato non spaventano il Signore: è venuto nel mondo per salvarci perché sa che da soli non ne siamo capaci. Allora anche i miei errori, i peccati, le incapacità non devono abbattermi, devo soltanto con costanza continuare a camminare dietro a Gesù. Gli Apostoli hanno fatto tutto quello che hanno fatto non perché erano più bravi di noi, ma perché nonostante i propri errori hanno continuato a seguire Gesù, si sono lasciati plasmare da Lui, si sono abbandonati alla guida del suo Spirito.

 

 

LUNEDI’ 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo; Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A RIMANERE IN TE.

 

HANNO DETTO: Fate uso del vostro talento quale che sia: i boschi sarebbero silenziosi se gli unici autorizzati a cantarvi fossero gli uccelli dall'ugola d'oro. (H. van Dike)

SAGGEZZA POPOLARE: Non esiste un cactus tanto irto di spine che non abbia posto per un bocciolo in fiore. (Proverbio Messicano)

UN ANEDDOTO: C'era una volta una severa baby-sitter che non voleva assolutamente che il suo Pierino raccogliesse roba trovata in terra. "Da terra non si raccoglie nulla!", urlava ogni volta che il bambino scorgeva in terra qualche oggettino. Persino quando Pierino trovò in strada un biglietto da cento euro, la severa governante gli gridò: "Da terra non si raccoglie nulla!". Per caso, una mattina, al parco pubblico la baby-sitter scivolò sulla classica buccia di banana e si trovò col naso schiacciato in terra. "Pierino, Pierino!", implorò protendendo le braccia. Ma il piccolo, inflessibile: "Da terra non si raccoglie nulla!".

PAROLA DI DIO nella festa di San Lorenzo: 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

 

Vangelo Gv 12,24-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

«SE UNO MI VUOL SERVIRE MI SEGUA, E DOVE SONO IO, LÀ SARÀ ANCHE IL MIO SERVO. SE UNO MI SERVE, IL PADRE LO ONORERÀ».

Oggi ci aiuta nella riflessione un pensiero di Chiara Lubich. «Se uno...», dice Gesù. A chi dunque si rivolge?

È evidente: non ad una categoria di persone, ma a chiunque, a tutti. Le sue parole sono dirette ad ogni credente, quindi anche a me e a te. Il suo destino, che è quello della glorificazione attraverso la morte, è il destino dei suoi discepoli, il mio, il tuo. La via di Gesù è la strada sulla quale gli uomini debbono incamminarsi per arrivare alla loro piena realizzazione, al compimento della loro vocazione. E per essere vero «servo» di Cristo, il cristiano deve porsi su una via, quella stessa di Gesù. E la via dell'amore. Essa potrà richiedergli un giorno anche la vita per amore dei fratelli, come è stato per lui. Certamente, ogni giorno gli chiederà di morire a sé stesso. Non si può infatti amare veramente gli altri senza rinnegare e mortificare sé stessi. Come vivremo, allora, questa parola?

Le promesse di Gesù sono così grandi, il futuro così luminoso e immenso che non è il caso di dubitare un attimo per incamminarci sulla via indicata da Gesù. Mettiamoci di fronte ad ogni fratello, che incontriamo durante la giornata, nella disposizione di fare con lui ciò che Gesù ha fatto. Ogni sacrificio allora sarà spontaneo e la morte a noi stessi e al nostro egoismo verrà da sé. Saremo così servi e discepoli suoi, con la previsione del Cielo che ci attende e di un destino in comunione con lui.

 

 

MARTEDI’ 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara; San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, LA SEMPLICITA' DI CUORE.

 

HANNO DETTO: Accendere due candele in chiesa può avere un senso. Ma molto più importante è accendere ogni giorno la luce della speranza nel nostro cuore e quella della gioia cristiana nel nostro sguardo. (L. A. Lassus)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche i matti sono savi quando tacciono.

UN ANEDDOTO: Il medico e l'infermiera stavano terminando l'operazione. Ad un tratto il dottore, sarcastico, si rivolse all'aiutante: "Lei vede l'anima qua dentro?". L'infermiera: "No, dottore! E lei vede il dolore che sta cercando di alleviare nel suo paziente?”

PAROLA DI DIO: Ez 2,8-3,4; Sal 118; Mt 18,1-5.10.12-14

 

Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli». Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO, SE NON VI CONVERTIRETE E NON DIVENTERETE COME I BAMBINI NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.

Gesù parla di “bambini” e ci invita a diventare “bambini”. Comprendiamo facilmente che Gesù non parla di età. Gesù parla di cuore, di semplicità, di poveri, di persone sprovvedute e trascurate dai grandi, di bisognosi di ogni genere, di peccatori. Questi, davanti a Dio valgono più dei sapienti, dei ricchi, dei potenti, dei forti.

Nel Regno di Dio non ci sono posti che si acquistano con i meriti, con i denari, con le spinte e le bustarelle, conta solo l’amore di Dio che guarda con amore al cuore dell’uomo e sa leggere in esso, al di là delle apparenze, la disponibilità e l’affetto. Diventare piccoli, allora non significa vivere nella timidezza, nella paura o nella “stupidaggine”, significa ritrovare dentro di noi i valori veri, semplici, le esigenze primarie e definitive dell’uomo; significa smetterla di fare sempre calcoli per domandarsi quanto se ne guadagnerà, è essere disponibili a scoprire la propria precarietà, è affidarsi fiduciosi alle mani del Padre.

 

 

MERCOLEDI’ 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV'E' CARITA' E AMORE, QUI C'E' DIO.

 

HANNO DETTO: Senza Dio sono un pesce fuor d'acqua, senza Dio sono una goccia nel fuoco, senza Dio sono un filo d'erba sulla sabbia, senza Dio sono un uccello senza ali. Ma se Dio mi chiama per nome, sono acqua, fuoco, terra, aria. (Jochen Klepper)

SAGGEZZA POPOLARE: I genitori ci hanno insegnato a parlare, il mondo a tacere. (Proverbio Cecoslovacco)

UN ANEDDOTO: Passeggiavano sul viale. "Con questi alberi faremo dei banchi per i nostri scolari", diceva il maestro. "No, costruiremo un altare per il Signore", diceva il sacerdote. "Macché, faremo un letto per noi due", dicevano gli sposini. Allora l'albero che aveva sentito tutto, disse: "Lasciatemi stare. Lasciatemi far ombra. Solo ombra. Per il riposo degli anziani e per il gioco dei bambini!"

PAROLA DI DIO: Ez 9,1-7; 10,18-22; Sal 112; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18,15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore

 

“SE IL TUO FRATELLO COMMETTERÀ UNA COLPA CONTRO DI TE, VA’ E AMMONISCILO”.

La correzione fraterna è una delle cose più difficili. A nessuno piace essere ripreso, quindi partire per andare da un altro a dirgli “Guarda che hai sbagliato!” non è la cosa più facile! C’è poi anche il pericolo di ergerci noi giudici dell’altro e questo è tutt’altro che cristiano. Quali sono i motivi per cui Gesù ci invita a correggerci vicendevolmente? Il primo motivo è la fraternità che deve esserci tra i cristiani: non siamo degli isolati, ci salviamo insieme. Il secondo è l’amore per la verità, per la giustizia: qualche volta il tacere, il nascondere è diventare conniventi del male. Ciò che conta, prima di tutto, è il ricupero del fratello, ma occorre discrezione, delicatezza, tatto, rispetto, ossia, si corregge perché si è fratelli, si ammonisce perché si ama.

 

 

GIOVEDI’ 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito; San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE DEL TUO PERDONO.

 

HANNO DETTO: Ogni giorno dobbiamo risorgere dalla tomba del nostro malumore, della nostra rassegnazione, del nostro scoraggiamento, della durezza del nostro cuore, dalle mille situazioni che ci sembrano senza via d'uscita, dalla nostra stanchezza e dalla nostra indolenza. (Theresia Hauser)

SAGGEZZA POPOLARE: Non dovrebbe esserci differenza tra soffrire e veder soffrire. (Proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un maiale che si lamentava con la mucca di non essere molto popolare. "La gente non fa che parlare bene di te, della tua natura gentile e dei tuoi occhi mansueti!". E continuava: "Tu dai il latte e il burro, ma io do di più. lo do la pancetta, il prosciutto, le setole. Persino miei piedi sono buoni in salamoia! Però non sono simpatico a nessuno. Come mai?". La mucca pensò un attimo e poi rispose: "Be', forse è perché io do mentre sono ancora in vita. Tu dai solo quando sei morto!".

PAROLA DI DIO: Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21-19,1

 

Vangelo Mt 18,21-19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

SIGNORE, SE IL MIO FRATELLO COMMETTE COLPE CONTRO DI ME, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARGLI? FINO A SETTE VOLTE?”.

Perdonare sì, ma, o Signore, fino a quando il perdono è giusto  e quando invece è passare per scemi, o diventare conniventi con il male?

Come si comporta Dio con   noi? Dio ci ama sempre e nonostante tutto. L’amore di una mamma per suo figlio è incommensurabile ma, dice Dio: “Se anche una mamma si dimenticasse di suo figlio, io non mi dimenticherò mai di te”. È solo in questa prospettiva di amore profondo e totale che si può praticare il perdono vero. Se il mio perdonare è dettato dal calcolo ci saranno sempre mille motivazioni per dire: “Me l’ha fatta troppo grossa!” “Perdonarti non serve a niente”, “Ti perdono, ma sparisci”. Se tu ami il tuo fratello, se lo vedi con gli occhi di Dio, se come Lui speri nel bene che c’è in esso, se offri senza pretendere, allora ti avvicini al perdono vero, quello che gioisce nel dare. Se Gesù, prima di accettare di salire sulla croce, avesse fatto i suoi calcoli: “Ma mi capiranno? Accetteranno il mio perdono? Servirà a qualcosa?”, sarebbe fuggito dalla croce. Invece ci sale e proprio di là offre il suo perdono: “Padre, perdona loro”.

 

 

VENERDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe; San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA, SIGNORE, ALLE NOSTRE FAMIGLIE UNITA' E PACE.

 

HANNO DETTO: Quanto diventano piccole le nostre preoccupazioni non appena abbiamo girato il binocolo dall'altra parte! (Rudolf Otto Viemer)

SAGGEZZA POPOLARE: Se una pianta soffre, agisci sul terreno circostante. (Proverbio Giapponese)

UN ANEDDOTO: Un giorno un padre usciva dal supermercato con un borsone carico di ogni ben di Dio. Il figlioletto di sei anni gli trotterellava dietro. Sembrava stufo ed insoddisfatto. Il padre gli domandò: "Che cosa vuoi di più? Ti ho preso la cartella, ti ho preso i pennarelli, ti ho preso la gomma profumata, ti ho preso il lecca-lecca, che cosa vuoi che ti prenda ancora?". Il bambino rispose: "Prendimi per mano!".

PAROLA DI DIO: Ez 16,1-15.60.63 opp. Ez 16,59-63; Cant. Is 12,2-6; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19,3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

È LECITO A UN UOMO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?”.

Quante discussioni e quante interpretazioni al tempo di Gesù e ai nostri giorni, a proposito del divorzio! Gesù non si ferma a queste discussioni giuridiche e neppure dà un giudizio morale su questa o quella situazione. Afferma un principio che deriva dall’ordine della creazione e quindi da Dio stesso. Il matrimonio è voluto da Dio, è un valore divino e umano da costruire e da salvaguardare al dì là di ogni altra cosa. Ma e tutti quei casi di difficoltà reali, non risolvibili? Il fatto che ci siano difficoltà e anche, in certi casi soluzioni diverse da affrontare con molto rispetto e con tanta solidarietà umana non toglie che la meta umana e di fede del matrimonio consista nel salvaguardare l’unità e l’indissolubilità. Certo, anche qui gioca la fede nel valore umano di un amore continuamente ricercato e nella fiducia che la grazia di Dio accompagna il sacramento del matrimonio per tutta la vita

 

 

SABATO 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

ANDRO' A VEDERLA UN DI' IN CIEL PATRIA MIA, ANDRO' A VEDER MARIA MIA GIOIA E MIO AMOR.

 

HANNO DETTO: La speranza è come un vulcano dentro di noi, come una sorgente segreta che zampilla nel cuore, come una primavera che scoppia nell'intimo dell'anima; essa ci coinvolge come un vortice divino nel quale veniamo inseriti. (Carlo Maria Martini)

SAGGEZZA POPOLARE: Vivi il dolore, non farti vivere da esso. (Proverbio Tailandese)

UN ANEDDOTO: ln una classe del vecchio 'Istituto Magistrale' si è parlato a lungo del rapporto genitori-figli tra accuse di ogni tipo. Alla fine l'insegnante ha domandato: "Quanti di voi, potendo, cambierebbero i loro genitori?". Tutti, a questo punto, hanno risposto che era meglio tenersi i propri.

PAROLA DI DIO: Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. È beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA, IN UNA CITTÀ DI GIUDA.”.

“La partenza” dell’Angelo al termine dell’annuncio coincide con questa “partenza” di Maria per un viaggio lungo che la porterà verso il sud della Palestina a visitare la sua parente anziana, Elisabetta. È interessante che il vangelo presenti sistematicamente Maria in veste di pellegrina. Anche per la nascita di Gesù compirà, con Giuseppe, il lungo viaggio “dalla città di Nazaret in Galilea alla città di Davide chiamata Betlemme”. Quaranta giorni dopo, con il Bambino fra le braccia, di nuovo in pellegrinaggio verso Gerusalemme e il Tempio, all’incontro con Simeone. Infine, quando ormai Gesù sarà dodicenne, il travagliato pellegrinaggio pasquale. È un dato importante della spiritualità evangelica, centrata nella figura di Maria. Come Gesù, perennemente in “viaggio” alla ricerca dell’uomo e verso il suo sacrificio; come la Chiesa in cammino nel mondo a trasmettere il vangelo; così anche il discepolo è invitato a vivere la sua vita di fede come un continuo itinerario dell’anima. Deve “camminare” nella fede in una costante maturazione; deve “camminare” con Gesù in una fedeltà costante; deve camminare” verso il Regno in una ricerca appassionata, e deve aver per meta la stessa dove Maria è già arrivata.

 

 

DOMENICA 16 AGOSTO: 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria; San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETÀ DI ME, SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE!

 

HANNO DETTO: Non è che la speranza cristiana non veda il male, ma confida nella vittoria finale dell'amore di Dio. (Bernhard Haring)

SAGGEZZA POPOLARE: Il lupo sogna le pecore, e la volpe le galline.

UN ANEDDOTO: Dicono che il lupo quando attacca una pecora, non si lancia sulle zampe come si potrebbe immaginare, ma cerca, con le sue forti zanne, il collo della vittima, in modo che non possa gridare e chiedere aiuto. Così, senza l'aiuto del pastore, è alla sua mercé e diventa sua facile preda.

PAROLA DI DIO: Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

DONNA, GRANDE È LA TUA FEDE!”.

Gesù rimane meravigliato davanti alla fede di questa donna straniera che è andata da Lui ad implorare la liberazione di sua figlia dal demonio. Proviamo a chiederci quali sono le cose che Gesù ammira in questa donna. La prima cosa: questa donna, pur di arrivare a Gesù supera i pregiudizi del suo tempo che impedivano ad una donna straniera di avvicinarsi ad un Maestro giudeo; la seconda è l’insistenza: è una che non è facile far star zitta, se non l’ascoltano con le buone, si mette a gridare; la terza caratteristica della sua fede è di non lasciarsi smontare davanti ad un apparente senso di disprezzo che Gesù sembra avere nei suoi confronti. Chiediamoci se la nostra fede e la nostra preghiera hanno queste caratteristiche. Ci crediamo davvero alla misericordia del Signore?

Lo cerchiamo con tutte le nostre forze?

Le difficoltà ci smontano facilmente?

La nostra preghiera è capace di sussurrare e di gridare?

 

 

LUNEDI’ 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI SEGUIRTI CON FEDELTA'.

 

HANNO DETTO: Io non conosco Dio, ma egli conosce me. Questa è la mia speranza. (Raoul Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: Molte volte sognando un fiore l'ho visto nascere. (Proverbio Orientale)

UN ANEDDOTO: Una volta alcuni frati, confratelli di padre Pio, andarono a trovarlo quando, ormai, era a letto, molto ammalato. Come li vide, il santo frate disse loro: "Per favore, andate a prendermi l'arma che ho dimenticato nelle tasche del saio!" I frati rimasero di stucco! "Come, padre Pio nascondeva un'arma nelle tasche del saio?", pensarono. Quindi, per timore d'averlo frainteso: "Cosa vuoi che ti andiamo a prendere?". Il padre replicò deciso. "L'arma!". Andarono a frugare nelle tasche e non trovarono che una corona del rosario. Subito gliela portarono. Padre Pio, soddisfatto: "E questa non è un'arma?".

PAROLA DI DIO: Ez 24,15-24; Cant. Dt 32,18-21; Mt 19,16-22

 

Vangelo Mt 19,16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore

 

MAESTRO, CHE COSA DEVO FARE DI BUONO PER AVERE LA VITA ETERNA?”.

Noi diciamo di odiare tutte le imposizioni, gli schemi, le norme, però ci starebbe bene un bell’elenco di cose da fare per poterci dire cristiani a pieno titolo, per avere il passaporto vidimato e pronto per la vita eterna. E’ la solita tentazione: Dio aveva dato la legge (dieci comandamenti di vita) e il legalismo ebraico ha codificato più di 700 norme da osservare per essere buoni Ebrei. Vorremmo delle leggi specifiche per ogni cosa e nello stesso tempo anche il modo per non osservarle e sentirci egualmente a posto. Ma la vita è imprevedibile. Non c’è un manuale che copra tutte le situazioni, e allora?

È vero che i comandamenti ci danno delle indicazioni, ma non sempre sono validi per tutto. Gesù risponde a quest’uomo buono indicando più che norme due atteggiamenti, direi movimenti: la spoliazione, la liberazione da ciò che ti lega troppo alle cose della terra; e l’acquisizione di Lui. E le due cose sono legate: non puoi metterti alla sequela di Gesù se sei affardellato di troppe cose. La povertà in sé stessa non è una bella cosa. Diventa però valida quando serve per incontrare Colui che può riempirci di sé stesso. Provate a pensare se non è vero questo anche per la Chiesa: ogni volta che ci fidiamo di noi stessi, delle nostre risorse, ogni volta che la Chiesa fa affidamento sulle cose e sul potere, si allontana “triste” da Gesù, piena di se stessa e dei suoi miseri progetti umani, ogni volta che ci si fida della povertà, che si diventa semplici, si scopre la bellezza dell’amore di Dio che ci chiama a camminare gioiosamente insieme, che è Provvidenza che non dimentica nessuno, che moltiplica i pochi pani e i pochi pesci, che riempie anche le piccole cose di significazione eterna.

 

 

MARTEDI’ 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU SEI LA VERA RICCHEZZA.

 

HANNO DETTO: Cristo non sta dietro a noi come il nostro passato, ma davanti a noi come la nostra speranza. (Friedrich von Bodelschwing)

SAGGEZZA POPOLARE: Coloro che si aiutano a vicenda portano a casa un elefante. (Pr. Africano)

UN ANEDDOTO: Un giorno il garzone andò dal padrone e gli disse: "Non me la sento più di potare gli ulivi. È una faticaccia: mille ulivi sono troppi per le mie forze!". Il padrone, rammaricato, lo congedò. Passati alcuni giorni, però, il garzone ritornò. Incuriosito, il padrone gli chiese che cosa fosse successo rispetto ai giorni precedenti. "Moltissimo!", rispose il garzone. "Non penso più di dover potare mille ulivi, ma un ulivo per volta, senza pensare agli altri ancora da potare". Ciò detto, iniziò subito e li potò tutti e mille.

PAROLA DI DIO: Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-28.30.35b-36a; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19,23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

“E’ PIÙ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DI DIO”.

Gesù dice questa frase perché conosce bene noi uomini. Gli uomini, infatti, sono generalmente assillati dal problema del proprio benessere: hanno continuamente l’impressione di rimetterci qualcosa di tasca loro. Gli altri stanno sempre meglio di noi. Guadagnano di più, possiedono di più e tutto è molto più bello di ciò che abbiamo. La sensazione radicata di non aver abbastanza è come una spirale senza fine. Quando si insinuano nella nostra vita la gelosia e l’avarizia, diventiamo schiavi dei nostri desideri. A questo modo non saremo mai contenti. Chi crede in Gesù, riceve la forza di infrangere la spirale del “voler avere sempre di più”. Chi segue Gesù ed ha presente il suo ammonimento: “Non fatevi dei tesori sulla terra”, viene liberato da un gran peso. Egli può stabilire delle priorità e, con l’aiuto del Signore, usare responsabilmente quanto egli ha veramente a disposizione. Ricordiamo il consiglio che Gesù ci dà nella lettera agli Ebrei: “La vostra condotta sia senza avarizia: accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: non ti lascerà e non ti abbandonerà. Così possiamo dire con fiducia: “Il Signore è il mio aiuto, non temerò. Che mi potrà fare l’uomo?” (Ebr. 13,5-7).

 

 

MERCOLEDI’ 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, NON TI LASCI MAI BATTERE IN GENEROSITA'.

 

HANNO DETTO: Se tu non lo lasci, Dio non ti lascerà. (Josemaria Escrivà de Balaguer)

SAGGEZZA POPOLARE: Un coltello affila l'altro.

UN ANEDDOTO: Un uomo era innamorato di una donna che aveva una macchiolina bianca nell'occhio destro. La sposò senza accorgersi di questo difetto. Passarono gli anni e l'amore di quell'uomo per sua moglie si appannò. Un giorno le disse: "Quando mai ti è venuta quella macchia nell'occhio?" La donna rispose: "Da quando il tuo amore per me è diminuito!".

PAROLA DI DIO: Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».  Parola del Signore

 

“(GLI OPERAI DELLA PRIMA ORA) MORMORAVANO CONTRO IL PADRONE.”

Ci sono cristiani i quali credono che la religione consista in ciò che essi danno a Dio. Invece la fede consiste in ciò che Dio fa per noi. Esistono cristiani il cui esame di coscienza, la sera, più che a un inventario dei debiti contratti verso Dio, assomiglia a un inventario dei crediti che vantano nei confronti di Lui... è sempre bene rinfrescare la memoria a Dio, mentalità da mercenari. Incapacità congenita a considerarsi “servi inutili”. Non capiscono che è pericoloso esigere da Dio “ciò che è giusto” (e se Lui, a sua volta, chiedesse dei conti a noi, con estremo rigore, come ce la caveremmo?) Il vero operaio, secondo il cuore di Dio, in questa parabola, è quello che si disinteressa del salario. Gli ultimi diventano i primi perché hanno fatto cieco affidamento sulla bontà del padrone; i primi, i veterani, gli impiegati modello saranno relegati agli ultimi posti nel Regno perché hanno mercanteggiato. Dio, quando si tratta dei propri figli, non sa far di conto, sbaglia clamorosamente le operazioni, è allergico ai libri contabili, non si fida dell’aritmetica, ma unicamente della propria misericordia.

 

 

GIOVEDI’ 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO REGNO, SIGNORE, È GIOIA E FESTA.

 

HANNO DETTO: Esiste un motivo più valido per la nostra speranza della misericordia infinita del nostro Dio? (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: La scure non taglia il proprio manico. (Proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: Un giovane beduino, vagando nel deserto, si fermò ad un pozzo ove incontrò una ragazza stupenda come la luna in una notte di vento. Le si accostò e le disse ardentemente: "Sono follemente e perdutamente innamorato di te!" La ragazza rispose: "Guarda che più in là, alla sorgente, c'è un'altra giovane tanto bella che io non son degna d'essere la sua serva". Il beduino si girò e cercò di vedere subito quella bellezza, ma non c'era nessuno. Allora la ragazza replicò: "Quanto è fragile la tua sincerità e la tua fedeltà! Dici d'amarmi perdutamente e basta che io ti parli di un'altra donna per farti voltare!".

PAROLA DI DIO: Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22,1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

“EGLI MANDÒ I SUOI SERVI A CHIAMARE GLI INVITATI ALLE NOZZE, MA QUESTI NON VOLLERO VENIRE”.

Questa parabola sembra un assurdo. Il re non chiede di pagare tasse, di andare a lavorare, chiede di partecipare gratuitamente, anche a mani vuote, ad una festa di nozze ma gli invitati accampano scuse, non vogliono andarci. Assurdo!? Ma non è ancora così? Dio ci dà la sua Parola ma noi abbiamo le parole dei politici, dei sociologi, delle mode, della T.V. e per la Parola di Dio non c’è spazio. Gesù offre sé stesso nell’Eucaristia, si fa parte per la nostra fame, ci fa festa convocandoci al banchetto domenicale e noi decliniamo l’invito perché siamo stanchi, abbiamo il weekend, dobbiamo andare “fuori porta”. Gesù è persino pronto a perdonare i nostri peccati gratuitamente e noi preferiamo andare a pagare uno psicologo, a raccontargli i nostri sensi di colpa, per far “emergere l’ego”. Penso alla delusione di Dio: “Ti ho preparato una festa e tu non hai voluto gioire”.

 

 

VENERDI’ 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X; San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI AD AMARE.

 

HANNO DETTO: La croce ci dice: non esiste un fallimento senza speranza, nessun buio senza stella, nessuna tempesta senza un porto d'approdo. (San Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio sorride se apri una porta; ed è triste se alzi un muro. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Una volta un mercante greco di schiavi partì per Efeso con tutti i suoi averi. Gli schiavi che lo accompagnavano dovevano trasportare le masserizie: chi il letto, chi le tende e così via. Uno di essi corse subito a prendere il sacco del pane che era il più pesante. Tutti si misero a ridergli dietro. Ma si accorsero che la scelta era stata fatta con molta astuzia: infatti il carico del pane diminuì di giorno in giorno, fino a che lo schiavo camminò senza portare alcun peso.

PAROLA DI DIO: Ez 37,1-14; Sal 106; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

“DA QUESTI DUE COMANDAMENTI DIPENDE TUTTA LE LEGGE E I PROFETI”.

Si dice sempre che Gesù e il suo Vangelo sono una novità. Ma in che cosa consiste la novità del Vangelo?

Questo dottore della legge che si rivolge a Gesù per chiedergli quale sia il più grande dei comandamenti, a prima vista, potrebbe non essere stupito dalla risposta di Gesù. Tutto l’Antico Testamento era fondato sull’amore di Dio e moltissime norme anticotestamentarie richiedevano l’amore del prossimo. La vera originalità è che questi due comandamenti sono unificati da Gesù: l’amore vero di Dio è l’amore vero dell’uomo, e ogni amore vero dell’uomo sono l’AMORE. Ecco la grande novità prodotta direttamente dalla incarnazione di Cristo. Non siamo più divisi tra due amori, non dobbiamo più togliere all’uomo un po’ del nostro tempo, del nostro denaro, del nostro cuore, per donarlo a Dio. Dio non è un rivale dell’uomo: “Ogni volta che avrete dato anche un sol bicchier d’acqua a uno di questi piccoli lo avrete dato a me”. Attraverso l’incarnazione Dio si è fatto uomo, si è fatto solidale con tutti gli uomini, Dio e l’uomo sono inseparabili. La grande novità che si è realizzata in Cristo è l’umanizzazione di Dio e la divinizzazione dell’uomo. Bisogna smettere di distinguere. Non è più il momento di parlare di orizzontalismi e verticalismi ed è assurdo parlare di mistica e di cristianesimo sociale come qualcosa di contrapposto. La preghiera, la contemplazione, il culto, la mistica hanno valore solo se esprimono e nutrono un’autentica carità, cioè un servizio reale, pratico, diretto dell’uomo. Stando al Vangelo si deve ammettere che non c’è vero amor di Dio senza amore dell’uomo, mentre si può avere un amore dell’uomo senza un esplicito amor di Dio che però, davanti a Dio conta lo stesso (anche i giusti come i peccatori del giudizio finale raccontato in Matteo 25 si chiedono: “Signore, quando ti abbiamo veduto?”), cioè ci si può salvare senza culto, ma non ci si può salvare senza carità fraterna. Pensiamo anche solo alle parole di Gesù: “Andate dunque a imparare che cosa significa: misericordia voglio e non sacrificio”, oppure: “Lascia la tua offerta là, davanti all’altare, e va prima a riconciliarti con tuo fratello”, oppure a quanto dice San Giovanni: “Dio nessuno l’ha mai contemplato; se ci amiamo scambievolmente, Dio dimora in noi e il suo amore in noi è giunto a perfezione”.

 

 

SABATO 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', AIUTAMI A PARLARE DI MENO E AD AGIRE DI PIU'.

 

HANNO DETTO: Sperare significa essere capaci di vivere i giorni feriali col cuore della festa. (Bruno Forte)

SAGGEZZA POPOLARE: Cerca di stare in buona compagnia anche quando sei solo. (Proverbio Ungherese)

UN ANEDDOTO: Una volta un re fece un sogno premonitore e lo comunicò al primo ministro, suo amico: "Ho sognato che chiunque mangerà del grano che crescerà quest'anno, impazzirà! Che cosa mi consigli di fare?" Il primo ministro rispose: "Dobbiamo mettere da parte del grano stagionato, così da evitare, almeno noi due di mangiare della raccolta di quest'anno!". Il re replicò: "Ma se solo noi due siamo sani e gli altri uomini sono pazzi, saremo noi considerati pazzi dalla maggioranza. La tua soluzione non mi convince: non ci resta che mangiare anche noi il grano di quest'annata. Però noi due ci faremo un segno sulla fronte. Lo guarderò la tua fronte e tu guarderai la mia e, vedendo il segno, ci ricorderemo d'essere ambedue pazzi!".

PAROLA DI DIO: Ez 43,1-7a; Sal 84; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

SULLA CATTEDRA DI MOSÈ SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI. PRATICATE E OSSERVATE TUTTO CIÒ CHE VI DICONO, MA NON AGITE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHÉ ESSI DICONO E NON FANNO.

C’è da fare un profondo esame di coscienza per il nostro mondo e per noi stessi! Quanti capi e responsabili delle nostre comunità civili e religiose dicono e non fanno! Come è facile riempirsi la bocca di moralismi per gli altri e vivere da immorali, come è facile dire: “Si dovrebbe fare così...”, e non muovere un dito. Gesù però non fa di tutt’erba un fascio, come spesso può capitare a qualcuno che magari avendo incontrato un cattivo prete butta via con esso anche tutta la religione. Gesù ci invita a meditare ed accogliere l’insegnamento anche quando non è suffragato dalla testimonianza, ma soprattutto ci invita alla coerenza. Che cosa ne dite?

Se ci scandalizzassimo di meno per le tante immoralità della nostra epoca e cominciassimo magari ad usare un po’ più moralmente il nostro denaro, non sarebbe già un piccolo, ma significativo tentativo di coerenza?

 

 

DOMENICA 23 AGOSTO: 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima; San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: Se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo vissuti invano. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche dopo un cattivo raccolto bisogna seminare.

UN ANEDDOTO: Gli inglesi dicono: "Niente è finito, finché non è finito". Scontato? Banale? No, affatto! Purtroppo tanti non lo sanno! E le conseguenze si vedono. Talora, infatti, basta un ultimo istante per portare alla sconfitta o alla vittoria. Nei mondiali di sci del 1997, dopo 10 chilometri di gara memorabile, Stefania Belmondo venne beffata per 5 millesimi di secondo da Elena Vjalbe. A Torino, si giocava una partita di calcio tra l'Italia e l'Ungheria. A pochi secondi dalla fine, le due squadre erano ferme sul 0 a 0. Al calciatore italiano Cesarini bastò un istante per segnare il gol della vittoria. Non ci fu neppure il tempo per rimettere la palla in centro: l'arbitro fischiò la fine della gara. Sì, gli inglesi hanno ragione: "Niente è finito, finché non è finito". L'uomo può essere giudicato solo dalla fine.

PAROLA DI DIO: Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20

 

Vangelo Mt 16,13-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore

 

"LA GENTE CHI DICE SIA IL FIGLIO DELL'UOMO? VOI CHI DITE CHE IO SIA?". 

Gesù, partendo dalle risposte che la gente dà sulla sua persona, vuol portare, poco per volta, i discepoli all'atto di fede in Lui. Ma proviamo oggi a porre la domanda in modo diverso: "La gente che cosa dice di noi cristiani?"

A seconda delle risposte potremo avere delle indicazioni sul nostro modo di essere credenti. Ecco alcune risposte: "La nostra storia in questi due millenni si è talmente impregnata di cristianesimo che siamo tutti cristiani". "I Cristiani sono coloro che appartengono a quella religione che facendo riferimento a Gesù è guidata dal Papa e dai Vescovi" "Ci sono cristiani e cristiani. Ci sono i battezzati, quasi tutti lo siamo. Ci sono cristiani non praticanti, quelli della domenica e delle grandi occasioni, quelli fissati, e i praticanti". Mi fermo un momento su quest' ultima definizione. È vero, non corriamo il rischio di confondere i cristiani con l'elenco dei nomi che troviamo nei registri parrocchiali. Magari fossero tutti cristiani, il mondo sarebbe cambiato un po'!

Il discorso dei praticanti o meno non mi ha mai convinto, infatti o la fede investe la tua vita, le tue scelte, o non è fede, è abitudine, veste da mettersi nelle grandi occasioni, ipocrisia. E poi, che cosa vuol dire 'praticante'?

Normalmente si intendono le pratiche religiose, la Messa, i Sacramenti, qualche elemosina, ma questo è restrittivo. Il praticante è uno che soprattutto pratica Gesù, è pratico di Vangelo perché cerca di viverlo e di metterlo in pratica, è uno che il titolo di cristiano cerca di meritarselo ogni giorno. È un titolo che deve venirci dato da altri. E allora chiediamoci: chissà se i miei compagni di lavoro o di ufficio, coloro che sono in ferie con me, ogni tanto, vedendomi agire, hanno almeno avuto un sospetto: "Che sia un cristiano, costui?"

 

 

LUNEDI’ 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo; Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI TESTIMONI MISSIONARI DEL VANGELO.

 

HANNO DETTO: La speranza è un credito fatto a Dio oltre ciò che l'uomo può vedere e capire. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Soli non si sta bene nemmeno in paradiso.

UN ANEDDOTO: Una volta una fata chiese ad una bambina di attraversare il prato fiorito e di portargli il fiore più bello. ln compenso le avrebbe dato un regalo proporzionato alla bellezza del fiore. Raggiante, la ragazzina incominciò ad attraversare il prato, scartando gli splendidi fiori che incontrava sul suo cammino, sicura che avrebbe scoperto fiori ancora più belli e profumati. E così, scartando, ad uno ad uno, i vari fiori che le si presentavano, in attesa di scoprirne uno migliore, si trovò all'estremità del campo, a mani vuote. Aspettare domani significa non incominciare mai!

PAROLA DI DIO nella festa di San Bartolomeo: Ap. 21,9b-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51

 

Vangelo Gv 1,45-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

FILIPPO TROVÒ NATANAELE E GLI DISSE: ABBIAMO TROVATO COLUI DEL QUALE HANNO SCRITTO MOSÈ, NELLA LEGGE, E I PROFETI: GESÙ, IL FIGLIO DI GIUSEPPE, DI NÀZARET”.

Oggi festa di San Bartolomeo (il Natanaele del Vangelo) ci viene proposta la sua chiamata. Essa avviene ad opera di Filippo il quale sente di dover comunicare all’amico la sua scoperta del Messia. Il cristiano dovrebbe essere uno che, incontrato Gesù, non può fare a meno di dirlo agli altri, di comunicare la sua gioia perché anche altri facciano questa esperienza. Vedete, noi, uomini di Chiesa, spesso impieghiamo molto tempo a chiederci: “Come si fa ad essere missionari?”, “Quale sarà il modo migliore di dire Cristo agli uomini del nostro tempo?”, “Quale dovrà essere la nuova evangelizzazione?”, e questa nostra preoccupazione di comunicare Cristo denota che abbiamo capito che è proprio di ogni cristiano essere testimone di Gesù. Però poi, spesso ci perdiamo in mille cose, stiliamo progetti e piani pastorali infiniti che rischiano di diventare fini a sé stessi, ci nascondiamo dietro a false paure: “Ma chi sono io per annunciare Gesù… Non sono capace di parlare… Perché proprio io a fare il catechista?”, vediamo le difficoltà sociali, personali, ecclesiali e torniamo a casa ancor prima di esserne usciti. Filippo con Natanaele ha usato un altro metodo: gli ha detto la sua esperienza e, davanti alle obiezioni dell’altro gli ha semplicemente detto: “Vieni e vedi”. L’annuncio sta tutto qui. La difficoltà forse risiede in altro: che cosa riusciamo a far vedere di Gesù agli altri?

 

  

MARTEDI’ 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, SIGNORE, RENDICI PIU' BIANCHI DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: Nessuno uccida la speranza, neppure del più feroce assassino, perché ogni uomo è un'infinita possibilità. (Davide Maria Turoldo)

SAGGEZZA POPOLARE: A gatto che dorme non corre sorcio in bocca.

UN ANEDDOTO: Un signore sta salendo in auto su una strada di montagna. Ad un tratto, incrocia una donna che sta scendendo, lei pure in macchina. La donna, non appena vede il signore, gli urla, con forza dal finestrino della sua auto: "Maiale!". Allora quello, per non essere da meno, le grida con quanto fiato ha in gola: "Oca!". Se non che, dopo la prima curva che affronta con velocità aumentata dalla rabbia, si trova la strada sbarrata proprio da un enorme maiale che investe in pieno! Perché subito e sempre (o quasi) pensare male dell'altro?

PAROLA DI DIO: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26

 

Vangelo Mt 23,23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI CHE PULITE L’ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL PIATTO MENTRE ALL’ INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E DI INTEMPERANZA”.

Quando, nella mia gioventù, sentivo parlare di “protocollo” mi veniva subito in mente quei grandi fogli di carta con due grandi margini che si usavano durante gli esami, oggi invece sempre più sovente ci troviamo davanti a questa parola per indicare l’insieme di norme e di regole alle quali attenersi per lo svolgimento di una manifestazione o a quella che la forma abituale per lo svolgersi di una operazione per cui vai in ospedale per un determinato male e magari senza ascoltarti ti fanno fare tutta una serie di esami di cui alcuni inutili perché “il protocollo vuole così” e tu diventi uno che segue il “Protocollo tal dei tali”. Anche in campo religioso c’ è qualcuno che vorrebbe che tutto si svolgesse secondo protocolli: “Per salvarsi bisogna fare questo e quest’altro”, “a quel peccato corrisponde tale penitenza”, “quella liturgia non è valida se non si è seguito allo scrupolo il rubricismo canonico”,” le norme (spesso della tradizione) sono queste, se non ti attieni sei tagliato fuori”. E noi ci accodiamo, subiamo, spesso ci sentiamo incapaci di combattere contro certi “protocolli” e allora ci “omologhiamo” (altro termine terribile per dire che accettiamo supinamente quello che ci viene imposto). Gesù dice chiaramente che questa è un’altra forma di ipocrisia perché è vendere sé stessi a delle norme e non è assolutamente riconoscere Dio che ci vuole liberi davanti a Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: A volte la nostra vita è come un albero da frutto in inverno. Chi penserebbe mai che quei rami torneranno verdi e daranno fiori e frutti? Ma noi lo speriamo, lo sappiamo. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio un sorriso fatto ai vivi che una fontana di lacrime sulla tomba dei morti. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Ad un saggio rabbino venne chiesto: "Perché la cicogna che in ebraico viene chiamata hassada (affettuosa) rientra negli animali impuri?". Il rabbino rispose: "Perché dispensa il suo amore solo ai suoi".

PAROLA DI DIO: 2Ts 3,6-10.16-18; Sal 127; Mt 23,27-32

 

Vangelo Mt 23,27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri». Parola del Signore

 

GUAI A VOI, SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE ASSOMIGLIATE A SEPOLCRI IMBIANCATI: ALL’ESTERNO APPAIONO BELLI, MA DENTRO SONO PIENI DI OSSA DI MORTI E DI OGNI MARCIUME.

Questi rimproveri di Gesù ci danno occasione di pensare a quella forma di ipocrisia che è la bugia. Le bugie non si contano più. Dalla prima, quella inventata dal diavolo al mattino dell’umanità (Gn. 3,5), si sono aggiornate, raffinate, infiltrate ovunque. Cesare Marchi ha tentato di farne un elenco, del tutto provvisorio. “Bugia pietosa: quella del medico. Bugia spavalda: quella dei cacciatori. Bugia editoriale: centomila copie vendute. Cimiteriale: padre esemplare, cittadino integerrimo. Scolastica, dopo un ponte abusivo mio figlio ieri è rimasto assente causa forte mal di testa.  Teatrale: a grande richiesta. Telefonica: attenda un attimino. Televisiva: la trasmissione sarà ripresa tra qualche istante. Turistica: tutto compreso. Oratoria: sarò breve. Ferroviaria: treno rapido. Ministeriale: si assicurano i cittadini che, in occasione dello sciopero dei trasporti, saranno garantiti i servizi essenziali”. A queste possiamo aggiungere: “La mia modesta persona”. “Giornale indipendente”. “Giovane onesto, di buona famiglia, cerca...” Eppure è scritto: “Meglio un povero che un bugiardo” (Pr. 19,22). “Non mentitevi gli uni gli altri” (Col. 3,9). “Sia il vostro parlare sì sì, no no” (Mt. 5,37).

 

 

GIOVEDI’ 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica; San Cesario di Arles.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTAMI AD INCONTRARTI OGGI, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Quand'anche i nostri crimini gridassero più forte di quelli di Caino e Giuda, non disperiamo mai. Speriamo sempre. Il cuore di Dio è più grande. (Charles De Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sole morente è l'aurora di un'altra terra. (Giovanni Papini)

UN ANEDDOTO: Un mattino il topolino si sveglia e non trova più il formaggio al solito posto. Comincia a disperarsi, a lamentarsi, ad accusare il mondo d'averla con lui. E così resta immobile e muore di fame.

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51

 

Vangelo Mt 24,42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore

 

“VEGLIATE PERCHE’ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRA’ “.

Noi sappiamo da Gesù che il giudizio finale non è un avvenimento lontano. Avete visto che nel brano odierno Matteo non parla tanto di cataclismi, ma di qualche cosa che avviene nell’ordinario, anzi Gesù sembra quasi insinuarsi tra noi come un ladro, quindi Gesù non è visto come un giudice che verrà nell’ultimo giorno ad esigere conti, ma come qualcuno che è già nella nostra vita e che chiede a noi di essere quotidianamente giudici del nostro comportamento nei suoi riguardi. Il giudizio quindi avviene continuamente, non bisogna attenderlo, bisogna affrontarlo: ecco il senso della vigilanza. La nostra eternità è già cominciata, ogni istante della nostra vita ha un valore infinito. È adesso che posso incontrare, amare Cristo, è adesso che posso essere salvato da Lui, è il presente che eterna un mio atto di amore per i fratelli.

 

 

VENERDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

BEATI NOI, INVITATI ALLA FESTA DEL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Amare un essere significa sperare in lui per sempre. (Gabriel Marcel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando semina il contadino sa che inevitabilmente una parte di semi andrà perduta, ma questo non gli impedisce di aspettarsi una splendida messe. (Dupont)

UN ANEDDOTO: Un anziano contadino scrisse al figlio carcerato: "Caro Antonio, mi spiace molto che sei in prigione, anche perché quest'anno non mi potrai aiutare a zappare tutto l'orto e io ho paura che da solo non ce la farò più. Un abbraccio da papà". Passarono un paio di giorni e il contadino ricevette una lettera di risposta: "Caro papà, per carità, non zappare l'orto! Lì sotto ho nascosto tutto il malloppo! Tuo figlio Antonio". Poco dopo arrivò la polizia a sirene spiegate: gli agenti si misero a scavare nell'orto, per ore e ore, ma non trovarono niente. Si scusarono con il contadino e andarono via. Il giorno seguente il padre ricevette un'altra lettera: "Caro papà, adesso l'orto è dissodato per bene! Visto che sono in carcere, è tutto quello che ho potuto fare per te! Un abbraccio da tuo figlio Antonio!".

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

IL REGNO DEI CIELI SARÀ SIMILE A DIECI VERGINI CHE PRESERO LE LORO LAMPADE E USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO.”.

Le nozze sono gioia, e Gesù ha deciso di amarci fino a sposare la nostra umanità. L’uomo come le dieci ragazze invitate alla festa ha solo un compito, sentire la gioia di queste nozze e prepararsi per poter partecipare a questa festa. Tutte e dieci hanno le lampade. Ognuno di noi ha i suoi doni e non c’è nessuno che non possa rispondere a questo invito. L’olio invece è la fede e dobbiamo procurarcelo noi. Poi occorre saper aspettare; noi vorremmo vedere subito i risultati, invece occorre solo non perdere la speranza e la fiducia nello Sposo che sta per arrivare. Ci si può anche addormentare ma occorre essere sempre pronti “a rendere conto della speranza che è stata seminata in noi” per non farci cogliere di sorpresa e impreparati e per non trovare la porta chiusa. La cosa più importante di tutta la parabola però mi sembra proprio quella che ci fa credere, sperare e vivere la fede come una festa a cui siamo invitati.

 

 

SABATO 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CI AFFIDIAMO A TE, MA AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Dalle spalle piagate dalla croce spunteranno le ali. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sorriso che rivolgi, ritorna a te. (Proverbio Indù)

UN ANEDDOTO: Alcuni turisti volevano vedere l'elefante che non avevano mai visto. Chiesero al proprietario del circo se poteva accontentarli. Il padrone disse: "L'elefante sta riposando in una grossa capanna buia. Comunque, se volete vederlo, apro". I turisti entrarono e, per farsi un'idea dell'animale, tendevano le mani. Uno afferrò la proboscide e disse: "L'elefante è una grossa canna d'acqua". Un altro palpò una delle grandi orecchie e disse: "L'elefante è un enorme ventaglio!". Un terzo toccò la zampa e disse: "L'elefante è una colonna". L'ultimo appoggiò le mani sul dorso e disse: "L'elefante è un vasto trono". A seconda della parte toccata, ognuno definiva l'elefante.

Parola di Dio nella festa del martirio di san Giovanni Battista: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-29

 

Vangelo Mc 6,17-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“VOGLIO CHE TU MI DIA, ADESSO, SU UN VASSOIO, LA TESTA DI GIOVANNI IL BATTISTA”.

Lo sappiamo tutti che la sorte dei profeti non è mai una vita tranquilla. Sappiamo anche che in questo sono figura dell’unico, grande profeta che è Gesù e anticipano quanto capiterà a Lui, però mi ha sempre fatto pensare la figura di Giovanni il Battista, “il più grande tra i nati di donna” come lo definisce Gesù, che ci lascia la testa per la gelosia di una donna. Sia pure andata come la racconta Marco, rifacendosi ad una tradizione popolare, o come la racconta Giuseppe Flavio che nel suo libro ‘Antichità Giudaiche’ vede l’uccisione di Giovanni dettata da ragioni politiche, fatto sta che Giovanni per la verità annunciata viene martirizzato. Ma questa conclusione tragica di martirio sta già anche nella sua vita. Egli è sicuro di aver parlato a nome di Dio ed ha annunciato un Messia potente, giudice terribile, che “ha in mano il ventilabro per mondare la sua aia”, ed è arrivato Gesù a farsi battezzare da lui, in fila con altri peccatori. Giovanni è stato disposto a “diminuire affinché Lui cresca”, si è spogliato perfino dei suoi discepoli per mandarli dietro a Gesù, ma Gesù non sembra aver fretta di farsi conoscere e anche quando fa qualche miracolo impone il segreto messianico. Penso che Giovanni, nella solitudine della sua prigione, sapendo che era solo questione di tempo prima di venire giustiziato, si sia chiesto se per caso non avesse sbagliato tutto, e soprattutto avrà sperimentato fino in fondo quanto terribile fosse il silenzio di Dio. Continuare ad aver fede in quei momenti è altrettanto eroico, se non di più, che allungare la testa davanti alla spada. Servire Dio non è facile. Cercare di essere fedeli alla propria vocazione e alla missione a cui Lui vuole mandarci è eroico, anche perché non sempre sei sicuro. È vero, noi abbiamo Gesù, chi vede Lui vede il Padre, ma le scelte concrete non sempre sono così evidenti quando devi scegliere tra due beni, ad esempio, tra verità e giustizia, tra perdonare e non creare presupposti di danno per altri, tra obbedienza e ricerca di verità. E Dio sembra tacere, e la tua coscienza sembra non darti aiuto, ma solo far nascere nuovi interrogativi. Come risolve Gesù?

È il momento della croce che apre un barlume. È là sopra il luogo dove Gesù grida quasi contemporaneamente due cose che sembrano opposte: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e “Nelle tue mani affido il mio spirito”. Anche per Lui la grande prova sta nel sentirsi solo, abbandonato, moribondo e fidarsi di Dio.

Dio aiuti tutti coloro che vivono oggi questo martirio a fidarsi di Lui.

 

 

DOMENICA 30 AGOSTO: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA LA TUA SAPIENZA, O DIO, CHE CI AIUTI A PENSARE E AD AGIRE COME TE.

 

HANNO DETTO: Che importa essere in fondo ad un baratro, se riusciamo ancora a guardare il cielo? (G. Cesbron)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sorriso è una luce che si affaccia alla finestra di un volto, e annuncia che il cuore è in casa. (Proverbio Orientale)

UN ANEDDOTO: Un arabo fu invitato ad una cena ma, essendosi presentato in abiti dimessi, fu fermato alla porta. Offeso, tornò a casa e vestì un completo di gala. E tornò alla cena. Fu subito accolto con onore alla mensa principale e servito con piatti prelibati. L'uomo prese il vassoio migliore, lo vuotò dentro la manica del vestito, dicendo: "Mangia, mangia, mio caro!". A chi gli chiese la ragione di questa stranezza, l'uomo disse: "Quando venni in vesti povere, non fui ricevuto. Quindi l'invitato d'onore al banchetto non sono io, ma il mio vestito: è giusto che sia lui a mangiare!".

PAROLA DI DIO: Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27

 

Vangelo Mt 16,21-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni». Parola del Signore

 

VA’ DIETRO A ME, SATANA! TU MI SEI DI SCANDALO, PERCHÉ NON PENSI SECONDO DIO, MA SECONDO GLI UOMINI!”.

Uno dei possibili rischi della preghiera è quello di metterci noi al posto di Dio e di avere noi da suggerire a Lui come deve comportarsi, che cosa deve fare e dare a noi e al nostro prossimo.

Pietro è certamente un entusiasta. È anche uno che ha maturato la sua fede che ha scoperto in Gesù il Messia, il Figlio di Dio, ma la troppa confidenza, il suo voler bene a Gesù legato però a ragionamenti molto terreni, lo porta a mettersi contro i progetti di Dio. Così può succedere, a volte quando preghiamo. Siccome il dialogo che abbiamo con il Signore è sempre un qualcosa che avviene dentro di noi, c’è il rischio che, portando troppo noi stessi, noi non parliamo con il Signore, non ascoltiamo il Signore, ma parliamo e ascoltiamo noi stessi per cui, e lo scrivo sorridendo, noi prestiamo il nostro ragionamento al Signore e vorremmo che Lui si comportasse esattamente come noi vogliamo (“Per forza Signore hai così pochi amici, quando uno cerca di essere giusto ecco che viene castagnato!”), gli suggeriamo che cosa dovrebbe fare (“Signore allenta un po’ le tue richieste e la  tua morale e vedrai quanta gente ti viene dietro”), gli chiediamo per il bene della Chiesa (quasi noi lo sapessimo!) e nostro di fare “così e cosà” e se per caso non ci ascolta siamo subito pronti a dire: “Ma vale la pena pregare? Intanto il Signore fa quello che vuole!”.

La confidenza che permetteva ai santi, e lo permette anche a noi, di pregare sorridendo, di sentirci bambini che al proprio padre possono parlare di tutto e chiedere anche cose assurde, non deve però diventare un ostacolo a comprendere la volontà di Dio e la preghiera non deve mai diventare un parlare a noi stessi. Questo riusciremo a farlo proprio “Ascoltando molto” e avendo sempre presente la grande differenza tra noi e Colui al quale ci rivolgiamo per non correre il rischio di sentirci dire anche noi: “allontanati da me perché, proprio nella preghiera, tu non pensi come Dio, ma come gli uomini”

 

 

LUNEDI’ 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, CHE IL TUO SERVO TI ASCOLTA.

 

HANNO DETTO: Mi hanno chiesto: perché lei è un uomo di speranza nonostante gli smarrimenti di oggi? Ho risposto: Perché credo nello Spirito Santo. (Card. J. Suenens)

SAGGEZZA POPOLARE: Hai un segreto: sta nel tuo sorriso. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Un giorno la vite disse al padrone: "Perché mi stai venendo incontro con quelle forbici! Forse mi vuoi potare come si faceva ai tempi d'una volta? Buttale via: non sai che adesso i tempi sono cambiati?". "Già, - rispose il padrone - a pensarci bene non hai torto. Non sono più i tempi d'una volta!". E poiché i tempi erano cambiati, non la potò. Ma in autunno la vite non ebbe uva. "Purtroppo - gemette il padrone - i tempi sono cambiati!". Come al solito, vennero gli amici per assaggiare il vino nuovo. "Non c'è vino nuovo. I tempi sono cambiati!", disse, sconsolato, il proprietario della vigna.

PAROLA DI DIO: 1Cor 2,1-5; Sal 118; Lc 4,16-30

 

Vangelo Lc 4,16-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore

 

OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO”.

Gesù, nella sinagoga di Nazareth, ci insegna il modo di leggere, pregare e attualizzare la Bibbia.

Gesù entra nella sinagoga e legge la Parola. Prima di tutto bisogna leggere con attenzione la sua Parola. Prima di andare a cercare libri, commentari, spiritualità varie, vai alla fonte, leggi una o più volte la Parola, falla risuonare in te. Non aver fretta, cerca di capire il significato delle parole, del brano. Cerca di discernere quelle che sono le parole dello scrittore da ciò che Dio vuole dirti. Sì, perché Dio sta parlando a te, adesso. Quella che hai letto non è una parola lontana, è per te, detta adesso da Dio. Gesù, dopo aver deposto il libro che ha letto, dice: “Oggi, adesso, si è adempiuta la Parola”. La parola si incarna. Ha da dirti qualcosa. Vuole trasformarti. Dopo aver letto un brano chiediti sempre: “Che cosa vuoi dirmi, Signore, nella situazione che vivo?”. È estremamente consolante capire che il Signore, con lettere scritte due o quattro mila anni fa, sta scrivendo la sua lettera per me, adesso.

 

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