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PIETRO  CHANEL

 

Santo, Martire memoria liturgica al 28 Aprile

 

E’ un santo relativamente “nuovo”, canonizzato nel 1954 a poco più di un secolo dalla sua morte avvenuta nel 1841; Pietro Chanel è il primo martire dell’Oceania. Nato in Francia nel piccolo villaggio di Cuet, presso Belley, il 12 luglio 1803, il piccolo Pietro amava leggere i racconti delle imprese missionarie al punto da scoprirvi la sua vocazione. Nei primi momenti della sua vita non poté però studiare regolarmente in quanto doveva badare ai suoi fratelli più piccoli. Nel 1817 Pietro fece la prima comunione. Due anni dopo, entrò nel seminario minore di Meximieux, dove portò a termine senza difficoltà e con buon profitto gli studi. Accingendosi il superiore Loras, a partire per l’America, Pietro con due compagni desiderava seguirlo, ma, dovendo per il momento completare i suoi studi con un anno di filosofia al seminario minore di Belley, in cui entrò il giorno di Ognissanti del 1823, fu costretto a rinunciarvi. Venne ordinato sacerdote nel 1827. Ancora una volta la sua vocazione missionaria non poté venire assecondata poiché il suo vescovo aveva estremo bisogno di sacerdoti. Nominato vicario ad Ambérieu, Pietro vi trovò una comunità assai zelante nelle attività della propagazione della Fede. Un anno dopo, il giovane sacerdote veniva mandato nella regione di Gex, nella parrocchia di Crozet, che aveva bisogno di un prete “conciliante”. Vicario, poi parroco, spremé le sue migliori energie nell’opera dell’apostolato, e al tempo stesso si preparò alla vita missionaria, alla quale aspirava fin dalla prima gioventù. E per far questo, si “specializzò” soprattutto in due materie: la frugalità e la laboriosità. Saper far tutto, e saper fare a meno di tutto, erano i migliori requisiti per un futuro missionario. Quando la cura della parrocchia non gli sembrò più sufficiente, chiese di entrare nella Società di Maria, da poco fondata e non ancora approvata dal Papa, e di partire missionario negli Stati Uniti. Dopo alcuni anni, approvata da Roma, la società dei cosiddetti “Maristi”, gli fu chiesto di partire per l’Oceania, il territorio di missione che il papa desiderava affidare alla nuova famiglia religiosa. Giunse così, nel 1837, nell’isola di Futuna, campo di lavoro e di sofferenza destinatogli dalla Provvidenza. Conosciamo tutti i particolari del suo soggiorno e della sua opera in quell’isola, perché i superiori lo incaricarono di tenere un diario, che il padre Chanel redasse con attenta cura per più di tre anni, fino alla settimana precedente la sua morte. Sappiamo così dell’accoglienza non ostile, ma anche piena di insidie e di malintesi, che il sovrano dell’isola tributò al missionario europeo; sappiamo della capanna che egli trasformò in chiesetta; dell’effetto che i riti cristiani, ancora incomprensibili, fecero sulla popolazione dei nativi. Sappiamo degli sforzi del sacerdote marista per imparare la lingua del luogo, indispensabile strumento per aprire alla fede le anime dei pagani, e sappiamo anche dei lenti successi, non della predicazione, tuttora impossibile, ma dell’esempio e dell’affabilità del missionario, nell’avvicinare al Cristianesimo gli abitanti di Futuna, soprattutto i giovani. Ma questi successi vennero contrastati dai vecchi dell’isola, più tradizionalisti e conservatori, i quali non vedevano di buon occhio l’intromissione dell’europeo nei costumi millenari della comunità. Un giorno, lo stesso figlio del capo tribù si dichiarò favorevole al missionario. Questo fatto colmò la misura: la famiglia del capo si riunì e il 28 aprile 1841, di buon mattino, un gruppo di uomini guidati da Musumusu, genero del capo tribù, venne mandato ad assalire il missionario a Poi. Con la scusa di chiedergli un favore, lo attirarono fuori casa e lo atterrarono a colpi di randello, saccheggiando poi la casa. Musumusu, infine, si armò di un’ascia e gli spaccò il cranio. Ma il risultato non fu quello che i dignitari conservatori si aspettavano, perché quell’uccisione provoco la conversione quasi immediata di tutti gli abitanti dell’isola. Fu dunque il capolavoro del missionario francese, al quale egli si era preparato con tutta una vita di apprendistato al sacrificio. La società dei Padri Maristi ebbe così il suo primo Martire, e Futuna, isola sperduta dell’Oceania, vide fiorire il primo Santo del quinto continente.

 

PREGHIAMO

O Dio che al tuo sacerdote San Pietro Chanel hai dato la grazia di coronare con il martirio l’annunzio missionario del Vangelo, concedi anche a noi in questi giorni di gioia pasquale di vivere pienamente il mistero di Cristo morto e risorto, per divenire testimoni della vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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