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PAOLO MIKI  e compagni

 

Santi Martiri del Giappone memoria liturgica al 6 Febbraio

 

Paolo era nato da una famiglia benestante di Kioto nel 1556. Ricevette il Battesimo all’età di cinque anni e ne aveva venti quando entrò nel seminario dei Gesuiti di Anzuciana: due anni dopo era iscritto fra i novizi della Compagnia di Gesù. Trovò difficoltà nello studio del latino, mentre divenne un buon conoscitore delle dottrine e delle usanze buddiste, conoscenza che in seguito si rivelò molto utile perché poté sostenere con efficacia dispute e discussioni con dotti locali convincendo così molti suoi compatrioti ad aderire al Cristianesimo. Di lui è ricordata soprattutto la sua opera di predicatore. Verso la fine del secolo XVI scoppiò contro il Cristianesimo una persecuzione da parte delle autorità locali. Fra le vittime vi fu anche Paolo che, arre­stato il 26 Dicembre 1596, ad Osaka assieme a due compagni di noviziato, Giovanni Kisai e Giovanni Soan. Fu trasferito nelle carceri di Meaco assieme a religiosi francescani e a catechisti giapponesi. Destinato ad essere crocifisso a Nagasaki, subì vari tormenti e maltrattamenti: prima gli fu mozzato l’orecchio sinistro, poi nel viaggio di trasferimento fu esposto alla derisione ed al disprezzo delle popolazioni. Ecco come un contemporaneo nella “Storia del martirio dei Santi Paolo Miki e compagni” descrive la passione dei Santi. “Piantate le croci, fu meraviglioso vedere in tutti quella fortezza alla quale li esortava sia Padre Pasio, sia Padre Rodriguez. Il Padre commissario si mantenne sempre in piedi, quasi senza muoversi, con gli occhi rivolti al cielo. Fratel Martino cantava alcuni salmi per ringraziare la bontà divina, aggiungendo il versetto: ”Mi affido nelle tue mani” Anche Fratel Francesco Bianco rendeva grazie a Dio ad alta voce. Fratel Gonsalvo a voce altissima recitava il Padre nostro e l’Ave Maria. il nostro fratello Paolo Miki, vedendosi innalzato sul pulpito più onorifico che mai avesse avuto, per prima cosa dichiarò ai presenti di essere giapponese e di appartenere alla Compagnia di Gesù, di morire per aver annunziato il Vangelo e di ringraziare Dio per un beneficio così prezioso. Si rivolse quindi ai compagni, giunti ormai all’estrema battaglia, e cominciò a dir loro parole di incoraggiamento. Sui volti di tutti appariva una certa letizia, ma in Ludovico era particolare. A lui gridava un altro cristiano che presto sarebbe stato in paradiso, ed egli, con gesti pieni di gioia, delle dita e di tutto il corpo, attirò su di sè gli sguardi di tutti gli spettatori. Antonio, che stava di fianco a Ludovico, con gli occhi fissi al cielo, dopo aver invocato il santissimo nome di Gesù e di Maria, intonò il salmo  Laudate pueri dominum che aveva imparato a Nagasaki durante l’istruzione catechistica; in essa infatti vengono insegnati ai fanciulli alcuni salmi a questo scopo. Altri infine ripetevano: “Gesù! Maria!” con volto sereno. Alcuni esortavano anche i circostanti ad una degna vita cristiana; con questi e altri gesti simili dimostravano la loro prontezza di fronte alla morte. Allora quattro carnefici cominciarono ad estrarre dal fodero le spade in uso presso i giapponesi. Alla loro orribile vista tutti i fedeli gridarono: “Gesù! Maria!” e, quel che è più, seguì un compassionevole lamento di più persone, che salì fino al cielo. I loro carnefici con un primo e un secondo colpo, in brevissimo tempo, li uccisero. L’esecuzione avvenne il 5 febbraio 1597 su una collina nei pressi di Nagasaki, denominata più tardi dai cristiani “la collina santa”. Paolo fu il Primo religioso di origine giapponese e il primo gesuita martire in Giappone.

 

PREGHIAMO CON LA LITURGIA DELLA FESTA

O Dio, forza dei martiri, che hai chiamato alla gloria eterna San Paolo Miki e i suoi compagni attraverso il martirio della croce, concedi anche a noi, per loro intercessione, di testimoniare in vita e in morte la fede del nostro battesimo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

PAROLA DI DIO PROPOSTA NELLA FESTA DEI SANTI MARTIRI

 

1^ Lettura Gal 2, 19-20

Dalla lettera di san Paolo ai Galati

Fratelli, mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Parola di Dio

Salmo 125 “Chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia”

 

Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare.

Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. R

 

Allora si diceva tra i popoli: “Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.

Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia. R

 

Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, come i torrenti del Negheb.

Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo. R

 

Nell'andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare,

ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni. R

 

Vangelo Mt 28, 16-20

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Parola del Signore

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