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Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo

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LE TELETRUFFE
 

 

 

Nelle ultime settimane si sono succedute, a grandi titoli, le notizie riguardanti le televendite truffaldine.
Giornali, riviste, telegiornali di ogni fascia oraria, hanno riportato in tutta la loro crudezza, episodi di teletruffa che hanno colpito migliaia di vittime, quasi sempre bisognose e anziane.E' stata una catena di Sant'Antonio di notizie, a partire dalla prima denuncia debitamente firmata da "Striscia la notizia", migliaia di casi sono venuti alla ribalta e migliaia sono i milioni estorti dietro la minaccia di fatture e malocchi, o sotto la promessa di vincite miliardarie mai avvenute sulla pelle di poveri disgraziati caduti in una rete da cui non sono più riusciti a liberarsi.
Nomi e volti noti di maghi, fattucchiere, guaritori, venditori di creme e "pensatori" di numeri al lotto, che riempivano fino a qualche giorno fa gli schermi delle TV locali, sono passati alla cronaca giudiziaria per i numerosi reati di cui si sono macchiati usando il mezzo televisivo. Quante persone hanno vissuto il loro dramma, nel chiuso delle case sotto il peso delle parole e delle minacce di chi, dolosamente preordinava una serie di tranelli in cui imbrigliare il malcapitato. Guai a parlarne con qualcuno, guai a cercare di ribellarsi, la vittima veniva annientata in ogni tentativo di difesa e ridotta al volere del suo aguzzino. Patrimoni calcolati in decine di miliardi; questi i calcoli effettuati approssimativamente dalla guardia di finanza sulla base dell'esame delle scritture contabili dei "professionisti dell'imbroglio". Intere organizzazioni, con filiali in diverse città che davano lavoro a decine di giovani

ignari, alla ricerca di una sistemazione; attività che fatturavano più di quanto si possa immaginare, senza costi di produzione perché in cambio di milioni offrivano "amuleti" senza alcun valore, o occasioni di lavoro mai concretizzate. Quello che indigna l'opinione pubblica è innanzitutto la faccia tosta di questi operatori che pubblicamente commettono reati, e ancor di più indigna la loro avidità in quanto mai il buon senso ha consigliato loro di smettere, una volta che si erano arricchiti. Evidentemente il gioco era semplice e portava buoni frutti e… allora perché fermarsi? Perché rinunciare a ciò che senza alcuno sforzo entrava nelle loro tasche in seguito a una semplice telefonata o ad una lettera? Noi ci chiediamo se esiste un anima in chi fa del denaro un suo dio, dimenticandosi che dietro le storie ci sono gli uomini, con le loro sofferenze i loro sacrifici e le loro esperienze e ci chiediamo dove erano quelli che per i loro compiti istituzionali erano chiamati a difenderci; ci chiediamo come mai, per intervenire bisogna sempre aspettare la catastrofe o il gesto eroico di chi non ne può più. L'opinione pubblica si aspetta che si corra a ripari facendo piena luce sui "Teleimbonitori" e sui loro giri miliardari. Si parla di pene più severe, di maggiori controlli, di oscuramento delle reti che ospitano trasmissioni equivoche, noi speriamo solo di non dover più guardare gli occhi pieni di lacrime di chi, per migliorare la propria condizione, si è trovato a non avere più niente. Neanche la speranza.

Ciro Sabato