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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

OTTOBRE 2020

 

GIOVEDI’ 1° OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A PORTARE IL FRUTTO DELLA TESTIMONIANZA.

 

HANNO DETTO: Dio è così buono che, nonostante gli oltraggi che gli facciamo, ci porta in Paradiso quasi nostro malgrado. È come una madre che porta in braccio il suo bambino al passaggio di un precipizio. E interamente occupata a evitare il pericolo, mentre il suo bambino non smette di graffiarla e di maltrattarla. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Un buon padre ha occhi anche alle spalle.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un servo che sopportava quotidianamente il carattere irascibile del suo padrone. Un giorno, il signore tornò a casa di cattivo umore, si sedette per mangiare. Trovò davanti a sé un piatto di minestra. Ma la minestra era fredda! Così si arrabbiò e gettò il piatto fuori dalla finestra. Il servo, a sua volta, gettò fuori la carne, il pane, il vino e, infine, la tovaglia e l'argenteria. Il signore, furioso, gridò: - Che cosa stai facendo?! Stupido! Mi scusi, signore - rispose seriamente il servo - Pensavo che oggi volesse mangiare in cortile. Tutto è così tranquillo e il cielo è sereno! Il signore si prese un istante per riflettere su quella risposta. Riconobbe la sua colpa, si scusò e ringraziò il servo per la lezione che gli aveva appena dato.

PAROLA DI DIO: Gb 19,21-27b; Sal 26; Lc 10,1-12

 

Vangelo Lc 10,1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore

 

IL SIGNORE DESIGNÒ ALTRI SETTANTADUE E LI INVIÒ A DUE A DUE”.

Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprendere quali siano le caratteristiche della missione che Gesù affida ai discepoli e a noi. Questa missione nasce dalla preghiera: “Pregate il Padrone della messe...”. Non è iniziativa del singolo ma incarico dato da Gesù stesso. Il buon annuncio o la missione è per tutti i popoli della terra, nessuno escluso. Infatti, il numero di settantadue discepoli inviati corrisponde al numero di tutti i popoli della terra, secondo la credenza ebraica. È tutta la comunità che diventa missionaria e testimone: l'andare a due a due è infatti comprovare a vicenda ciò che si fa e si dice.

La missione è resa possibile dalla povertà. Non conta sull’avere o su grandi mezzi. La missione non si fonda sulla sapienza umana. Bastano parole semplici ma profonde come “Pace” e “Il Regno dei cieli è vicino”. Se c’è da fare qualche preferenza esse devono rivolgersi ai malati, ai diseredati, alle persone comuni. Non ci sono poteri straordinari all’infuori di quello di guarire, liberare, restituire l’uomo alla pienezza del suo essere. La missione non è conquista, ma invito, proposta, appello.

Un altro aspetto caratteristico della missione è la debolezza: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Gesù non dice di rivaleggiare con i lupi mostrando i denti, battendo i pugni, urlando più forte, ma presentandosi disarmati, come agnelli. Non basta neppure stare dalla parte degli agnelli, delle vittime. Occorre essere agnello, vittima. Come Cristo stesso.

Ma se la missione può apparire difficile è anche esaltante: siamo incaricati da Dio di manifestare la sua bontà e il suo amore a tutti gli uomini e abbiamo la certezza che se pur non ci libererà dalle difficoltà Egli ci accompagnerà in ogni momento non lasciandoci mai soli.

 

 

VENERDI’ 2 OTTOBRE: SANTI ANGELI CUSTODI.

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELO DI DIO CHE SEI IL MIO CUSTODE REGGI E GOVERNA ME.

 

HANNO DETTO: Il saggio quando muore non brama andare in cielo: vi è dentro ben prima che gli si spezzi il cuore. (Angelo Silesio)

SAGGEZZA POPOLARE: Il padre che ha troppa roba fa il figlio senza virtù.

UN ANEDDOTO: Una donna saggia che viaggiava attraverso le montagne trovò una pietra preziosa in un ruscello. Il giorno dopo trovò un altro viaggiatore che stava morendo di fame, e la donna saggia aprì la borsa per condividere il suo pasto. L'affamato viaggiatore vide la pietra preziosa e chiese alla donna se gliela dava. La donna lo fece senza esitare. Il viaggiatore partì, compiacendosi della sua buona fortuna. Sapeva che la pietra valeva sufficientemente per dargli sicurezza per tutta la vita. Ma qualche giorno più tardi tornò a restituire la pietra alla donna saggia. "Ho riflettuto" - disse - "sul valore della pietra, ma te la restituisco con la speranza che tu mi possa dare qualcosa di ancora più prezioso". Poi aggiunse: "Dammi quello che hai dentro di te che ti ha permesso di regalarmi la pietra".

PAROLA DI DIO: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10

 

Vangelo Mt 18, 1-5.10

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“I LORO ANGELI NEL CIELO VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.

La devozione all’angelo custode non è soltanto una “pia pratica” per tener buoni i bambini. Di angeli ci parla la Bibbia e Gesù, nel vangelo di oggi, ci ricorda che i nostri angeli vedono il volto di Dio.

A me piace invocare l’angelo custode in questo senso. Lui ha ricevuto da Dio un incarico nei miei confronti. Lui conosce il mio agire, ma nello stesso tempo lui vede il volto di Dio, conosce la sua volontà su di me. E allora, lo prego più o meno così: “Tu che vedi continuamente Dio, lodalo per me. Io, oggi, avrà tante cose da fare, non potrò sempre ricordarmi di Lui, tu però portami continuamente alla sua presenza. Tu, in Dio, sai qual è il suo progetto su di me, aiutami a capirlo e a rendermi disponibile ad accogliere le sue grazie. Tu conosci le mie debolezze, fa’ che abbia la capacità di affrontarle. Prendimi per mano e fa che con te, spirito amato, anch’io possa arrivare a vedere e lodare Dio per l’eternità”.

 

 

SABATO 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU TUTTO VEDI, A TUTTO PROVVEDI.

 

HANNO DETTO: Iddio ci vuole tutti in Paradiso, tutti, senza riserve: via dunque tutte le paure, tutti i dubbi, che non sono altro che tentazioni del demonio. (San Giuseppe Cafasso)

SAGGEZZA POPOLARE: Spesso il buon padrone fa il buon fattore.

UN ANEDDOTO: Una volta una madre si trovava ai giardinetti con la bimba di quattro anni.

Ad un tratto, la bambina si mise a piangere disperatamente. Un signore che assisteva alla scena, dopo un po' non ne poté più e disse alla madre: "Signora, non faccia piangere così la bambina: le dia quel che vuole!". La madre, di rimando: "Provi lei!". Il signore tacque. Intanto la bambina riprese a piangere, sempre più angosciata. Allora l'uomo, deciso: "Signora, non si può far piangere tanto un bimba: mi dica quel che vuole, provvedo io!"  La madre, ancor più seccata: "Provi lei! Ha fatto un buco e adesso vuole portarselo a casa!".

PAROLA DI DIO: Gb 42,1-3.5-6.12-16 (NV); Sal 118; Lc 10,17-24

 

Vangelo Lc 10,17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“RALLEGRATEVI PIUTTOSTO CHE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”.

Quando i 72 discepoli tornano dalla missione a cui Gesù li aveva mandati, sono contenti. Fanno un bilancio, vedono che sono riusciti perfino a cacciare dei demoni, si sentono importanti. Gesù non sminuisce questo entusiasmo ma mette le cose nel loro giusto posto. Il successo della missione non si misura dal numero delle conversioni o dei miracoli, ma dalla gioia proveniente dal fatto di aver operato nel nome di Dio, sicuri che la fedeltà di Dio che vede tutto ascrive a noi nel cielo la ricompensa alle nostre fatiche. Noi calcoliamo le nostre riuscite o i nostri insuccessi dai risultati. “Sono anni che cerco di far cambiare strada a mio figlio, ma... niente!” “La parrocchia va bene perché ci sono tanti battesimi, tante prime Comunioni, tanta gente a Messa. Dio non conta i risultati cosi. Hai fatto e fai di tutto per aiutare tuo figlio? Operi per l’annuncio del Vangelo nella parrocchia? Non guardare ai risultati ma pensa a quanto sei benedetto da Dio nel poter svolgere questi compiti e ricordati che davanti a Dio nulla va perso, neanche “un bicchier d’acqua dato per amore”.

 

 

DOMENICA 4 OTTOBRE: 27^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Una scheggia di preghiera:

 

TUO È IL REGNO, TUA LA POTENZA, TUA LA GLORIA NEI SECOLI.

 

HANNO DETTO: Volete che vi dica una cosa strana? Quando sono diventato padre, ho compreso Dio padre di tutti gli uomini. (Honorè Balzac)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ira del padre dev'essere sempre materna.

UN ANEDDOTO: Una volta un pulcino disse: io dall'uovo non mi muovo, se non so cosa trovo fuori dall'uscio del mio guscio! Così disse e così pensò il pulcino che nel guscio si tappò e… soffocò.

PAROLA DI DIO: Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

 

Vangelo Mt 21,33-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Parola del Signore

 

“C’ERA UN UOMO, CHE POSSEDEVA UN TERRENO E VI PIANTÒ UNA VIGNA. LA CIRCONDÒ CON UNA SIEPE, VI SCAVÒ UNA BUCA PER IL TORCHIO E COSTRUÌ UNA TORRE. LA DIEDE IN AFFITTO A DEI CONTADINI E SE NE ANDÒ LONTANO”.

La parabola che leggiamo oggi non è solo la lettura della storia di Gesù, scartato e ucciso proprio da chi, religioso, avrebbe dovuto accoglierlo e farlo diventare “testata d’angolo” del Regno, ma riguarda anche la Chiesa e noi oggi. Oggi il Regno di Dio è affidato a nuovi vignaioli, ma questi devono far tesoro di quanto è successo ai primi e non rifare lo stesso errore di volersi considerare padroni della vigna. Quindi la parabola in primo luogo si rivolge a chi ha autorità nella Chiesa. Se l’autorità non è per il servizio ma per il potere non è da Dio, anzi è il peggior attentato contro Dio; se la religione non viene attuata per aiutare la fede fonda solo l’idolatria; se la liturgia non è per la preghiera vera che riconosce Dio, Padre di Gesù, nello Spirito Santo, decade nel ritualismo e Dio non se ne fa niente del vuoto di preghiere-chiacchiere o di offerte senza amore. Se i capi delle comunità cristiane non amano il popolo, non servono il popolo, non si sentono parte del popolo ma formano una casta a parte per sfruttare il popolo, tradiscono sia Dio che la sua vigna; se non sanno accogliere i segni e i richiami che Dio continuamente manda specialmente attraverso i profeti odierni che richiamano i capi delle chiese all’umiltà, al servizio, alla povertà, rischiano di perdere il Regno e di rovinare la vigna. Dunque anche la vigna può rovinarsi e non portare più frutto, ma proprio a causa di cattivi vignaioli. Ma se può essere facile vedere gli errori degli altri ecco che la parabola coinvolge anche noi in prima persona: quanto è facile rifiutare la grazia di Dio per correre dietro ai nostri interessi, quanto è facile costruire su noi stessi, sul denaro, sul potere, sull’apparire ed eliminare Cristo o almeno sommergerlo di noi stessi al punto da considerarlo solo più un’etichetta! Facciamo attenzione sia personalmente che come Chiesa: il Regno di Dio può essere tolto anche a noi.

 

 

LUNEDI’ 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI OCCHI E CUORE COMPASSIONEVOLE.

 

HANNO DETTO: Finché siamo agnelli noi vinciamo. Se diventiamo lupi, veniamo vinti, perché ci manca allora l'aiuto del Pastore, il quale pasce gli agnelli, non i lupi. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Se qualcuno vuol prendere qualche abitudine, prenda l'abitudine della pace. (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Una volta un topo si vantò con il suo compagno di gabbia: Sono molto soddisfatto di come ho addestrato il mio scienziato ricercatore: adesso ogni volta che schiaccio il bottone rosso, lui mi dà un pezzo di formaggio! Siamo così fatti per cui ognuno vede le cose solo dal suo punto di vista.

PAROLA DI DIO: Gal 1,6-12; Sal 110; Lc 10,25-37

 

Vangelo Lc 10,25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  Parola del Signore

 

“VA’ E ANCHE TU FA’ LO STESSO”.

Gesù è il buon samaritano, è l’uomo più prossimo ad ogni uomo e a tutti gli uomini. La grandezza della vocazione cristiana risiede nel fatto che Gesù non ci dice: “Va’, e insegna anche tu lo stesso", ma “Va’, fa anche tu fa’ lo stesso". Come ci dirà san Giacomo: "La fede senza le opere è una fede morta". Oggi ogni cristiano è chiamato a ripetere Gesù nella sua vita, a diventare buon Samaritano. Gesù dice ad alcuni cristiani: "Fa’ tu lo stesso nella tua casa: con tua madre, che è malata; con il tuo vicino, che è anziano e non può contare su sé stesso per molte cose; con tuo figlio, che ha avuto un incidente e dovrà vivere per il resto della vita su una sedia a rotelle". Ad altri cristiani Gesù dirà: "Va’ e anche tu fa lo stesso quando vai per strada, dando volentieri l’elemosina a chi te la chiederà, dando gentilmente informazioni a chi ti domanda un indirizzo o il nome di un negozio; va’ e anche tu fa’ lo stesso quando vai in autobus o in metropolitana, cedendo il posto a sedere agli anziani, alle donne con bambini piccoli, agli invalidi, essendo rispettoso e padrone di te quando l’autobus è stracolmo e ti spingono da tutte le parti, o tentano perfino di derubarti". Fa’ lo stesso: questa frase la dovremmo tener presente nella nostra mentre e nel nostro cuore durante tutti i giorni. Una frase che possiede un potenziale enorme di creatività e di impulsi nuovi all’azione in favore dei nostri fratelli uomini. Fa’ anche tu lo stesso: questa sola frase è capace di inventare il futuro, di forgiare un mondo nuovo e migliore. Quanti di noi cristiani ci faremo caso?

 

 

MARTEDI’ 6 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, INFORMI IL NOSTRO AGIRE.

 

HANNO DETTO: Cominciate col vivere la pace e sarete in grado di trasmetterla agli altri. Un uomo pacifico è assai più utile che un uomo erudito. (Imitazione di Cristo)

SAGGEZZA POPOLARE: Fiume pacifico ha sponde fiorite.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un pastore che tutte le sere, dopo aver munto le pecore, prelevava una ciotola del miglior latte e lo metteva su una roccia nelle vicinanze. Un tale lo osservava incuriosito. Un giorno gli domandò: - Perché metti sempre la ciotola del miglior latte sulla roccia? Il pastore gli spiegò: Questo è il latte migliore perché è il latte di Dio! Il curioso si mise a ridere: Dio non beve latte. Dio è puro spirito. Sei davvero un ingenuo! Non credi? Questa sera nasconditi dietro quel cespuglio e verifica se Dio viene di persona a bere il tuo latte! Il pastore accettò. Arrivata la sera, si nascose dietro il cespuglio ed aspettò. Finalmente vide un orsacchiotto che si avvicinava alla ciotola e beveva il latte. Il mattino dopo il curioso incontrò di nuovo il pastore e gli domandò: - Hai visto se è stato Dio a bere il tuo latte? Il pastore rispose raggiante: - Si! È stato proprio lui! Aveva la forma di un bellissimo orsacchiotto! Fare del bene ad una creatura è amare Dio!

PAROLA DI DIO: Gal 1,13-24; Sal 138; Lc 10,38-42

 

Vangelo Lc 10,38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore

 

MARTA, MARTA, TU TI AFFANNI E TI AGITI PER MOLTE COSE, MA DI UNA COSA SOLA C’È BISOGNO. MARIA HA SCELTO LA PARTE MIGLIORE, CHE NON LE SARÀ TOLTA”.

Gesù non intende opporre due diversi stati di vita. Non ci sono da un lato gli aristocratici della vita cristiana e dall’altra le truppe semplici del ministero apostolico di cui la Chiesa ha bisogno quaggiù ma che sarebbero condannati ad una santità di secondo grado. La risposta di Gesù a Marta non è assolutamente rivolta a fornire una buona coscienza a chi ritenesse di potersi riconoscere in Maria. Gesù vuole soltanto ricordare che c’è una cosa indispensabile: ascoltare la parola del Signore per serbarla nel proprio cuore e metterla in pratica. Questo è ciò che fa il vero discepolo. Anche la Madonna non ha smesso di fare le faccende di casa per tutta la sua vita ma le ha fatte in un certo modo e con un certo spirito proprio perché ascoltava e “serbava nel suo cuore” le promesse e i misteri della Parola.

 

 

MERCOLEDI’ 7 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso – Beata Vergine del Santo Rosario.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Un uomo che non è in pace con sé stesso proietta necessariamente la sua lotta interiore nella società in cui vive e spande tutto intorno a sé il germe della lotta. (Thomas Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi porta pace è messaggero di Dio.

UN ANEDDOTO: Una sera un immigrato senegalese va dal tabaccaio a comprare un biglietto della corriera per Treviso. Il tabaccaio glielo consegna. Il senegalese guarda il biglietto e lo rompe in due pezzi. - Ma che fa? - gli domanda il tabaccaio - Non sa che rompendolo, lo rende inservibile!? L'immigrato: - Lo so bene; ma questa mattina ho preso la corriera per Treviso senza prima prendere il biglietto, e quando sono sceso, mi sono sentito in colpa. Adesso ho la coscienza a posto!

PAROLA DI DIO: Gal 2,1-2.7-14; Sal 116; Lc 11,1-4

 

Vangelo Lc 11,1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore

 

“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”.

Uno degli appunti che dopo tanti anni faccio ai miei educatori e professori è quello di avermi insegnato un mucchio di cose ma di non avermi insegnato a studiare. Anche nella fede, in certi catechismi, noi impariamo tante nozioni teologiche esegetiche ma incontriamo veramente Gesti? Nella preghiera contano di più le formule o conta incontrare Colui che preghiamo? Gesù non risponderà alla richiesta degli Apostoli schierandosi con una delle tante scuole di preghiera rabbiniche del suo tempo, ma ci metterà davanti il Padre con cui incontrarci. Se prima di cominciare magari lunghe e astruse preghiere o cantilene a volte snervanti ci fermassimo a pensare alla persona con cui parliamo, ci lasciassimo abbracciare dalla sua presenza, ci mettessimo in ascolto della sua volontà, quanto ci guadagnerebbe la nostra preghiera

 

 

GIOVEDI’ 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ASCOLTACI! E TU, ASCOLTAMI!

 

HANNO DETTO: Una massima sovente ripetuta tra i monaci dei primi tempi diceva che se v'è un demonio per tentare chi lavora, ve ne sono cento attorno all'ozioso. (San Giuseppe Cafasso)

SAGGEZZA POPOLARE: Il mulino senza grano macina sé stesso.

UN ANEDDOTO: Su una spiaggia una conchiglia si aprì per esporsi ai raggi del sole. Per caso una beccaccia passò di lì, allungò il becco a punta con l'intenzione di cibarsi della polpa del mollusco. La conchiglia, di fronte al pericolo, si rinchiuse imprigionando così il becco dell'uccello. La beccaccia tentò di liberarsi dalla stretta, ma ogni sforzo fu inutile. Da parte sua la conchiglia, sospesa al becco, non voleva abbandonar la presa. E così i due rimasero imprigionati l'uno all'altro. La beccaccia pensava: - Cederà prima lei, per mancanza di acqua! La conchiglia pensava: - Aspetterò a liberare il becco finché la beccaccia morirà di sete! Ad un certo punto arrivò un pescatore che con una mossa sola si impadronì delle due ostinate e se le portò, soddisfatto, a casa.

PAROLA DI DIO: Gal 3,1-5; Cant. Lc 1,68-75; Lc 11,5-13

 

Vangelo Lc 11,5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

“EBBENE, IO VI DICO: CHIEDETE E VI SARÀ DATO, CERCATE E TROVERETE, BUSSATE E VI SARÀ APERTO”.

La preghiera di domanda può sembrare la forma più facile di preghiera o, per lo meno, quella che usiamo maggiormente. Spesso però le nostre domande al Signore sono così circostanziate che più che un atto di supplica sembrano essere una imposizione: “Dio, tu devi farmi questo e quello, e in quel modo!” Domandare significa riconoscere di aver bisogno e riconoscere che c'è Qualcuno in cui si ha fiducia che può rispondere a questo bisogno. Ma non significa affatto lavarsi le mani dalle proprie responsabilità o pretendere un Dio a nostra misura. Non bisogna vergognarsi di chiedere ma avere anche la percezione chiara che noi chiediamo quello che in quel momento sembra il meglio per noi, tante volte senza sapere (“voi chiedete male perché non sapete quello che chiedete”). Dio sa quello di cui abbiamo veramente bisogno e come un padre buono ce lo dà, magari non secondo le nostre richieste, ma secondo la sua misericordia. “Papà è cattivo, non mi ha fatto il regalo che gli avevo chiesto” mi diceva un bimbetto tutto imbronciato. “E cosa gli avevi chiesto?” “Una pistola vera”.

 

 

VENERDI’ 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO, SIGNORE; CI AIUTI A FARE CORAGGIOSAMENTE LE SCELTE GIUSTE.

 

HANNO DETTO: C'è troppa gente che sa fare la predica sul peccato, ma troppo pochi sanno far sentire che il bene è bello. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ozio ha la noia per moglie e i vizi per figli.

UN ANEDDOTO: A Pavia, nel 1500, il cittadino più famoso era indubbiamente Gerolamo Cardano (1501-1576). Era conosciuto da tutti come matematico, medico, fisico e 'mago'. Cardano aveva un carattere piuttosto strano. Alcune volte andava in giro vestito di stracci; altre volte, invece, indossava abiti molto sfarzosi ed elegantissimi. Voleva provocare, ad arte, la reazione della gente che lo considerava uno strampalato, un bislacco, uno stravagante. Ma lui non mollava! Un giorno ha spiegato il perché del suo comportamento a due turisti in visita a Pavia. Ha confidato: Voglio abituarmi a non dar peso alle opinioni altrui!

PAROLA DI DIO: Gal 3,7-14; Sal 110; Lc 11,15-26

 

Vangelo Lc 11,15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Belzebù, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Belzebù. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Belzebù, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore

 

CHI NON È CON ME, È CONTRO DI ME; E CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE.         

Quanto sono larghe, spaziose e numerose le strade dei compromessi, dei mezzi impegni, del "salviamo capra e cavoli": "Voglio bene al Signore ma devo badare ai miei interessi!"

"Andrei a messa, la domenica, ma i miei mille impegni, e poi il Signore lo si può amare in mille altri modi!". "Amare, voler bene, perdonare, sì ma non nella giungla del mondo del lavoro: lì devi tirar fuori le unghie, far vedere i tuoi peli sullo stomaco!". "Signore fino a quando devo perdonare, fino a sette volte? (mi sembra già tanto)". Eppure Gesù è intransigente: per Lui non c'è spazio al compromesso: non si può tenere il piede in tante staffe diverse. Bisogna seguirlo e totalmente, bisogna avere il coraggio di comprometterci con Lui sapendo che la sua via conduce al paradiso ma che prima passa da un posto che noi vorremmo aggirare volentieri ma che è inevitabile: la croce.

 

 

SABATO 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU' PER IL DONO DELLA TUA PAROLA CHE SALVA.

 

HANNO DETTO: Non ho mai conosciuto un uomo capace di procurarmi tanti ostacoli quanti me ne sono procurati da solo. (L. Dwigt Moody)

SAGGEZZA POPOLARE: Uccello che canta non fa nido. (Proverbio Africano)

Un aneddoto: Il vecchio gufo della quercia più sapeva e più taceva. Più taceva e più sapeva.

PAROLA DI DIO: Gal 3,22-29; Sal 104; Lc 11,27-28

 

Vangelo Lc 11,27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parola del Signore

 

“BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO?”.

“Beato, fortunato, felice…” questa formula di benedizione si trova ben cinquanta volte nell’insieme del Nuovo Testamento… e venticinque volte sulle labbra di Gesù stesso nel Vangelo.

Dio porta beatitudine, benedizione, felicità… Fortunati, benedetti, felici sono i poveri, i miti, gli afflitti, i puri, i costruttori di pace, i perseguitati a causa della giustizia… Beato è quel servitore che il Signore troverà vigilante al suo ritorno, beati sono coloro che ascoltano la parola e la mettono in pratica, beata è Maria, perché ha creduto al compimento delle parole che le sono state dette, fortunato  è colui per il quale Gesù non è occasione di scandalo, felici sono gli occhi che hanno visto Gesù… “Beati voi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. Beati voi se vi farete servitori gli uni degli altri fino a lavarvi i piedi… Beati coloro che crederanno senza aver visto”. Ma quella che meditiamo oggi è una beatitudine che viene proclamata da una donna che in mezzo a tanti personaggi importanti, scribi e farisei che accusano il Salvatore di essere servo di Belzebù, esprime la propria ammirazione per la Madre di Gesù. Il testo greco è ancora più diretto e realistico della nostra traduzione, dice: “Fortunato il ventre che ti ha portato e i seni da cui tu hai succhiato”. È un’espressione tipicamente giudea per parlare della maternità, e questa donna elogiando la maternità di Maria vuole elogiare la grandezza di Gesù. Questa donna non si è lasciata suggestionare delle parole malevole dei farisei, ella è stata soggiogata dalla grandezza di Gesù ed esprime l’invidia per sua madre. Non dobbiamo dimenticarcene neanche oggi. Una delle grandi fortune, uno degli onori e delle gioie più profonde che una donna può provare sono i figli a cui ha dato la vita e che ha fatto crescere. Ma Gesù va ancora oltre, ed ecco un’altra ‘beatitudine’: “Benedetti piuttosto coloro che ascoltano e vivono la Parola di Dio”. Quasi a superare il dono grandioso della maternità, Gesù esalta la grandezza della fede. Notiamolo ancora una volta: Gesù non mette in alternativa, in opposizione la contemplazione e l’azione: la vera beatitudine non mette in opposizione i due aspetti inseparabili l’uno dall’altro, infatti, per Gesù, bisogna contemplare, ascoltare, pregare ma anche agire, mettere in pratica la parola, impegnarsi. Eccoci allora coinvolti anche noi. Maria, la ‘benedetta’ ci fa capire, attraverso suo Figlio che altrettanto ‘benedetti’ possiamo essere noi concependo la fede in Gesù e generandolo nella gioia del cuore con le opere che Egli stesso ci ha suggerito.

 

 

DOMENICA 11 OTTOBRE: 28^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', CI SEI NON PER FINTA NELLA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Noi cristiani siamo dalla parte della non violenza e non è affatto una scelta di debolezza e di passività. Non violenza è credere nella forza della verità, della giustizia e dell'amore più che nella forza delle guerre, delle armi e dell'odio. (Dom Helder Camara)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutte le divinità si rallegrano, tutti i veggenti cantano, tutti gli antenati danzano quando un ospite entra nella nostra casa. (Proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un uomo che non poteva vedere la sua ombra. Decise, allora, di lasciarla dietro di sé. Si mise a fuggire via veloce! Ogni volta, però, che muoveva le gambe per fare un nuovo passo, l'ombra lo seguiva implacabilmente. Perciò decise di correre ancora più in fretta... E così scappò via più veloce che poteva. Corse fino al punto di cadere a terra, morto! E pensare che gli sarebbe bastato entrare nell'ombra di un albero o mettersi a sedere per prendere fiato! Accettare sé stessi (ombra compresa!) è la condizione base della sanità mentale.

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22,1-14 [Forma breve Mt 22,1-10]

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.] Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

“IL RE ENTRO’ PER VEDERE I COMMENSALI E LI' SCORSE UN UOMO CHE NON INDOSSAVA L’ABITO NUZIALE”.

L’uomo entrato al banchetto regale pensava che “bastava esserci” e invece viene cacciato perché non c’era nella maniera giusta. Molti ‘cristiani’ pensano che l’essenziale sia ‘esserci’, ma rischiano di esserci nella maniera sbagliata. Per capirci faccio l’esempio dell’Eucaristia domenicale. Molti pensano che andare a Messa sia un dovere, un fare qualcosa di gradito a Dio per cui poi Lui ti premia e assistiamo a persone che entrano in chiesa, si appoggiano a qualche pilastro, controllano magari l’abbigliamento degli amici e delle amiche, sono pronti a drizzare le orecchie quando il parroco dice qualche strampalata o chiede dei soldi, guardano l’orologio perché il tempo deve essere quello “e non esageriamo!”, se ne escono tronfi di essere dei buoni cristiani… e fino a domenica prossima non se ne parla più. Quel cristiano c’era, ma non ha capito niente, non ha partecipato a nulla, non ha comprato Dio e, forse, era più redditizio per lui starsene a casa a dormire. Era un cristiano senza l’abito da festa, senza la gioia, senza il desiderio della partecipazione, incapace di condividere. Sì, perché il vestito bianco non è tanto l’andare alla messa senza peccati, l’essere dei perfetti osservanti della religione, è soprattutto aver capito il dono che ti viene fatto, è aver desiderio di pregare con gli altri, è il bisogno di ascoltare una parola che ci rinnova, è accettare la comunione con Dio, ricevere il suo perdono, è desiderare con la forza del suo pane di cambiare la propria vita.

 

 

LUNEDI’ 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTO È RISORTO, VINTA È ORMAI LA MORTE, ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: Non è il nemico che dovete combattere, ma l'errore del nemico, l'errore che il vostro prossimo commette quando gli capita di credersi vostro nemico. (Lanza del Vasto)

SAGGEZZA POPOLARE: Intrattieni gli ospiti, ma senza trattenerli.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un parroco sempre molto originale nelle sue omelie. Una domenica disse: - La prossima domenica vorrei parlarvi del peccato della menzogna. Perché veniate già un po' preparati, vi prego di leggere il capitolo diciassette del vangelo di Marco. Arrivata la domenica, il parroco pregò quelli che avevano letto il brano assegnato di alzare la mano. Tutti la alzarono! A questo punto il parroco, sorridendo, disse: - Il vangelo di Marco ha solo sedici capitoli! Adesso posso iniziare, davvero, la predica sulla menzogna!

PAROLA DI DIO: Gal 4,22-24.26-27.31-5,1; Sal 112; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11,29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARÀ DATO NESSUN SEGNO FUORCHÈ IL SEGNO DI GIONA”

Anche noi, a volte, vorremmo dei segni che ci garantissero la fede, o dei facili miracoli a seconda delle nostre esigenze, ma Dio non lo si comanda a bacchetta. Gesù dice alla generazione dei suoi contemporanei che non sarà dato alcun segno se non sé stesso. Proviamo ad aprire gli occhi: anche noi abbiamo il segno di Gesù, il. Figlio di Dio, morto e risorto per noi: non ci basta questo? Non ci basta un Dio fatto uomo che soffre e muore come noi e per noi? Non ci basta il Cristo risorto che è testimonianza vivente di risurrezione e salvezza per noi?

 

 

MARTEDI’ 13 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, LA STRADA DELLA CONCRETEZZA DELL'AMORE.

 

HANNO DETTO: Gli uomini sono tanto sciocchi che, dando un nome nuovo a una cosa vecchia, credono di aver pensato una cosa nuova. (Remy De Gourmont)

SAGGEZZA POPOLARE: L'oro di cassa si esaurisce; l'oro di braccia non perisce.

UN ANEDDOTO: Un giorno un ebreo fu invitato a parlare in una scuola. Il signore si presentò con in capo il famoso zucchetto indossato dagli ebrei osservanti: la kippah. I ragazzi, incuriositi, subito gli domandarono: - Perché gli ebrei portano sempre lo zucchetto sul capo? Il signore rispose: - Mi aspettavo questa domanda! Ebbene, ecco la risposta: a proposito della kippah vi sono due teorie. La prima dice che gli ebrei portano lo zucchetto in atto di adorazione e di umiltà nei confronti di Dio. La seconda, invece, dice che lo zucchetto serve per evitare che il lezzo dei nostri pensieri abbia a salire fino a Dio. Scegliete voi l'interpretazione che ritenete più giusta! Oltre il 75% optò per la seconda interpretazione.

PAROLA DI DIO: Gal 5,1-6; Sal 118; Lc 11,37-41

 

Vangelo Lc 11,37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».  Parola del Signore

 

“DATE PIUTTOSTO IN ELEMOSINA QUELLO CHE C’È DENTRO, ED ECCO, PER VOI TUTTO SARÀ PURO”.

Spesso il desiderio giusto di spiritualità ha portato a cercare quale sia il modo migliore, perfetto per realizzare la fede, il cristianesimo. È vero noi dobbiamo essere “perfetti come è perfetto il Padre nostro celeste”, ma questa ricerca esasperata di perfezione ci ha spesso portati a guardare solo a noi stessi, all’osservanza esteriore delle minime norme, all’ ipocrisia. Gesù invita il fariseo osservante, che però lo aveva subito giudicato, a non fermarsi alle esteriorità, ma ad imparare ad andare al nocciolo delle cose e credo che in fondo dica a lui e a noi più o meno così: “Quando uno sta morendo dalla fame, ha bisogno di trovare un piatto pulito o del cibo? Quando uno bussa alla tua porta per chiederti aiuto bada alle belle parole che tu puoi dirgli o a ciò che concretamente tu puoi fare per lui? La Chiesa mostra il suo vero volto perché tanti cristiani parlano o perché qualcuno si sforza di fare le stesse scelte che Gesù ha fatto?”.

La purezza di cuore non è legata alle esteriorità formali della legge, anche se queste potrebbero essere di aiuto, ma è legata al dare agli altri ciò che vi è dentro. Dio non si lascia ingannare dalle apparenze e dalle maschere che noi mettiamo per apparire più buoni di quello che siamo. Gesù in pratica ci dice: “Liberatevi dalla preoccupazione di voler apparire perfetti, dalla tentazione del voler raggiungere le vette di una virtù disincarnata, e rendetevi disponibili con semplicità, all’incontro con ogni persona; liberatevi dalla religiosità della fredda osservanza, da quella della paura e lasciate che il vostro cuore ripieno di Dio debordi e vi conduca per strade nuove con la fantasia dello Spirito Santo che abita in voi”.

 

 

MERCOLEDI’ 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLE PAROLE VUOTE: LIBERACI O SIGNORE!

 

HANNO DETTO: Quando l'orgoglio grida, è segno che l'amore tace. (Philippe Gerfaut)

SAGGEZZA POPOLARE: L'orgoglio prende spesso a prestito il mantello dell'umiltà.

UN ANEDDOTO: Quando lo scrittore Giovanni Guareschi (1908-68) ritornò dai campi di concentramento, la moglie Ennia colse nei suoi occhi come un lampo di fierezza. Perciò gli disse: - Giovannino, sembra che tu abbia vinto la guerra! E lui replicò, calmo: - Si, mi sento un vincitore perché in diciannove mesi sono riuscito a non odiare nessuno.

PAROLA DI DIO: Gal 5,18-25; Sal 1; Lc 11,42-46

 

Vangelo Lc 11,42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI DOTTORI DELLA LEGGE CHE CARICATE GLI UOMINI DI PESI INSOPPORTABILE E VOI QUEI PESI NON LI TOCCATE NEPPURE CON UN DITO”.

In uno dei più rinomati salotti televisivi, l’inossidabile presentatore aveva schierato per questa occasione, tanto di psicologi, educatori e pedagoghi e, manovrando con maestria tra due fronti, affrontava il problema di quale metodo educativo fosse il migliore nei confronti dei figli. Naturalmente le due schiere di opposta visione si fronteggiavano. C’erano quelli che sostenevano che per educare i figli ci vogliono norme certe e indiscutibili, affermate chiaramente anche fino ad imporle con autorità e forza, e c’era la schiera di coloro che affermavano che, in nome della libertà assoluta, non si deve imporre nulla. Naturalmente  dopo un paio d’ore di discussione intervallata dal cantante di turno, dal battutista d’occasione, e dall’immancabile pubblicità ogni quarto d’ora, non si giunse a nessuna conclusione e ancora oggi trovi, per l’educazione dei figlio, il padre-padrone che, fin che può, impone se stesso anche in maniera oppressiva e il cosiddetto padre-amico che ha perso la funzione di padre ed è troppo distante di età e di mentalità per poter diventare davvero e solo amico per il proprio figlio. Gesù in ambito religioso (ma questo si può applicare anche a tutti gli altri campi, soprattutto quello educativo) non si accampa da una parte o dall’altra, ma invita a pensare ai valori. Prima di imporre ad un altro una determinata cosa, tu la credi?

E, se la credi, cerchi di viverla? Cioè, in parole povere, che esempio stai dando sulla cosa che chiedi ad un altro? Ad esempio un padre che chieda ai figli di andare a messa e lui non ci vada mai, che cosa crede di ottenere? Uno che richieda amore e rispetto per la famiglia ma che trascuri i nonni e dimostri di sopportarli a stento, a che cosa pensa di educare?

Non è tanto questione di essere permissivi o meno, è questione di credere e di vivere ciò si afferma e che si vuole trasmettere!

 

 

GIOVEDI’ 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù; Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

O BUON PASTORE, IL TUO BASTONE E IL TUO VINCASTRO MI DANNO SICUREZZA E CONFORTO.

 

HANNO DETTO: La superbia mi toglie Iddio, l'invidia il prossimo, e l'ira me medesimo. (Ugo da S. Vittore)

SAGGEZZA POPOLARE: Orgogliosa è la pagliuzza che si crede una trave.

UN ANEDDOTO: Una mattina il professore di religione volle fare una lezione particolare. Disse agli alunni: - Per favore tracciate, con il compasso, un bel cerchio su un foglio bianco. Ora segnate un punto molto visibile al centro. Adesso fate partire dalla circonferenza venti raggi in direzione del centro. Gli alunni ubbidirono. Dopo pochi minuti portarono il lavoro al professore che spiegò: - Bene! Avete fatto un bel cerchio e venti raggi che vanno verso il centro! Ebbene, il cerchio rappresenta il mondo. Il punto centrale è Dio. I venti raggi siamo noi: voi diciannove ed io che insegno. Attenzione! Quanto più i raggi si avvicinano al centro, tanto più si avvicinano anche tra loro; quanto più si allontano, tanto più si separano. Chiaro, no? Dio unisce gli uomini, li fa solidali.

PAROLA DI DIO: Ef 1,1-10; Sal 97; Lc 11,47-54

 

Vangelo Lc 11,47-54

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GLI SCRIBI E I FARISEI COMINCIARONO A TRATTARLO OSTILMENTE, TENDENDOGLI INSIDIE”.

“Dovevi aspettartelo, Gesù! Tu hai messo in evidenza le mancanze dei religiosi di allora perché avresti voluto vedere in loro una conversione, ma Tu sai benissimo che l’orgoglioso, colui che pensa di essere il migliore di tutti, davanti ad un rimprovero, davanti a qualcosa o qualcuno che metta anche solo lontanamente in crisi la propria costruzione per mantenere il potere, ha un solo modo di reazione, quello di contrattaccare o inglobando o espellendo. Da sempre è successo così. I profeti non hanno mai avuto vita semplice, le persone pure sono sempre state considerate sciocche, chi cerca la verità in modo diretto e chi la vuole concretizzare è stato etichettato rivoluzionario, antisociale, turbatore della quiete pubblica e quindi persona da allontanare, da punire, da eliminare. Aiutami, Signore, ad esaminare uno per uno i tuoi “Guai” e a considerarli non tanto come una umiliazione, uno schiaffo morale che Tu mi dai, ma come una tua mano tesa per aiutarmi ad uscire dall’ ipocrisia, specialmente da quella terribile ipocrisia religiosa della quale spesso soffro.

Aiutami a capire che se tu mi dici: “Guai”, non è per condannarmi senza appello, ma per invitarmi a cambiare, per aiutarmi ad accogliere Te e Tuo Padre così come siete e non come le maschere della religione vi hanno presentato. Aiutami anche a non cadere in un’altra ipocrisia religiosa terribile, quella di vedere i tuoi “Guai!” solo e sempre indirizzati agli altri. Tu vuoi, come mi suggerivi due giorni fa, che io “ti dia in elemosina” i miei peccati e la mia ipocrisia: se saranno nelle tue mani e io mi abbandonerò a te, allora c’è speranza che io possa guarire da questa malattia”.

 

 

VENERDI’ 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: Non c'è monotonia e noia se non per le anime vecchie. (Madeleine Delbrel)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vive sei giorni nell'oasi, il settimo giorno anela al deserto.

UN ANEDDOTO: Il cervo alla fonte. Questo racconto afferma che spesso si scoprono più utili delle cose lodate quelle che tu hai disprezzato. Il cervo dopo aver bevuto si fermò presso la fonte e vide nell’acqua la sua immagine. Lì mentre ammirava le ramose corna e biasimava l’eccessiva sottigliezza delle gambe, all’improvviso atterrito dalle voci dei cacciatori cominciò a fuggire e ingannò i cani con un agile corsa. Allora il bosco accolse la bestia selvatica, nel quale trattenuto dalle corna impigliate cominciò a essere sbranato dai mortali morsi dei cani. Allora, morendo si dice che abbia levato questo grido: «Oh me infelice che ora finalmente capisco quanto mi furono utili quelle cose che avevo disprezzato, e quanto dispiacere mi avevano dato le cose che avevo lodato».

PAROLA DI DIO: Ef 1,11-14; Sal 32; Lc 12,1-7

 

Vangelo Lc 12,1-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Parola del Signore

 

“NON C’È NULLA DI NASCOSTO CHE NON SARÀ SVELATO E NULLA DI SEGRETO CHE NON SARÀ CONOSCIUTO”.

Qui sulla terra tutti abbiamo le nostre maschere. Qualcuna serve a farci vedere più belli di come siamo, altre a nascondere le nostre debolezze. Qualche volta il “Buon Giorno!” affettato che diamo alla persona incontrata nasconde auguri tutt’altro che sereni per quella persona, spesso un sorriso esteriore nasconde un giudizio truce e terribile, un atteggiamento pio il desiderio di essere ammirati e qualche volta addirittura un gesto di carità è tutt’altro che caritatevole ma fatto o per non fare brutta figura o magari per togliersi dai piedi una persona a noi non gradita. Davanti a Dio c’è poco da nascondere!

Lui legge il cuore, lui il film della nostra vita lo vede al naturale senza doppiaggio!

Non so se sia solo una mia fantasia ma qualche volta mi immagino il giudizio finale non tanto come Dio che dice: “Tu a destra nel paradiso e tu a sinistra nell’inferno” ma quanto piuttosto non essendoci più nulla di nascosto a nessuno, l’uomo stesso che desidera nascondersi, non farsi vedere così com‘è in realtà, insomma una specie di Adamo che ritrovandosi nudo cerca un cespuglio quasi potesse nascondersi. Se ci pensassimo un po’ più spesso che un giorno qualunque cosa sarà svelata, intanto saremmo più umili, poi avremmo più fiducia nella misericordia di Dio e poi cercheremmo di essere meno falsi, ipocriti, in cerca di false apparenze. Ricordiamocelo: in quei giorno la foglia di fico sarà seccata e il cespuglio sarà trasparente come la lastra di vetro.

 

 

SABATO 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NOI SENZA DI TE NON POSSIAMO NULLA: PERDONACI!

 

HANNO DETTO: Non ci sbarazzeremo mai di un nemico opponendo l'odio all'odio, ma solo sbarazzandoci dell'inimicizia (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Le notizie sono come i fiumi: più vengono da lontano più si ingrossano. (Proverbio Italiano)

UN ANEDDOTO: Un giorno le parole, annoiate di stare chiuse nel vocabolario, pensarono di uscire e andare a farsi un giro per il mondo. E così, di buon mattino, uscirono piano piano, dalle pagine del vocabolario e se ne andarono per campagne e città. Alla sera, rientrarono per raccontarsi le loro avventure. Cominciò la parola 'Noia' e disse: - Dove arrivavo io, tutti si mettevano a sbadigliare. La parola 'Caldo' disse: - Quando arrivavo io, tutti facevano andare avanti ed indietro i ventagli sulle facce. Continuò la parola 'Acqua': - Quando arrivavo io, tutti bevevano. Ogni parola diceva la sua. Quando fu il turno della parola 'Amico', disse: - Quando arrivavo io, tutti erano contenti, cosi contenti che volevano che mi fermassi e non uscissi più dalle loro case!

PAROLA DI DIO: Ef 1,15-23; Sal 8; Lc 12,8-12

 

Vangelo Lc 12,8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore

 

“CHI BESTEMMIERÀ LO SPIRITO SANTO NON SARÀ PERDONATO”.

Quando sentiamo la parola bestemmia ci vengono subito in mente certe parole rivolte contro Dio, contro la Madonna che, purtroppo, sentiamo sempre più in bocca a tante persone che il più delle volte non sanno neppur cosa dicono. Ma qui Gesù parla di una bestemmia che il più delle volte non è neppur fatta di parole. Si bestemmia contro lo Spirito Santo quando il nostro atteggiamento di vita esclude allo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di noi e dei nostri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonerei.

È allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.

 

 

DOMENICA 18 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Luca; San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, TUTTO QUELLO CHE HO È TUO. TUTTO TORNI A TE.

 

HANNO DETTO: Dio ha creato gli uomini, non i nemici. (San Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: A gran notte gran lanterna.

UN ANEDDOTO: Una volta un ragazzo del collegio commise una grave infrazione. Tutti si aspettavano che qualcuno lo punisse in modo esemplare, ma passarono tre mesi senza che il direttore dicesse nulla. Allora il gruppo dei ragazzi più grandi protestò: - Non si può ignorare ciò che è accaduto! Dopo tutto, Dio ci ha dato gli occhi per vedere! Il direttore replicò: - E vero, ma Dio ci ha anche dato le palpebre per chiuderli!

PAROLA DI DIO: Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21

 

Vangelo Mt 22,15-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Parola del Signore

 

“RENDETE A CESARE QUELLO CHE È DI CESARE E A DIO QUELLO CHE È DI DIO”.

Gli avevano chiesto: “È lecito pagare il tributo a Cesare?”. Ma era anche una domanda trabocchetto, un tranello teso a Gesù. I suoi interlocutori si proponevano di squalificarlo agli occhi della gente.

Se diceva sì, i farisei e gli zeloti potevano replicargli: “Tu non sei un messia liberatore, ma un nemico del tuo popolo, un venduto agli stranieri. Perché mai dovremmo seguirti?”.

Se diceva no, gli erodiani potevano rinfacciargli: “Ti metti contro i Romani, spingi il popolo a ribellarsi, e in questo modo attiri su di noi la repressione violenta dei soldati”. Gesù con la sua risposta non solo non cade nell’insidia ma ci dà tutta una serie di insegnamenti. Prima di tutto questo pagare il tributo a Cesare (cioè allo Stato) non risulta necessariamente in contrasto col rendere a Dio quel che gli è dovuto, cioè adorazione e amore filiale. Anzi, Gesù mette in risalto i diritti di Dio, senza toccare i diritti dell'imperatore. Lo Stato ha pur sempre un ruolo sociale da svolgere, a vantaggio di tutti. Ci sono quindi per i cittadini dei doveri verso il potere civile, che in coscienza vanno armonizzati col valore assoluto di Dio. Quando lo Stato svolge lealmente il suo ruolo, il tributo diventa un dovere di coscienza. Gesù con la sua risposta suggerisce in sostanza di soppesare quel che è dovuto allo Stato, e nello stesso tempo di ricordare che il valore preminente e assoluto è sempre e comunque Dio. Ma aldilà di queste discussioni che, spesso, da rapporto tra potere divino e potere terreno sono scadute nel potere dello stato e potere della Chiesa, Gesù ci dà una regola che vale in ogni campo della vita, anche nelle piccole scelte quotidiane: se Dio è il Signore di tutte le cose, il primo posto deve averlo sempre Lui. Le cose buone che Egli ci ha affidato non sono da disprezzare ma il loro valore è sempre relativo a quello divino.

Noi, come gli interlocutori di Gesù diciamo: “O Dio o Cesare”, Gesù ci insegna a dire: “Dio e Cesare”. Noi spesso mettiamo in contrasto Dio con le cose umane, Gesù ci dice di mettere Dio al primo posto proprio nell’interessarsi delle cose umane necessarie per noi e per i nostri fratelli. “Preghiera o azione?”: prega per poter agire nel giusto modo. “Scelta religiosa o impegno sociale” Se davvero hai scelto Dio non ti fermerai solo al tu per tu con Lui, ma sarà lo stesso amore che hai per Lui a spingerti all’azione amorevole verso il prossimo.

 

 

LUNEDI’ 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI O PADRE DI ESSERE NELL'ETERNITA' CON GESU' FIN D'ORA.

 

HANNO DETTO: L'obbedienza più perfetta verso Dio la compiamo non attraverso i comandamenti, ma attraverso l'amore; non attraverso i mezzi legali e le leggi, ma solo attraverso il cuore. (Stefan Wiszynski)

SAGGEZZA POPOLARE: Colui che non obbedisce al timone, obbedisce allo scoglio.

UN ANEDDOTO: Una volta un giornalista si avvicinò ad un politico e gli domandò perché non si risolvesse il collegamento con la Sicilia con un tunnel come quello che è stato costruito tra la Francia e l'Inghilterra. La risposta fu immediata e sorprendente: - Perché il tunnel non si vede!

Una tra le truffe più pericolose d'oggi è pensare che basti apparire per essere.

PAROLA DI DIO: Ef 2,1-10; Sal 99; Lc 12,13-21

 

Vangelo Lc 12,13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla gli disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».  Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO È NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI”

Una frase del genere scandalizzava i contemporanei di Gesù abituati a pensare che ricchezza e benessere fossero una benedizione del Signore, e lascia perplessi anche noi. Sembra quasi che Gesù ci faccia paura o ci inviti a disprezzare le cose di questa terra. Gesù, invece, ha come unico scopo quello di aiutarci a fondare le nostre speranze non su cose passeggere ma su Dio stesso. I beni di questo mondo, la natura, le persone, le cose, i sentimenti sono cose buone. Ma se il benessere è fine a sé stesso è fonte di ingiustizie, preoccupazioni, avidità, odio. Con tutti i soldi, gli amici, gli intrallazzi di questa terra non posso comprarmi neanche un’ora della mia vita: con Dio ho in offerta l’eternità, ma non solo quella futura, la beatitudine dopo la morte, ma l’eternità che comincia di qui, cioè, pur nella lotta e nella tribolazione quotidiana ho Dio già fin da adesso e se il mio cuore riposa in Lui non ho più bisogno di tante cose ma, anzi, so servirmi bene delle cose senza esserne schiavo.

 

 

MARTEDI’ 20 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TEMPO CHE CI DAI, SIGNORE, È UN'OCCASIONE DA NON PERDERE.

 

HANNO DETTO: Se Dio abita in ogni vivente, come possiamo pensare noi che qualcuno sia nostro nemico? (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: L’occhio e l’avaro sono insaziabili.

UN ANEDDOTO: Un tale guarda con attenzione un signore che sta pescando. Dopo ben due ore di osservazione, esclama, scuotendo la testa: - Non c'è proprio nulla di più stupido della pesca!

Allora il pescatore ribatte, seccato: - Una cosa più stupida c'è: è stare a guardare!

PAROLA DI DIO: Ef 2,12-22; Sal 84; Lc 12,35-38

 

Vangelo Lc 12,35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore

 

SIATE PRONTI, CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI E LE LAMPADE ACCESE

Proviamo, attraverso i termini usati, a vedere quale tipo di vigilanza ci indica Gesù.

“Siate pronti, con la cintura ai fianchi”. A noi, questo, forse dice poco, ma se pensate che i contemporanei di Gesù portavano lunghe vesti, avere una cintura ai fianchi, significava avere qualcosa per tirarsi su il vestito e non essere impacciati nel cammino. È la stessa cosa che Dio aveva detto agli Ebrei nella notte della Pasqua: “Tenetevi pronti per partire, per camminare”.

Quindi vigilanza è principalmente essere pronti per qualcosa di impegnativo, essere disponibili a muoversi. “Con le lucerne accese”. La luce serve per vedere. Dobbiamo sapere dove mettere i piedi, dobbiamo scoprire il volto del nostro Signore che è già arrivato dalle sue nozze con l’umanità, dobbiamo imparare a vedere il volto dei fratelli. Avere la luce significa anche poterla usare per illuminare il cammino di qualcun altro. Allora, la vigilanza diventa anche far portare frutti ai doni che ci sono stati dati. Ecco, allora, la vigilanza cristiana: è la mentalità di chi sa di essere in viaggio. Avere Gesù Via, Verità, Vita, non ci autorizza a sederci, a sentirci a posto, non ci garantisce né vita serena, né paradiso assicurato ma ci mette in cammino, e non solo verso il paradiso futuro ma verso una realtà più piena del senso della nostra vita… questo però comporta da parte nostra una capacità di adattamento a situazioni impreviste, prontezza nelle decisioni, dinamismo, accortezza.

Essere vigilanti è anche avere davanti la consapevolezza della precarietà della nostra vita e delle cose di questo mondo, per cui è vigilante chi non fonda il suo essere su cose non consistenti; ed è anche la consapevolezza di vivere in mezzo a pericoli e tentazioni costanti, ma è anche sperare. La fede e l’amore non dormono mai, ma si concretizzano nel presente, spiano con desiderio il futuro dal quale, se la nostra fiducia è in Lui, non può che venirci il Bene. 

 

 

MERCOLEDI’ 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTO CIO' CHE MI DAI.

 

HANNO DETTO: Ieri è un assegno annullato, domani è solo una cambiale. Soltanto oggi è denaro contante. (Leo Buscaglia)

SAGGEZZA POPOLARE: Oggi è figlio di ieri e padre di domani.

UN ANEDDOTO: Un giorno un ragazzo domandò ad un saggio: - Qual è la cosa più facile da fare? Il saggio rispose: - Schiacciare un verme. Il ragazzo continuò: E qual è la cosa più difficile? Il saggio rispose: - Rifare il verme che hai schiacciato!

PAROLA DI DIO: Ef 3,2-12; Cant. Is 12,2-6; Lc 12,39-48

 

Vangelo Lc 12,39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

“A CHI FU AFFIDATO MOLTO, SARA' CHIESTO MOLTO DI PIÙ”.

Ciascuno di noi si esamini su questo: Dio ti ha affidato molte cose: una famiglia, un figlio, un lavoro responsabile... Ti ha affidato la fede, i sacramenti, la comunità cui partecipi,

ti ha dato dei doni personali. Perché questo a te e non ad altri? Perché ad altri ha dato doni che tu non hai? Perché da te si aspetta quella risposta, perché Egli sa che tu puoi darla. Se ti tiri indietro tutto il mondo sarà più povero e Dio deluso nell’essersi fidato di te.

 

 

GIOVEDI’ 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A NON ESSERE DEGLI INGRATI.

 

HANNO DETTO: Se soffri per un'offesa qualsiasi, non raccoglierla... vedrai che non si rialza da sola (Nino Salvaneschi)

SAGGEZZA POPOLARE: L'onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo.

UN ANEDDOTO: Dopo che nel Marzo 1848 gli austriaci abbandonarono Milano, in seguito all'insurrezione delle Cinque Giornate, i rivoltosi trovarono l'odiato capo della polizia austriaca nascosto in un abbaino. Chiesero a Carlo Cattaneo, uno dei capi della sommossa, che cosa dovessero farne. Il Cattaneo rispose: - Se lo ammazzate, fate una cosa giusta; se non lo ammazzate, fate una cosa santa. I milanesi lo risparmiarono.

PAROLA DI DIO: Ef 3,14-21; Sal 32; Lc 12,49-53

 

Vangelo Lc 12,49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore

 

SONO VENUTO A GETTARE FUOCO SULLA TERRA, E QUANTO VORREI CHE FOSSE GIÀ ACCESO!”.

Gesù sente bruciare dentro sé stesso il desiderio forte e prepotente di donare agli uomini ciò che Dio gli ha consegnato per loro. Quando uno ama non usa mezze misure, è disposto a tutto, e Gesù è Dio che ci ama. In questo suo atteggiamento mi pare di poter cogliere la sua voce accorata ma decisa che ci richiama in questo senso: “Caro amico, cari cristiani, sono venuto sulla terra per dirvi che Dio vi vuole bene, che è un Padre misericordioso, e per farvi capire questo mi sono messo contro a mentalità e religioni che riducevano Dio o che ve lo facevano solo temere, ma per molti di voi non sembra una buona notizia. Per molti, Dio è solo Colui che dovrebbe intervenire quando c’è qualcosa che non va; per altri è il Dio della domenica, da tirar fuori come il vestito buono di certe circostanze e da riporre in armadio, ben chiuso, mi raccomando, nei giorni feriali. Caro amico, cari cristiani, sono venuto sulla terra e vi ho amati fino a versare il mio sangue perché il perdono giungesse fino a voi, e molti fanno di tutto per dire che il peccato non esiste, è solo un errore, e molti riducono la confessione (altri bellamente la escludono) ad un sentimento, a un elenco studiato di peccatucci, a una lavanderia a gettone. Caro amico, cari cristiani, ho visto le vostre fami di buono, di bello, di giusto e non vi ho dato pane secco, mi sono fatto io vostro schiavo, vostro pane per il cammino, e voi trascurate questo pane, avete ridotto l’Eucarestia ad un rito, al massimo ad un simbolo, per andare a cibarvi di tanti pani che non tolgono la fame. Caro amico, cari cristiani, ho acceso un fuoco e vi ho messo nelle mani delle capacità tali da trasformare voi e il mondo e avete fatto di tutto per spegnere questo fuoco, per ridurre la fede a chiacchiere da sacrestia, per rintanarvi in tradizioni trite, per addormentare le coscienze. Dovreste gridare e sussurrate, dovreste essere splendenti di gioia e siete musoni, siete liberi e vi comportate da schiavi, avete in mano i sacramenti che vi danno una grazia continua e la forza di vincere il mondo e li avete ridotti a celebrazioni noiose. Insomma, è possibile che non sentiate dentro di voi, almeno il desiderio di cambiare un po’!”.

 

 

VENERDI’ 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO, O SIGNORE, CHE CI AIUTI A DISCERNERE LA TUA VOLONTA'

 

HANNO DETTO: Se ciascuno fosse severo nei propri confronti quanto comprensivo nei confronti degli altri, non susciterebbe mai odio intorno a sé. (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: L'onestà sta bene anche in casa del diavolo.

UN ANEDDOTO: Si chiamava Aristippo ed era un bravo filosofo dell'antica Grecia, conosciuto da tutti per la sua grande golosità. Un giorno incontrò il collega Platone il quale, sapendo, anche lui, d'avere davanti una buona forchetta, lo rimproverò: - Non ti sembra d'aver comprato molto più pesce di quello che occorre alla tua fame? Aristippo ammise: - Si, il pesce è molto, ma l'ho pagato pochissimo: appena due oboli! A questo punto Platone esclamò: - A quel prezzo l'avrei comprato anch'io! Allora Aristippo concluse: - Vedi, dunque, se io sono goloso, tu sei avaro!

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-6; Sal 23; Lc 12,54-59

 

Vangelo Lc 12,54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore

 

SAPETE VALUTARE L’ASPETTO DELLA TERRA E DEL CIELO; COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE VALUTARLO?”

Gesù non solo non ci estrania da quella che è la nostra storia ma ci invita a interpretarla e trasformarla. Il Concilio Vaticano II° nella Gaudium et Spes dice: “E’ dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, cosicché, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sul loro reciproco rapporto”. Ma anche la nostra storia, i piccoli avvenimenti di oggi sono da leggere con gli occhi di Dio: quell’incontro con quella persona non è forse un richiamo di Dio? Quella sofferenza non può essere un atto di amore; quella coda interminabile allo sportello non può diventare un angolo di preghiera?

 

 

SABATO 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret; Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO PAZIENTE, INSEGNAMI LA PAZIENZA.

 

HANNO DETTO: L'oscurità non può scacciare le tenebre, solo la luce può farlo. L'odio non può scacciare l'odio, solo l'amore può farlo. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Non tutti possono essere ricchi, ma tutti possono essere onesti.

UN ANEDDOTO: Il controllore si avvicinò ad un viaggiatore seduto in fondo alla corriera e gli domandò: Cos'ha sulle ginocchia? L'uomo rispose: - È una bomba inesplosa. L'ho trovata in giardino. La sto portando agli artificieri perché la facciano brillare. Il controllore: - Non vorrà mica tenerla sulle ginocchia, no? La metta sotto il sedile!

PAROLA DI DIO: Ef 4,7-16; Sal 121; Lc 13,1-9

 

Vangelo Lc 13,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».  Parola del Signore

 

UN TALE AVEVA PIANTATO UN ALBERO DI FICHI NELLA SUA VIGNA E VENNE A CERCARVI FRUTTI, MA NON NE TROVÒ.”.

“Ho dato tanto amore a mia figlia, gli ho insegnato i principi della carità, della fede e oggi la trovo così egoista, così arida...” “Ho provato a seminare amore, sensibilità, servizio tra i miei colleghi di ufficio e più che calci in faccia...”.

E il padrone del fico, con dispiacere decide di tagliare la pianta. Ma c'è un vignaiolo, Gesù, che invita alla pazienza: “Proviamo ancora!”

Prova ancora, non darti per vinto, continua a concimare con amore, con speranza: d’altra parte Dio non sta facendo la stessa cosa cori te?

 

 

DOMENICA 25 OTTOBRE: 30^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È SALVEZZA E VITA.

 

HANNO DETTO: L'odio fa sempre più male a chi odia, che non a chi è odiato. (Gustave Thibon)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è onesto chi si brucia la lingua e non dice agli altri che la minestra scotta.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un bambino che tutte le notti raccoglieva pietre e si metteva a tirarle al cielo. Quelli che lo vedevano, gli domandavano: - Perché fai questo? Il ragazzino rispondeva: - Perché la luna è bella! Io voglio colpirla con una pietra e dividerla in tanti pezzettini per distribuirli a tutti. La gente rideva di lui e diceva che era un ragazzo pazzo, poveretto! Ma il ragazzo continuava a tirare pietre. Alla fine dell'anno, la luna non l'aveva colpita, ma non c'era nel paese nessun ragazzo capace di tirare pietre più in alto e più lontano di lui!

PAROLA DI DIO: Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

MAESTRO, NELLA LEGGE, QUAL È IL GRANDE COMANDAMENTO?”.

Districarsi tra le leggi non è facile. Anche il buon ebreo non trovava facile mettere in ordine i 613 precetti della legge giudaica. Ecco quindi la domanda sul comandamento più importante. Una domanda che possiamo farci anche noi quando ci troviamo invischiati in tutta la serie di norme morali che la Chiesa ci propone.

Gesù rispetta le leggi ebraiche, però non ci dà una ricetta-pronto-uso. Ci dà la chiave di lettura e di attuazione di ogni norma morale, valida per ogni tempo.

Se sai capire che Dio ti ama e ti dà delle leggi non per opprimerti ma per indicarti la strada della felicità; se metti l’amore di Dio al primo posto, in questo amore scopri anche la gioia di poter trasmettere amore al fratello, e questa gioia diventa anche amore per te stesso, cioè perseguire il tuo vero bene. Se c’è questa coscienza non cerchi più le leggi come un qualcosa da osservare per essere buono o non incorrere in punizioni, non farai più la graduatoria tra le più importanti ma vivrai la legge come libertà per accogliere e dare amore.

 

 

LUNEDI’ 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' DONACI I TUOI OCCHI PER VEDERE BENE NELLA VITA.

 

HANNO DETTO: Amare la natura, dialogare con essa non è cosa estranea al nostro amore con Dio; ne fa parte, ne è un capitolo. (Carlo Carretto)

SAGGEZZA POPOLARE: Non tutto ciò che è lecito, è anche onesto. (Proverbio Latino)

UN ANEDDOTO: Quando agli abitanti dell'antica Sparta qualcuno chiedeva fin dove arrivassero i confini della loro terra, indicavano la punta della spada e rispondevano: - Fin dove arriva questa qui! Se, invece, qualcuno chiedeva perché le loro città erano senza mura, rispondevano: - Le mura siamo noi!

PAROLA DI DIO: Ef 4,32-5,8; Sal 1; Lc 13,10-17

 

Vangelo Lc 13,10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.  Parola del Signore

 

“IL CAPO DELLA SINAGOGA, SDEGNATO PERCHE’ GESU’ AVEVA OPERATO QUELLA GUARIGIONE DI SABATO DISSE: CI SONO SEI GIORNI DELLA SETTIMANA IN CUI SI DEVE LAVORARE; IN QUELLI VENITE A FARVI CURARE E NON IN GIORNO DI SABATO”.

Nel brano di vangelo di oggi si scontrano due mentalità, due modi di vedere Dio e il prossimo, due modi di agire. C’è una persona malata. Il capo della sinagoga è impegnato nella celebrazione del sabato e vede questa donna come una delle tante fedeli che partecipano ad un rito. Gesù vede la donna, capisce la sua sofferenza, la chiama, la libera dal suo male. La malata glorifica Dio, la gente rimane meravigliata ed esulta, il capo della sinagoga vede il miracolo come un “lavoro” quindi come un’offesa a Dio per inosservanza sulle norme del sabato. Anche oggi può succedere la stessa cosa.

Dio può essere visto come il padrone che ci impone leggi, norme e pesi, al quale bisogna obbedire per non incorrere in pene o può essere visto come il Padre che ci ama e che se ci chiede di vivere in un certo modo lo fa solo per il nostro bene. Le persone possono essere viste come potenziali nemici o come fratelli chiamati come noi alla salvezza. Di qualcosa di buono che capita ad un mio fratello io posso essere contento o geloso. La vita può essere un qualcosa di estremamente bello da vivere in tutti i suoi aspetti oppure una terribile prova piena di negatività. Sta a noi scegliere il Dio della morte o quello della vita, sta a noi saper cogliere i segni dell’amore e della bontà di Dio o non saperli vedere. Se Dio è un Padre buono che ama i suoi figli più delle cose, scopro che solo l’amore vero è in grado di mettermi in rapporto con Lui e l’amore non ha giorni feriali e giorni festivi, non ha misure né strutture. È un’avventura gioiosa, piena di rischi e di fatiche, non sempre ricompensata come vorremmo, ma è la strada per cui si è incamminato Gesù e per la quale, se vogliamo davvero incontrarlo, dobbiamo incamminarci anche noi.

 

 

MARTEDI’ 27 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: La natura ha delle perfezioni per mostrare che è immagine di Dio, e dei difetti per mostrare che ne è soltanto l'immagine. (Blaise Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: L'onestà è una veste trasparente. (Proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Una volta un turista fece visita ad un nobile sultano arabo, il principe Omar. Lo trovò intento a scrivere alla luce di una lampada, quando questa si spense per mancanza di olio. L'ospite disse: - Mi permette di riempire la lampada? Il sultano rispose: - È sconveniente farsi servire dal proprio ospite. Questi, allora, disse: - Volete che svegli il domestico, per farlo? Il sultano: - È sconveniente svegliare il domestico che è appena andato a dormire! Ciò detto, il principe si alzò e andò a cercare il vaso dell'olio. Meravigliato, l'ospite disse: - Voi stesso fate questi servizi? Il sultano: - Non mi sono degradato! Sono rimasto sempre Omar, sia nell'andata che nel ritorno!

PAROLA DI DIO: Ef 5,21-33; Sal 127; Lc 13,18-21

 

Vangelo Lc 13,18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore

 

A CHE COSA È SIMILE IL REGNO DI DIO? È SIMILE A UN GRANELLO DI SENAPE...È SIMILE AL LIEVITO...”.

La mentalità del giorno di oggi ci porta a contemplare e ad ammirare soprattutto le cose grandi, le grandi conquiste dell’uomo, i grandi poteri, le grandi realizzazioni della scienza e spesso ci dimentichiamo che anche le cose grandi sono nate da cose piccole, da piccole idee, da tanti piccoli contributi che messi insieme le hanno realizzate. Gesù ci invita a guardare e considerare il Regno di Dio non tanto per la sua grandezza quanto per la forza e la potenza del suo divenire.

Il regno di Dio ha il suo avvenire proprio perché è Regno di Dio e non regno di uomini ma, sempre per lo stesso motivo, ha tempi di crescita diversi da quelli degli uomini e soprattutto non identifichiamo il regno di Dio con la struttura chiesa. Noi spesso diciamo: “Oggi la Chiesa è in espansione, oppure in diminuzione”, questo non vuole affatto dire che il Regno di Dio subisca esattamente la stessa sorte. Lo stesso criterio del Regno di Dio, piccolo ma in espansione, può poi applicarsi al Regno presente in noi: noi spesso pensiamo di essere buoni o cattivi a seconda dei risultati di osservanza religiosa che riusciamo a riscontrare o meno nella nostra vita. Non è ancora detto che questi siano i frutti del Regno. Entrare nel Regno significa soprattutto accettare questa forza apparentemente piccola e misteriosa che è però capace, se ci lasciamo fare, di fermentare tutta la nostra vita. Il vero successo, per noi e per la Chiesa, non è la realizzazione dei nostri progetti, ma essere disponibili a che Dio, in noi e attraverso noi, realizzi i suoi progetti.

 

 

MERCOLEDI’ 28 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE COSA VUOI DA ME?

 

HANNO DETTO: Il mondo è un libro meraviglioso, ma serve a poco a chi non ci sa leggere dentro. (Carlo Goldoni)

SAGGEZZA POPOLARE: Mentre conti le ore, il tempo se ne va.

UN ANEDDOTO: Per scoprire il valore di un anno, chiedi a uno studente che è stato bocciato all'esame finale. Per scoprire il valore di un mese, chiedi a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto. Per scoprire il valore di una settimana, chiedi all'editore di una rivista settimanale. Per scoprire il valore di un'ora, chiedi agli innamorati che stanno aspettando di vedersi. Per scoprire il valore di un minuto, chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo. Per scoprire il valore di un secondo, chiedi a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente. Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedi ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento. Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

GESÙ SE NE ANDÒ SUL MONTE A PREGARE E PASSÒ TUTTA LA NOTTE PREGANDO DIO

Gesù, prima di designare gli apostoli, passa una notte in preghiera. Per Lui una scelta importante non può che avvenire che in comunione con Dio. Oggi si parla di crisi di vocazioni (ma se ne parlava anche tanti anni fa quando esse era molte più di oggi: non sarà un po’ un luogo comune per nascondere altro?). Ma qual è il criterio per riconoscere una vocazione? Servono i test attitudinali, serve lo studio della teologia, serve una preparazione seria e concreta al ministero indicato dalla vocazione, servono buoni educatori… ma soprattutto per capire quale sia una vocazione serve tanta preghiera, preghiera che a volte dura degli anni. E’ solo mettendosi davanti a Dio e chiedendolo con insistenza: “Che cosa vuoi da me, Signore?”, è solo portando a lui i nostri sforzi, i desideri, le paure, le riuscite, i propri difetti, è solo guardando a Lui, a Gesù e al suo modo di operare, è solo mettendo a nudo con sincerità i perché profondi della nostra vita, è solo facendo silenzio davanti a Lui che poco per volta si scopre la strada. E poi dopo aver cominciato il percorso è solo rimettendolo nelle mani di Dio ogni giorno, richiarendolo, ritrovando motivazioni, chiedendo perdono, ripartendo, che poco per volta si riesce ad essere nella sua volontà. E passando gli anni e guardando indietro, sempre nella preghiera ti accorgi che Dio ha intessuto con te una storia originale, diversa da quella di tutti gli altri, ma una storia di amore che ti riempie il cuore di senso di ringraziamento.

 

 

GIOVEDI’ 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo da Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI MIO SCUDO, MIA DIFESA, MIO RIPARO.

 

HANNO DETTO: Abbi riguardo per l'opinione degli altri. Non aver nessun riguardo per l'opinione che gli altri hanno di te. (Lanza del Vasto)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuole mettere ordine in casa sua cominci dal suo cuore.

UN ANEDDOTO: Le piccole cose fanno la differenza: C'era una volta un vecchietto che piantò una piccola rapa e disse: "Cresci carnosa e forte". E la rapa crebbe carnosa, forte e tanto grande. Un giorno il vecchietto andò nell'orto per coglierla, ma tira tira non riuscì a strapparla. Chiamò allora una vecchina, che si mise a tirare il vecchietto, che a sua volta tirò la rapa. Tira tira, non riuscirono a sradicarla. Allora la vecchina chiamò la nipotina, che tirò la vecchina, che tirò il vecchietto, che a sua volta tirò la rapa. Ma nemmeno questa volta riuscirono a strapparla. La nipotina chiamò allora il suo cagnolino nero. Il cane tirò la nipotina, che tirò la vecchina, che tirò il vecchietto, che tirò la rapa. Tira e tira, la rapa non si muoveva di un millimetro. Il cane nero chiamò il gatto, il gatto tirò il cane nero, il cane nero tirò la nipotina, la nipotina tirò la vecchina, la vecchina tirò il vecchietto, il vecchietto tirò la rapa. Tutti insieme tirarono e tirarono ancora, ma la rapa rimaneva salda al suo posto. Il gatto chiamò il topo, il topo tirò il gatto, il gatto tirò il cane nero, il cane nero tirò la nipotina, la nipotina tirò la vecchina, la vecchina tirò il vecchietto, il vecchietto tirò la rapa. E finalmente, grazie ad un topolino, la rapa venne fuori. 

PAROLA DI DIO: Ef 6,10-20; Sal 143; Lc 13,31-35

 

Vangelo Lc 13,31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vàttene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e làpidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». Parola del Signore

 

“GERUSALEMME, QUANTE VOLTE HO VOLUTO RACCOGLIERE I TUOI FIGLI COME UNA GALLINA LA SUA COVATA SOTTO LE ALI E NON AVETE VOLUTO.”

Una delle cose che maggiormente commuove leggendo la Bibbia e specialmente i Vangeli è scoprire la tenerezza di Dio. Egli si china su di noi, non è il grande che lascia cadere qualche grazia sul servo, è veramente il Padre che gioisce e soffre nell’accompagnare il cammino del proprio figlio, e proprio come un Padre che per voler bene sul serio lascia che ciascuno di noi trovi la propria strada in mezzo alle difficoltà, ma non ci abbandona, ci tiene d’occhio, freme per noi, è sempre disponibile quando noi lo cerchiamo. Il suo è un amore che previene, accompagna, è sempre disponibile; non corriamo il rischio di essere come quei pulcini che per curiosità o amore di indipendenza vogliono scappare: nella casa e nell’abbraccio del Padre si sta bene.

 

 

VENERDI’ 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI IL MIO CUORE, GESU', PERCHE' POSSA INCONTRARTI.

 

HANNO DETTO: Le nostre opere non passano, ma restano come semi di eternità. (San Bernardo di Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ordine è il pane, il disordine la fame.

UN ANEDDOTO: In una giornata straordinariamente calda ed afosa, un uomo, seduto sotto una palma, sulle sponde dell'Irrawaddy, guardava verso l'altra riva dell'immenso fiume e sospirava:
"Ah, se potessi essere sull'altra sponda del fiume! Certamente troverei un villaggio più grande del mio, una pagoda più scintillante d'oro, gente più simpatica...". Nello stesso istante, sull'altro argine del fiume, un altro uomo, seduto anch'egli all'ombra di una palma, guardava in senso opposto e sospirava: "Ah, se potessi essere sull'altra sponda del fiume! Certamente troverei un villaggio più grande del mio, una pagoda più scintillante d'oro, gente più simpatica...". A Bathiàn, città grande e popolosa, ricca dì pagode scintillanti d'oro e di gente di ogni razza, migliaia e migliaia di persone, in quella giornata straordinariamente calda e afosa, pensavano in quell'identico momento: "Ah, se potessimo starcene seduti sotto una palma sulle sponde dell'Irrawaddy...".

PAROLA DI DIO: Fil 1,1-11; Sal 110; Lc 14,1-6

 

Vangelo Lc 14,1-6

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. Parola del Signore

 

UN SABATO GESÙ SI RECÒ A CASA DI UNO DEI CAPI DEI FARISEI PER PRANZARE ED ESSI STAVANO A OSSERVARLO”.

La curiosità ci rende spettatori e poi da spettatori diventiamo facilmente giudici. È comodo, in fondo, starsene in poltrona a vedere come le cose stanno andando. Non serve osservare Gesù, bisogna incontrarlo. Non basta sapere che cosa dice, bisogna vivere il suo insegnamento. Non serve dare facili giudizi, bisogna sporcarci le mani. Gesù non sa che farsene delle più alte teologie se non coinvolgono la vita, dei facili sentimentalismi se non portano all’amore; oggi Gesù si è invitato ospite in casa tua: non offrirgli i migliori manicaretti per poi solo osservare ciò che farà o non farà, ciò che dirà o non dirà; aprigli il cuore, incontralo, lasciati coinvolgere: solo così lo incontrerai davvero.

 

 

SABATO 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AIUTACI A FIDARCI DI TE.

 

HANNO DETTO: Non c'è nulla che meglio si adatti ad un'idea confusa d'una parola che non si capisce. (Emilio De Marchi)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove c'è ordine e disciplina, la miseria non si avvicina.

UN ANEDDOTO: Un antico racconto “Una cornacchia si gonfia di vana boria la testa, e raccattate le piume che erano cadute al pavone se ne fa bella. Da allora sdegna le proprie compagnie, e dei pavoni si intrufola entro il bellissimo gruppo. Ma quelli strappano le piume allo sfacciato volatile, ed a beccate lo cacciano via. La cornacchia malconcia, piangendo, prende la strada per ritornare tra i suoi, ma vien respinta e riceve un triste marchio d’infamia. Ed una, allora, fra quelle che prima aveva sprezzato: “Se di buon grado ti fossi accontentata del nostro soggiorno e avessi accettato la sorte che la natura ci ha dato, tu non avresti patito quel loro affronto, né sentiresti il bruciore di questa nostra ripulsa”. Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero delle persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.”

PAROLA DI DIO: Fil 1,18b-26; Sal 41; Lc 14,1.7-11

 

Vangelo Lc 14, 1.7-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE SI ESALTA SARA’ UMILIATO E CHI SI UMILIA SARA’ ESALTATO”.

Gesù ci invita all’umiltà ma parlare di umiltà in questi tempi in cui una certa visione dell'uomo spinge ad esaltarne le potenzialità è perlomeno ardito ma, a scanso di equivoci, sgomberiamo prima la mente da false interpretazioni.

Umiltà significa verità di sé, e deriva dalla parola latina "humus", terra.

Terra significa realismo, stabilità, fecondità; potremmo dire che l'umiltà è la virtù della concretezza che porta frutti. L'umiltà, non è in alcun modo un atteggiamento autolesionista che mi porta a svalutarmi. Non è umile chi dice a Dio: "Non valgo a nulla, faccio schifo". Chi dice così è una persona depressa, non una persona umile! Il Signore mi ha creato come un capolavoro e io, di risposta, gli dico che mi ha fatto come uno sgorbio! Manca di umiltà chi non riesce a vedere il positivo che Dio gli ha messo nel cuore e, tutto ripiegato sui suoi difetti, non sa far fiorire quel tanto di bello e grandioso che Dio ha dato a ciascuno a servizio del bene di tutti. Ed è ovviamente lontano anni luce dall'umiltà quell'atteggiamento di esteriorità esasperata, di supponenza, di egocentrismo così esaltato in questi tempi. Sei ciò che appari, sei ciò che guadagni, sei il tuo corpo - suggerisce insistente il mondo dei media. L'umiltà, quindi, è prendere coscienza di ciò che valgo, è equilibrio con lo sguardo costantemente rivolto verso Dio. Il discepolo può permettersi di essere ciò che è veramente, senza maschere, senza falsità.

     
     

 

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