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IL MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO   31

 

CREDO LA CHIESA, UNA , SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA  3

 

Prima di tutto non crediamo “nella Chiesa”, perché essa non è Dio, la Chiesa siamo noi credenti e per questo diciamo: “Credo la Chiesa”.

La Chiesa è mezzo per andare a Dio, non è il fine ultimo dell’uomo. La precisazione è molto importante. Da una parte allontana la tentazione di idolatrare la Chiesa facendone un assoluto (essa è formata da uomini ed è nello stesso tempo santa e peccatrice), dall’altra fa pensare la Chiesa come a “un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo” (come ci dice il Concilio nella Lumen Gentium n. 4) strumento privilegiato che aiuta gli uomini a entrare in comunione con Dio e fra loro.

Per molti, però, la Chiesa invece che essere strada, aiuto, luogo di salvezza, diventa entità inutile, quasi un “ostacolo” alla fede. Spesso ci sono persone che non partendo dalla sua origine divina sono portati a considerare la Chiesa dalla sua realtà storica, visibile, talora a partire da qualche sporadico incontro avuto con i suoi rappresentanti ufficiali. E non di rado, partendo da queste prime impressioni (avvalorate talora da qualche giudizio negativo che la storia dà su determinati periodi della vita della Chiesa), si giunge ad una valutazione negativa della Chiesa nel suo complesso. Anche oggi ci si imbatte abbastanza sovente in persone e gruppi di cristiani i quali non fanno mistero della loro disaffezione verso la Chiesa. Talora questo sentimento si esprime nel detto: Cristo sì, Chiesa no. Semplificando un pochino le posizioni dei nostri contemporanei, forse è possibile affermare che si registrano almeno quattro posizioni nei confronti della Chiesa: ci sono i contrari, gli indifferenti, gli utenti di determinati servizi e prestazioni e coloro che accettano con fede la Chiesa senza nascondersi le sue debolezze umane e le sue lacune storiche.

 

PERCHE’ RIFIUTARE LA CHIESA?

 

I contrari ravvisano nella Chiesa di ieri e di oggi solo elementi negativi, deficienze e ritardi storici rispetto all’evoluzione del mondo moderno. Vi è una lunga litania di accuse, non sempre giuste né storicamente documentate, che viene recitata di tanto in tanto per additare nella Chiesa, e specialmente nei suoi rappresentanti ufficiali, una società come tutte le altre, con errori e manchevolezze destinate ad assumere maggior rilievo in chi predica la buona novella di Cristo. Ai contrari bisogna innanzitutto ricordare che è necessario essere giusti, gettando sull’altro piatto della bilancia anche tutte le cose positive che la Chiesa ha operato nel corso dei secoli.

La Chiesa, oltre a istituire scuole e ospedali e a tramandarci la cultura degli antichi, ha soprattutto conservato e offerto Gesù Cristo, la sua Parola e i suoi sacramenti, l’immensa forza e speranza che scaturiscono dalla sua morte e risurrezione, I contrari, inoltre spesso identificano erroneamente la Chiesa con i suoi rappresentanti ufficiali, con la gerarchia. In più si ostinano nel voler guardare la Chiesa dall’esterno, senza entrarci dentro, senza lasciarsi coinvolgere dalla sua vita e dal suo messaggio. Tuttavia i contrari, manifestano talora un desiderio di autenticità al quale gli appartenenti alla Chiesa dovrebbero prestare molta attenzione.

 

  I   MOTIVI DELL’INDIFFERENZA

 

Gli indifferenti ripetono molte cose che già abbiamo sentito dai contrari, ma più spesso dichiarano che la Chiesa non li interessa: non li attrae il suo apparato e non li entusiasma il suo messaggio... Talora l’indifferenza concerne solamente l’istituzione ecclesiastica, ma altre volte si estende anche al Vangelo e alla stessa figura di Gesù Cristo. Gli indifferenti sono spesso occupati in molte cose che li interessano più della Chiesa e del suo messaggio.

Quando, come spesso accade, non sono contrari in linea di principio, alla Chiesa e al Cristianesimo, ritengono però si possa essere religiosi e persino cristiani senza la Chiesa.

Esistono attualmente nel nostro paese molti “cristiani senza Chiesa”.

Agli indifferenti dobbiamo ricordare che è necessario che si interroghino seriamente sulle ragioni della loro indifferenza. Anche Gesù ha trovato degli indifferenti ed ha stigmatizzato il loro comportamento con la parabola degli invitati a nozze, i quali incuranti dell’invito ricevuto, “andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari” (Mt. 22,5).

 

  UNA ACCETTAZIONE PARZIALE

 

Gli utenti dei servizi della Chiesa sono anch’essi, molto sovente, dei “cristiani senza Chiesa”, che concepiscono il loro rapporto con Dio in modo del tutto privato. E, ciò nonostante si rivolgono alla Chiesa in determinate occasioni della loro vita, affinché essa solennizzi con i suoi riti e le sue cerimonie il momento della nascita, del matrimonio, della morte... Gli “utenti”, con la loro religiosità privata, valutano non di rado positivamente le attività che la Chiesa svolge in favore della pace e della giustizia, dell’educazione dei giovani, dell’aiuto al terzo mondo...

A queste persone bisogna far presente che la Chiesa non è solo una istituzione sociale che presta occasionalmente dei servizi, anche eccellenti. Essa è soprattutto una comunità, e ciò che più conta una comunità di credenti in Cristo in cui ognuno ha un ruolo attivo e dove i credenti non si recano come ad una bottega o ufficio per comprare o esigere dei servizi. L’avventura della fede non è mai un correre da solitari, né un affare privato.

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