... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
 
Anoressia:fenomeno sempre più diffuso

Non essere magre vuol dire non essere attraenti.
Essere magre è molto più importante che essere sani.
Devi comprare vestiti, tagliarti i capelli, prendere lassativi, morire di fame, fare qualsiasi cosa per sembrare più magra.
Non devi mangiare senza sentirti in colpa.
Non devi mangiare cibo ingrassante senza autopunirti dopo.
Devi contare le calorie e restringerne le assunzioni.
Quello che dice la bilancia è la cosa più importante.
Perdere peso è bello, prendere peso è male.
Non sei mai magra come vorresti.
Essere magra e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e successo.
Ecco i dieci comandamenti, regole sacre per chi affetto da un male così invisibile ma tanto distruttivo. Ci sono anni di lotte alle spalle di questo problema ma sembra che ci sia ancora una larga fetta di persone disposta ad emulare questi comportamenti per il solo fatto di poter

essere all'altezza della società, cioè essere magri.
L'anoressia è una vera e propria guerra contro il cibo, una dea potente capace di radunare schiere di giovani donne che credono che mangiare sia una sconfitta e non un piacere, come pensano le persone normali. Questo però non sta a significare che coloro che sono afflitte da questo male siano diverse, tutt' altro, sono persone estremamente fragili e sensibili con tanto bisogno di aiuto.
Noi siamo solo ragazze e non abbiamo conoscenze specifiche sull'argomento, l'unica cosa che ci sentiamo di dire a coloro che sono cadute in questo tunnel, che sembra senza uscita,è che non vale la pena di rovinarsi la vita per apparire migliori agli occhi degli altri perché, secondo un famoso proverbio:
" Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace…"
Manuela Lauro, Enza De Cicco

EUTANASIA:WELBY CHIEDE DI MORIRE
<<Ho sognato che il parlamento approvava la legge sull'eutanasia…>>

Piergiorgio Welby,dirigente dell'associazione Luca Coscioni è affetto da distrofia muscolare,la malattia lo tiene immobilizzato a letto. Non controlla alcun muscolo del proprio corpo, respira grazie a un ventilatore polmonare, si esprime con gli occhi e chiede insistentemente di lasciarlo morire, di staccare quella maledetta spina che lo tiene in vita. Sicuramente se potesse lo farebbe lui stesso, ma è condannato all'immobilismo totale e dipende in tutto da altri. Se lui chiede di morire, sempre che accettiamo che la sua è vita, possiamo noi negarglielo? La politica e la società sono divise nel comune interrogativo: è possibile staccare il respiratore ad un uomo e farlo morire? Welby chiede ai propri medici di staccare il respiratore artificiale per "morire dignitosamente". Ciò che chiede è al momento impossibile, perché l'eutanasia è illegale nel nostro paese, mentre in Europa è legale solo in Belgio e nei Paesi
Bassi. Di solito si distingue tra eutanasia attiva, in cui il medico pone fine alla sofferenza del malato, ed eutanasia passiva, quando il medico si astiene dal curare il paziente, agevolando la morte. Sul forum di un sito in rete Welby scrive della presenza di un diritto alla vita che viene strenuamente difeso e denuncia la totale assenza di un diritto alla morte, a detta di molti, indispensabile. Dai dati degli ultimi sondaggi sulla questione eutanasia risulta che quasi due italiani su tre sono favorevoli ad un ricorso all'eutanasia almeno in questi casi, quando si è sicuri che la morte corrisponde all'effettivo volere dell'interessato. Restano sul tappeto tutte le questioni etico-morali che al momento impediscono di esaudire l'ultimo desiderio di un malato senza speranza.
PORTA BENITO RUSSO TONIA