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FABIANO

 

Santo, Papa e Martire memoria liturgica il 20 Gennaio

 

Era di origine romana e successe a Papa  Antero nel 236. Eusebio di Cesarea racconta che la sua elezione avvenne per intervento di Dio. Fabiano, infatti, venuto dalla campagna insieme con alcuni amici, si trovava nell’assemblea che doveva eleggere il successore di Antero, ma nessuno pensava a lui; ad un tratto una colomba, scendendo dal cielo, si posò sul suo capo; il popolo vide in ciò un segno di Dio e lo acclamò degno del pontificato.

Il suo governo, durato quattordici anni, coincise con un periodo di pace per la Chiesa e Fabiano ne approfittò per curarne l’organizzazione e l’amministrazione. La sua opera fu imponente e dovette suscitare apprensioni nello stesso imperatore Decio il quale, secondo la testimonianza di San Cipriano, avrebbe preferito vedere un competitore nell’impero che un Vescovo a Roma. La verità di questo giudizio è confermata dal fatto che Fabiano fu proprio una delle prime vittime della persecuzione che lo stesso Decio scatenò nel 250. Egli cadde il 20 gennaio e fu sepolto nella cripta dei papi del cimitero di Callisto dove nei 1854 fu rinvenuto il suo epitaffio. Già pochi giorni dopo la sua morte, San Cipriano in una sua lettera riporta l’elogio di questo santo papa. Questa stessa lettera ci aiuta a comprendere la situazione e i problemi della Chiesa al tempo delle persecuzioni. Quando fu informato della morte di papa Fabiano, San Cipriano scrisse ai presbiteri e ai diaconi di Roma questa lettera:

Era ancora incerta da noi la notizia della morte di quel santo mio confratello nell’episcopato, e le informazioni oscillavano dubbie, quando ricevetti da voi la lettera, mandatami per mezzo del suddiacono Cremenzio, dalla quale venivo pienamente informato della sua gloriosa morte. Allora esultai perché all’integrità del suo governo era seguita una nobile fine. A questo riguardo, mi rallegro moltissimo anche con voi, perché onorate la sua memoria con una testimonianza così solenne e splendida, facendo conoscere anche a noi la memoria gloriosa che voi avete del vostro vescovo e offrendo anche a noi un esempio di fede e di fortezza. Infatti, quanto è dannosa per i sudditi la caduta di chi è capo, altrettanto invece è utile e salutare un vescovo che si offre ai fratelli come esempio di fermezza di fede”.

Sembra che prima ancora di ricevere questa lettera, la chiesa di Roma offrisse alla chiesa di Cartagine la seguente testimonianza della sua fedeltà nella persecuzione:

“La chiesa resiste forte nella fede. E’ vero che alcuni, o perché impressionati dalla risonanza che avrebbero potuto suscitare a causa della loro alta posizione sociale, o per via della fragilità umana, hanno ceduto, tuttavia per quanto ormai separati da noi, non li abbiamo abbandonati nella loro defezione, ma li abbiamo aiutati e ancora siamo loro vicini perché si riabilitino mediante la penitenza e ricevano il perdono di colui che lo può concedere.

Se, infatti, noi li lasciassimo in balia di se stessi, la loro caduta diventerebbe irreparabile. Cercate di fare anche voi altrettanto, fratelli carissimi, porgendo la mano a coloro che sono caduti perché si rialzino. Così se dovessero ancora subire l’arresto, si sentiranno forti per confessare questa volta la fede e rimediare all’errore precedente.

Vi salutano i fratelli che sono in carcere, i presbiteri e tutta la chiesa, la quale con la massima sollecitudine vigila su tutti coloro che invocano il nome del Signore. Ma anche noi domandiamo il contraccambio del vostro ricordo”.

 

PREGHIERA DALLA LITURGIA DI SAN FABIANO

O Dio, gloria dei tuoi sacerdoti, concedi a noi tuoi fedeli, per intercessione del papa e martire Fabiano di crescere come comunità di fede e di amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

         
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