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ANTONIO ABATE

 

Santo, Monaco memoria liturgica al 17 gennaio

 

La figura di questo santo così lontana da noi nel tempo ci è però molto vicina in quanto può essere assunta ad esempio del nostro cammino verso Dio. Era nato verso il 250 in Egitto da una famiglia cristiana nobile e ricca.

Dopo la morte dei genitori Antonio entrando in una chiesa sente le parole del Vangelo di Matteo (19,21) “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che possiedi, dallo ai poveri ed avrai un tesoro nei cieli”. Ne rimane colpito, dona i suoi “trecento campi fertili e in ottima posizione” ai suoi compaesani, vende le altre cose personali e le distribuisce ai poveri, poi inizia il suo cammino ascetico: si ritira in un luogo vicino al suo villaggio per condurre vita eremitica tutta dedita al lavoro, alla preghiera e alla lettura delle Sacre Scritture. Il demonio comincia subito a tentarlo ma egli, con preghiere, digiuni e austerità varie, vince questa prima battaglia. Antonio capisce che i discepoli devono fare come il loro Maestro, devono combattere il Male per instaurare il Regno di Dio. Per questo si ritira prima in una tomba scavata nel fianco di una montagna e poi in un vecchio castello abbandonato, luogo prediletto dei serpenti. Qui non ha tregua: gli spiriti del male lo assalgono, lo spaventano con apparizioni terrificanti. Qui il demonio si manifesta apertamente come nemico irriducibile. Antonio ne è sconvolto ma resiste impavido. Alla fine riceve la visita del Signore: “Antonio accortosi dell’aiuto, sospirò di sollievo e, alleggerito dai dolori, rivolgeva questa preghiera: "Dove eri Tu? Perché non mi apparisti fin dall’inizio per far cessare i miei dolori?"

E una voce giunse fino a lui: "Ero qui Antonio, e indugiavo per assistere alla tua lotta. Poiché dunque hai resistito e non sei stato sconfitto, sempre ti soccorrerò". Nel 306 costretto dai suoi discepoli a lasciare la sua reclusione diviene padre spirituale di numerose colonie monastiche”. Durante la persecuzione di Massimino lascia il suo eremo per andare ad incorag­giare coloro che col sangue testimoniavano la propria fede. Nel 312 si inoltra nel deserto più interno e fissa il suo eremo in un luogo ancor più isolato. Il suo ritiro totale sarà interrotto solo da un secondo viaggio ad Alessandria per combattere gli eretici. Ritornato nel suo eremo morirà il 17 gennaio 356.

Tutta la storia di Antonio è un progressivo inoltrarsi nel deserto e diventa per noi una linea di progetto per una vita cristiana.

1) Quello che muove Antonio non è solo un ideale di perfezione personale ma è l’attaccamento appassionato alla persona del Signore Gesù e la fiducia incrollabile nelle sue parole: per Antonio sentire la parola del Signore e lasciare tutto è una cosa sola.

2) Il deserto di Antonio è la necessità che ha ogni cristiano impegnato nel seguire Cristo, di spogliarsi delle cose superflue, del ridurre al minimo necessario l’attaccamento verso i beni ingombranti, del saper popolare di Dio ogni situazione della propria vita.

3) Antonio ingaggia una lotta sempre più esplicita contro le forze del male e con questo sottolinea l’aspetto di lotta presente nella vita di ogni uomo che deve combattere non solo contro realtà terrestri e umane, ma contro forze a lui superiori che lo condizionano e lo schiavizzano.

Questa lotta condotta dall’uomo con le sole sue forze sarebbe disperata. Occorre allora l‘aiuto della Parola di Dio, della preghiera, del digiuno, dell’umile perseveranza: è Cristo che vince lottando lui stesso in Antonio e in ogni cristiano.

4)Nonostante la sua ricerca di solitudine Antonio è un uomo in stretta comunione con la Chiesa. Egli abbandona solo due volte il suo deserto e lo fa per motivi ecclesiali: incoraggiare i perseguitati e combattere gli eretici. Ma il suo stesso ricercare e inoltrarsi nel deserto è un portarsi nel cuore della Chiesa. Il problema della Chiesa dell’epoca di Antonio come della nostra chiesa occidentale oggi, non era più quello di convertire, ormai i pagani si accalcavano per entrare nella Chiesa ma la chiesa diventava sempre più pagana, sempre più carnale. Come aiutare la Chiesa a ritrovare il suo volto spirituale?

L’entrata nel deserto è il cammino profetico di chi addita ai battezzati non convertiti la necessità di intraprendere un esodo dalle vecchie abitudini per giungere a nuovi traguardi Antonio con le sue scelte radicali e con la sua lotta ricorda anche a noi cristiani di oggi la lotta ai compromessi, alle pigrizie, al nostro paganizzarci.

 

CURIOSITA’ E FOLCLORE

Una delle doti attribuite a S. Antonio è quella di essere guaritore "dell'herpes zoster” conosciuto proprio con il nome di “fuoco di Sant’Antonio”, affezione che colpisce le cellule nervose e si manifesta con fenomeni epidermici.

 

S. Antonio è anche sempre raffigurato con il maiale.

Il maiale è visto da alcuni come il diavolo che sconfitto da Antonio fu da Dio condannato a seguire il santo sotto questo aspetto. Per altri invece il maiale che accompagna Antonio fu guarito dal Santo; sta di fatto che Antonio e invocato come protettore degli animali, special­mente contro l’alta epizootica. Altri poi lo invocano contro la peste, lo scorbuto e altre malattie che hanno manifestazioni analoghe "all'herpes zoster”. Strettamente connessi con il culto di Antonio sono alcuni detti popolari italiani. Di uno che è colpito da una sciagura improvvisa infatti si dice che “deve aver rubato un porco di S. Antonio” mentre di un intrigante che va ora da questo, ora da quello, o di uno che cerca di scroccare un buon posto si dice che “va di porta in porta come il porco di S. Antonio”.

 

LA VOCAZIONE DI SAN ANTONIO

Dopo la morte dei genitori, lasciato solo con la sorella ancor molto piccola, Antonio, all’età di diciotto o vent’anni, si prese cura della casa e della sorella. Non erano ancora trascorsi sei mesi dalla morte dei genitori, quando un giorno, mentre si recava, com’era sua abitudine, alla celebrazione eucaristica, andava riflettendo sulla ragione che aveva indotto gli apostoli a seguire il Salvatore, dopo aver abbandonato ogni cosa. Richiamava alla mente quegli uomini, di cui si parla negli Atti degli Apostoli, che, venduti i loro beni, ne portarono il ricavato ai piedi degli apostoli, perché venissero distribuiti ai poveri. Pensava inoltre quali e quanti erano i beni che essi speravano di conseguire in cielo. Meditando su queste cose entrò in chiesa, proprio mentre si leggeva il vangelo e sentì che il Signore aveva detto a quel ricco: ”Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, vieni e seguimi e avrai un tesoro nei cieli” (Mt.19,21). Allora Antonio, come se il racconto della vita dei santi gli fosse stato presentato dalla Provvidenza e quelle parole fossero state lette proprio per lui, uscì subito dalla chiesa, diede in dono agli abitanti del paese le proprietà che aveva ereditato dalla sua famiglia — possedeva infatti trecento campi molto fertili e ameni — perché non fossero motivo di affanno per sé e per sua sorella. Vendette anche tutti i beni mobili e distribuì ai poveri la forte somma di denaro ricavata, riservandone solo una piccola parte per la sorella. Partecipando un’altra volta all’assemblea liturgica, sentì le parole che il Signore dice nel Vangelo: “Non vi angustiate per il domani(Mt. 6,34). Non potendo resistere più a lungo, uscì di nuovo e donò anche ciò che gli era ancora rimasto. Affidò la sorella alle vergini consacrate a Dio e poi egli stesso si dedicò nei pressi della sua casa alla vita ascetica, e cominciò a condurre con fortezza una vita aspra, senza nulla concedere a se stesso. Egli lavorava con le proprie mani: infatti aveva sentito proclamare: ”Chi non lavora non mangia” (2Tes. 3,10). Con una parte del denaro guadagnato comperava il pane per sé, mentre il resto lo donava ai poveri.

Trascorreva molto tempo in preghiera, poiché aveva imparato che bisognava ritirarsi e pregare continua­mente (cfr. 1Tes. 5,17). Era così attento alla lettura, che non gli sfuggiva nulla di quanto era scritto, ma conservava nell’animo ogni cosa al punto che la memoria finì per sostituire i libri. Tutti gli abitanti del paese e gli uomini giusti, della cui bontà si valeva, scorgendo un tale uomo lo chiamavano amico di Dio e alcuni lo amavano come figlio, altri come un fratello.

 

MORIRE NEL DESERTO

da Atanasio, Vita di Antonio

“Respirate sempre Cristo e abbiate fede in Lui”

Antonio entrò nella parte interna della montagna, là dove abitava di solito, e pochi mesi dopo si ammalò. Chiamò allora i suoi compagni — erano due che abitavano con lui e che da quindici anni conducevano vita ascetica e lo servivano nella sua vecchiaia. Diceva loro: ”lo, come sta scritto, me ne vado per la via dei padri (Gs. 23,14; 3Re 2,2). Sento che il Signore mi chiama, voi siate vigilanti e non lasciate che si perda il frutto della vostra lunga ascesi, ma preoccupatevi di tener viva la vostra sollecitudine come se cominciaste soltanto adesso. Conoscete le insidie dei demoni, sapete quanto sono feroci eppure deboli. Non temeteli dunque, ma respirate sempre Cristo e abbiate fede in Lui. Vivete come se doveste morire ogni giorno, vigilate su voi stessi e ricordate le esortazioni che avete udito da me. Cercate, anche voi, di unirvi sempre innanzitutto al Signore e poi ai santi perché dopo la vostra morte vi accolgano nelle dimore eterne come amici e familiari. A questo pensate e comprendetelo”.

Dopo queste parole i fratelli lo abbracciarono. Antonio si sdraiò, levò lo sguardo verso quelli che erano venuti a vederlo come se fossero suoi amici e si rallegrò del loro arrivo. Giaceva sdraiato con il volto lieto e così spirò e si unì ai suoi padri, I due compagni, secondo l’ordine ricevuto, l’avvolsero in un lenzuolo e lo seppellirono nascondendo il suo corpo sotto terra.

 

APOFTEGMI

Antonio è un po’ il simbolo dei padri del deserto: ecco alcuni dei loro detti:

 

CUORE

Se hai un po' di cuore, potrai essere salvato.     

 

DISCERNIMENTO

Per ogni pensiero che ti viene in mente devi dire: sei dei nostri o del nemico?   

 

EREMITA

Se non si è edificati dal mio silenzio non lo si sarà nemmeno se io parlo.        

 

OPERE

Al momento presente gli uomini dicono molte parole, ma abbiamo bisogno di opere, ed è questo che vien chiesto, non le parole che non portano frutti.

 

PACE

Se poco ti curi di te stesso, sarai nella pace, ovunque tu vada.

 

OZIO

Molti si riposano prima che Dio conceda.  

 

SOLITUDINE

Al problema: "Voglio fuggire gli uomini", abba Lucio rispose: 

"Sì, ma dopo aver dimostrato che sei capace di vivere in armonia con loro".  

 

DIO

L'uomo se non dice nel suo cuore: "Dio e io siamo soli al mondo", non avrà mai pace. 

 

INSODDISFAZIONE

Essere insoddisfatti di sé è la più sottile forma di superbia.  

 

OBBEDIENZA

Obbedienza per obbedienza: se uno obbedisce a Dio, Dio obbedisce a lui. 

 

DIO

Se il tuo pensiero dimora in Dio, la forza di Dio dimora in te.        

 

PREGHIERA

Non far mai nulla senza pregare e non avrai rimpianti.   

 

SALVEZZA

Il principio della salvezza è condannare se stessi.       

 

UMILTA’

L'uomo deve continuamente respirare l'umiltà e il timor di Dio, 

come il soffio che inala ed espelle attraverso le radici.    

 

DIAVOLO

Se sei orgoglioso, sei il diavolo. Se sei triste, sei suo figlio. E se ti preoccupi di mille cose, sei il suo servitore.  

 

PREGHIERA DI SAN ANTONIO

Onnipotente, Verbo del Padre, tu stesso perfetto, Gesù Cristo, per la tua infinita misericordia, 

non abbandonarmi mai, io che sono tuo servo, ma riposa sempre in me.

O Gesù, buon pastore delle tue pecore, non mi abbandonare alle trappole del serpente seduttore, 

né alla mercé di Satana; perché il germe della corruzione abita in me.

Così, Signore, Dio adorabile, Gesù Cristo, fonte di santità, proteggimi nel sonno con la tua luce eterna, 

con il tuo Santo Spirito, col quale hai santificato i tuoi discepoli.

Accorda, o Signore, anche a me, tuo indegno servo, la tua salvezza nel mio giaciglio.

Illumina la mia mente alla luce della contemplazione del tuo santo evangelo.

Illumina la mia anima con l'amore della tua croce.

Illumina il mio cuore con la purezza della tua Parola..

Il mio corpo sia mortificato dal ricordo della tua passione, 

e tutti i miei pensieri siano protetti dalla tua ineffabile umiltà.  

Poi, quando lo riterrai opportuno, rialzami per glorificarmi: 

poiché tu sei glorificato dal tuo Padre Eterno e dal tuo Santissimo Spirito, per tutti i secoli. Amen.

 

 

QUALCHE ANEDDOTO

S. Antonio Abate ricevette un giorno una lettera dall'Imperatore Costantino, con un invito per un colloquio con il sovrano. I monaci, che ne ebbero conoscenza, ne furono assai lieti e si congratularono con il loro abate; ma smaniavano di ricevere anch'essi qualche lettera simile; o, per lo meno, di poter leggere quella che l'imperatore in persona aveva scritto al Santo. Quando S. Antonio lo seppe li ammonì:

"E che è la lettera di un uomo a confronto con quella di un Dio? Il Vangelo è la lettera che Dio ci scrive: lì vi è la sua legge, lì vi è la parola di Gesù Cristo. Che cosa possono essere le piccole cose che sa dire un re paragonate alle grandi verità, insegnateci dal Salvatore?".

 

IL LAMENTO DEL DIAVOLO

Un giorno il diavolo si lamentò con S. Antonio abate. Gli chiese:

— Perché i tuoi monaci e questi maledetti cristiani mi combattono tanto?

S. Antonio rispose:

— Ben a ragione, perché tu li tenti in tutti i modi!

Ma il diavolo sinceramente rispose:

— Non sono io che li tormento! Quasi sempre sono le loro passioni, il loro malcelato egoismo e la loro reciproca invidia, che li spingono al male! Il mio potere da tempo è finito, perché chi regna nel mondo oggi non sono io, ma Cristo Signore. L’uomo è più cattivo di me, se cela e scusa la sua malizia riferendola ingiustamente a me!

 

SI PUÒ VIVERE SENZA LIBRI?

A S. Antonio abate, che da più di mezzo secolo viveva nel deserto solo e privo di tutto, un giorno un visitatore chiese:

— Padre, come puoi tu, uomo di cultura, vivere qui senza un libro?

Rispose il santo:

—Io anche qui ogni giorno ho due libri meravigliosi, che non finisco mai di leggere, tanto sono belli: il creato e la Bibbia! Ad ogni loro pagina m’incanto di fronte alle meraviglie e alle sorprese d’un Amore supremo, carico di bellezza e di vita.

 

UNA ANTICA NOVENA A SANT’ANTONIO ABATE

1.     O Sant’Antonio che davanti a una parola del Vangelo ascoltata nella Messa, lasciasti la casa e il mondo per ritirarti nel deserto, ottienici dal Signore la grazia di essere docili alle divine ispirazioni. Gloria

 

2.     O Sant’Antonio che hai distribuito in elemosina tutte le tue sostanze e scegliesti una vita di penitenza e preghiera ottienici dal signore la grazia di non fidarci delle ricchezze e l’amore per la preghiera. Gloria

 

3.     O Sant’Antonio che con la parola e con l’esempio fosti guida a tanti discepoli ottienici la grazia di testimoniare con la vita ciò che annunciamo con le parole. Gloria.

 

4.     O Sant’Antonio che sia durante la preghiera che il lavoro manuale hai sempre tenuto la mente rivolta al Signore ottienici dal Signore la grazia di non dimenticarci mai della sua continua presenza sia nella preghiera che nel lavoro. Gloria.

 

5.     O Sant’Antonio che modellasti la tua vita prendendo esempio da altri santi ottienici la grazia di scorgere il bene ovunque e di saperlo imitare. Gloria.

 

6.     O Sant’Antonio che neanche davanti agli onori che ti tributarono re e imperatori, avesti un minimo sentimento di vanità, ottienici da Dio la grazia di non fermarci ad apparenze e onori, ma di cercare solo e sempre l’amicizia di Dio. Gloria.

 

7.     O Sant’Antonio che con la preghiera e con la penitenza hai vinte le numerose tentazioni del diavolo, ottienici la Grazia di vincere, con la forza di Dio ogni nemico che si oppone a Lui. Gloria.

 

8.     O Sant’Antonio, tentato nel deserto, ottienici la grazia di non aver paura del demonio, ma di combatterlo con la forza di Dio. Gloria.

 

9.     O San’Antonio, che nonostante gli anni continuasti sempre a rinfrancare gli uomini nella fede in Dio ottienici la grazia di essere testimoni zelanti della Parola di Dio, di progredire fino ai nostri ultimi giorni nel cammino della fede per essere partecipi con Te nella gloria del cielo. Gloria.

 

PREGHIAMO

O Dio che hai ispirato a Sant’Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per servirti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi, per sua intercessione, di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa. Per il nostro Signore Gesù Cristo….

 

UN ANTICO TRIDUO AL SANTO

 

I.      Glorioso S. Antonio, nostro potente avvocato, ci prostriamo innanzi a voi. Sono innumerevoli i mali, le angustie che da ogni parte ci affliggono. Siate voi pertanto, o grande S. Antonio, il nostro consolatore; liberateci da tutte le afflizioni che continuamente ci tormentano. E, mentre la pietà dei fedeli vi scelse a protettore contro le infermità che possono colpire ogni genere di animali, fate che questi siano sempre liberi da ogni disgrazia, affinché prestandosi ai nostri bisogni temporali possiamo essere più spediti a raggiungere la nostra Patria celeste. Pater, Ave, Gloria.

 

Il.      Glorioso S. Antonio, che arricchito fin dall'infanzia delle benedizioni del cielo, vi distaccaste da tutto quello che sa di terra, e, seguendo i consigli del vangelo, voleste condurre la vita nel silenzio dei deserti; impetrate anche a noi la ritiratezza e la solitudine del cuore, per disporci a ricevere da Dio il dono della grazia e gli aiuti necessari per migliorare la nostra vita. Fate ancora, o benignissimo Santo, che sia allontanata dai nostri animali ogni malattia e disgrazia; così potremo sempre più lodarvi, ringraziarvi ed imitarvi. Pater, Ave, Gloria.

 

III.    Ci rallegriamo con voi, o glorioso S. Antonio, che dopo di aver servito Dio nelle solitudini dell'Egitto tanti anni, fra tentazioni e penitenze, meritaste di fare una morte preziosa al cospetto del Signore. Noi, incerti della nostra eterna salvezza, ri­corriamo al vostro aiuto per eccitare in noi il divino timore e lo spirito della santa orazione, disponendoci così a conseguire dalla misericordia di Dio la grazia di santamente morire. Così sia. Pater, Ave, Gloria.

 

PER IL GIORNO DELLA FESTA

 

Preghiera:

Glorioso S. Antonio, come ci edifica e commuove il vostro esempio! Seguendo il consiglio del Vangelo, rinunciaste alle ricchezze e agli agi ritirandovi nel deserto. Poi, benché vecchio, con la sete del martirio in cuore, lasciaste la solitudine per convertire gli infedeli e rinforzare nella fede i cristiani vacillanti. Vi preghiamo di ottenerci lo zelo nella fede, l'amore alla Chiesa, e la perseveranza nel bene. Vorremmo chiedervi anche l'eroismo di osservare i consigli evangelici per essere associati con maggior merito alla vostra gloria in Cielo.

 

 

LETTURE PROPOSTE DALLA LITURGIA

 

1^ Lettura Mi 6, 6-8

Dal libro del profeta Michèa

Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore le migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio. Parola di Dio

Salmo 15 “Sei tu, Signore, l'unico mio bene”

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore,

senza di te non ho alcun bene “. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita. R

 

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce.

Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. R

 

Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra. R

 

Vangelo Mt 19, 16-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?”. Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. Parola del Signore

         
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