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SCOLASTICA

 

Santa, Vergine memoria liturgica al 10 Febbraio

 

Scolastica è la sorella di S. Benedetto da Norcia. Siamo nel VI secolo e il poco che conosciamo della vita della santa risulta dall’unica fonte del Libro dei Dialoghi di San Gregorio Magno dedicato alla biografia di San Benedetto. Unica notizia che non riguardi gli ultimi suoi giorni di vita è che dalla fanciullezza fu consacrata con il velo della verginità. Si pensa che abbia seguito in qualche modo il grande fratello quando questi istituì i primi monasteri di vita comune a Subiaco. Sembra che alcuni anni prima della morte abbia dimorato nei pressi di Montecassino. Gregorio Magno racconta l’ultimo incontro tra i due santi, ambedue ormai vicini alla morte. Dopo aver trascorso tutto il giorno celebrando le lodi di Dio e parlando di cose sante, alla sera presero insieme un po’ di cibo. Ma poiché pure a mensa proseguirono nei pii ragiona­menti, l’ora si fece tarda, e Scolastica osò chiedere al fratello che non la lasciasse lì quella notte, e si fermasse invece a parlar con lei fino al mattino sulle gioie del paradiso. Benedetto, si rifiutò di indugiarsi di notte fuori del Monastero, e allora Scolastica ricorse con confidenza a Dio. Poggiato il volto sulla mensa, lo pregò tra le lacrime con immenso fervore: e all’improvviso il cielo serenissimo si rannuvolò, e in pochi istanti si scatenò un gran temporale di lampi e di pioggia che rese impossibile l’uscita e il ritorno al monastero. La santità non impedì a Benedetto di muoverle un dolce rimprovero, nè a Scolastica di rispondergli con amabile ironia: “Esci pure, se vuoi; lasciami, e ritorna la monastero. Tu non mi hai voluto ascoltare; ho pregato il Signore, e Lui mi ha esaudita”. La soavissima scena è chiusa da S. Gregorio con la memorabile osservazione che Scolastica “più poté presso Dio perché più amo”. Passata quindi la notte in discorsi spirituali, al mattino seguente Benedetto rientrò a Montecassino, e Scolastica nella sua “cella”. Dopo appena tre giorni, il santo trovandosi a levare gli occhi al cielo, vide l’anima della sorella entrare in paradiso in forma di colomba. Il suo cuore traboccò di gioia; con inni e lodi egli ringraziò Dio di tanta gloria concessa a Scolastica e ne volle egli stesso dare l’annuncio ai monaci. A questi poi ordinò di recarsi a valle a prendere quelle verginali spoglie, che fece seppellire nella tomba che aveva fatto preparare per sé, nell’oratorio di S. Giovanni sito in cima al monte, nel preciso luogo ove oggi è l’altare maggiore della basilica cassinese. Quando poi, forse poco dopo, giunse l’ora sua, fece aprire per sé una nuova tomba attigua ed ivi fu sepolto. Così avvenne, secondo l’espressione di S. Gregorio, che come il loro spirito era stato uno stesso in Dio, così anche i loro corpi furono congiunti da un’unica sepoltura.

 

I SUOI INSEGNAMENTI.

 

Scolastica dimostra la perfetta eguaglianza nella Chiesa dell’uomo e della donna nella chiamata alla vita di perfezione cristiana e di consacrazione a Dio sia per la preghiera e la vita claustrale, sia per le più svariate opere di misericordia nei confronti del prossimo, specialmente dei più poveri e bisognosi. La vita consacrata degli uomini e delle donne diventa complementare ella Chiesa di Dio e nella società, perché ognuno sviluppa le proprie doti naturali e le mette a servizio di Dio e dei fratelli. Questa preziosa presenza e fruttuosa collaborazione, affermata con il proprio esempio da S. Scolastica, continua ancora nella Chiesa con grande vantaggio per l’evangelizzazione e la pro­mozione umana. La donna, sia nel monastero, sia nella consacrazione nel mondo, sia nella vita familiare ha sempre una grande missione educatrice. La donna richiama tutti alla necessità e alla bellezza della preghiera, della fede coraggiosa in Dio, della pratica della carità con la costanza, la dolcezza, lo spirito di sacrificio che le è proprio in forza della maternità sia fisica che spirituale. La donna è strumento nelle mani di Dio di grandi elevazioni spirituali e morali ed è, purtroppo, causa di molti disordini se perde il senso della propria dignità e della propria missione.

 

L’esempio di S. Scolastica deve far rifiorire nel nostro tempo, che purtroppo conosce una forte crisi in questo settore, le vocazioni religiose femminili. La società ha bisogno di donne consacrate a Dio, che vivano fino all’eroismo questa consacrazione in una delle modalità, che lo Spirito Santo ha suscitato lungo i secoli e suscita ancora e che la Chiesa ha approvato e approva. Questa magnifica fioritura di modi diversi di vivere la stessa fondamentale vocazione, ciascuna secondo il proprio specifico carisma, è una dimostrazione della presenza operante dello Spirito nella Chiesa. Occorre però che la voce di Dio che chiama venga accolta senza resistenze da coloro, che si sentono chiamate. La famiglia, la comunità ecclesiale, la scuola, l’ambiente devono aiutare le giovani di oggi a saper cogliere la propria vocazione ed a corrispondervi con generosità « obbedienti allo Spirito ». Tutti da Santa. Scolastica possiamo imparare il primato dello spirito e della preghiera nella vita di ogni giorno, perché ogni azione « cominci sempre con la grazia del Signore e, continuata con il suo aiuto, venga portata a compimento per la sua gloria ».

 

PREGHIAMO NELLA LITURGIA DELLA SANTA

 

Santifica la tua famiglia, Signore, per l’intercessione e per l’esempio di santa Scolastica, e concedi a noi di amarti e servirti con purità di cuore, per sperimentare la gioia della tua amicizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo….

 

PAROLA DI DIO PROPOSTA DALLA LITURGIA

 

1^ Lettura 1 Cor 12,31 - 13,13

Dalla prima lettera di San Paolo a Corinto

Fratelli, aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! Parola di Dio

 

Salmo 130 “Ti cerco, mio Dio, in semplicità di cuore”

 

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo;

non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. R

 

Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre,

come un bimbo svezzato è l'anima mia. R

 

Speri Israele nel Signore, ora e sempre. R

 

Vangelo Mt 11, 25-30

In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Parola del Signore

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