... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
Rinascente, addio al presepe: "Non si vende"
Ma c'è chi si ribella: "E' la nostra tradizione"
A Padova dagli scaffali dei grandi magazzini sono scomparse le tradizionali
statuette. "Il prodotto non andava più, non c'era business"

"Il presepe? Non lo compra nessuno": è uno dei titoli di prima pagina del Gazzettino, gior-
Uno dei 'Cento presepi' in mostra a Roma
nale locale veneto. Si riferisce alla decisione, presa dalla Rinascente di Padova, di non mettere in vendita quest'anno le statuine del presepe. "Da qualche anno - spiega al quotidiano un responsabile dell'ufficio marketing della Rinascente - il prodotto non si vendeva più. Non c'era business. E se un oggetto non si vende, noi lo eliminiamo". Analoga scelta, si legge ancora nel Gazzettino, è stata compiuta da altri grandi magazzini padovani. Ma non solo.
"Nessun simbolo religioso è in vendita": è la motivazione ufficiale con la quale l'Ikea di Padova, così come gli altri undici magazzini della catena svedese in Italia, spiega la decisione di non vendere presepi quest'anno. "Siamo un'azienda

svedese - fanno sapere dall'Ikea - abbiamo in vendita tanti addobbi natalizi, in particolare quelli per l'albero di Natale, che è un simbolo più 'trasversale', ma presepi non ne teniamo". "L'albero - prosegue - lo fa la maggioranza delle persone, anche nei paesi musulmani. Il presepe, invece, è tipico della tradizione cattolica". Per Ikea comunque il presepe esce dal target di vendita della catena commerciale, "che è tutto sull'arredamento".
Una decisione accolta quasi con rassegnazione dal direttore del settimanale diocesano La difesa del Popolo, don Cesare Contarini, il quale vi vede "un segno della secolarizzazione": "I simboli religiosi si ritrovano sempre meno nella vita quotidiana".
Cioffi Carmela

Ha nove anni e assiste la madre malata
E' molisano l'alunno più buono d'Italia

CAMPOBASSO - Si chiama Pasquale Micatrotta, ha nove anni e frequenta la quarta elementare nella scuola primaria del quartiere di Sant'Antonio Abate, a Campobasso ed è lui l'alunno più buono d'Italia. Il riconoscimento è arrivato dal consiglio direttivo del "Premio bontà Hazel Marie Cole Onlus" in collaborazione con la Fondazione "L'alunno più buono d'Italia".
Il piccolo Pasquale ha ricevuto un premio che consiste in una polizza di mille euro con scadenza al compimento del diciottesimo anno di età ed una medaglia ricordo.
Da anni, si legge nella motivazione, vive con "amore, pazienza e dedizione" il rapporto con la mamma spesso lontana per motivi di salute. "Il padre lavora da mattina a sera, ma nonostante nessun adulto possa occuparsi di lui - ha spiegato il Dirigente scolastico del primo Circolo didattico Angelo Palladino - riesce ad essere diligente, partecipe, affettuoso e sempre presente a scuola".
Pasquale, secondo la relazione che hanno presentato i suoi docenti, "è capace di gestire e accudire, insieme alla sorellina, la propria casa e quando è con loro, si prende cura anche della mamma, sostenendola e controllandola nell'assunzione dei farmaci".

La Fondazione "L'alunno più buono d'Italia" assegna ogni anno il premio agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che si sono distinti per il valore morale di particolari atti di bontà. Domenico De Rosa