... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
VIOLENZA SUI MINORI: IL FENOMENO DELLA VIOLENZA

Il fenomeno violenza è una componente dell'esistenza umana. L'essere umano è un essere ragionevole ed è, quindi in grado, di comprendere che la violenza non risolve nessun problema e non ha alcuna giustificazione. La violenza, che è già un male per se stessa, assume contorni ancora più inquietanti se riguarda i minori sia come autori di violenze sia come vittime.
Si può parlare di una violenza autoaggressiva (diretta verso se stessi, come autolesionismo o condotta suicida, tossicodipendenza, l'alcolismo); eteroaggressiva, che può darsi uno scopo (violenza strumentale); del tutto gratuita, cioè senza scopo, senza senso; oppure ideologica, diretta all'affermazione della propria identità (o di quella del proprio gruppo) attraverso l'aggressione degli avversari. Tempo fa si associava la criminalità minorile a fattori ambientali e familiari precari, svantaggiati; oggi non è più così, è palese una considerevole presenza di minori provenienti da famiglie agiate, benestanti. Il più delle volte il disagio non è apertamente manifesto; molto spesso le persone intervistate rispondono di non aver percepito mai niente di strano: "Un giovane come tanti". La responsabilità è innanzitutto di chi compie la violenza e spesso i minori non sono coscienti del male compiuto, tuttavia, trattandosi, appunto,di minori, sono chiamate in causa anche le responsabilità della società. La violenza dei minori è una sfida alla quale una società civile deve saper rispondere. Bisogna fare un percorso comune di prevenzione, la famiglia, la scuola, gli operatori del volontariato, possono aiutare ad intervenire per evitare che certe cose accadano. Se parliamo, invece di minori come vittime il discorso diventa ancora più complesso. Con il termine violenza (abuso o maltrattamento) ci si riferisce a diversi atteggiamenti che sono distruttivi della personalità del minore. Si è soliti distinguere tre grandi classi di violenza: fisica, che comprende anche sistemi punitivi che nulla hanno a che vedere con l'educazione; psicologica, causata da un atteggiamento che non permette al minore di essere se stesso e di svilupparsi secondo le sue potenzialità; sessuale, che è la forma più lesiva dello sviluppo psicofisico. Oggi si tende a evidenziare anche i cosiddetti maltrattamenti occulti, caratterizzati non da brutalità e incuria, ma da un eccessivo coinvolgimento del minore nelle problematiche adulte. Quello che si può e si deve dire è che la società non offre di certo migliori condizioni di vita ai bambini e, più in generale ai minori, ma oggi la coscienza collettiva ha maggiore consapevolezza del fenomeno; l'esistenza del problema è stata ufficialmente ammessa e riconosciuta, e in seguito a ciò si emettono leggi per combatterla, si indaga sulla sua patologia e si predispongono misure di prevenzione e trattamento, delle quali costituisce un esempio emblematico il telefono azzurro. Oggi si conoscono tanti aspetti di

questo fenomeno, uno appare impressionante: la condizione d'impotenza, dei bambini nell'ambito familiare, i quali risultano totalmente indifesi di fronte agli adulti. Nel chiuso della famiglia, il potere dei genitori può essere assoluto. La sorpresa è proprio questa ed è grande: l'ambito dove si verifica la maggior parte degli abusi sui minori è la famiglia. E' statisticamente provato che la maggior parte delle violenze contro i minori hanno per protagonisti un genitore, un parente, un convivente del genitore, un insegnante. Crolla così l'idea tradizionale di famiglia, oasi di pace, rifugio dalle difficoltà della vita? La famiglia è un grande bene, ma non lo è automaticamente. Nessuna famiglia, quale relazione tra persone diverse, è automaticamente buona; ogni famiglia può diventare luogo di promozione o, viceversa, di oppressione. Ci sono già in partenza, situazioni familiari cosiddette a rischio che fanno prevedere abusi e maltrattamenti. Le maggiori probabilità che si verifichino episodi di abuso dei minori si hanno quando i genitori hanno dei precedenti di abuso; quando il bambino viene percepito come indesiderato; quando si verifica una situazione di crisi. Come ci può prevenire la violenza? La società deve promuovere la famiglia in particolare un ruolo di primissimo piano spetta alla scuola, dove passano milioni di minori. Alla scuola oggi si chiede molto, ma questa, a sua volta, si sente impari di fronte alle attese degli alunni che vanno oltre l'aspetto dell'istruzione e del rendimento scolastico, e interessano la formazione e l'equilibrato sviluppo dei ragazzi. Per ovviare al problema della violenza "minorile" bisogna ripartire dalla famiglia che non è automaticamente un valore, può rappresentare invece il luogo del disagio, della mancanza affettiva, luogo di alienazione e di smarrimento personale. Ci vuole maturità per stare nell'ambito familiare poiché non si può pretendere di evitare a ogni costo le difficoltà, le tensioni, i conflitti, occorre piuttosto saper trovare ad essi delle soluzioni costruttive poiché ogni rapporto interpersonale implica comunque un conflitto. Il conflitto con il dialogo non è mai distruttivo ma serve a riconoscersi, a crescere. Solo vivendo bene nell'ambito di quello che è il primo approccio con la società ossia la propria famiglia si può evitare la violenza minorile, che sia essa fatta o subita. Per concludere, un pensiero vola alla vicenda del piccolo Tommaso. Posso dire solo che non ci sono parole che possano descrivere la sensazione che io, e penso molti altri come me, provano di fronte ad una "barbarie" che nulla e nessuno potrà mai giustificare perché togliere il sorriso ad un bambino è l'atto più ignobile che si possa commettere.