... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
 
A. A. A. "PROVVIDENZIALI" MURIDI CERCANSI

SL'ultima rondine non ha ancora approntato le valige, metafora sempre più rara dell'autunno che avanza, e già un altro meno aereo migratore segna il suo passo per le nostre plaghe, metafora, anch'esso, di ciclicità stagionali legate, però, più a consuetudini etiche e sociali che a variazioni climatiche.
Si parla, ove non s'intendesse, d'una variante singolare della famiglia del sottordine dei miomorfi, altrimenti detto mus scholasticus o "topo di scuola", per la selezionatissima scelta della nicchia ecologica d'insediamento, rappresentata dagli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.
C'è chi sostiene, con cognizione scientifica, che il muride sia il risultato d'una lenta evoluzione del topo di biblioteca, uso al consumo di gustose pergamene vergate di minio, quasi sesamo et papavere condita, che, assaporata la corposa succulenza dell'erudizione, non s'adatta a deschi più parchi e s'ingegna a trovare i sapori d'una volta nei posti che all'odorato e al ventre evocano opulente e pantagrueliche gozzoviglie.
Tale opinione, per così dire di scienza positiva, contrasta con le anacoretiche posizioni di chi, volto lo sguardo alle moltitudini di adolescenti impediti, dall'immonda presenza, nella quotidiana fruizione dello studio, riconosce, nelle tracce liquamiche e nelle fattezze pelose, l'ultima epifania del bestiario di satana e ricorda i tumulti agitati dalla pantera, suscitatrice di colte suggestioni dantesche affievolitesi, negli anni, in svogliati colpi di coda di un più domestico gattone.
A conforto di tanto mistica interpretazione dei fatti, s'adduce che, come tutte le manifestazioni luciferine, anche questa si dilegua quando i segni forti dei tempi dello spirito soccorrono i buoni cristiani con l'occorrenza delle festività celebrate da Santa Madre Chiesa, prima tra tutte, manco a dirlo per la biblica contrapposizione tra il serpente e la Donna, quella dell'Immacolata Concezione che prelude ai candori del Natale.
Ma prima che il nome di Maria possa definitivamente prevalere, l'ora delle tenebre

avvolge la Scuola.Quando i baffi del muride appaiono netti sul muro che separa il giardino esterno dell'Edificio dalla strada, tutto è compiuto: schiere di adolescenti troppo pudichi per contrastare la mefistofelica presenza, trepido il cuore come ali di serafini, s'arroccano ai cancelli e timorosi, si tengono fuori dal sagrato contaminato.
Nulla possono i professori piangenti come prefiche su ore di lezione irrimediabilmente perdute, o i genitori combattuti, per i propri figli, tra il rischio di topi volanti nelle aule, certamente visti, e quello, meno palese, di tenerli acquartierati per strada, o i presidi lancianti, invano, folgori intinte nell'acido cloridrico, copiosamente fornito dalle unità sanitarie.
Solo l'approssimarsi delle festività indicherà che il passo è finito: l'animale totemico svanirà e la situazione, seppur lentamente per la grande impressione ricevuta, potrà ricomporsi.
Nel frattempo il ratto va rispettato, come il leone nella giungla, lo squalo a mare. E tutti recitano la loro parte.
Cos'altro c'è da fare? Qualcuno, con più laica saggezza, ha proposto, recentemente, di riporre le trombe di Gerico e provare a suonare il flauto del magico pifferaio di Hamelin. Ma il portentoso strumento non è facile a rinvenirsi. C'è già chi argomenta che l'ascolto delle sue note potrebbe determinare qualche mutazione genetica dei roditori ed è pronto a giurare che ci ritroveremmo presto le aule attaccate da qualche gotica creatura polimorfa.
Soccorsi da classiche testimonianze e mitologiche reminiscenze, noi consigliamo ai presidi di vestire le sacre infule apollinee ed invocare il misio Sminteo (Apollo sterminatore dei sorci) consacrandogli statue crisoelefantine negli androni delle scuole.
Niente, però, è più sicuro: anche il dio dall'arco d'argento, data l'età, ha la vista incerta e potrebbe sbagliare il bersaglio.
Claudio Mola