La salute, un diritto di tutti

Piercing: “letale per la vita dei giovani”.

LIBERI

Il giornale è uno strumento didattico. Vi invitiamo a farne oggetto di lettura e riflessione

<< La Repubblica  tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…. >>. Costituzione della Repubblica italiana art.12

In una società ciascun individuo contribuisce con le proprie capacità fisiche e intellettuali e con il proprio lavoro al buon funzionamento dell’intera comunità. La salute non è solo un problema privato ma, al contrario, riguarda tutta la collettività. Quando ci ammaliamo, dunque, viene a mancare alla società il nostro contributo materiale e intellettuale. D’altra parte, la società (Comune, Provincia, Regione, Stato) ci aiuta a difendere la nostra salute, a curarci in caso di necessità e assicura ai più deboli (disabili, anziani) particolari servizi e agevolazioni. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) prevede cure gratuite, ricoveri negli ospedali e servizi di prevenzione delle malattie.

Proteggere la nostra salute e contribuire col nostro comportamento alla salute degli altri è perciò un preciso dovere di ognuno.

È nostro dovere avere cura di noi stessi per non gravare sulla società, obbligandola a impiegare mezzi e persone in nostro soccorso, a causa della nostra leggerezza o trascuratezza. A maggior ragione è nostro dovere non danneggiare con il nostro comportamento la salute degli altri.

È, infine, dovere morale di tutti rispettare e amare chi la salute non la possiede; collaborare col lavoro e  con le idee per  sostenere le persone in difficoltà (a scuola, nei posti di lavoro, nel quartiere, ovunque sia possibile).

Un maggior senso di responsabilità e un gesto d’amore non costano poi tanto !

Paola Genesio

Ultimamente sono sempre di più le persone, per la maggior parte giovani compresi tra i 18 e i 30 anni a farsi piercing e tatuaggi. Secondo una ricerca Eurispes, sono di più le ragazze che i ragazzi,a bucarsi alle orecchie, all’ombelico, alla lingua.  Piccole profanazioni del corpo che sono diventate ormai un moda irresistibile per i teen-ager italiani -per la maggior parte sono del nord-e la maggior parte di loro preferisce farsi bucare che tatuarsi. Ma per ogni cosa bella c’è sempre quella brutta, infatti questo è diventata una moda dilagante tra i giovanissimi; ma gli esperti dicono anzi ci avvertono che possono essere dannosissimi entrambe le due cose. I rischi sono molto alti, tra le possibili fonti di trasmissione c’è l’epatite B, l’epatite C, Aids. Uno dei suggerimenti per evitare i rischi è quello di regolamentare il fenomeno, fissando standard e norme igieniche di riferimento.

Ed è per colpa delle scarse condizioni igieniche e le irregolarità utilizzate in questi centri,su delle persone indifese,  che provocano danni alla nostra società e alle persone che fiduciose si rivolgono a loro e che poi, per colpa di un’infezione o qualcos’altro muoiono.Ultimamente una delle vittime fu Marco C., 24anni, milanese, uno dei tanti ragazzi che si fatto inserire nella lingua un chiodo, provocandogli un’infezione (le analisi dicono che sia un’epatite fulminante), perché anche lui come altri voleva il suo gioiello trasgressivo. E subito dopo due settimane, incominciava ad avere i primi sintomi nausea, febbre alta, vomito un forte senso di debolezza. E così fu costretto ad andare immediatamente al pronto soccorso, ma la sua infezione, ormai, dopo un mese s’era ormai dilatata e per lui s’è fatto l’impossibile purchè si salvasse, ma non ce l’ ha fatta:  il 9 Marzo è morto; e i suoi genitori ormai disperati e increduli, neppure sapevano che il loro unico figlio si fosse fatto forare la lingua. Purtroppo qui in Italia sono solo quattro le regioni dotate di regole precise cioè Lazio, Veneto, Campania e Puglia. Il ministero della salute Girolamo Sirchia ha comandato ai carabinieri dei Nas di avviare controlli in tutta Italia nei laboratori di “piercing” e di “tatuaggi”. I carabinieri invece dovranno verificare le condizioni igieniche e la regolarità degli strumenti utilizzati in questi centri.

Mariarosaria Laezza     Maria Vosa

EMERGENZA?   NO. SICUREZZA

La sicurezza un obiettivo prioritario

  ...le problematiche sociali

  Anno 4° N° 3 Maggio 2003

Noi la scuola e...

Periodico d’ informazione dell’ I.T.C. SERENI Afragola

4

Qualsiasi emergenza può meglio essere gestita se siamo preparati. -questo è quanto sostiene  il dirigente scolastico  prof. Pasquale Crispino-  Grazie alla collaborazione dei  proff. Ing. Andrea Risotto  (RSPP) , Pasquale  Di Costanzo  (RSL), Pietro D’Antò (coordinamento) è stato messo a punto e aggiornato il vecchio “Piano di Emergenza”;  sono state  rese più praticabili molte aree del nostro istituto;  è stata migliorata la cartellonistica segnaletica; sono stati effettuati, in più occasioni,  interventi di sensibilizzazione  (distribuzione di materiale cartaceo, organizzazione di dibattiti) alla  SICUREZZA su tutto il personale della Scuola; sono state effettuate  due simulazioni di evacuazione. –poi continua- C’è ancora, e sempre, tanto da fare, in particolare su tutto il personale, che come tutti sappiamo è in continuo movimento: alunni che entrano, alunni che vanno via dalla scuola; personale Ata e personale docente con incarichi a tempo determinato, trasferimenti. Ogni anno bisogna essere più incisivi per mantenere in tutti  sempre desta l’attenzione alla SICUREZZA. Da  alcuni eventi verificatisi in Italia  (terremoto, alluvione)  ci  è arrivato più forte il richiamo verso il problema della preparazione del cittadino, il quale deve imparare a sapersi difendere dai rischi  in caso di EMERGENZA».

 Per il prof. Ing. Risotto: «Il piano di emergenza da solo non basta. E’ uno  strumento operativo specifico, attraverso il quale possono essere studiate e pianificate le operazioni da compiere in caso di emergenza al fine di consentire la messa al sicuro di tutti gli occupanti l’edificio.   Si deve lavorare molto sul materiale umano.  Tutti devono conoscere i rischi e le norme di comportamento.»

«Per la scuola la normativa  sulla sicurezza  e salute nei luoghi di lavoro, -secondo il prof Di Costanzo-  al di là degli obblighi che comporta, rappresenta  un’occasione per promuovere la cultura  della prevenzione, nella consapevolezza che i giovani oggi formati

sulle tematiche della sicurezza potranno essere domani cittadini e lavoratori più attenti alla propria ed altrui sicurezza.»  -Per il prof. D’Antò:  «Quanto ottenuto con gli interventi effettuati ci fa guardare al futuro con incoraggianti prospettive di miglioramento».

>>> Il dirigente, poi,  ci tiene a  ricordare:

«-che il personale docente è tenuto ad informare adeguatamente gli allievi sulla necessità di una disciplinata osservanza delle procedure indicate nel “Piano” al fine di assicurare l’incolumità  a se stessi ed agli altri,  nonché ad illustrare periodicamente il Piano di emergenza e tenere lezioni teorico-pratiche sulle problematiche derivanti dall’instaurarsi di una situazione di emergenza nell’ambito dell’edificio scolastico.

-che bisogna prestare attenzione ai segnali di allarme;

-che bisogna fare attenzione alle pratiche da usare nel caso di pronto soccorso».

--Intervista del 30 maggio 2003—    Antonio Russo         Angela Salzano