... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
 
AFRAGOLA
Una città da scoprire: alle radici della nostra storia

L'etimologia del toponimo è controversa, il primo documento che vi fa riferimento, scoperto dallo studioso Bartolomeo Capasso risale al 1131 e riporta il nome Afraore, in carte successive si ritrova Afragone, Afraolla, Fraolla, Afrangola e dal 1272 Afragola. Alcuni studiosi attribuiscono alla "a" di Afragola un valore privativo, "senza fragole", altri un valore derivativo col conseguente significato di terra "ricca di fragole". La teoria che ha avuto più credito è forse quest'ultima come testimonia lo stemma civico miniato in oro raffigurante una mano che reca un ramoscello di fragole. La tradizione vuole che la città sia stata fondata nel 1140 da Ruggero il Normanno che divise la zona tra i soldati del suo seguito accordando a ciascuno cinque moggi di terra con cinque coloni addetti alla gleba. Dopo il XII secolo Afragola ebbe un forte incremento demografico e con la venuta degli Angioini una parte di essa divenne feudo dell'arcivescovo di Napoli Bernardo Caracciolo e quindi nel 1386 della famiglia Bozzuto. Nel 1575 l'Università di Afragola, col versamento di 27 mila ducati al governo regio riscattò il territorio feudale acquistando la libertà. Nel 1737 venne stilato

un "Codice di Afragola" con nove norme incise poi su una lastra di marmo che attualmente si trova nell'atrio del Palazzo comunale. Solo nel 1809, dopo i cambiamenti portati dalla rivoluzione francese ci fu un'amministrazione civica veramente autonoma e primo cittadino fu il notaio Cesare Castaldo.
CAPUTO ANTONIO

Concorso Parrocchia S.Giorgio
L' I.T.C. " E. SERENI " 1° Classificato
"PARSIFAL: Alla ricerca delle proprie radici per orientare coscientemente il domani."

"Tommy
Qualche notte fa, nel bel mezzo di un sogno,mi sono trovata a camminare lungo un sentiero sconosciuto senza meta, senza una guida… "Mi sarò persa"-pensavo-. Avevo paura di scoprire dove fossi,ma la curiosità mi spingeva ad andare avanti.Vedevo una luce.Sempre più presa dalla curiosità, mi avvicinai.Più ero vicina e più avvertivo un grande tremore,non so se per paura o emozione,so solo che non riuscivo più a tornare indietro, quella luce mi aveva abbagliata. Non vedevo nulla,ma ad un tratto sentii il pianto di un bambino…strillava forte,forse anche lui si era perso; cercai di avvicinarmi,ma non ci riuscivo.Improvvisamente mi sentii prendere la mano,ebbi molta paura,ma poi finalmente il bagliore scomparve e riuscii a vederci chiaro…era solo un bambino!Mi chinai per prenderlo in braccio,cercai di tranquillizzarlo,ma lui tremava forte e piangeva. Non sapevo che fare.Presa dal panico intonai una ninna nanna che cantavano a me da piccola.Il bimbo si acquietò, ed anche io. Gli dissi: "Ciao bel bambino cosa fai tu qui?".Lui non mi rispose,forse era troppo piccolo per parlare. Capii però che voleva che lo seguissi,ed io lo feci.Ad un certo punto, mano nella mano, mi sentii sollevare e mi accorsi che stavamo volando.Emozionata,mi lasciai andare e volavo con lui senza alcun pensiero. Da quell'altezza vedevo tutto,ma proprio tutto:la mia famiglia, gli amici,gli amori,e ogni cosa mi sembrava così diversa, ma profondamente vera,grazie agli occhi di quel bambino! Vedevo anche tanti giovani che presi dall' euforia del "branco",si concedevano a gesti vandalici e a violenze gratuite, ed un uomo che passando di lì, indifferente,voltava le spalle e andava via. " Vedevo" cose che sulla terra non ero riuscita a vedere prima. "Molto spesso le persone non si "ascoltano", tante parole vanno perse al vento senza che di esse si percepisca il significato,e poi magari ti svegli un giorno e vieni

a sapere che il tuo caro compagno di banco ha violentato la tua migliore amica,o si è suicidato o ha ucciso i genitori e lo sai il perché?Forse perché non aveva trovato nessuno pronto ad ascoltarlo col cuore. Cosa siamo diventati oggi?Macchine senza anima!"Sommersa da questi pensieri, mi fermai su una nuvoletta e piansi. Il mio piccolo compagno di viaggio mi accarezzò con la sua manina.Fu per me un grande gesto, intuii il vero senso dell'amore. Era solo un bambino! Ripresi a volare,e gettando lo sguardo giù,fui presa da una scena toccante. Vidi due persone anziane,marito e moglie, amarsi come il primo giorno,erano segnati dalla malattia, lo si vedeva dal volto,ma continuavano ad amarsi profondamente. Guardando con maggiore attenzione,riconobbi il volto di quella donna… "Non è possibile-esclamai- E'mia nonna".Rimasi senza parole, ero quasi imbarazzata,ma poi iniziai a pensare e tra i pensieri,mi tornavano alla mente i tanti bei momenti trascorsi insieme:quando mi rincorreva per gioco,quando mi raccontava del suo tempo ed io lì,incantata ad ascoltarla. Quanto male mi faceva pensare a tutte quelle volte in cui, una volta cresciuta, avevo fatto finta di ascoltarla e invece la mia mente era altrove, a tutte quelle volte che , non sopportando i suoi lamenti, mi ero rivolta a lei in modo sgarbato. Non mi ero mai soffermata ad "ascoltare" quella sofferenza e solo in quel momento mi resi conto di quale ricchezza mi stavo privando. Solo in quel momento riuscii a vederla come una donna segnata dalla malattia, ma soprattutto sola.Quello che finalmente riuscivo a capire e' che ogni sorriso che regaliamo agli altri,e' un atto di amore che prima o poi ricade su noi stessi. Provai un'emozione cosi forte che improvvisamente mi svegliai, era domenica 3 aprile, seppi di Tommy. Forse era lui,il Parsifal del 2000,che nel sogno voleva dire a tutti quelli che hanno smarrito il vero senso della vita:"Non abbiate paura,guardate al futuro con gli occhi del cuore!". Antonella Castaldo