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31 AGOSTO

 

 

 

GIUSEPPE PICCO , Servo di Dio

Nacque a Nole Canavese (Torino) il 4 Luglio 1867 da una famiglia povera ma religiosa. Anche un suo zio sacerdote ed insegnante nelle scuole elementari di Nole lo aiutò nella scelta di un indirizzo di vita. Studiò a Torino e in seguito a Lanzo al collegio di don Bosco. Volendo diventare prete entrò nel seminario di Chieri, ma poi preferì il noviziato dei gesuiti. Fu ordinato l’8 aprile 1901. Esercitò il suo ministero a Torino, a Cuneo, a Genova, a Sanremo, ma dal 1912 fu assistente alla casa per esercizi spirituali di Gozzano (Cuneo) con il compito di girare nei paesi e nei casolari per assistere i malati, amministrare i sacramenti, predicare, portare l’Eucarestia: cose che egli assolse sempre con semplicità e fede fino alla sua morte il 31 agosto 1946.

 

 

RAIMONDO, Santo

Nato a Barcellona nel 1200 entrò nell’ordine dei Mercedari, che si dedicavano alla liberazione dei Cristiani catturati dai Mori. Recatosi in Algeria, si offri schiavo lui stesso in cambio della liberazione di un infelice. Inoltre, in questo modo gli sarebbe stato più facile raggiungere il cuore di quei poveretti. In questa sua nuova posizione, dunque, soffrì crudeli sevizie: gli perforarono le labbra con un ferro rovente per poi chiudergliele con un lucchetto, ma Raimondo continuò prodigiosamente a incitare gli schiavi a perseverare nella fede e a predicare tra gli infelici l’amore fraterno. Appena liberato tornò in patria, dove papa Gregorio IX lo consacrò cardinale e lo volle come suo consigliere. La morte lo colse però prima ancora che partisse per Roma, nell’anno 1240.

 

 

ABBONDIO DI COMO, Vescovo

Fu il quarto Vescovo di Como. Ebbe dal papa Leone Magno un  gravoso impegno in Oriente per ristabilire la fede minacciata dalle eresie e vi riuscì. Fu anche presente con Sant’Eusebio al Concilio di Milano per ristabilire l’unità della fede. Morì tra il 468-469.

 

 

DIADOCO Santo, Vescovo

Visse nel V secolo, fu vescovo di Foticea, nell'Epiro. Fu forse strappato alla sua sede episcopale e portato a Cartagine dai Vandali. Prese parte alla polemica antimonofisita. La sua opera principale, Capita centum de perfectione spirituali, è un trattato sulla perfezione cristiana.