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IL MOMENTO DELLA CATECHESI; IO CREDO  20

 

I MIRACOLI COSTITUISCONO UNA PROVA DELL’IDENTITA’ DI GESU’?

 

Allora alcuni farisei e dottori della legge gli dissero: “Maestro, vogliamo un segno miracoloso da te”. Rispose: “Una generazione adultera e malvagia chiede un segno miracoloso!” (Mt 12,38). Molta gente voleva che Gesù provasse la sua identità con un miracolo spettacolare, che avrebbe risolto la questione una volta per tutte. Ma la reazione di Gesù fu netta e decisa. Rifiutò costantemente di “inscenare” miracoli per le autorità. Sapeva che i miracoli non provano poi molto. Quale era quindi il valore dei miracoli per coloro che vi assistevano?

 

LA RISURREZIONE DI LAZZARO

 

Quando giunse a Gesù la notizia della malattia di Lazzaro, egli si trovava lontano dalla casa del suo amico. Eppure non si mosse subito per andare a guarirlo, ma aspettò fino a quando gli riferirono che Lazzaro era morto. I discepoli erano confusi dal comportamento di Gesù, ma egli disse qualcosa che fa capire un po’ le sue azioni. Egli disse loro: “Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate.”(Gv 11,14-15)

In altre parole, voleva che i discepoli vedessero risuscitare qualcuno dai morti, così che la loro fede in lui ne uscisse rinforzata. Questo è l’effetto che tutti i miracoli dovrebbero avere. Sono come segni che indicano Gesù e incoraggiano a credere in lui come figlio di Dio.

 

REAZIONI AL MIRACOLO

 

Giovanni dice che ci furono due tipi di reazione fra le persone che videro Gesù mentre risuscitava Lazzaro. Un gruppo dei presenti credette in Gesù. Sembra che si trattasse di amici di Maria che quindi probabilmente sapevano già qualcosa di lui. Ma gli altri erano venuti in qualità di osservatori da Gerusalemme. Essi raccontarono l’accaduto ai sommi sacerdoti e ai farisei. Giovanni dice che da quel giorno si cominciò a complottare per uccidere Gesù.

 

I    MIRACOLI POSSONO OPERARE IN DUE MODI

 

Queste due reazioni opposte dimostrano che i miracoli in se stessi non fungono da prova. Possono generare una fede più grande o una più grande incredulità. Per coloro che simpatizzano già per Gesù, che hanno cominciato a credere in lui, i miracoli possono costruire un potente mezzo di incoraggiamento alla fede. Ma non obbligano a credere, non sono prova. Coloro che sono già contro Gesù e vedono un miracolo, si convinceranno semplicemente ancora di più che c’è un’altra spiegazione per quello che hanno visto. Quindi i miracoli possono accrescere lo scetticismo.

 

I    MIRACOLI COME CREDENZIALI DI GESU’

 

Gesù non usò i miracoli come prove, ma come credenziali della sua qualità di Messia. in altre parole, i miracoli erano proprio ciò che la gente si aspettava che il Messia facesse. Una volta venuto, Gesù usò esplicitamente i miracoli come credenziali per rispondere ai dubbi di Giovanni

Il Battista, Giovanni, imprigionato da Erode, aveva mandato due dei suoi discepoli perché chiedessero a Gesù se era proprio lui la persona che Giovanni attendeva e aveva predicato. Luca annota il seguito: In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato chiunque non sarà scandalizzato di me!”. (Lc 7,21-23)

Gesù sapeva che Giovanni, in prigione, era in preda allo scoraggiamento e cominciava a dubitare che Gesù fosse veramente il Messia. Quindi, come parte della sua risposta alla domanda di Giovanni, continuò semplicemente la sua opera, guarendo, scacciando i demoni e predicando ai poveri. Queste attività avrebbero convinto Giovanni che Gesù stava compiendo le opere del regno di Dio. Ecco come dovremmo considerare i miracoli oggi: non come una prova, ma come un segno che il regno di Dio è all’opera. In questo modo essi stimolano in noi la fede in un Dio che agisce positivamente nel mondo.

 

il racconto che vi presento ora, preso dagli Apoftegmi dei Padri del Deserto, non c’entra molto con la catechesi sui miracoli di Gesù ma può farci riflettere, ognuno a modo suo, sul miracolo della vita.

 

L’UOMO CHE NON SAPEVA FAR MIRACOLI

 

Un eremita, dopo aver passato sessant’anni in un deserto appartato conducendo una vita assai mortificata, nutrendosi solo di legumi e di un’erba velenosa, si era scoraggiato al pensiero che non faceva nessuno dei miracoli attribuiti ai primi Padri. Aveva dunque deciso di lasciare il deserto e di andare in città per condurre una vita più comoda. Ma Dio vegliava e, prima che attuasse il suo piano, gli mandò un angelo che gli disse: “Che cosa pensi e che cosa dici?... Quali meraviglie vuoi fare che superino il miracolo della tua vita? Chi ti ha dato la forza di resistere tanti anni in questo luogo? Chi ha benedetto l’erba velenosa di cui ti nutri e l’ha resa inoffensiva? Rimani nel luogo dove sei e chiedi a Dio che ti dia l’umiltà. Fortificato dalle parole dell’angelo, l’eremita rimase in quel luogo fino al giorno della sua morte.

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