... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo
La stagione di Vale e le aspettative per il 2005

C’è un campione del mondo che sceglie, cambia, si mette nei guai mentre tutti gli dicono “ma no, non lo fare, non l’ha mai fatto nessuno”. C’è un fenomeno che vince, stravince e non si accontenta, vuole altro, vuole di più, vuole continuare a fare ciò che ha sempre fatto: guidare e giocare, giocare e guidare. C’è un ragazzino che vuole correre come il suo papà. Che chiede, domanda, vuole. C’è un bambino che ha dentro una luce, un tocco, un destino. Sta seduto nel vento sul serbatoio di una moto, tra le braccia di papà. Valentino Rossi, 16 febbraio 1979, Urbino (Italia).

Cresciuto, maturato, diventato uno dei più grandi (il più grande!) nella storia della moto, uno tra gli sportivi più famosi del mondo, eppure così simile a quel ragazzo che vinceva giocando in 125, al ragazzo che dominava in 250, al fenomeno che ha vinto l’ultimo mondiale della 500 e nella MotoGP . Ma Valentino Rossi ora è soprattutto l’uomo della sfida, del coraggio di lasciare il meglio per il gusto del più difficile. Quello che non c’è mai stato prima.

Il motomondiale 2004 ha già vinto la sua classifica, ci ha già fatto divertire e strillare. A costo di essere banali dobbiamo riconoscere buona parte del merito a Valentino Rossi e alla sua nuova follia blu. La situazione, da quando il campione ha lasciato la Honda per la Yamaha, è stata tutta un mutare di scenari; Honda che vorrebbe avere un leader, ma aspetta le corse per vedere chi dei suoi sei piloti merita il ruolo, Yamaha che si mette nelle mani di Rossi per tornare competitiva. Vale 6 un figo, 6 un mito. Per chi diceva “Figurati se va via dalla Honda” , per chi diceva “Figurati se passa alla Yamaha”. Per chi diceva “Senza la Honda voglio vedere…”. Per chi ha fatto finta di non ricordare cosa aveva detto; per chi ha dimenticato di aver detto e per chi l’aveva detto, ci aveva scommesso. Per chi non ci poteva


credere e non sa darsi pace. Per chi ci ha creduto, a cominciare da lui. Per noi che abbiamo avuto tutto questo, questo bello, questo miracolo del talento. Per chi crede nei sogni, nelle sfide e adesso ha una ragione in più per portarsi dietro, nella vita, un esempio, una spinta così. Insomma, Vale: grazie. Proprio vero: che spettacolo!

Il 17 ottobre 2004 è stato un giorno strano proprio come il 18 aprile. Nella prima , Rossi e tutto il Team Yamaha apparivano preoccupati per il Gp Australia, tesissimi durante la gara e straordinariamente felici dopo. Ma non ci sono stati lo stupore, la gioia che hanno caratterizzato la prima vittoria quella di Welkom. Queste sono state le vittorie più stupefacenti della stagione. A Phillip Island si aspettava la consacrazione, dopo una stagione vissuta quasi sempre al vertice. A Welkom c’era la sensazione che sarebbe arrivato qualcosa di magico. Ma un’altra cosa accomuna Welkom a Phillip Island e cioè il fatto che Vale vi era andato per vincere. Si già dalla prima gara. In Sudafrica voleva aggredire subito i suoi avversari, spaventarli e impressionarli. È entrato in pista sin dalle prove per attaccare. Dopo il miglior tempo, la pole è arrivato alla vittoria.

E il 2005? Terminato il motomondiale con l’ultima gara a Valencia i piloti si sono rimessi a lavoro. Valentino dopo aver provato l’evoluta Yamaha M1 si è sentito soddisfatto dei progressi ma chiede più cavalli e da qui iniziano i problemi poiché le regole per il nuovo MotoGp imporranno un consumo minore e quindi sarà dura ottenere più potenza o mantenere gli stessi livelli consumando meno. Ma i tifosi del Dottore stiano tranquilli perché non è questo che preoccupa la casa Yamaha anche perché sarà una nuova sfida che il nostro mito dovrà affrontare.

M.C. LAEZZA