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IL MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO  22

 

GESU’ E’ VERAMENTE RISORTO DAl MORTI

 

Molte prove possono essere presentate a sostegno della risurrezione di Gesù. Ma se cominciamo col credere che sia impossibile risorgere dai morti, troveremo sicuramente altri modi per spiegare ciò che è accaduto. Solo se riteniamo che possano verificarsi eventi soprannaturali, saremo in grado di considerare le prove con mente più aperta.

Esaminando le prove che il Nuovo Testamento ci dà, dobbiamo valutare se la risurrezione e una spiegazione ragionevole dell’accaduto. I Vangeli non possono darci una prova concreta della risurrezione, ma possiamo chiederci se ci danno buone ragioni per credere in essa.

Dal giorno in cui i discepoli proclamarono la risurrezione di Cristo fino ad oggi, la gente ha dubitato dell’autenticità di questo evento per molte ragioni. Cerchiamo di esaminare queste obiezioni.

 

QUALCUN ALTRO FU CROCIFISSO

 

Questa è un’antica interpretazione degli eventi e appare anche nel Corano. Nella confusione che doveva regnare in quei momenti sul Calvario, qualcuno fu scambiato per il prigioniero condannato e fu crocifisso al posto di Gesù. La vittima più probabile di questo scambio di persona sarebbe Simone il Cireneo. Luca dice: “Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù” (Lc. 23,26).

E’ però difficile, anzi puerile immaginare che i soldati romani abbiano preso un altro uomo al posto di quello che era stato loro consegnato da crocifiggere, che sicuramente recava i segni della flagellazione e delle percosse ricevute al mattino. Il Vangelo di Giovanni dice anche che molti dei seguaci di Gesù, compresa sua madre, erano così vicini alla croce da udire le sue parole. E’ difficile credere che l’abbiano confuso con un’altra persona.

 

 

GESU’ NON MORI’ REALMENTE

 

Una teoria più recente sostiene che Gesù svenne sulla croce e fu erroneamente dichiarato morto. Dopo essere stato deposto nel sepolcro, si sarebbe riavuto e si sarebbe presentato ai discepoli presentandosi loro come risorto. Ma questa teoria solleva più problemi di quelli che risolve.

Gesù morì in fretta, ma questo non fece che attirare maggiormente l’attenzione su di lui. Le autorità infatti, si preoccuparono di accertare che la morte fosse veramente avvenuta. Marco dice: “Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. 

Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe” (Mc. 15,44-45).

Il racconto di Giovanni aggiunge un ulteriore dettaglio: per affrettare la morte i soldati spesso spezzavano le gambe ai criminali crocifissi. Appesi solo per le braccia, sarebbero morti soffocati. Ma quando, dopo aver fatto ciò agli altri due, vennero a Gesù per far la stessa cosa, lo trovarono già morto. 

Giovanni dice che uno dei soldati volle assicurarsi della sua morte: “Uno dei soldati gli colpì il fianco e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv. 19,34). Al di là di queste circostanze l’ipotesi che Gesù fosse ancora vivo è comunque molto improbabile. Dopo essere stato flagellato e appeso alla croce per ore, come avrebbe potuto spostare la pesante pietra del sepolcro, sfuggire alle guardie armate e tornare dai suoi seguaci fingendo di essere il glorioso vincitore della morte?

 

I DISCEPOLI SI RECARONO ALLA TOMBA SBAGLIATA

 

Un’altra spiegazione dei fatti presentati dai vangeli consiste nell’asserire che la tomba vuota trovata dai discepoli non era quella di Gesù. Nei dintorni di Gerusalemme ci dovevano essere moltissime tombe uguali a quella in cui fu deposto Gesù, per cui un errore del genere avrebbe potuto essere possibile.

Tale teoria spiega la scoperta del sepolcro vuoto, ma non la scomparsa del corpo di Gesù. Se i discepoli avessero cominciato a predicare la risurrezione di Gesù portando come prova il fatto che la sua tomba era vuota, le autorità non avrebbero dovuto far altro che andare al sepolcro giusto e mostrare il suo corpo. Esse conoscevano sicuramente il luogo esatto dove si trovava il sepolcro, eppure non mostrarono il corpo di Gesù per stroncare i discorsi sulla risurrezione.

 

  I DISCEPOLI RUBARONO IL CORPO DI GESU’

 

Secondo i primi cristiani questa teoria fu inventata dai sommi sacerdoti e dagli anziani. Si tratta perciò dell’obiezione più antica alla fede nella risurrezione. Matteo dice che i soldati che avevano fatto la guardia alla tomba andarono dai sommi sacerdoti: “Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l‘hanno rubato, mentre noi dormivamo” (Mt. 28,12-13).

Vera o falsa che fosse l’accusa di Matteo, la storia era credibile. I discepoli avevano buoni motivi per rubare il corpo di Gesù: avrebbero poi potuto dire che era risorto, come aveva promesso loro. Le autorità non sarebbero state in grado di computare le loro affermazioni, non potendo mostrare come prova il cadavere di Gesù. Ma la domanda e: perché i discepoli avrebbero rubato il corpo?

Il Vangelo di Giovanni riporta un piccolo ma importante dettaglio:“Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti” (Gv. 20,9).

Anche se Gesù aveva predetto le sue sofferenze, la sua morte e la sua risurrezione, i discepoli non avevano ricordato le sue parole. Forse erano rimasti talmente sconvolti dalla predizione inattesa della sua morte, che non avevano nemmeno udito il preannuncio della risurrezione, In ogni caso, i discepoli erano confusi e abbattuti. Si nascondevano, chiusi a chiave, per paura di fare la stessa fine del loro maestro. E quando Gesù apparve loro, furono lenti a credere a quello che vedevano. Se anche avessero inventato loro questa storia, sarebbero stati pronti a morire per sostenerla? Molti discepoli morirono per la loro fede in Gesù risorto e nessuno di loro negò mai la risurrezione.

 

  LE AUTORITA’ PORTARONO VIA IL CORPO

 

Un’altra spiegazione possibile dei fatti è che le autorità ebraiche abbiano rimosso il corpo di Gesù per evitare che i discepoli lo portassero via dalla tomba. Matteo dice che c’era una preoccupazione di questo genere fra i capi ebraici: benché i discepoli avessero dimenticato la predizione della risurrezione di Gesù, essi, senz’altro non l’avevano dimenticata.

Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Ponzio Pilato, i sommi Sacerdoti e i farisei, dicendo: Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, poiché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: E risuscitato dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima” (Mt. 27,62-64).

Con una vigilanza del genere sarebbe stato superfluo trasportare altrove il cadavere. Comunque il punto debole di questa teoria sta nel fatto che le autorità non mostrarono il corpo di Gesù quando i discepoli cominciarono ad affermare che Gesù era risorto. Questa sarebbe stata la prova decisiva che la risurrezione era un fatto inventato.

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