OGGI LA DROGA

LA FAMIGLIA DI OGGI NEL PAESE DEGLI ORRORI

LIBERI

Oggi la droga è un’autentica piaga sociale, fonte di lucrosi affari criminali che controllano il narcotraffico. Per stroncare quest’ ultimo, bisogna far calare la domanda di droga: proprio per questo è indispensabile un’incisiva opera rivolta ai giovani.

L’abuso delle droghe non è un fatto nuovo; tuttavia nel corso dei secoli, non è mai stato così evidente come lo è attualmente. Il fenomeno della tossicodipendenza è ormai all’ordine del giorno. I drogati, ormai, fanno parlare di sé continuamente: non passa giorno in cui non si abbia notizia, attraverso i giornali o la televisione, di qualche decesso  per overdose o di qualche colossale sequestro di eroina ad opera delle forze dell’ordine. Eppure, continuamente, il fenomeno della droga non è un fatto nuovo o inusitato. L’uso delle droghe risale alla più remota antichità; l’uomo vi ha sempre visto nella droga qualcosa di artificioso, nell’illusione di poter raggiungere quella pienezza, quella felicità sognata che raramente, riesce a realizzare con le sue forze.

Fumare la marijuana, cosa di cui va orgogliosa certa gioventù, non ha niente di originale; interi popoli ne hanno già fatto uso, ma i loro governi, che in un primo momento li tolleravano, hanno  deciso poi di interdirlo per gravi complicazioni mediche.

Del resto, le cosiddette droghe leggere rappresentano il primo passo per entrare in un tunnel senza uscita, che poi porterà solo alla morte.

Si inizia senza accorgersene, per curiosità, o per non sfigurare di fronte agli amici; invece altre volte si arriva alla droga, nella speranza anche solo per qualche ora, di evadere dai mali della società o dai problemi familiari.

Ormai la droga si è diffuso dappertutto, anche nelle scuole; e talvolta gli stessi drogati diventano spacciatori.

Ma questo potrebbe finire con intensificazione dei servizi di vigilanza e di repressione del mercato, e del  recupero dei drogati in appositi centri e comunità di disintossicati.

Perciò a te dico “non entrare in questo tunnel, dove la morte ti strapperà dai tuoi cari e dai tuoi ricordi”

                                       Ausanio Luciano

 

Siamo in una società, che grazie al progresso, è formata dai migliori mezzi di tecnologie moderne ma,  proprio per realizzare questo progresso ci siamo dimenticati di uno dei più importanti valori  tradizionali: la famiglia. Oggi, per  tacitare la voce della nostra coscienza, ognuno di noi suole dire la fatidica frase:” Oggi i tempi sono cambiati “ Ma se  freniamo un poco questa nostra corsa nel tempo, e ci guardiamo un poco intorno, possiamo far rinascere di nuovo i valori tradizionali dei nostri nonni; basta saper collaborare e prendere coscienza dei propri ruoli. In famiglia non c’è più dialogo, ognuno è impegnato in attività di svago come palestre,  seduta dall’estetista o dal  parrucchiere,  tutte attività che tengono lontano i membri di una famiglia dalla loro casa. Pur vivendo sotto lo stesso tetto, ognuno ha orari diversi non ci si incontra mai nemmeno a pranzo o a cena, oppure  durante i pasti si accende quel mostro di informazione(la televisione) che sostituisce i nostri dialoghi in famiglia. Eppure basterebbero poche frasi di interesse verso i nostri figli, un po’ di affetto per  farli sentire amati, importanti, aiutarli nel loro cammino difficile verso la crescita, perché è proprio in famiglia che nascono le radici per un’educazione adeguata che dovrà formare l’individuo nella società. Quindi in particolare noi genitori stiamo più vicini ai nostri figli perchè possiamo essere buoni  genitori anche se si ha una vita professionale parallela.Al mattino scambiamoci un buon giorno e informiamoci sul rendimento scolastico e sociale direttamente dai nostri figli non diamo ai nostri figli l’impossibile, ma diamo loro affetto,

che è un sentimento che non ha prezzo, ma nello stesso tempo è raro, educhiamo i nostri figli a essere più umili e a non prevalere sugli altri servendosi di mezzi meschini, non parcheggiamoli davanti al televisore da piccoli e al computer perché saranno facile preda di persone senza scrupoli e impareranno  la violenza come mezzo  per ottenere qualcosa, ma  impariamo a seguirli senza essere invadenti.Le difficoltà dei ragazzi vanno ricercate all’interno dell’ambiente familiare dove  ricevono sin da piccoli un educazione perché i ragazzi non sono altro che “ lo specchio dei genitori.” 

Quindi  non abbandoniamoci a quello che ci offre questa società: stress, corsa all’interesse, al prevalere sugli altri,

ma  cerchiamo di essere più nobili di animo come diceva

il re della risata, Antonio De Curtis in arte TOTO’:

SIGNORI SI NASCE.

Una mamma in carriera

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  … le problematiche giovanili

   Anno 4° N° 3 Maggio 2003

Noi la scuola e...

Periodico d’ informazione dell’ I.T.C. SERENI Afragola

Il giornale è uno strumento didattico. Vi invitiamo a farne oggetto di lettura e riflessione

GENOVA – Non sarà affettuoso ne tanto meno creativo, ma è sicuramente il primo bambino d’ acciaio. L’invenzione è stata ideata e realizzata dal Dipartimento di informatica avanzata di Genova. Esso è in grado di muoversi, di vedere, e addirittura soffre il mal di mare. Tutto questo è la dimensione più spinta della ricerca del Polo della robotica genovese, di cui fanno parte, oltre al Dist del prof. Giuseppe Casalino, anche altre venti industrie dell’ hitech. Nei laboratori universitari spiegano che Babybot è stato pensato sul principio opposto a quello degli automi utilizzati in campo industriali, costruiti per ricevere impulsi schedati su un cervello elettronico. Un normale robot si muove secondo le informazioni ricevute – precisa il prof. Sandini: nel momento in cui si trova ad affrontare situazioni nuove, dati non conosciuti il robot si blocca, mentre Babybot analizza gli sbagli dopodiché, sceglie la soluzione giusta e la esegue. Il progetto si avvale della collaborazione di neuropsichiatri dell’ università di Ferrara e di Uppsala

Iorio Antonio

Fiorentino Alessandro

È nato il primo bambino-robot