... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
 
La democrazia in Arabia

1 del Moharram, inizio dell’anno solare 1426. Questa data è entrata nella storia, è stata la prima volta, dopo quarant’anni di dittatura (oserei dire tirannia) che in Arabia Saudita si vota. Si sono candidati mille e ottocento uomini a ventisei seggi. Hanno votato solo gli uomini sopra i 21 anni e che non appartengono all’esercito o al clero. Le donne dovranno aspettare ancora quattro anni per ottenere il diritto al voto. Gli elettori si sono recati alle urne per votare la metà dei membri di 178 consigli municipali. Tutto ciò si ripeterà nelle province dell’Oriente e del Sud-Ovest il 3 marzo e il 21 aprile alla Mecca e alla Medina. E’ stata una vera e propria gara tra i candidati, senza esclusione di colpi, si è cercato di accattivare in tutti i modi possibili, e “non”, quanti più voti fosse possibile (beh, devo dire che in questo somigliano molto agli occidentali). Comunque resta il fatto che il paese si è incamminato verso la democrazia, questo è stato semplicemente il primo passo verso un sentiero irto e pericoloso per un territorio con una situazione sociale e politica così disconnessa.

Come si pensava fin dall’inizio la maggioranza dei
seggi è andata all’Alleanza sciita con 140 seggi; 75 alla coalizione curda. I risultati sono stati incoraggianti, non tanto per quanto riguarda i vincitori quanto per la massima partecipazione al voto da parte della popolazione che, anche sotto minaccia di morte, è andata coraggiosa alle urne esprimendo così un vero e proprio “<Sì!>” alla democrazia e dimostrando in ogni caso di essere un popolo vittorioso.

Adelaide Laezza

I RACCONTI DI “LIBERI”

Pubblichiamo un racconto che ci ha mandato una nostra alunna. Per il contenuto forte e drammatico riteniamo che possa fornire spunti di riflessione e dibattito.

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liberamente senza aver paura di sbagliare. Poi abbiamo fatto l'amore, non subito ,all'inizio non sapevo cosa fare, poi alla fine mi sono lasciata andare. I preservativi? Chi ci ha pensato!!! Avevo troppo paura di perderlo… Se solo glieli chiedevo si arrabbiava,diceva che non lo amavo abbastanza e che non c'era nessun bisogno perché non aveva altre storie . Belle risposte,vero? Una sera, non venne all’appuntamento, non lo rividi più , scomparve senza lasciare alcuna traccia. Chiesi in giro ma nessuno sapeva nulla; alla fine mi convinsi e andai dai suoi. Nemmeno lì c'era, chiesi delle spiegazioni ma nessuno dei familiari voleva parlare….sembrava essersi dissolto nel nulla. Mi ostinai a chiedere in giro: non potevo permettermi di perderlo e non in
quel modo. Una sera in piazza incontrai una ragazza che non conoscevo; mi si avvicinò, mi

 

chiese il nome e dopo avermi guardato con compatimento si allontanò. Nell’andare via bisbigliò <poverina!>… non capivo o forse non volevo… Alla fine la madre mi confessò che Francesco era malato di AIDS e si trovava in ospedale per un peggioramento. Rimasi immobile,come pietrificata, non so come abbia preso la malattia, no, non era un tossicodipendente, no,ma so come potrei prenderla io. Mi lasciò un biglietto con su scritto: "SCUSA". Che parola banale…! Lo ami, ti getta nel baratro e l'unica parola che sa dire è scusa. Come andrà a finire non lo so,so solo che ho tanta rabbia dentro e vorrei spaccare il mondo, ma quando mi rivedo in un letto d'ospedale, a sottopormi a controlli,finisco per arrendermi. Sono passati alcuni anni e da allora non riesco ad avere relazioni di nessun genere col mondo esterno né tantomeno con i ragazzi perché nella mia mente rivedo sempre l'immagine di quell'amore che mi sta divorando la vita!!!….

Katia Iorio