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MARTEDI’ DELLA 14^ SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO CICLO I

 

 

 

Antifona d'Ingresso

Ricordiamo, o Dio, la tua misericordia in mezzo al tuo tempio. Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende ai confini della terra; di giustizia è piena la tua destra.

 

 

Colletta

O Dio, che nell'umiliazione del tuo Figlio hai sollevato l'umanità dalla sua caduta, donaci una rinnovata gioia pasquale, perché, liberi dall'oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna. Per il nostro Signore ...

 

 

1^ Lettura Gn 32, 23-32

Dal libro della Genesi

In quel tempo, durante la notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi  undici figli e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e  fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui  fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì  all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò,  mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: "Lasciami andare, perché è  spuntata l'aurora". Giacobbe rispose: "Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!". Gli domandò: "Come ti chiami?". Rispose: "Giacobbe". Riprese: "Non ti  chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli  uomini e hai vinto!". Giacobbe allora gli chiese: "Dimmi il tuo nome". Gli  rispose: "Perché mi chiedi il nome?". E qui lo benedisse. Allora Giacobbe  chiamò quel luogo Penuel "Perché  disse  ho visto Dio faccia a faccia, eppure  la mia vita è rimasta salva". Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo  sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito  l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico. Parola di Dio

 

 

Salmo Sal 16 "Mostrami, Signore, la luce del tuo volto"

Accogli, Signore, la causa del giusto, sii attento al mio grido.

Porgi l'orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c'è inganno.

 

Venga da te la mia sentenza, i tuoi occhi vedano la giustizia.

Saggia il mio cuore, scrutalo di notte, provami al fuoco, non troverai malizia.

 

Mostrami, Signore, la luce del tuo volto.

 

Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta; porgi l'orecchio, ascolta la mia voce,

mostrami i prodigi del tuo amore, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

 

Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all'ombra delle tue ali.

Io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza.

 

 

Vangelo Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del Signore

 

 

Dopo la Comunione

Dio onnipotente ed eterno, che ci hai nutriti con i doni della tua carità senza limiti, fa che godiamo i benefici della salvezza e viviamo sempre in rendimento di grazie. Per Cristo nostro Signore.

 

 

 

 

 

 

 

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