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Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo

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DEPRESSIONE
IL SOLE NERO DEI NOSTRI GIORNI

 

 

 

Uno dei dati che emerge dalle recenti ricerche in tema di malattie sociali, rileva che, la depressione, diffusa soprattutto a livello giovanile, è in forte aumento.Essa è una malattia invisibile che indebolisce il fisico e la mente.La depressione si potrebbe de-finire come "il sole nero dei nostri anni".E' una malattia "vecchia" già diffusa nei tempi remoti che si fonda sul rimpianto di ciò che non si è stati, perché qualcosa non è accaduto. Negli ultimi anni essa si è diffusa soprattutto tra i giovanissimi, combattu-ti tra il desiderio di avere sempre di più e la noia conseguente il possesso di ciò che si desiderava. In una società consumistica, anche i sentimenti e le soddisfazioni si fran-tumano immediatamente: e rimane il vuoto, un vuoto che non sempre si riesce a riempire. Così, sempre più spesso ci si ammala di noia. Gli psicologi tentano di dare delle risposte alla fragilità umana, ricercandone le cause nella stessa natura umana. "Ognuno di noi ha una capacità depressiva,in termini di vita psichica, che in alcuni casi si accentua sia perché il rallentamento delle azioni quotidiane consente innanzi-tutto una maggiore possibilità di pensare- e il pensiero è eros, noi esseri umani è cosi che stabiliamo legami: pensando, sia perché il meccanismo del rimpianto finisce con l'ingigantire i problemi e porta il depresso a non saperli o a non volerli risolvere.Tutti noi siamo

 

soggetti a rischio, perché il nostro IO non solo non è padrone in casa sua ma è fragile, e quindi la perdita di oggetti esterni o interni può condurre a fasi depres-sive. Famosi analisti come Fédida preferiscono utilizzare il termine melanconia per-ché per noi l'anima umana ha comunque uno stato depressivo originario e la nascita della vita psichica deriva sempre da una mancanza, da quello che molti psicoanalisti definiscono come"lutto primario". La depressione "maggiore" è uno svantaggio al limite della sopportazione ma l'assetto depressivo dipende dall'impossibilità da parte del soggetto di accettare e di vivere un dolore iniziale. Il malinconico, che ha un IO vuoto si difende dalla frammentazione assoluta, cioè dalla psicosi. Non soffre tanto per un "oggetto" perduto ma piuttosto per qualcosa che non è accaduto lì dove dove-va accadere.La depressione allora non è una malattia dell' "avere" ma si fonda invece sul rimpianto non di ciò non si è avuto, ma di ciò che non si è stati, perché qualcuno non lo permesso. L'analista può aiutare molto, può attivare qualcosa di occulto che attende di essere analizzato, può riuscire a recuperare immagini cercando di nominare qualcosa che non è detto, risalendo a quel segreto chiuso in una dolorosa cripta del si-lenzio. Così l'uomo si riapre alla vita!!!

Mena Peluso
Raffaella Iorio