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ANGELA MERICI

 

Fondatrice delle Orsoline memoria liturgica al 27 gennaio

 

La figura di questa santa è particolarmente interessante, non solo per la fondazione dell’ordine delle Orsoline ma perché vissuta nello splendido rinascimento, epoca di fasti ma di allontanamento dai fini soprannaturali, con molta semplicità, essendo donna e illetterata pensò di migliorare la società per mezzo della famiglia e di agire sulla famiglia con la leva più importante e delicata, cioè con la formazione religiosa delle donne cristiane.

Nata il 21 marzo del 1470 o 1474 a Desenzano sul Garda da una modesta famiglia, a 15 anni rimase orfana dei genitori ed andò a vivere con una sorella presso uno zio a Salò dove entrò nel Terz’ordine Francescano.

Tornata a Desenzano ebbe una visione che cambiò la sua esistenza: le apparve la scala di Giacobbe popolata da un gran numero di giovanette che salivano al cielo ciascuna accompagnata da un Angelo. Una delle fanciulle, in cui Angela riconobbe una amica morta da poco la incoraggiò a costituire una comunità di giovani. Tutte queste fanciulle, la scala di Giacobbe, ricordarono ad Angela la leggenda di S. Orsola che raccontava della santa martirizzata dagli Unni con le sue undicimila compagne. L’esempio di Sant’Orsola e delle sue compagne si confaceva all’idea che Angela aveva del suo nuovo Ordine che  chiamerà appunto le Orsoline. Angela cominciò subito a radunare attorno a sé ragazze e bambine povere per istruirle nel lavoro e nell’assistenza dei poveri. Nel 1516 si trasferì a Brescia dove continuò la sua attività assistenziale. Morì il 27 gennaio 1540. Le Orsoline di Angela Merici da Brescia si diffusero rapidamente in altre città. La regola di vita religiosa dettata dalla Santa era veramente moderna, agile, aderente ai bisogni della società del suo tempo. Le suore Orsoline non vivevano in comune, ma restavano nel mondo, nelle proprie famiglie, riunendosi solo periodicamente, così da potersi dedicare con libertà e penetrazione alle loro opere di bene, soprattutto all’educazione delle giovani. Questa caratteristica delle Orsoline permise loro di continuare, anzi moltiplicare la loro benefica attività nei momenti più difficili per gli altri ordini monastici, come in Francia durante la Rivoluzione. E la Regola delle Orsoline, agile e duttile si è adattata facilmente ed efficacemente alle esigenze delle varie nazioni e dei diversi tempi, moltiplicandosi in ben 18 rami dell’Ordine, che esaltano nel mondo la gloria di Angela Merici, donna umile che ebbe grande fiducia in Dio e nelle capacità del suo prossimo e in particolare delle donne allora (come quasi sempre) non riconosciute nelle proprie doti e nei propri valori.

 

 

PREGHIAMO CON LA LITURGIA DELLA SANTA

O Dio, Padre misericordioso, che in Sant’ Angela Merici hai dato alla tua chiesa un modello di carità sapiente e coraggiosa, per il suo esempio e per la sua intercessione donaci di comprendere e testimoniare la forza rinnovatrice del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

DAL TESTAMENTO SPIRITUALE DI SANT’ANGELA MERICI

Mie carissime madri e sorelle in Gesù Cristo, sforzatevi coll’aiuto della grazia, di acquistare e conservare in voi tale intenzione e sentimento buono, da essere mosse alla cura e al governo della Compagnia solo per amore di Dio e per lo zelo della salute delle anime. Se tutte le vostre opere saranno così radicate in questa duplice carità, non potranno portare se non buoni e salutiferi frutti. Perciò dice il Salvatore nostro: « Un albero buono non può produrre frutti cattivi » (Mt 7, 18) come volesse dire che il cuore, quando è informato alla carità, non può produrre se non buone e sante opere. Onde ancora diceva sant’Agostino: Ama e fa’ quel che vuoi, come se dicesse chiaramente: La carità non può peccare. Vi supplico ancora di voler ricordare e tenere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliuole ad una ad una; e non solo i loro nomi, ma ancora la condizione e indole e stato ed ogni cosa loro. Il che non vi sarà cosa difficile, se le abbraccerete con viva carità. Anche le madri secondo la carne, se avessero mille figliuoli, tutti se li terrebbero nell’animo totalmente fissi ad uno ad uno, perché così opera il vero amore. Anzi pare che, quanti più ne hanno, tanto più cresca l’amore e la cura particolare per ciascuno. Maggiormente le madri secondo lo spirito possono e devono far questo, perché l’amore secondo lo spirito è, senza confronto, molto più potente dell’amore secondo la carne. Dunque, mie carissime madri, se amerete queste nostre figliuole con viva e sviscerata carità, sarà impossibile che non le abbiate tutte particolarmente impresse nella memoria e nel cuore. Impegnatevi a tirarle su con amore e con mano soave e dolce, e non imperiosamente né con asprezza; ma in tutto vogliate esser piacevoli. Ascoltate Gesù Cristo che raccomanda:«Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore» (Mt 11, 29); e di Dio si legge che governa con bontà eccellente ogni cosa (Sap 8,1). 

E ancora Gesù Cristo dice: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero » (Mt 11, 30). Ecco perché dovete sforzarvi di usare ogni piacevolezza possibile. Soprattutto guardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza: poiché Dio ha dato ad ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone, invita e consiglia. Non dico però che alle volte non si debba usare qualche riprensione ed asprezza a tempo e luogo secondo l’importanza, la condizione e il bisogno delle persone, ma solamente dobbiamo essere mosse a questo dalla carità e dallo zelo delle anime.

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