Aneddoti


Curiosità nella storia


 

I NUOVI COLORI ROSANERO

Nel 1899 i colori ufficiali dell'Anglo Panormitan Foot Ball Club erano il rosso e il blu. Ma si dice che accadde qualcosa in quell'anno per cui i colori della squadra di calcio angloitaliana mutarono. Si narra che i giocatori avessero affidato le proprie maglie dopo una partita a una lavandaia, e che questa lavandaia le abbia immediatamente messe al lavaggio. Ma la lavandaia fu così sbadata da dimenticare le maglie, che così si misero a scolorire: i nuovi colori che ne derivarono furono il rosa dal rosso, e il nero dal blu.

L'INIZIO DELLA RIVALITA' COL CATANIA

L'inizio esatto può essere fatto risalire al 1902, quando cioè il Palermo iniziò a giocare le sue prime amichevoli con la squadra rossoblù, che insieme a Messina era uno dei più fiorenti porti dell'isola. Erano sfide infuocate giocate durante tornei interprovinciali, nei quali il Palermo cominciava già a mostrare i segni di una futura grande squadra. Purtroppo la rivalità venne acuita durante gli anni Ottanta, quando il Palermo perse a tavolino il derby col Catania alla "Favorita", anche se sul campo si imposero i rosanero con gol di Montesano. Causa ne fu uno scellerato tifoso che all'arrivo delle squdre allo stadio lanciò un oggetto all'indirizzo del giocatore catanese Miele, che a causa della ferita riportata fu anche ricoverato in ospedale, dovendo di conseguenza rinunciare all'incontro clou.

L'INIZIO DELLA RIVALITA' COL MESSINA

Volendo dare un principio concreto a tale rivalità si potrebbe prendere in esame lo stesso anno in cui iniziò quella col Catania, il 1902. Ma come per l'altra grande rivale, anche qui vi è stato un acutizzarsi del "conflitto" in tempi recenti. Durante la stagione 2000/2001 infatti il Palermo lottava testa a testa contro il Messina per il primo posto nel campionato di C1 girone B. Essendo il Palermo riuscito a guadagnare vantaggio rispetto alla rivale, il presidente giallorosso ha "insinuato" che gli arbitri avessero dato (e stessero dando) una mano in più al Palermo, accusando così sia la parte arbitrale, sia la società rosanero. Da allora iniziarono dei 'botta e risposta' piuttosto forti fra le due tifoserie, tanto che oggi si giunge a dichiarare odio aperto verso l'opposta fazione.

IL DANESE BRONEE

Nel 1950 dalla Danimarca arriva un grande campione al Palermo: Helge Bronèe, conosciuto anche per un curioso fatto accaduto proprio per causa sua. Subito dopo il suo arrivo in squadra (a giugno) fu schierato in occasione del torneo internazionale di Vigo, in Spagna, che comprendeva i locali del Celta e il Torino. Alla vigilia dello scontro diretto fra le italiane, un pareggio avrebbe permesso ad entrambe di raggiungere la finale. E quindi i responsabili delle due compagini si accordarono per una divisione della posta. Ma questa decisione non fu comunicata a Bronèe, il quale, gasato per il debutto, fu autore di tre splendide reti. I difensori palermitani dovettero dunque fare non poca fatica per dare via libera agli attaccanti granata. La partita comunque finì sul 3-3 e il Palermo vinse ugualmente la Coppa.

RAIMONDO LANZA DI TRABIA E IL CALCIOMERCATO

Nella stagione 51/52 arriva al Palermo il principe Raimondo Lanza di Trabia, un gentiluomo amante della bella vita e protagonista nella vita mondana dei salotti palermitani e non solo. Egli, punto di riferimento di grossi nomi della finanza come Onassis, Agnelli e Fontaine e anima del Palermo di quegli anni, fu il mitico fondatore del moderno calcio-mercato, di cui discusse per la prima volta insieme con Gipo Viani nel mitico hotel Gallia di Milano.

IL CASO GOMEZ

Nel 1956 arriva a Palermo un uruguayano: Walter Gomez. Il giocatore fu comprato dal Milan per l'esorbitante cifra di 80 milioni, ma fu venduto con un imbroglio: il Milan infatti presentò Gomez come ventisettenne, ma in realtà ne aveva 37. Gli ingenui dirigenti del Palermo però cascarono nel tranello e Gomez restò, facendo comunque la sua parte.

IL CASO DE BELLIS

Al suo arrivo alla società rosanero De Bellis ebbe una sorpresa alquanto buffa, che lui stesso ha raccontato (Calcio Palermo): «Mi presentai davanti all'allora segretario Rosario Bracco per firmare il contratto, ero mingherlino, timido e nemmeno molto alto, e tra lo stupore generale invitò ad apporre la firma mio fratello... che era venuto solo per accompagnarmi. Per la verità Bracco si preoccupò per aver acquistato un bidone, invece la situazione si chiarì e devo affermare che per me gli anni rosanero sono stati eccezionali».

L'ESONERO DI BALDI

Nella stagione 60/61 il tecnico del Palermo fu Fioravante Baldi, protagonista di un curioso fatto. Nell'ultima giornata di campionato, giocata a Foggia, fra il primo e il secondo tempo la società decide clamorosamente di esonerare il tecnico rosanero, che è così costretto a fare i bagagli e tornare a casa nel bel mezzo di una partita.

ALLENATORI E CORRUZIONE

Nel 1963 il Palermo perde il mitico dirigente Vilardo, squalificato a vita per un tentativo di corruzione ai danni dell'arbitro Concetto Lo Bello, nell'ambito dell'operazione-scambio che portò Fernando al Bari e Postiglione al Palermo. Il presidente Casimiro Vizzini offre la panchina all'allenatore magiaro Skeley, un giramondo per eccellenza che preferiva abitare con la famiglia dentro una roulotte.

DI BELLA E CAUSIO

C'è un curioso aneddoto sul primo incontro al Palermo fra Di Bella e Franco Causio. Quest'ultimo si presentò allo stadio con un giaccone con un vistoso collo di pelliccia e i capelli lunghi. Di Bella lo vide in campo e gli chiese: «Ma lei dove sta andando?». E Causio rispose: «Mister, sto andando nello spogliatoio a prepararmi per l'allenamento...». Di Bella ribattè: «Conciato così, lei può andare soltanto a passeggio. Si tolga la pelliccia perchè fa un caldo da morire e vada subito da un barbiere a tagliarsi i capelli. Poi potrà allenarsi». E Causio obbedì come un soldatino.

ALTAFINI ALLA FAVORITA

Durante la stagione 68/69 il Palermo si piazzò all'11° posto. Nella partita giocata alla Favorita contro il Napoli i rosanero vinsero per 3-2, ma accadde qualcosa di insolito. L'attaccante del Napoli Altafini, appena realizzato un gol rivolge all'indirizzo della curva nord il famoso gesto dell'ombrello. La gente non accetta questo gesto clamoroso fra le mura amiche, contesta ed invade il campo. L'arbitro romano Sbardella deve addirittura abbandonare il terreno di gioco grazie ad un elicottero dei Carabinieri (la Favorita subirà ovviamente una pesante squalifica).

GIOCATORE MISSIONARIO

Nell'annata 72/73 il Palermo finì al penultimo posto, retrocedendo in B. Il capocannoniere di quella stagione per i rosanero fu il centrocampista Arturo Ballabio con 3 sole segnature. Oggi quel giocatore è un prete missionario che lavora soprattutto in Sudamerica.

LA BICICLETTA DI CHIMENTI

Nel campionato 77/78 emerge un grande campione: Vito Chimenti, che in quella stagione realizza 16 gol, sfiorando la vittoria nella classifica cannonieri. Qual centravanti bassino e un po' tozzo fece impazzire la Favorita con il suo gioco di gambe, ma soprattutto con una invenzione balistica da tutti ricordata come la "bicicletta": con un movimento delle gambe riusciva ad agganciare il pallone scavalcando se stesso e l'avevrsario, così soprendentemente lo superava.

CHIMENTI IN COPPA ITALIA

Nel 1979 il Palermo affronta la finale di Coppa Italia contro la Juventus, che perderà 2-1. Ma nel secondo tempo di gioco Vito Chimenti, il bomber rosanero, non tornò in campo affermando di essere stato colpito duramente in occasione del gol messo a segno. Un forfait che non piacque a nessuno, e anzi alimentò forti dubbi, ingigantiti tre giorni dopo la finale, quando Chimenti fu regolarmente in campo contro il Brescia.

IL CALCIO SCOMMESSE

Nella stagione 79/80 si abbatte sul calcio italiano il cosiddetto scadalo del calcio-scommesse. Sui vampi di A e B si vivono minuti di tensione quando a fine partita entrano polizia e carabinieri per portare via personaggi noti e famosi come Giordano, Albertosi, Rossi, ma anche il rosanero Guido Magherini, accusato di "illecito sportivo" in relazione alla gara Taranto-Palermo. Il centrocampista fu squalificato per tre anni e mezzo per responsabilità soggettiva, mentre il Palermo fu penalizzato di cinque punti per responsabilità oggettiva, da scontare nel successivo campionato.

IL PRESIDENTE GAMBINO

Fino al 1982 presidente del Palermo fu Gaspare Gambino la cui personalità è chiarificata dall'immediata dichiarazione di voler subito la serie A dopo il primo risultato utile ottenuto. Fu imprenditore edile, e inseguito per alcuni anni fu presidente della Ternana, perchè aveva grossi interessi in Umbria. Ma nel 1995 si scoprì che era primo finanziatore della Cassa Rurale ed Artigiana di Monreale, una banca in mano alla mafia. Per questo venne arrestato e portato in carcere a Roma, dove successivamente morì.

LA MORTE DI ROBERTO PARISI

Nel 1982 succede a Gambino, Roberto Parisi, alla guida dei rosanero. Ma purtroppo il 23 febbraio del 1985, mentre il presidente si sta dirigendo, accompagnato dal suo autista, negli uffici dell'Icem (la sua azienda e azionista di maggioranza del Palermo Calcio), quattro sicari della mafia intorno alle 8:35 cominciano a scaricare sull'ingengnere e sull'autista, Giuseppe Mangano, numerosi colpi di arma da fuoco. Mangano ha soltanto un filo di voce e il tempo di collegarsi con il radiotelefono collegato al centralino dell'Icem per dire: «Ci hanno sparato. Anche l'ingegnere è ferito. Aiutateci...!». Nel frattempo i killer hanno già circondato l'automobile per continuare a sparare all'impazzata. L'autista trentasettenne muore poco dopo, mentre Parisi spirerà al pronto soccorso dopo un disperato tentativo di rianimazione. Forse un delitto maturato negli ambienti politico-economico-imprenditoriali del giro dei grandi appalti, o forse Parisi si era rifiutato di sottostare alla legge delle tangenti.

ALLENAMENTI AL FREDDO

Nella stagione 88/89 il Palermo non ha più strutture idonee e manca persino un campo da gioco. In queste condizioni la squadra è costretta ad allenarsi o sui campi vetusti e con il fondo battuto e rastrellato prima della seduta dallo stesso allenatore RUmignani, oppure sulla spiaggia di Mondello, con bagno finale per andare a recuperare il pallone, anche nei mesi più freddi.

FINALE COPPA ITALIA 91

Nel 1993 il Palermo riesce finalmente a conquistare la tanto agognata Coppa Italia, espugnando il campo del Como e trionfando nella gara di ritorno alla Favorita dove per iniziativa di Cecconi gli altoparlanti irradiano la mitica canzone We are the champions.