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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2020

 

 

MARTEDI’ 1° DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI SAPERTI INCONTRARE.

 

HANNO DETTO: A tenere insieme un matrimonio non sono le catene, sono i fili, centinaia di fili sottilissimi che cuciono insieme la coppia con il passare degli anni. È questo che fa durare il matrimonio, più che la passione e il sesso (Simon Signoret)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tua moglie è bassa di statura, chinati per baciarla.

UN ANEDDOTO: Un romano, chiamato Muzio, aveva fama d’essere assai invidioso. Un giorno alcuni conoscenti lo videro passare tutto triste per il fòro. Uno commentò: Se è così triste di certo a qualche suo amico quest’oggi è capitato un bel po’ di fortuna!

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo Lc 10,21-24

Dal vangelo secondo Luca

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO CIO’ CHE VOI VEDETE”.

Qualche volta ci viene da pensare: “Per chi ha potuto vedere con i propri occhi Gesù, per chi ha potuto parlargli, ascoltare le sue risposte, vedere i suoi miracoli, tutto deve essere stato più semplice! Noi, invece, dobbiamo aver fede senza aver visto di persona, senza aver ascoltato direttamente, fidandoci delle parole altrui, in mezzo a problemi di ogni sorta!”

Ma, è poi proprio così? I nostri occhi, dopo duemila anni dalla venuta di Gesù non riescono a vedere la sua presenza? Eppure, Gesù ci ha detto che sarebbe rimasto con noi per tutti i giorni della nostra vita. La sua ‘Incarnazione’ da allora non è più cessata. Egli è in mezzo a noi nei poveri, in chi ha fame e sete, in chi soffre, nei piccoli, in coloro che cercano giustizia, è presente nei fratelli a cui dare anche solo un bicchier d’acqua. Ci sono ovunque segni della sua presenza: nella comunità cristiana e nella testimonianza di tanti credenti, nella sua parola che è viva ed efficace ancora oggi, nei suoi Sacramenti, nel suo Pane vivo per il nostro cammino, nel segno del suo perdono per i peccatori. Anche oggi, se sappiamo vederli, nel suo nome si compiono miracoli quotidiani: ci sono persone che trasformano la sofferenza in amore, c’è il miracolo del perdono al posto della vendetta, della condivisione al posto dell’egoismo. È vero che ci vuole fede per vedere tutto questo, ma anche ai tempi di Gesù ci voleva fede per riconoscere in un uomo, pur accompagnato da segni straordinari, il Figlio di Dio. Gesù non si è imposto allora come non si impone oggi, Egli si propone e chiede ad ogni uomo di vederlo, di seguirlo, di lasciarlo operare in noi.

Noi viviamo una religione della Incarnazione: Dio si fa uomo per redimere la nostra vita e chiede a noi di incarnare il suo amore nella nostra storia affinché la nostra realtà, accogliendo la divinità, possa ancora manifestare la concretezza del Suo amore.

 

 

MERCOLEDI’ 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD ESSERE COMUNITA' CHE CONDIVIDE.

 

HANNO DETTO: Il matrimonio è il sacramento dell'amore... Quando marito e moglie si uniscono in matrimonio, non sono più un'immagine di qualcosa di terreno, ma di Dio stesso. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dà troppo tempo alla maschera, finisce col farla diventare faccia.

UN ANEDDOTO: Se voi dite ai grandi: " Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre e dei colombi sul tetto", loro non arrivano ad immaginarsela. Bisogna dire: "Ho visto una casa da mezzo miliardo", e allora esclamano: "Come è bella!".

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37

 

Vangelo Mt 15,29-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.  Parola del Signore

 

“GESU’ DOMANDO’: QUANTI PANI AVETE? RISPOSERO: SETTE E POCHI PESCIOLINI”.

Gesù, sentendo compassione per quella folla formata da poveri, malati “zoppi, storpi, ciechi, sordi”, compie il miracolo della moltiplicazione dei pani anticipando con questo segno il dono totale di sé stesso nella Eucaristia. Noi davanti alle necessità dei tanti ultimi di questo nostro mondo diciamo: “Se Gesù ancora oggi moltiplicasse i pani, se facesse in modo che ogni uomo avesse il necessario…” E dicendo così spesso ce ne laviamo le mani con scuse come: “Che cosa ci potrebbe fare il mio piccolo contributo? E poi finirebbe davvero a coloro che hanno bisogno?

E poi, noi i miracoli non sappiamo farli!”.

È vero, non è in nostro potere moltiplicare i pani, ma lo è dividere il nostro con gli altri, moltiplicare il pane dell’amore e dell’affetto. La fame e la povertà sono multiformi. Solidarizzare con chi ha bisogno del pane quotidiano significa impegnarsi ad ottenere per tutti ciò che racchiude l’espressione “fame di pane”, cioè: lavoro e cibo, casa e famiglia, cultura e libertà, dignità personale e diritti umani. Senza dimenticare nemmeno i nuovi poveri della società attuale: anziani soli, malati terminali, bambini senza famiglia, madri abbandonate, delinquenti, drogati, alcolisti… Queste sono al giorno d’oggi le opere di misericordia verso il povero, nel quale Gesù si identifica, e questo è anche il senso del nostro celebrare l’Eucaristia dove Gesù si fa pane per tutti e per ciascuno e dove noi nutriti dal pane dell’amore di Dio impariamo a farci pane per i nostri fratelli.

 

 

GIOVEDI’ 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: La dimostrazione offerta dal sangue dei martiri è più chiara di ogni discorso. (Sant’Atanasio il Grande)

SAGGEZZA POPOLARE: Il marito senza affetto è come la casa senza il tetto.

UN ANEDDOTO: Disse una volta Rabbi Buman: Se volessi dare ingegnose interpretazioni della Scrittura, potrei fare bella figura. Ma lo stolto dice ciò che sa, e il saggio sa ciò che dice!

Parola di Dio: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7.21.24-27

 

Vangelo Mt 7.21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERA’ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA’ LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.

Il cammino dell’Avvento, oltre che farci rivivere il nostro incontro con il Dio che viene a salvarci, è anche un momento prezioso per purificare noi stessi e il nostro atteggiamento davanti a Dio. Gesù oggi ci invita ad esaminare il nostro atteggiamento religioso. C’è una forma di religiosità che potremo definire delle parole. Si pensa a Dio come a qualcuno da allettare, convincere, conquistare, comprare con le nostre parole: si definisce religioso uno in base alle ore di parole che dice al Signore, si fa diventare la preghiera una forma rituale, una formula quasi per ubriacare Dio o noi stessi. Gesù ci dice chiaramente che Dio non si lascia imbrogliare dalle nostre parole, Dio non si compra in base a devozioni, la Madonna non “strappa” grazie al Signore in base ai rosari detti, le anime non vanno in paradiso in riferimento al numero delle Messe che sono state dette per loro. Dio ama il momento della preghiera come momento di comunicazione di cuori, di crescita spirituale, di affetto profondo. Gesù stesso ci ha dato l’Eucaristia come momento di comunione profonda in cui certamente possono entrare i nostri affetti e anche il ricordo dei morti e la preghiera per loro ma non come rito con il quale comprare grazie; l’intercessione di Maria e dei santi è certa ed è bello rivolgerci a loro e con loro lodare, invocare, pregare ma non come farebbe il mafioso che si accaparra protezioni per ottenere appalti. Ma, facciamo attenzione, c’è anche un’altra forma di religiosità da cui purificarci ed è quella “del fare”. Questa religiosità è rappresentata da tutti coloro che dicono: “Tutto dipende da noi, Dio guarda esclusivamente alle nostre opere”. Conosco innumerevoli preti e cristiani sempre indaffarati: la conversione del mondo la si ottiene solo realizzando quel determinato piano pastorale; sono le cose che contano sempre di più e allora giù ad attrezzare la chiesa con tutti i moderni mezzi di comunicazione, di sale monumentali per incontri (a cui poi partecipano i soliti quattro gatti), a costruire chiese per onorare Dio (che sarebbe molto più onorato se quei soldi fossero serviti per qualche povero); a difendere Dio dagli errori teologici commessi da eretici e peccatori (che, guarda caso Gesù è venuto a cercare e a salvare).

Anche Gesù dice che bisogna fare: attenti però a quello che aggiunge, “fare la volontà di Dio”. Dunque la vera religiosità non si ferma alle parole e neanche al semplice fare ma a cercare la concreta volontà di Dio negli avvenimenti e a metterla in pratica con gioia: quindi sono necessari due momenti, quello della riflessione e preghiera vera per incontrare Dio e quello dell’agire secondo le indicazioni concrete del Vangelo con una attenzione: non far passare per volontà di Dio quelli che sono i nostri pallini o quello che altri uomini per interessi propri ci fanno passare per unica e assoluta volontà di Dio.

 

 

VENERDI’ 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO AVVENGA SECONDO LA TUA BUONA E SANTA VOLONTA'.

 

HANNO DETTO: Di molti tipi sono le persecuzioni, di molti tipi i martiri. Ogni giorno puoi essere testimone di Cristo. (Sant’Ambrogio)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel marito prudenza, nella moglie pazienza.

UN ANEDDOTO: Un uomo era morto e gli amici lo portavano in sepoltura. Quando la bara stava per essere calata nella fossa, l’uomo improvvisamente tornò in sé e iniziò a picchiare freneticamente contro il coperchio della bara. Si aprì la bara e l’uomo si drizzò a sedere, Che state facendo!? — urlò alla folla in cordoglio: io sono vivo! Non sono morto! Un mormorio incredulo corse tra i presenti. Ma alla fine, una delle persone che seguivano il funerale tagliò corto: Amico, i dottori e i preti hanno attestato che sei morto. È certa gente non sbaglia! Il compianto ebbe un bell’agitarsi e protestare, il coperchio fu riavvitato e la sepoltura portata a termine

PAROLA DI DIO: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

 

Vangelo Mt 9,27-31

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore.

 

AVVENGA PER VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE”.

Vi ripropongo una parola al giorno di altri tempi: a me personalmente sembra ancora attuale.

Stupisce sempre l’atteggiamento di Gesù che, davanti ad evidenti richieste di malati come i due ciechi del Vangelo di oggi, spesso si ferma e fa loro delle domande a prima vista assurde, tipo: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” o “Credete che io possa fare questo?”.

Proviamo a fare un po’ di esame di coscienza sulle nostre domande di richiesta.

Prendo davanti a me uno schema di “Preghiera dei fedeli”, uno dei tanti formulari che hanno liturgicamente sostituito il momento in cui i fedeli dovevano esprimere con libertà le loro preghiere. Ma, se volete, lo stesso esame di coscienza possiamo applicarlo ad ogni nostra preghiera di richiesta.

Immaginiamoci dunque la scena: è una domenica qualsiasi, dopo la predica e la recita del Credo, un lettore (guarda un po’, sempre il solito! Eh, ci tiene tanto!) ha letto le quattro intenzioni a cui un’assemblea più o meno attenta ad ogni, “preghiamo” (e fai attenzione a non lasciartene scappare uno fuori posto, se no l’assemblea parte), ha risposto: “Ascoltaci, o Signore”. Il sacerdote è già pronto a concludere con l’ultima orazione; le brave donne già mettono mano ai cestini per la questua, quando appare Gesù che dice: “Un momento, fratelli. Voi, usando un imperativo mascherato da supplica mi avete detto: ‘Ascoltaci, o Signore’, e io, siccome ci sento bene, vi ho ascoltato, ma voi volete davvero che io faccia ciò che mi avete chiesto e credete anche che io lo possa fare?

Mi avete chiesto la pace per quel paese in cui c’è la guerra civile. Credete che io possa darla questa pace oppure mentre la chiedete ragionate dicendo: ‘Intanto, finché ci saranno quei prepotenti  intanto, finché l’America o la Russia non intervengono… già, poi lì non ci sono neanche i pozzi di petrolio…’. Io, per potervi ascoltare ho bisogno di uomini di pace e qualcuno di voi invoca: ‘Ci vorrebbe un commando, andare a prendere quei generali, impiccarli davanti a tutti’.

Avete pregato per il Papa, i vescovi, i sacerdoti: Bravi! Fate bene a ricordare e pregare per chi dovrebbe essere il pastore del gregge (ricordatevi però che perché ci siano i pastori occorre che ci sia anche un gregge, se no non avrebbero senso). ‘Perché il ministero del Papa sia fruttifero’, mi avete detto, ma quando lui parla qualcuno di voi dice: ‘E’ un anziano che parla solo più di inferni e paradisi: roba da Medioevo’. Devo o non devo benedirli i viaggi papali se tra quelli che han detto: ‘Ascoltaci o Signore’ c’è chi ne gioisce e li vede come conferma nella fede e altri che li vedono solo come forma di affermazione di potere, manifestazione esteriore, spesa inutile di soldi che era meglio dare ai poveri?

Avete pregato anche per il vostro sacerdote, ma se dovessi davvero ascoltarvi dovrei dare a quel poveretto tante facce quanti sono i suoi parrocchiani, perché ognuno di voi lo vorrebbe a propria misura. Mi avete fatto ancora due belle richieste che stanno particolarmente a cuore anche a me: per la comunità parrocchiale e per gli ammalati (i morti con relativo elenco di nome, caso mai nella mia Onnipotenza e Misericordia me ne dimenticassi qualcuno, li avete sistemati in altra parte della Messa). Io vorrei che la vostra comunità fosse unita, vi ricordate che proprio nell’ultima Cena, prima di sacrificarmi ho pregato per questo, ma se già qui in chiesa tu hai cercato quel posto per non stare vicino a quella persona e non correre il rischio di doverle dare la mano al momento della pace!

Io voglio essere presenza consolante, fortificante, guaritrice per i vostri malati, ma tu sei disposto a ‘perdere del tuo tempo’ per rappresentarmi a loro?

Amici, io sono contento quando pregate. Io ascolto ogni preghiera, però, ricordatevi che so anche leggere nei cuori per cui parlate pure, dite tutto quello che volete, ma pensateci almeno un momento!”.

 

 

SABATO 5 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' GUARDA ANCORA ALLE NOSTRE DEBOLEZZE E SALVACI!

 

HANNO DETTO: Che vale chiamare "Madre" Maria Santissima, se anche noi non ci mostriamo suoi figli, principalmente con l'imitarla nelle sue virtù? (San Giuseppe Benedetto Cottolengo)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio povero e allegro, che ricco e malinconico.

UN ANEDDOTO: Fu chiesto a Rabbi Levi: “Perché in tutti i commenti alla Scrittura manca la prima pagina e ognuno incomincia con la seconda?” Egli rispose: “Per quanto un uomo abbia studiato la Bibbia, deve sempre ricordarsi che non è ancora arrivato alla prima pagina!”

PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35 - 10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9,35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

 

“GESÙ, VEDENDO LE FOLLE NE SENTI COMPASSIONE, PERCHÉ ERANO STANCHE E SFINITE, COME PECORE SENZA PASTORE”.

La tenerezza che Dio aveva tante volte dimostrato per il suo popolo nell’Antico Testamento diventa ancora più profonda in Gesù. Lui ha concretamente vissuto le nostre esperienze: sa quali sono le nostre sofferenze, le frustrazioni cui spesso andiamo incontro, i nostri desideri, i condizionamenti sociali, gli insuccessi... Vede la nostra fatica e le nostre stanchezze. È venuto proprio per questo: ricondurci in un unico gregge, farsi nostra guida, darci il conforto di un unico ovile. Anche oggi guardo il nostro mondo e vedo gli uomini agitarsi, correre, faticare, lottare, invecchiare spesso senza una meta, un fine. Anche oggi Gesù ci offre sé stesso come guida, come pane di conforto, come segno di unta... Ma accettiamo noi di avere Lui come nostro pastore?

 

 

DOMENICA 6 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DI AVVENTO (B)

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, LA STRADA DEL SILENZIO, PER IMPARARE A SENTIRE LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: Se, come ha fatto l'angelo, ci si inchina davanti a Maria, ella ci apre il Vangelo! Maria è la porta del Vangelo. (A. Frossard)

SAGGEZZA POPOLARE: Maledici un uomo e vi saranno due tombe. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Mosè si avvicinò al roveto ardente. Udì la voce, quella di Dio! Aveva il timbro della voce di suo padre. Gli diceva: Mosè, avvicinati! Rispose: Padre, dove sei? E la voce: Togliti i sandali, perché sono... JHWH! Allora Mosè osò chiedere: Se sei Dio, perché parli la mia lingua? Per farmi capire da te. Se sei Dio, perché hai il timbro di voce di mio padre? Per non spaventarti! Poi Dio liberatore ordinò: — Mosè, scendi in Egitto. Va’ a liberare dalla schiavitù il mio popolo che soffre!

PAROLA DI DIO: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

 

Vangelo Mc 1,1-8

Dal vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.  Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Parola del Signore

 

"VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO".

Ciascuno di noi ha un'idea di deserto: la maggioranza forse ha in mente i deserti alla "Lawrence d'Arabia": dune enormi, tempeste di sabbia, borracce vuote, sete, attacchi improvvisi di nemici, apparizioni, miraggi e "fate morgane".

Immaginarsi qualcuno che grida in quel deserto vuoi proprio dire: "Il colpo di sole è completo". Ma anche per chi è stato nel deserto di pietra e di rovi del deserto di Giuda, sembra pazzia sentire la voce di qualcuno gridare, qualunque cosa     annunci. È allora evidente che deserto, più che luogo, diventa soprattutto situazione. Se nella Bibbia era luogo maledetto della prova, per noi deserto può diventare luogo o momento di prova, di silenzio di Dio, di vuoto di vita che sembra non avere né principio né fine, di fantasmi allettanti che si dimostrano miraggi appena cerchi di prenderli. E allora ti accorgi che non c'è bisogno di partire e di andare nel deserto di Giuda, del Sahara o del Gobi per far l'esperienza del deserto. Mentre scrivo sento pullman passare, ripetuti colpi di clacson ad un incrocio per avere precedenza, donne che chiacchierano andando al mercato. Eppure, a volte, il deserto è proprio qui in mezzo alla gente: si può far tanto rumore, vivere mille incontri, ma se non hai qualcosa dentro puoi essere completamente nel deserto.

 

 

LUNEDI’ 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

COL TUO PERDONO, O GESU', RISCRIVI LA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: È falso pensare che alla Vergine Maria sia stata concessa una specie di visione di ogni cosa. Al termine della vita, certamente sì, ma non all'inizio. Ed è questa la sua grandezza, questo ce la rende così vicina. Maria ha certamente dovuto vivere di fede come noi. (R. Voillaume)

SAGGEZZA POPOLARE: Al tramonto il sole arrossisce, perché si vergogna di tutto ciò che ha dovuto vedere durante il giorno. (Proverbio Armeno)

UN ANEDDOTO: Domandarono ad un padre del deserto: È bene leggere spesso la divina Scrittura?

Rispose: La divina Scrittura è come l’erba fresca e buona: il resto è tutto spine. La pecora riceve dal pastore una buona erba da mangiare, ma essa mangia anche ciò che trova nel deserto. Quando si sente bruciare, perché ha mangiato le spine del deserto, rumina l’erba e la sua bocca si raddolcisce e il succo delle spine non si fa più sentire. E così anche per l’uomo, buona cosa è la meditazione delle Scritture tra tanti cibi indigesti del mondo.

PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

 

Vangelo Lc 5,17-26

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

“UOMO, I TUOI PECCATI TI SONO PERDONATI”.

Non sono mai stato ‘una cima’ a scuola: un mucchio di fantasie, il cambiare sovente nei miei intenti e desideri non facilitavano la mia attenzione specialmente nelle materie tecniche e scientifiche per cui sui miei quaderni spesso c’era un vero e proprio cimitero di croci rosse e blu. Qualche volta guardavo quei quaderni che all’inizio d’anno avevo comprato e intestato con tanta cura: come sarebbe stato bello poter ricominciare tutto da capo!

“Uomo, ti sono rimessi i tuoi peccati!”

C’è da restare stupiti come gli scribi e i farisei di allora. Chi può perdonare, riscrivere tutto? Chi può cancellare quelle croci, quei votacci?

Eppure, Gesù è venuto proprio per dirci questo: Dio mi ha mandato perché io ti perdoni, perché tu, con me, possa riscrivere quelle pagine e possa scriverne ancora tante altre senza croci rosse e blu. Io, da solo, non posso perdonarmi. Io, con i miei errori, mi sono creato dei grossi debiti nei confronti di Dio e dei fratelli e non ho il sufficiente per sanarli. Non posso neanche accampare dei diritti nei confronti di Dio. Gesù, invece, questo può farlo e lo ha fatto: Lui, servo obbediente, agnello immolato, ha dato al Padre sé stesso, la sua vita, la sua sofferenza proprio per azzerare il debito, per darmi un quaderno nuovo. Bisogna crederci, però!

Nella mia vita di prete, a nome di Gesù, quante migliaia di volte avrò alzato la mano benedicente ed ho detto: “I tuoi peccati sono perdonati”! E se, ogni volta, ho tremato, pensando che addirittura la misericordia di Dio passava attraverso le mie parole, le mie mani, la mia povera persona, ho poi visto in alcuni operare la Grazia, in altri l’abitudine, in altri addirittura la sfiducia che il perdono di Dio potesse esserci stato ed essere totale. Per non vanificarlo, bisogna crederci al perdono di Dio!

Dio, in Gesù, non solo non è il giudice severo che non perdona, neanche il ‘buon uomo’ che dice: “Facciamo finta che non sia successo niente”, non è soltanto colui che strappa le pagine del quaderno giustamente contrassegnate in rosso e in blu, è Colui che, mentre perdona, continua a riscrivere con te, è Colui che , se lo accogli, ti rinnova dentro, ti dà la forza e il coraggio per ripartire; forse i vocaboli saranno sempre gli stessi, ma con Lui ogni parola risuonerà diversamente, il tempo dei verbi impiegati non sarà soltanto il presente che stiamo vivendo ma anche il futuro della speranza certa, la persona impiegata non sarà solo la prima persona personale, l’ “io” egoista ed invadente, ma la coniugazione penserà agli altri e, prima di tutto, a Colui che è entrato nella nostra vita per perdonarci.

 

 

MARTEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACCOLATA CONCEZIONE B.V.M.

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI, SIGNORE, SONO IL TUO SERVO.

 

HANNO DETTO: Cristo volle che Maria rimanesse ai piedi della croce per darci la certezza che chiunque, anche oppresso dalla più grande croce della propria vita, se ha accanto la Madre di Dio, non si allontanerà mai da Cristo. (Stefan Wiszynki)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi cerca il male, il male trova.

UN ANEDDOTO: Al principio del secolo scorso, il Re delle Isole Samoa fu consigliato di farsi fotografare per poter distribuire il proprio ritratto ai rappresentanti diplomatici della sua capitale. E il sovrano ben volentieri si mise in posa con gli abiti più belli secondo l’uso locale. Nella destra però impugnava il Rosario; il fotografo, con certa delicatezza e un po’ d’imbarazzo, gli fece notare che i suoi antenati forse avrebbero gradito che egli avesse in mano una lancia o una spada, o anche solo uno scettro. Ribatté il re delle Isole Samoa: “I miei antenati erano dei pagani. Io sono cristiano: e questo simbolo mi sembra più adatto per essere riconosciuto nel mondo cristiano”.

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

E L’ANGELO SI ALLONTANÒ DA LEI.”

L’angelo è ‘mandato da Dio’ a Maria, la ‘piena di grazia’, per proporle ciò che è umanamente impossibile: diventare la madre di Dio. È un momento decisivo: tutta la creazione pende dalle labbra di Maria, in attesa di un suo sì che ha il potere di cambiare e redimere la storia. L’evangelista Luca, dopo che Maria ha detto il suo ‘eccomi’, annota che ‘l’angelo partì da lei’. 

Forse ‘partì’ anche per portare a Dio la risposta di Maria, per annunciare al Signore l’obbedienza e l’amore della sua creatura. È bello pensare che anche da ciascuno di noi, quando rispondiamo di sì ad un invito di Dio, un angelo parte, e reca un annuncio di gioia al Signore.

 

 

MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', NELLE TUE PIAGHE NASCONDIMI.

 

HANNO DETTO: Maria non opponeva alcuna resistenza all'invasione di Dio, ecco perché Egli poté colmarla di grazie. (Jean Lafrance)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi tiene il piede in due staffe spesso se lo trova fuori.

UN ANEDDOTO: Sant’Antonio di Padova un giorno disse: Il contadino benda gli occhi all'asino e lo batte con il bastone, e così l’asino trascina intorno una mola di grande peso. Il contadino è il diavolo e il suo asino è l’uomo mondano. Il diavolo gli chiude gli occhi quando gli acceca l’intelletto e la ragione con il bagliore delle cose terrene; e lo colpisce con il bastone della cupidigia perché trascini con sé la mola della vanità mondana

PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11,28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI DARO' RISTORO”.

Sono malato, mi è andato male un affare, ho molte paure per me e per i miei cari… Chi può consolarmi?

Un certo mondo mi dice: “Fatti furbo! Ti è andata male una cosa, consolati con un’altra, non importa come”. Qualcun altro, per consolarmi mi dice: “Poveretto!”, e io vado ancora più giù. Altri mi offrono dei palliativi, delle maschere. I più, quelli che mi erano vicini quando tutto andava bene, si allontanano e mi lasciano solo, ancora più solo. E dov’è Dio?

Gesù non ci dice di essere Lui la buona spalla su cui poter piangere, Lui non ci inganna, ci racconta che anche la Buona Notizia del suo Regno può essere un giogo, ma ci rassicura, perché se noi lo accettiamo, il suo modo di consolarci, sarà quello di ristorarci. Lui non ci dice: “Poveretti!”, ma cerca di rimetterci in forma, ci dà da mangiare, ci rimette in strada, ci dà una possibilità nuova. Lui fa questo non come il grande, il potente, il ricco che dall’alto della sua posizione stende una mano verso il miserabile ai suoi piedi. Lui per ristorarci si è fatto uno di noi, ha provato sulla sua pelle le fatiche, le ansie, le paure, le delusioni; chi meglio di Lui sa che cosa voglia dire soffrire moralmente e materialmente? Lui non ci ristora con un pane qualunque, ma si fa Lui stesso Pane. Lui non ci addormenta rimandando tutto al futuro, ma ci incita al presente che prepara il futuro.

 

 

GIOVEDI’ 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', VOGLIO SEGUIRTI: DONAMI FORZA!

 

HANNO DETTO: Nessuno al mondo ha conosciuto Gesù come Maria; nessuno è miglior guida e maestro per farlo conoscere. (Daniel Ange)

SAGGEZZA POPOLARE: L’impazienza e l’ira scompigliano tutte le cose.

UN ANEDDOTO: Racconto dei rabbini. C’era un albero che non dava frutti, benché sorgesse vicino alle acque. Il suo padrone fu costretto ad abbatterlo. Ma esso supplicò: Padrone, trapiantami e, se nemmeno allora io darò frutti, abbattimi! Ma il padrone gli rispose: Tu ti prendi burla di me! Se quando stavi presso l’acqua, non hai dato frutti, come puoi darne, stando in un altro posto? E quindi il padrone diede di mano alla scure.

PAROLA DI DIO: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

 

Vangelo Mt 11,11-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».  Parola del Signore

 

“DAI GIORNI DI GIOVANNI BATTISTA FINO AD ORA, IL REGNO DEI CIELI SOFFRE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO”.

Penso che ciascuno di noi sia stanco, stufo dalla continua violenza. Violenza terrorista che uccide senza rispetto per alcuno, violenza dittatoriale che sopraffà, violenze di guerre che ci vengono imposte, violenza del sopruso nelle strade, nelle case, nelle famiglie. E adesso anche Gesù ci parla di “violenza” per entrare nel Regno dei cieli? Di certo non è la violenza delle armi: “Riponi la spada nel fodero perché chi di spada ferisce, di spada perisce”. Non è l’astuzia e l’intrigo del potere: “Il Regno è dei piccoli, dei miti, dei semplici puri di cuore”. Questa “vio­lenza” non si riferirà allora a noi? Non sarà cambiare mentalità, passare dai nostri egoismi al dono, non sarà forse continuare a credere e a mettercela tutta per la pace mentre il mondo sembra dirci che intanto la pace è solo un’utopia?

Gesù, parlandoci di Giovanni il Batista ci dice che si è impadronito del regno con violenza, ma quale? È stato scelto da Dio per una missione ed egli ha accettato, comprese tutte le conseguenze anche quelle di certo non piacevoli. Ha scelto il deserto e non “le morbide vesti”, ha dovuto “gridare” per farsi sentire, non si è piegato “come una canna mossa dal vento” e non ha ceduto alle lusinghe né dei religiosi, né dei potenti, né al ‘buon senso’. Ha parlato contro il potere sapendo che con questo si giocava la testa; ha indicato Gesù, è “diminuito perché Lui cresca”, non si è tenuto neppure i suoi discepoli ma li ha indirizzati a Gesù; nel buio della sua prigione ha perfino vissuto il dubbio di aver sbagliato ed ha avuto bisogno di conferme da Gesù stesso. Ecco la violenza di Giovanni ed ecco l’impegno per noi: l’unica violenza della mia vita deve essere quella di scelte serie per poter amare davvero.

 

 

VENERDI’ 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SOLO TU SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: L'amore di Cristo non conosce limiti, non finisce mai, non si ritrae davanti a bruttezza e sporcizia. Egli è venuto per i peccatori e non per i giusti, e se l'amore di Cristo vive in noi dobbiamo fare come lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita. (Santa Benedetta della Croce - Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: L’immaginazione e la paura sono peggiori della pestilenza.

Un aneddoto: Alcide De Gasperi, il grande statista italiano ricostruttore dell’Italia del dopoguerra, quando partecipò a Parigi alla grande assemblea dei rappresentanti «alleati vincitori» si adoperò perché la nostra nazione, così martoriata dagli eventi bellici, ottenesse una pace onorevole. Dopo le solenni sedute, amava rifugiarsi in una Chiesa e starsene serenamente in adorazione dell’Eucaristia. A coloro che ritenevano ciò una perdita di tempo rispondeva: «Inginocchiato davanti a Dio per restare ritto di fronte agli uomini!»

PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo Mt 11,16-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore

 

È VENUTO GIOVANNI CHE NON MANGIA E NON BEVE E HANNO DETTO: È INDEMONIATO. È VENUTO IL FIGLIO DELL’UOMO CHE MANGIA E BEVE E DICONO: ECCO UN MANGIONE E UN BEONE”.

Gesù, oggi ci ricorda due grandiosi ‘insuccessi’.

È venuto Giovanni Battista e non l’hanno capito, l’hanno considerato un matto, un indemoniato. È venuto Gesù e chi lo ha messo in croce ha addirittura pensato di aver fatto un bene.

Seguire Gesù non è aver successo; operare per la giustizia e la verità non significa ottenere giustizia o automaticamente far progredire la verità. Aiutare un povero non ti esime dall’essere imbrogliato, magari proprio da quella stessa persona. Per il fatto che perdoni non significa che non ci sia qualcuno che ne approfitti. Per il fatto che tu predichi il Vangelo non significa che tutti coloro che l’ascoltano si convertiranno ad esso. Eppure se Giovanni Battista avesse ragionato con tanto ‘buon senso’ ed avesse detto: “Perché devo rimetterci la testa per andare a puntare il dito contro Erode che intanto non cambierà?”, se Gesù avesse detto e dicesse tuttora: “Vale la pena morire per l’uomo, quando dopo 2000 e più anni tanti uomini non mi conoscono neppure, e quelli che mi conoscono sono divisi tra loro, litigano, dimostrano di non capirmi?”, noi non avremmo né il Precursore né il Messia. No, le cose non vanno fatte per il successo, neppure per il successo del bene, vanno fatte perché sono buone, vere, giuste. Una verità è sempre verità, sia che abbia successo o no!

La giustizia è sempre tale sia che trovi il suo corso sia che venga manipolata da uomini ingiusti.

Dio è sempre Dio anche se c’è il bestemmiatore, l’amore di Gesù per noi è sempre tale sia che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo; non è la quantità di successo che ha a rendere buona o cattiva un’idea.

Come cristiani, come testimoni, non siamo chiamati ad aver successo. Siamo chiamati a seminare nella fiducia. Al resto ci pensi il Padrone della messe.

 

 

SABATO 12 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CHE IO TI VEDA, TI SEGUA, TI AMI.

 

HANNO DETTO: Cercate la carità: essa vi darà la risposta volta per volta, a ciò che dovete fare. (Carlo Carretto)

SAGGEZZA POPOLARE: I libri parlano allo spirito, gli amici al cuore, il cielo all’anima e tutto il resto agli orecchi.

UN ANEDDOTO: Nella scuola di Rabbi Tsmaele, il maestro chiese ai giovani: — Che cosa succede quando il martello picchia contro la roccia? — Sprizzano scintille! E vanno a posarsi un po’ ovunque. Così è lo Spirito di Dio: manda le sue scintille dove sa di suscitare un pensiero sempre utile a tutta la comunità.

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11 (NV); Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo Mt 17,10-13

Dal vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA È GIA’ VENUTO E NON LO HANNO RICONOSCIUTO,

Come è successo ai contemporanei di Gesù che non hanno riconosciuto Elia in Giovanni e il Messia in Gesù perché si aspettavano un Elia ed un Messia diversi, così può capitare, anche oggi, che Cristo ci passi accanto e noi rischiamo di non vederlo. Attendiamo il Cristo giudice che faccia piazza pulita dei cattivi e non cogliamo la sua presenza che perdona, che salva. Cerchiamo Dio nello splendore dei templi e magari non sappiamo vederlo nel povero che bussa alla nostra porta. Andiamo a fare preghiere in conventi ed eremi e non sappiamo pregare in famiglia. Gesù è sempre diverso da come lo pensiamo quando lo facciamo diventare proiezione dei nostri desideri umani. Ma c’è un metodo sicuro per saper conoscere il Cristo: dove c’è amore o possibilità di amore, stai sicuro, lì c’è Lui.

 

 

DOMENICA 13 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO (B)

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

CONVERTICI A TE, DIO DI OGNI MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Più abbracciamo la Croce e più stringiamo strettamente Gesù, che vi è attaccato (C. De Foucauld).

SAGGEZZA POPOLARE: I ladri sarebbero pochi, se nessuno tenesse loro la mano.

UN ANEDDOTO: L’Abate di un monastero chiese una sera a un suo confratello: “Che cosa hai fatto oggi?” Questi sospirò e gli rispose: “Oh, ho ogni giorno talmente da fare che, senza l’aiuto di Dio, non mi riuscirebbe di finirlo! Oggi ho addestrato due falconi a che non mi sfuggano via ma obbediscano ai miei comandi. Ho altresì badato a un branco di maiali affinché nessuno di essi sprofondasse nelle melme della palude. Ho pure badato a ché un serpente velenoso rimanesse sempre nella sua tana e quindi non mordesse nessuno. Ho anche spinto l’asino a far girare più in fretta la ruota del mulino e – soprattutto – legato bene un leone, per il quale nessuno sa quando e dove esso avrebbe potuto azzannare qualche persona”. Pieno di stupore, quell’Abate lo interruppe: “Ma di quali animali parli mai? Simili bestie non le abbiamo mai avute, nel nostro convento!”. Quel confratello rispose: “Purtroppo la verità è che noi le abbiamo veramente nel convento! I due falchi sono i miei occhi, che io devo continuamente sorvegliare, perché non guardino cose cattive o peccaminose, anche e solo qualcosa che non sia bene. I maiali sono i miei pensieri, che corrono sempre il rischio di rotolarsi dentro il fango delle tentazioni carnali. Il serpente è la mia lingua, che vuole spesso uscire dalla bocca per pungere, in modo cattivo, gli altri. L’asino è la mia propria pigrizia, e il leone infine, è la mia propria tendenza all’ira, che io devo sempre tenere ben legata

PAROLA DI DIO: Is 61,1-2.10-11; Cant. Lc 1,46-50.53-54; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28

 

Vangelo Gv 1,6-8.19-28

Dal vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

“I GIUDEI GLI INVIARONO DA GERUSALEMME SACERDOTI E LEVÌTI A INTERROGARLO: «TU, CHI SEI?»”.

Le alte gerarchie si mostrano sospettose di qualsiasi novità, c’è sempre diffidenza nei confronti di chi fa scoccare anche solo una scintilla di luce, di vita, bisogna accontentarsi del presente, del teologicamente sicuro, del bollo di garanzia dell’apparato curiale. Gli uomini della speranza vengono considerati una minaccia per la tranquillità e comunque vanno tenuti d’occhio, possibilmente denigrati, oppure inglobati. Tutto, nella grande piramide del potere religioso, deve essere a posto, sistemato, previsto, regolarizzato. Il potere religioso sembra aver paura del Messia ed anche del suo profeta. E pensare che Giovanni Battista in questa bellissima pagina per tre volte con forza dice: “Non sono”. Il vero profeta non è un esaltato, non uno che ha costruito tutto su sé stesso ma uno che è fedele fino alla morte al messaggio che Dio gli ha affidato. Anche oggi ci sono voci che invitano i credenti a riscoprire la bellezza, la novità, l’impegno nella concretezza di scelte veramente profetiche, che invitano a soffermarsi non soltanto al passato o al presente, ma a guardare con speranza al futuro, voci che più che dare sicurezze sono stimoli, provocazioni. Io sono con il potere costituito per farle tacere? Preferisco farmi convertire dal Vangelo o discutere all’infinito di esso e di Chiesa e per poi essere sempre esattamente allo stesso punto?

 

 

LUNEDI’ 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', LA TUA AUTORITA' E VERITA' SI FONDANO SULLA TUA CROCE.

 

HANNO DETTO: La carità è una presenza. È necessario non soltanto donare, ma donarsi (R. Follereau).

SAGGEZZA POPOLARE: Il pianto non ripara i mali.

UN ANEDDOTO: Ramad era un ladro di India. Una volta, mentre rubava, notò un piccolo libro nero che conteneva delle pagine sottili, perfette per fare delle sigarette, e lo prese. Ogni sera strappava una pagina, la rotolava, ci metteva dentro del tabacco e fumava. Osservando che le piccole parole sulle pagine erano nella sua lingua, iniziò a leggerle prima di fare le sue sigarette. Una sera dopo aver letto una pagina, si inginocchiò e chiese al Signore Gesù di perdonargli i peccati e di salvarlo. Poi si arrese alla polizia, che se ne stupì. Ramad il ladro diventò un seguace di Gesù Cristo. E nella prigione in cui fu messo per i suoi crimini, condusse molti al Salvatore. La Parola di Dio diventò per Ramad la potenza di Dio per la salvezza

PAROLA DI DIO: Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27

 

Vangelo Mt 21,23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore 

 

“CHIESERO A GESU’: CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTO? CHI TI HA DATO QUESTA AUTORITA’”.

Un argomento difficile quello che suscita la domanda posta a Gesù da parte dei Sommi Sacerdoti e degli Anziani. Essi pensavano di essere le autorità del popolo. Questa autorità la facevano addirittura discendere da Dio stesso. Anche la mentalità del Vangelo non mette in dubbio questo principio.

Ad esempio, quando Caifa dirà: “E’ meglio che muoia uno solo piuttosto che tutto il popolo abbia a soffrire”, l’evangelista noterà che queste parole erano una profezia su Gesù, valida in quanto detta dal Sommo Sacerdote. Quello che il Vangelo non concorda con la mentalità dei Sommi Sacerdoti e Anziani del popolo è l’uso dell’autorità. Anche Gesù dà ‘potere’ ai suoi discepoli di cacciare i demoni, guarire i malati, annunciare il Regno, ma questa autorità è per il servizio di Dio e del prossimo: “Chi è il più grande tra voi si faccia il più piccolo”. È vero, l’autorità conferma in un ruolo: “Chi ascolta voi, ascolta me”, “Ciò che legherai sulla terra, sarà legato anche nei cieli”, ma non autorizza all’uso smodato dell’autorità che diventa potere o alla garanzia automatica della verità assoluta in ogni campo e in ogni applicazione. Un altro aspetto in cui non ci sono assicurazioni di unicità di autorità ci è dato proprio dal Vangelo di oggi, dove Gesù, con arguzia e ironia dimostra ai saccenti dell’autorità che può sorgere un Giovanni Battista o un Gesù anche al di là della cerchia ufficiale della casta sacerdotale. Se fosse stato solo per questa, la storia di Gesù sarebbe stata: “La storia di un uomo buono, ma esagitato, che con abile mossa politica abbiamo messo a tacere”.

Grazie al cielo Dio non è imbrigliato neanche dai sacerdoti o dai loro codici di diritto canonico, Dio “fa sorgere figli di Abramo anche da queste pietre”. Dio ieri come oggi parla attraverso l’autorità della gerarchia quando questa è un vero servizio e non un esercizio di potere, come parla anche attraverso mille voci che ancora fa liberamente sorgere a servizio del suo popolo.

Io come cristiano devo pormi con attenzione e ascolto davanti all’autorità religiosa, ma anche con criticità equilibrata per il bene stesso della Chiesa, specialmente là dove questa autorità è vista unicamente come potere, ma nello stesso tempo devo essere molto attento nel cogliere e vagliare la voce di Dio che ogni giorno in mille modi diversi giunge a me.

 

 

MARTEDI’ 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD ESSERE SINCERI CON TE.

 

HANNO DETTO: Un cuore che non reagisce davanti alla miseria è un cuore miserabile. (Francois Mauriac)

SAGGEZZA POPOLARE: A biscottini non si campa.

UN ANEDDOTO: Rabbi Slostowski come professore ad un seminario a Tel Aviv, odiava il Signore Gesù Cristo. Il suo odio era così grande che criticò aspramente un giovane studente che leggeva un Nuovo Testamento in ebraico. Il giovane rispose dandogli una copia. Quella notte, il rabbino, da solo in camera sua, rimase sveglio fino alle tre leggendo del Nazareno che disse di essere il Messia. Lo Spirito Santo lo guidò alla verità, e più tardi disse, "Io ho già trovato più di 200 brani del Nuovo Testamento che dimostrano che senza dubbio Gesù è veramente il Messia.

PAROLA DI DIO: Sof 3,1-2.9-13; Sal 33; Mt 21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore

 

“UN UOMO AVEVA DUE FIGLI. RIVOLTOSI AL PRIMO DISSE: FIGLIO, VA OGGI A LAVORARE NELLA MIA VIGNA. ED EGLI RISPOSE: SI’, SIGNORE; MA NON ANDO’ “.

Spesso ci risulta già difficile davanti agli uomini, far concordare il fare con il dire, provate, ad esempio a pensare a tutte quelle persone che sanno tutto a parole, che hanno verbalmente una soluzione per tutti i problemi, ma che non hai mai visto una volta sudare. Ma risulta ancor più difficile con Dio in quanto, nel fondo, gioca il fatto che “intanto Dio non lo vedo fisicamente”, “intanto è buono e capisce tutto”, e quindi, giù con le promesse (ad esempio: “Ti amo con tutto il cuore”, “Prometto di non offenderti più”) ma poi la realtà è un’altra cosa. Ma anche senza essere dei bugiardi spudorati spesso ci è difficile essere fedeli a ciò che uno desidererebbe.

In certi momenti è bello ed entusiasmante seguire Gesù. Ma a volte sopraggiungono periodi di buio, di “stanca”. Piegare la schiena, obbedire, lavorare sempre nella stessa vigna, non vedere subito i risultati ci fa perdere l’entusiasmo. “Signore, so che dovrei fare così, ma non ne ho voglia. Sono stanco. Perché proprio a me? Manda un altro! Potrei andare a trovare quel malato, potrei dare una mano in casa, potrei dedicare più tempo alla preghiera, ma ho altro da fare di più interessante. E poi, andare nella vigna del Signore significa “perdonare settanta volte sette”, “prendere la croce”, “porgere l’altra guancia”. Signore non ne ho voglia!”.

Non spaventiamoci dei nostri “no” istintivi. Fuggire il difficile, la prova, è naturale! Ma poi, ripensiamoci, entriamo in noi stessi: “Signore, non ne ho voglia, ma questa mattina ti ho detto: Sia fatta la tua volontà! Non ne ho voglia ma Tu, senza averne voglia hai accettato di morire in croce per me! E poi, quella “vigna” in cui mi mandi a lavorare è la mia eredità!”.

 

 

MERCOLEDI’ 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CREDIAMO, MA AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Lasciamoci salvare dal Signore, lasciamoci amare! Abbiamo peccato, siamo mediocri, ma che importa! Egli è venuto per questo. (Voillaume Renè)

SAGGEZZA POPOLARE: Guai e maccheroni si mangiano caldi

UN ANEDDOTO: C'era un uomo, padrone di un asino, che non ne voleva sapere di confessarsi, né di fare la comunione. Sono cose da bambini e da donne! diceva. Antonio provò a spiegargli l'importanza dei sacramenti, ma niente da fare… Allora ebbe una idea ed indicò il mulo. L'uomo guardò il suo asino e disse: -Va bene, facciamo così: io tengo il mio mulo tre giorni senza mangiare, poi te lo portò qua in piazza. Gli mettiamo davanti un mucchio di fieno e tu gli metti davanti l'Ostia consacrata e vediamo che succede…-. Antonio capì che era un'occasione d'oro per convertire lui e molti altri e pregò Dio che tutto andasse bene. Tre giorni dopo si ritrovarono in piazza: Antonio con il suo Ostensorio, l'uomo con il suo asino e una folla enorme.  Antonio si mise da una parte e dall'altra posarono il fieno, il mulo nel mezzo tenuto alla corda dal suo padrone. Quando il padrone lasciò la corda il mulo restò fermo per un po'. Poi anziché andare a mangiare il fieno, si diresse ai piedi di Antonio. Si prostrò davanti a Gesù Eucarestia e poi si rialzò e andò a mangiare il suo cibo. Tutti cedettero e si convertirono, anche il padrone dell'animale.

PAROLA DI DIO: Is 45,6b-8.18.21b-26; Sal 84; Lc 7,19-23

 

Vangelo Lc 7,19-23

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. È beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Parola del Signore

 

“GIOVANNI MANDA DUE DISCEPOLI A DIRE AL SIGNORE: SEI TU COLUI CHE VIENE, O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?”.

Mi ha sempre stupito vedere uno come Giovanni il Battista che ha bruciato tutta la sua vita per annunciare la venuta del Salvatore, che ha indicato Gesù come l’Agnello di Dio, aver bisogno di conferme: “Sei tu il Messia?”. Questo mi sembra dire che la nostra fede, proprio perché tale, ha il diritto di avere interrogativi, dubbi, bisogno di conferme. Ma se il dubbio fa parte della fede non ci si può fermare in esso: bisogna informarsi, chiedere aiuto a chi può darcelo, essere capaci di accogliere l’aiuto di altri per poter aprire gli occhi e cogliere nella fede Colui che scioglie ogni nostro dubbio e problema.

 

 

GIOVEDI’ 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni di Matha; San Modesto.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI ANCORA E SEMPRE, SIGNORE GESU', SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Io penso, Signore, che tu ne abbia abbastanza della gente che parla di servirti con piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato. Un giorno in cui avevi voglia d’altro hai inventato san Francesco e ne hai fatto il tuo giullare. Lascia che noi inventiamo qualcosa per essere gente allegra che danza la propria vita con Te. (Madeleine Delbrêl)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi all’onore suo manca un momento, non vi ripara poi in anni cento.

UN ANEDDOTO: Il premio Nobel per la pace 1964 è stato assegnato a Marthin Luther King per aver fermamente e continuamente sostenuto il principio della non violenza nella lotta razziale nel suo paese e nel mondo. M.L. King devolse tutto il premio al fondo per la lotta dell'uguaglianza e disse: “Non considero questo un onore diretto a me, ma un riconoscimento al maestoso coraggio di milioni di neri e bianchi che hanno cercato di stabilire una regola di giustizia e di amore in questo paese”

PAROLA DI DIO: Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17

 

Vangelo Mt 1,1-17

Dal vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

 

GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO FIGLIO DI DAVIDE, FIGLIO DI ABRAMO”

La lunga serie di nomi della genealogia così come ce li presenta San Matteo, ci dimostra che il piano di Dio non è improvviso. Dall’inizio prepara la venuta di Cristo e la realizza in un momento ed in un modo sconcertante: quando tutti non ci sperano più, in un tempo non favorevole, in un paese molto piccolo, attraverso persone modestissime e sconosciute Dio realizza ciò che per noi sarebbe impossibile. Se questo è il suo modo di operare, come ha fatto con Gesù, così farà con noi: accogliamolo con fiducia, Lui opererà nella nostra semplice vita come ha fatto in Maria e Giuseppe.

Lui si compromette con noi: non teme la nostra storia fatta di contraddizioni e di pretese, gioca tutto sé stesso per noi…

 

 

VENERDI’ 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaziano. Beata Nemesia Valle.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTO SEI GRANDE, O DIO, TU CHE TI FAI PICCOLO PER ME.

 

HANNO DETTO: Se potrò aiutare qualcuno lungo il mio cammino, Se potrò rallegrare qualcuno con una parola o un canto, Se potrò mostrare a qualcuno che ha preso una strada sbagliata:

allora la mia vita non sarà stata invano. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non teme corre pericolo.

UN ANEDDOTO: Un giorno a La Pira successe una cosa incredibile. Voleva dare una mancia a un usciere presentatosi la sera del 27 del mese; era troppo tardi, lo stipendio era già sfumato. Furono istanti imbarazzanti per il professore La Pira, che annegava nel silenzio. Finì che l'usciere cavò di tasca 50 lire e le mise nelle mani del suo «onorevole» debitore, più che professore e politico apostolo della propria fede religiosa.

PAROLA DI DIO: Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

 

Vangelo Mt 1,18-24

Dal vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

«IL BAMBINO CHE È GENERATO IN LEI VIENE DALLO SPIRITO SANTO»

Un vangelo da capogiro. La ragione oggi tocca i suoi confini e cede il passo alla fede. Troppo semplice, troppo alto e puro, troppo assurdo per la nostra logica ciò che accade in questa pagina: un bambino viene concepito da una donna senza il concorso naturale di un altro uomo. Nessuna tecnica di ingegneria genetica. È Dio che entra nella nostra vita e lo fa a suo modo non secondo i nostri schemi. Emmanuele: Dio con noi… la mente distratta dal prodigio e forse bloccata, perde di vista il vero miracolo: Dio, l’onnipotente, l’irraggiungibile, il totalmente altro, sceglie di stare con noi per più di trenta anni. Tempo in cui la storia dell’umanità sembra arrestarsi e riprendere il cammino in direzione opposta. Ora il Figlio, riporta me, riporta te, chi ti sta accanto o ti è lontano, al Padre di tutti. Ora la pace ha un nome, non è una chimera. Basta seguire questo bambino, per ritrovarsi fratelli, non più dispersi e soli, ma membri di un’unica famiglia riconciliata.

 

 

SABATO 19 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE. SIGNORE, PERCHE' CI CHIAMI E CI MANDI.

 

HANNO DETTO: Non devo essere utile al prossimo lontano a spese di quello vicino (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio un silenzio parlante che un irragionevole parlare.

UN ANEDDOTO: Quando san Benedetto Labre parlava del mistero della Santissima Trinità, il suo volto risplendeva come il sole, oppure piangeva a calde lacrime. Un giorno un teologo gli fece questa osservazione: “Parli sempre della Santissima Trinità, ma che cosa ne sai?”. E Benedetto di rimando: “Non ne so proprio nulla... ma io ne sono travolto!”.

PAROLA DI DIO: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25

 

Vangelo Lc 1,5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni, Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore

 

" EGLI PREPARERA' AL SIGNORE UN POPOLO BEN DISPOSTO "

Ecco il compito di Giovanni: preparare gli uomini ad accogliere Gesù. E il cristiano, che ha accolto Gesù, ha lo stesso compito di Giovanni: aiutare gli uomini ad accogliere in Gesù la salvezza di Dio. Pensate che ruolo meraviglioso: Dio sceglie me, sceglie te per essere tramiti della sua salvezza ad altri. Troppe volte e con troppa facilità noi demandiamo questo incarico: "Ci sono i preti che lo fanno per mestiere, ci sono i missionari che vanno a convertire e battezzare, ci pensino loro!".

Il Dio che si fa piccolo e povero ha bisogno di te, della tua povertà, della tua parola, della tua accoglienza, della tua testimonianza, dei tuoi silenzi, dei tuoi perdoni, della tua preghiera... Tu lavori

per Dio e sei mandato ai fratelli. Pensa che bello poter pensare che anche grazie a te qualcuno potrà voler bene al Signore e si lascerà amare da Lui.

 

 

DOMENICA 20 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DI AVVENTO (B)

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, MADRE DI GESU' E MADRE NOSTRA, PREGA PER NOI.

 

HANNO DETTO: Non aver paura delle sconfitte. La prima è necessaria perché esercita la volontà. La seconda può essere utile. Se ti rialzi dalla terza, sei un uomo (Renè Bazin)

SAGGEZZA POPOLARE: Esser vilipesi nella calamità è più doloroso che la calamità stessa.

UN ANEDDOTO: Padre Lacordaire è stato considerato uno dei massimi oratori dei nostri tempi. Un giorno Bougaud, da giovane, gli si avvicinò e, dopo aver espresso enorme ammirazione e meraviglia per una delle sue famose prediche, lo pregò di concedergli qualche minuto di colloquio. L'oratore francese gli disse: «Un'anima sola è un grande uditorio. Io do maggior peso al cuore di un uomo che a tutti gli applausi di una moltitudine»

PAROLA DI DIO: 2Sam7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“COME AVVERRÀ QUESTO, POICHÉ NON CONOSCO UOMO?”

Molto di Maria ci rivela questa domanda. Innanzitutto, per il fatto stesso di domandare. Davanti ad un’epifania del divino questa donna si turba, ma non si lascia offuscare la mente dallo sconcerto, è padrona di sé, reagisce, ragiona, chiede spiegazioni. E le chiede ad un angelo. Non si lascia schiacciare dal soprannaturale, non cade ai piedi di Gabriele, conserva la sua dignità: è una figlia di Dio anche lei e sa di esserlo. L’annuncio presupponeva una maternità per lei fuori dal suo futuro, diciamo pure dal suo progetto di vita. Eccola allora presentare la sua difficoltà. C’è una risolutezza nelle sue parole che si fa quasi pervicacia. Maria avrebbe sottoscritto le parole di Paolo: “se un angelo del cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema.” Ascolta le delucidazioni dell’angelo. Comprendendole certo in minima parte. Ma non importa capire tutto, in lei prevale la fiducia.

 

 

LUNEDI’ 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU' VIENI, VIENI ACCANTO A NOI E SPEZZA ANCORA IL PANE COME FACESTI UN DI'.

 

HANNO DETTO: Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso. Non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perché l’oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l’eterno”. (A. P. Gouthey)

SAGGEZZA POPOLARE: Che gli uccelli dell'ansia e della preoccupazione volino sulla vostra testa, non potete impedirlo; ma potete evitare che vi costruiscano un nido. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Cosa vorrei dicessero di me dopo la mia morte? Vorrei che qualcuno in quel giorno dicesse che M. L. King ha sempre cercato d’amare, di dare la sua vita per servire gli altri. Desidero che voi diciate, quel giorno, che ho cercato d’amare e di servire la verità! Tutto il resto non ha importanza. Non desidero lasciare ricchezze. Non desidero lasciare cose belle e di lusso. Quello che voglio lasciare alle mie spalle è una vita impegnata nell’amore!

PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1,39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. È beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

“SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA”

“Si mise in viaggio”. Maria ha ricevuto l’annuncio dell’angelo, le ha dato un segno: la cugina Elisabetta avrà un figlio nella sua tarda età. E Maria si mette in viaggio. La presenza di Dio, la sua luce, mettono in movimento chi l’accoglie. È un movimento carico di significati. È un movimento che cerca le tracce di Dio presente nella realtà: il segno indicato dall’angelo. È un movimento che si espone al servizio e alla comunione: l’incontro con Elisabetta e il mettersi a sua disposizione.

La presenza di Gesù mette in viaggio: così Maria, così i pastori, così i magi.

Il Natale dovrebbe produrre questo viaggio anche in noi per scoprire dove ancora il Signore prende carne nella nostra storia, per poi mettersi a servizio della sua presenza tra gli uomini, in ogni uomo con cui Lui si reso solidale.

 

 

MARTEDI’ 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO DIO PER NOI: SIA LODATO IL SUO NOME.

 

HANNO DETTO: È preferibile morire lungo il cammino di un ideale irraggiungibile che non partire affatto. (Origene)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando l'acqua ci arriva alla gola, è sciocco chiedersi se l'acqua è potabile.

UN ANEDDOTO: Al ragioniere capo del comune di Firenze, preoccupato per i paurosi buchi nel bilancio, La Pira, che era sindaco, rispose: Senza debiti non si può vivere e nemmeno pregare. Cosa dice il Pater Noster? Rimetti a noi i nostri debiti. Tutto il cristianesimo è basato sui debiti. Si ricordi: molti debiti, molta santità.

Parola di Dio: 1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

 

Vangelo Lc 1,46-55

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore

 

L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE E IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO, MIO SALVATORE”

Maria è una donna umile. Umile deriva da humus che significa terra. Maria è colei che è ben piantata sulla terra e in questo luogo si apre a Dio. Anzi, il suo stesso corpo diventa la terra, il luogo dell’incontro con Dio, il luogo in cui guardare Dio faccia a faccia. E chi guarda Dio, lo può raccontare: il Magnificat è un canto composto da quindici frasi, undici hanno un verbo che ha come soggetto Dio e subito appare chi è Dio per Maria e insegna chi è Dio per noi: è il Signore, l’Onnipotente, il Santo, il Misericordioso, Colui che è fedele, il Salvatore. Sono tutte definizioni che ci fanno vedere Dio presente nella nostra storia. È il Dio della storia nella quale camminiamo, o da altezzosi, stravolgendola, o come Maria, umili, piantati sulla terra leggendone i segni della Sua presenza misericordiosa.

 

 

MERCOLEDI’ 23 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Che cosa possono ignorare coloro che conoscono Colui che sa tutto? (S. Gregorio Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: "Gli atti di gentilezza pesano quanto tutti i comandamenti". (Talmud)

UN ANEDDOTO: Narrava il card. Franfois Marty, Arcivescovo di Parigi, di sette uomini, chiusi in una stanza: la porta è serrata, ed essi attendono attorno a una tavola spoglia; sulla tavola c’è un oggetto metallico di forma strana: tutti l’osservano, uno l’afferra e lo soppesa, l’altro con una matita fa uno schizzo dell’oggetto misterioso, un terzo lo orienta diversamente per capirne l’utilizzazione, il quarto si limita a osservare gli altri alle prese col problema, il quinto cerca il lato estetico dell’ombra lasciata dal metallo come decorazione, il sesto pensa di chi sia o da chi venga. Infine, si fa sotto un uomo che gira e rigira tra le mani il pezzo di metallo, poi dà uno sguardo alle pareti della stanza, fissa la porta e vi si avvicina. Introduce l’oggetto nella serratura e dà un giro. La porta si apre. «La coroncina del Rosario — continuava il Prelato — non è un amuleto, ma può essere una chiave, l’umile preghiera che apre alla libertà, Maria ci fa uscire dal nostro io, dalla nostra prigione, con l’invito di Gesù». Non serve lo stare a guardare o indagare continuamente. Bisogna agire. «Prendi il Rosario col Vangelo, e prova!»

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

 

Vangelo Lc 1,57-66

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore

 

EGLI CHIESE UNA TAVOLETTA E SCRISSE: «GIOVANNI È IL SUO NOME»”

Il nome indica la persona, il suo unico ed irripetibile valore. Noi non “ci chiamiamo”, “ci chiamano” gli altri!

Siamo il frutto di una relazione, di cui il nome è espressione. Zaccaria risponde al dono di un figlio ricevuto da Dio chiamandolo Giovanni che significa “dono, grazia ed amore di Dio”: dà al figlio il vero nome, quello che dice la sua storia, quello che esprimerà il senso della sua esistenza.

Il figlio non porta il nome del padre nella carne, ma di chi lo ha generato in forza della Sua Parola, il Padre. E Zaccaria parla di nuovo… Ora può di nuovo bene-dire il Signore!

 

 

GIOVEDI’ 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

TI GUARDO, O BAMBINO, FIGLIO DI DIO, FRATELLO MIO.

 

HANNO DETTO: Quando pensavo a Gesù me lo immaginavo sempre o neonato nella mangiatoia che guardava il volto di Maria Sua Madre per la prima volta, o sulla croce che fissava il volto di Maria Sua Madre per l'ultima volta. (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: La grande saggezza è generosa; la piccola saggezza è litigiosa.

UN ANEDDOTO: Si racconta che quando venne eletto Papa Leone XI, nel 1605, il cerimoniere che lo aiutava a rivestire i sacri paramenti, voleva slegargli lo scapolare di Maria. «Fermati, gli disse il Papa, lasciami Maria perché Maria non lasci me!».

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

 

Vangelo Lc 1,67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

 

“ZACCARIA PROFETÒ DICENDO: “BENEDETTO IL SIGNORE, DIO DI ISRAELE, PERCHÈ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO”.

Ultima giornata del nostro Avvento e ultima occasione per accogliere Colui che viene. Zaccaria ci indica la strada per viverla. Lui, dubbioso, rimasto muto, ora riacquista il dono della parola per lodare l’opera di Dio. Questa notte in chiesa o davanti ad un presepio, anche la nostra lingua dovrebbe “sciogliersi”. Dio ci ha visitato e la sua visita non è un passaggio sporadico e neppure la visita fiscale del padrone che viene a controllare se i suoi servi fanno i suoi interessi. La sua è una visita non ingombrante: è un Bambino. È una visita per stare con noi, per farci suo popolo, per liberarci dai nostri nemici, per donarci luce, per dirigere i nostri passi verso di Lui. Davanti ad un bambino non si fanno ragionamenti filosofici, non si parla a lui con parole difficili, si può solo comunicare con il cuore, con la gioia, con la lode. Se la mia fede è parolaia, vorrei che questa sera diventasse una fede che parla attraverso la meraviglia degli occhi che si fondono nella limpidezza degli occhi del Dio Bambino, vorrei che le mie parole tacessero e parlassero le mie mani per accogliere in una carezza Colui che è venuto, vorrei che una volta tanto, senza ragionamenti e discussione, il mio amore si trasformasse in gesti verso coloro che Gesù ha amato e nei quali anche oggi nasce.

 

 

VENERDI’ 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

NASCE PER NOI CRISTO SALVATORE: VENITE, ADORIAMO.

 

HANNO DETTO: Maria, per la sua maternità, è il Libro dove l'Eterno Verbo di Dio, Cristo Signore, si fa leggere dal mondo.  (Raffaele Kalinowski)

SAGGEZZA POPOLARE: Tenersi in punta di piedi non è crescere.

UN ANEDDOTO: Petrarca raccontava un dialogo tra lui e un pazzo. Questi, veduti dei soldati in marcia, aveva chiesto al poeta: «Dove vanno?». «Alla guerra!» aveva risposto il Petrarca. «Ma — osservò il pazzo — questa guerra dovrà pur un bel giorno terminare colla pace, sì o no?». «Certo!», replicò il poeta. «Ma allora — replicò il pazzo — perché non fare subito la pace, prima di cominciare la guerra?». «Io —concludeva malinconicamente il Petrarca — io la penso come quel pazzo!».

PAROLA DI DIO: Notte: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

 

Vangelo Lc 2,1-14

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Parola del Signore

 

“MARIA LO AVVOLSE IN FASCE E LO DEPOSE IN UNA MANGIATOIA”.

Oggi più che mai penso all’amore di Dio. Un Dio che mi ama al punto di farsi uomo. Un Dio che si abbassa per potermi guardare negli occhi e dirmi con sé stesso che mi vuole bene. Un Dio che viene per i piccoli, i poveri, i disperati, gli affamati, i malati. Un Dio che mi augura la pace e porta la strada della pace. Un Dio che non mi umilia con la sua potenza. Un Dio che può tutto ma che viene per chiedere. Un Dio che ama la vita e che offre la vita. Un Dio che cerca l’affetto nella sua famiglia. Grazie, Gesù!

Potevi salvarci in mille altri modi ma hai scelto la strada della donazione totale. Sii accolto oggi e sempre da tutti gli uomini. Fammi piccolo per poter gioire con Te.

 

 

SABATO 26 DICEMBRE: SANTO STEFANO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', NELLE TUE MANI RIMETTO IL MIO SPIRITO.

 

HANNO DETTO: La Sacra Scrittura è sobria nei confronti di Maria; non bisogna però ingannarsi su questo silenzio. Quando di una creatura si è detto che è Madre di Gesù, non si può certo aggiungere altro a sua lode e gloria. (C. Charlier)

SAGGEZZA POPOLARE: A gusto guasto non è buono alcun pasto.

UN ANEDDOTO: Gesù vuole che la sua risurrezione si veda attraverso la nostra vita. La fede ha bisogno di testimonianza, di esempi. Un ateo, dopo aver osservato per anni il lavoro umile e silenzioso di padre Jacques Loew nel porto di Marsiglia, gli disse: “Jacques, se Dio esiste, certamente assomiglia a te”.

PAROLA DI DIO: At 6,8-10; 7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22

 

Vangelo Mt 10,17-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Parola del Signore

 

“SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME; MA CHI PERSEVERERÀ FINO ALLA FINE SARÀ SALVATO”.

Può sembrarci strano che la liturgia, nel giorno dopo il Natale, ci presenti un altro Natale ben diverso: il Natale al cielo, attraverso il martirio di Stefano. Eppure, la gioia di Gesù che si incarna non nasconde che la sua venuta è fonte di contraddizione e di croce. Essere cristiani gioiosi non ci esime dal seguire la sorte di Gesù che non solo deve nascere in una stalla perché per Lui non c’è posto all’albergo, ma di Colui che presa la croce su di sé, vi morì per la nostra salvezza.

Non ho paura a dirlo: per me non c’è nulla di più ributtante che il pensiero della sofferenza e umanamente, nei miei ragionamenti, mi chiedo perché bisogna passare attraverso ad essa. Non so rispondere e non voglio neppure nascondere questo interrogativo con una valanga di parole o di facili risposte pseudoreligiose. Mi attacco a Gesù, alle sue parole che mi invitano a non preoccuparmi. Chiedo a Gesù, nel momento della prova, di farmi vedere la sua croce e come Stefano, ciascuno di noi, in quel momento, possa vedere “i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”.

 

 

DOMENICA 27 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA ANNO (B)

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE: I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA.

 

HANNO DETTO: Quando avrai Dio nel cuore, possederai l'Ospite che non ti darà più riposo. (Paul Claudel)

SAGGEZZA POPOLARE: Un amico è colui al quale puoi rivelare i contenuti del tuo cuore, ogni grano e granello, sapendo che le mani più gentili li passeranno al setaccio e che solo le cose di valore verranno conservate, tutto il resto verrà scartato con un soffio gentile. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Tagore rispose in modo poetico ma estremamente bello ad una domanda: Il bambino chiama la mamma e domanda: "Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?". La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. "Eri un desiderio dentro al mio cuore"

PAROLA DI DIO: Gen 15,1-6; 21,1-3 Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40

 

Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve Lc 2,22. 39-40)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.) Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.) Parola del Signore 

 

“(MARIA E GIUSEPPE) PORTARONO IL BAMBINO (GESÙ) A GERUSALEMME PER PRESENTARLO AL SIGNORE”

Ecco com’è avvenuto l’incontro tra il Figlio di Dio e il suo popolo: nella quotidianità, nella semplicità e soprattutto nell’ascolto della Parola. Un piccolo bambino portato da due poveri e anonimi genitori entra nel tempio, e nessuno, tra tutti i sacerdoti là officianti, se ne accorge. Solo “il resto di Israele”, rappresentato da un uomo giusto e capace di preghiera e da un’anziana vedova assidua alla presenza del Signore, se ne accorge; solo Simeone e Anna riconoscono nel bambino l’adempimento delle promesse del Signore, lodano e ringraziano Dio e iniziano a evangelizzare, a diffondere la buona notizia. Questi sono i tratti della vicenda cristiana, non altri: non lasciamoci ingannare dall’apparenza, dalla maestà, dagli accenti trionfali. Dio viene a te nella semplicità della tua umana quotidianità; attento a riconoscerlo, donerà bellezza alla tua vita.

 

 

LUNEDI’ 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, UN CUORE PURO CHE SI ABBANDONI A TE.

 

HANNO DETTO: Gesù ci ha comandato di amarci scambievolmente. Non ci ha comandato di "piacersi" l'un l'altro. L'amore governa la volontà; il "piacersi" è soltanto questione di sensi e di sensibilità. Se aspettiamo che certe persone ci diventano gradite o attraenti prima di cominciare ad amarle, non cominceremo mai. (T. Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Non dispiacerti di ciò che non hai potuto fare, rammaricati solo di quando potevi e non hai voluto.

UN ANEDDOTO: Quando Martin Lutero era triste e abbattuto, si consolava con questa sola parola: "Vive!". Spesso scriveva questa parola col gesso "Vive! Vive!" e la tracciava anche sulle porte e sulle pareti. Un giorno a chi gli chiedeva il significato di quella parola, rispose: "Gesù vive e se non vivesse, non vorrei vivere io stesso un'ora di più! Ma poiché Egli vive, vivremo anche noi per Lui". Martin Lutero un giorno disse: "Se qualcuno picchia alla porta del mio cuore e domanda: Chi abita qui? Io rispondo: Gesù qui abita, non più io Martin Lutero!".

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

 

Vangelo Mt 2,13-18

Dal vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

 

“ERODE SI INFURIÒ E MANDÒ A UCCIDERE TUTTI I BAMBINI CHE STAVANO A BETLEMME E IN TUTTO IL SUO TERRITORIO E CHE AVEVANO DA DUE ANNI IN GIÙ”.

Solo tre giorni fa abbiamo celebrato la vita con la nascita di Gesù, oggi ricordiamo la morte di bambini innocenti dovuta alla malvagità e alla paura di un re pieno di sé stesso.

Perché muoiono dei bambini? Perché la morte del giusto, dell’innocente? Domande senza umana risposta perché se è vero che è la cattiveria di Erode che crea queste morti è anche vero che rimane il mistero. Solo guardando a Gesù, l’innocente morto sulla croce, riusciamo, con fatica, ad accettare questo “mistero doloroso” della nostra vita che diventa poi con la sua risurrezione “mistero glorioso”

Già in sé, però, questo fatto preannuncia che il regno di Dio è proprio e soltanto dei piccoli e di coloro che piccoli e inermi riescono a diventare.

 

 

MARTEDI’ 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI SCRUTI E CI CONOSCI. I NOSTRI PENSIERI SONO TUTTI DAVANTI A TE.

 

HANNO DETTO: Per quel prodigo donatore che è Dio, il guaio è che noi non accogliamo i suoi doni. Donando egli ci ringrazia di ricevere: quando attingiamo ai beni del suo tesoro per lui è come se ne aggiungessimo. (Filosseno da Mabbug)

SAGGEZZA POPOLARE: La casa è dove si trova il cuore.

UN ANEDDOTO: Una sera un amico si recò a far visita al Manzoni già vecchio, e si meravigliò non poco nel trovarlo imbronciato. I parenti gli avevano impedito di andare a messa, perché il tempo era cattivo. Hanno fatto bene - giudicò l'amico. Hanno fatto malissimo - protestò il poeta, credi tu che se fossi dovuto uscire per incassare un'eredità, me l'avrebbero impedito? PAROLA DI DIO: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35

 

Vangelo Lc 2,22-35

Dal vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore

 

“SIANO SVELATI I PENSIERI”

Maria e Giuseppe ascoltano stupiti le profezie di Simeone sul loro bambino. Parole di risurrezione ma anche di rovina per molti. Il messia contraddirà gli uomini iniqui e svelerà i loro subdoli pensieri. C’è un filone semi-dimenticato che percorre i vangeli. Essi annunciano non solo misericordia, ma anche verità, non solo perdono, ma anche giustizia. Proprio Maria si era rallegrata perché Dio rovescia i prepotenti, indebolisce i superbi, lascia i ricchi a mani vuote. Anche quel giorno, nella sua sete di giustizia, avrà gioito udendo che Dio svelerà i piani segreti di chi opera il male. E noi con lei in tempi in cui uomini di governo e personaggi potenti si alleano per opprimere popoli deboli, mentono ai loro cittadini, perseguono unicamente la loro personale ricchezza. Lo chiediamo con fede che emerga la verità nelle nazioni, nelle città, nelle famiglie e s’inauguri, anche per mezzo nostro, un tempo di sincerità e pace.

 

 

MERCOLEDI’ 30 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

NULLA, PROPRIO NULLA È INUTILE DAVANTI A TE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Sveglia il gigante che c'è in te. Nel profondo dell'uomo albergano sopiti poteri, poteri che lo stupirebbero e che egli non ha mai sognato di possedere; forze che rivoluzionerebbero la sua vita, se destate e messe in azioni. (Orison Swett Marden)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amicizia non si chiede come l'acqua ma si offre come il thè.

UN ANEDDOTO: Si racconta che un giorno san Colombano, monaco irlandese e fondatore di monasteri in Francia e in Italia, dicesse ad uno dei suoi seguaci: “Da che cosa proviene che la tua faccia è sempre sorridente quando lodo gli altri e biasimo il tuo lavoro?” Rispose il discepolo: “Perché nulla può rapirmi la gioia di essere visto e amato da Dio!”.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

 

Vangelo Lc 2,36-40

Dal vangelo secondo Luca

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“IL BAMBINO CRESCEVA E SI FORTIFICAVA, PIENO DI SAPIENZA, E LA GRAZIA DI DIO ERA SU DI LUI”.

Due versetti che racchiudono una trentina di anni di vita silenziosa di Gesù. Il Figlio di Dio venuto sulla terra per essere la Parola del Padre tace nel nascondimento.

Gesù è un uomo tra i tanti: prova la gioia della crescita, la fatica dell’apprendere e del lavorare, conosce l’amicizia e le delusioni, si prepara per compiere decisamente la volontà del Padre. Tutto questo mi dice che non c'è nulla di inutile nella vita: né il tempo dell’infanzia, né l’impotenza della vecchiaia. Ogni stagione della vita è dono da vivere pienamente. Qualcuno vorrebbe conoscere per filo e per segno che cosa è successo in questi trent’anni della vita di Gesù: a me sembrano gli anni più parlanti proprio perché hanno la forza del silenzio.

 

 

GIOVEDI’ 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO È TUO, SIGNORE: GRAZIE DEL TUO TEMPO.

 

HANNO DETTO: Il modo migliore di tirarsi su è cercare di tirare su qualcun altro. (Mark Twain)

SAGGEZZA POPOLARE: La grandezza fugge chi la cerca, e segue chi la fugge. (Talmud)

UN ANEDDOTO: Quando Clemente XIV fu in fin di vita, i familiari lo incitavano a far testamento; ma egli non voleva e, alle insistenze dei familiari, rispondeva invariabilmente: - L'anima a Dio e la roba a chi tocca.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18

 

Vangelo Gv 1,1-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non dà sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

 

«VENIVA NEL MONDO LA LUCE VERA»

C'è un miracolo che si ripete ogni giorno: l'emergere della luce dal buio, la nascita di un nuovo giorno. Nessuno potrebbe vivere senza il contatto vivificante con la luce del sole, ed è quasi impossibile trovare qualcuno che non provi un moto di meraviglia di fronte all'alba, o un senso di nostalgia, di fronte ai colori del tramonto... Gesù è la vera luce. Tante luci ci accompagnano, molte sono illusorie, fuochi di paglia, bagliori... Gesù è il vero sole, l'unico capace di illuminare e di riscaldare ogni uomo. Un sole che non solo sta sopra di noi, ma anche dentro di noi, nel profondo della nostra anima. È venuto a visitarci un sole che sorge dall'alto", capace di fare anche di noi uomini altri piccoli soli, capaci per partecipazione di diffondere ad altri, immersi nelle tenebre e nel freddo, luce e calore. Adattiamo questa riflessione alla giornata di oggi e a quella di domani: ci sono nostalgie, c'è del buio in un anno che finisce, ma c'è anche del bello, del vissuto, dei doni ricevuti domani si apre un anno nuovo, ci saranno ancora le vicissitudini di sempre belle o brutte, ma quello che è certo, se lo vogliamo che c'è una luce vera, quella di Dio, che continua ad illuminarci e ad indicarci una meta di luce e di vita eterna.

     
     

 

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