... e "Sereni" I.T.C - Afragola (NA)


Progetto: Giornale d'Istituto "Dalla carta stampata al giornale on line"
Corso teorico-pratico di giornalismo

 

 
LE FORME DI ABUSO
 
Sono milioni i bambini che in tutto il mondo sono costretti a lavorare, e spesso lo fanno in condizioni molto rischiose e per pochi soldi. In alcuni casi per sopravvivere finiscono nelle mani di gente disposta a tutto che li costringe perfino alla prostituzione. E il fenomeno della pedofilia nel giro di poco tempo si sta rivelando di proporzioni inimmaginabili. Intanto si promuovono iniziative, leggi e protocolli nazionali e internazionali, si muovono grandi organismi mondiali come l'Unicef per la tutela dei minori. E nell'ambito del volontariato si cerca di fare altrettanto. Il mondo dell'associazionismo è in continua evoluzione per cercare di arginare, di porre un freno ad un malcostume complesso e difficile da estirpare.Nel Terzo millennio l'infanzia sembra essere un territorio conteso.Sono milioni i bambini che in tutto il mondo sono costretti a lavorare, e spesso lo fanno in condizioni molto rischiose e per pochi soldi.
Le cifre.
Centoventi milioni a tempo pieno e centotrenta una parte della giornata: nel mondo sono 250 milioni i minori tra i cinque e i quattordici anni che lavorano. Sono dati dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) riferiti ai Paesi in via di sviluppo. Molti altri milioni di bambini vivono in stato di semi o piena schiavitù in Europa, soprattutto nei paesi dell'ex blocco socialista, nel Nord America, in Oceania. In Italia, secondo un recente studio della Cgl, i lavoratori minorenni sono più di 350.000.
Ma il quadro dello sfruttamento minorile nel mondo assume tinte sempre più fosche. Secondo le organizzazioni umanitarie, il fenomeno è in crescita e le violazioni delle norme che regolano il lavoro dei minori sono aumentate del 250 per cento tra il 1983 e il 1990.
Le forme di abuso nel Terzo mondo e nei Paesi industrializzati.
Bambini bruciati dal sole e dall'arsura nelle piantagioni dell'Africa occidentale, curvi sotto i carichi di carbone in Colombia, sfiniti dal lavoro nei laboratori tessili in India, nelle fabbriche che producono palloni in Pakistan, tra i cumuli di discariche nelle Filippine dove cercano materiale da riciclare, nelle cave del Perù dove cercano l'oro. Nei Paesi sottosviluppati i bambini sono consumati dalla fatica e dalle malattie, o mandati a morire nelle guerre tribali. Ma la piaga dello sfruttamento minorile è profonda anche nei Paesi industrializzati, con forme di violenza di solito più legate alle nevrosi e alla delinquenza delle società ricche. Come la pedofilia, la prostituzione, la


pornografia, il traffico di organi.
La povertà. Il motivo principale degli abusi sui bambini - di tutti i tipi di abuso e in ogni parte del mondo - è la povertà. La manodopera infantile costa poco o nulla, mentre per molte famiglie anche il magro stipendio portato a casa dai figli è indispensabile a tirare avanti. In genere, nei Paesi più evoluti il lavoro non porta i piccoli lontano dai genitori, anzi spesso sono impiegati nelle imprese di famiglia e la loro crescita rimane comunque tutelata all'interno di una sfera domestica di affetti. Ma nel mondo povero, africano, latino americano e dell'Europa orientale, non è così.
La miseria dell'Africa occidentale.
Nell'Africa subsahariana i bambini vengono venduti e mandati a rompersi la schiena nelle piantagioni o a lavorare come servi, dunque anche come schiavi sessuali, nelle case dei ricchi. Ogni anno, signori ben vestiti e di buone maniere - spesso zii e parenti espatriati nei paesi più ricchi - fanno il giro dei poverissimi villaggi dell'entroterra e convincono le famiglie a cedere i figli per poche decine di migliaia di lire e con la falsa promessa di una somma mensile, frutto del lavoro dei loro piccoli. I bambini vengono imbarcati in asfissianti "carrette del mare" e trasportati nei campi di lavoro agricolo della Nigeria e della Costa d'Avorio, dove sono rivenduti ai proprietari delle piantagioni per un prezzo dieci volte superiore a quello di acquisto.
L'emarginazione.
Nel mondo, sfruttamento e schiavismo infantile sono più gravi dove ci sono minoranze etniche che vivono in stato di marginalità sociale e di povertà economica. Come gli albanesi in Grecia o in Italia, gli asiatici in Canada, i birmani in Thailandia, i neri e gli ispanici negli Stati Uniti, gli indios in Brasile. Sottoposti a lunghe giornate di lavoro o abbandonati a loro stessi, non di rado i bambini di queste comunità finiscono nelle reti della criminalità organizzata e del contrabbando, trovando a loro volta rifugio nelle droghe e negli allucinogeni. DE ROSA CIOFFI LAEZZA CAPONE