sacello
bizantino in Ancona
di Fabio Della Rocca
Il monumento preso in esame
è quello del cosiddetto sacello bizantino in Ancona, riesumato in seguito a lavori
di consolidamento delle fondazioni di un corpo di fabbrica ottocentesco del
Palazzo degli Anziani, sul fronte portuale di Ancona, dopo il terremoto del
1972.
Il c. d. sacello bizantino è ora all’interno dello
scavo archeologico di Via delle Rupi Comunali, in un complesso di ambienti e
residui architettonici, costantemente etichettati come altomedievali. Il sito,
fino alla metà degli anni ’80, è stato opera di sterro incontrollato, perdendo
così quegli importantissimi dati stratigrafici, che avrebbero potuto dare una
datazione certa al nostro edificio e non si ha più notizia di importanti
reperti recuperati nei primi interventi degli anni dal 1973 al 1979.
Considerando anche la scarsità di fonti storiche altomedievali sulla città di
Ancona, a causa dell’incendio che nel 1348 la distrusse per gran parte,
compreso il suo archivio storico, i dati certi sul monumento sono del tutto
inesistenti.
La critica, che saltuariamente e in modo esiguo ha
preso in esame il monumento, ha sempre dato per certo la sua appartenenza
all’epoca bizantina dei secc. VI-VII, legandolo alla prima edificazione del
Palazzo degli Anziani, che la tradizione vuole sia stata eseguita per volere di
Galla Placidia.
Ho così realizzato dei rilievi planimetrici
dell’edificio in questione e per la prima volta dei rilievi in sezione e, visto
che non avevo trovato utili notizie al riguardo, neanche negli archivi delle
Soprintendenze, che qui avevano lavorato, ne ho analizzato i materiali, le fasi
e ogni minimo particolare; così ho confrontato le soluzioni architettoniche,
qui utilizzate, con edifici dal sec. IV al XII d. C., tenendo conto degli
avvicendamenti storici e topografici della città di Ancona in quel periodo.
Dopo questa attenta analisi, sono arrivato alle mie
conclusioni.
Il c. d. sacello bizantino
doveva essere stato costruito durante il periodo dell’ascesa economica di
Ancona (secc. XI e XII) quando il fronte portuale della città venne rinnovato e
cambiò aspetto, presentandosi con alte e monumentali facciate in pietra bianca,
inerpicate sulle pendici del colle Guasco, caratterizzate precocemente da archi
a sesto acuto. Il XII secolo si presenta come il periodo più probabile per la
sua edificazione; è una indicazione cronologica certamente approssimativa, ma
dovuta ai pochi dati esistenti. Tenuto conto che la prima fabbrica
altomendievale del Palazzo degli Anziani è databile alla fine del sec. XI, e
che la costruzione in mattoni, adiacente al “sacello” e che vi si appoggia è
del sec. XIII, non rimane che il sec. XII, come logica collocazione per il
nostro fabbricato. A questa stessa datazione portano i molteplici confronti che
ho eseguito con manufatti architettonici dell’area marchigiana dell’XI e XII
secolo, quali l’Abbazia di Val Fucina, l’Abbazia di S. Elena, S. Maria delle
Moie, S. Maria ad nives, S. Maria di Portonovo e i paragoni che
ho operato con edifici e residui architettonici della città vecchia di Ancona,
quali lo stesso Palazzo degli Anziani, Palazzo Fatati, l’Arco Nappi ed il muro
in arenaria sotto lo scalone Nappi.
Le soluzioni architettoniche
adottate fanno pensare ad un connubio di maestranze, dalle tradizioni diverse.
E’ ipotizzabile che una maestranza locale ne abbia delineato la struttura e che
in questa abbia cercato di imitare, in piccolo, i palazzi già esistenti
nell’ambito del fronte portuale, come lo stesso Palazzo degli Anziani e il già
citato Palazzo Fatati. Dati gli evidenti influssi bizantineggianti, messi a
confronto con architetture pugliesi quali S. Nicola di Bari (sec. XI) e S.
Corrado a Molfetta (sec. XII), è probabile che tale maestranza abbia avuto
esperienze architettoniche nell’ambito pugliese e la abbia tradotte nel piccolo
edificio in questione.
Il c. d. sacello bizantino
sembrerebbe avere attinenza con il medievale Palazzo del Comune (degli Anziani),
sia per la sua vicinanza, sia per la presenza di quelle rampe di scale che,
senza dubbio, li mettevano in collegamento. Per quanto riguarda la sua
funzione, nessuna notizia o traccia ci suggerisce quale fosse, anche se, da
alcuni indizi come i tre vani “ripostiglio”, si potrebbero accreditare delle
ipotesi, una volta definito il loro utilizzo.
L’edificio, nel suo
ruolo originario, ha avuto una vita relativamente breve, di almeno due secoli.
In seguito al già ricordato incendio del 1348, il nostro monumento è stato
forse adibito, come il Palazzo degli Anziani, a magazzino o ad abitazione di
fortuna. Finché nel sec. XV, con la decisione di riportare il governo della
città nel Palazzo degli Anziani, il sito è stato probabilmente occultato e
sepolto dalla terra e dai detriti dei lavori di restauro, per essere poi
riscoperto, per puro caso, dopo cinque secoli.
Fig. 1 Planimetria delle fasi dell’edificio del c. d. sacello ed annessi.
Lato mare del Palazzo degli Anziani e a destra le tettoie che coprono lo scavo archeologico.