I castelli della Loira

 

Data viaggio: agosto 2000.
Data resoconto: settembre 2001.

Seleziona un tratto di itinerario cliccando sulla mappa oppure sul pallino nell´indice.

Il castello di Amboise e La Clos Lucé Il castello di Chenonceau Il castello di Chambord I paesi della valle dello Cher Il castello di Azay-le-Rideau I giardini del castello di Villandry La città di Tours Spettacolo di falconeria a Montrichard La cittadella di Loches Il castello di Blois Il castello di Chaumont

   

Descrizione generale

Per l´estate 2000, il nostro obiettivo sono i castelli della Loira. Lo schema di base prevede un viaggio abbastanza breve, con sei pernottamenti in campeggio. Poiché la zona da visitare è abbastanza concentrata e le tende non sono così rapide da montare e smontare, scegliamo di fare base sempre nello stesso posto, spostandosi in macchina di volta in volta per le varie visite. In particolare, per non trasformare il viaggio in una maratona, ci proponiamo di dedicare circa mezza giornata ad ogni castello. Quest´anno non viaggiamo da soli in quanto la comitiva è composta da 3 famiglie: Laura e Mich, Cinzia e Gianfredo ed Antonella e Marco con la piccola Francesca, nel complesso 6 adulti ed una bimba, con tre tende e due macchine.

Dopo varie considerazioni sui castelli da visitare, decidiamo di fissare la base presso Amboise, che diventa pertanto la nostra meta. La partenza è fissata per sabato 29 luglio, con ritrovo di prima mattina presso il traforo del Frejus a Bardonecchia. L´itinerario che scegliamo prevede tutta autostrada passando per Lyon, St. Etienne, Clermont Ferrand, Bourges, Vierzon, ove abbandoniamo l´autostrada per gli ultimi 100 km fino ad Amboise. Nonostante una fastidiosa foratura, che ci impone una perdita complessiva di circa un paio d´ore rispetto alla tabella di marcia, giungiamo infine ad Amboise.

Il campeggio che troviamo, l´unico della città, è molto bello, e per di più costa molto poco in quanto è comunale. Si trova sull´Ile d´Or, un´isola in mezzo alla Loira da cui si gode, fra l´altro, una meravigliosa vista sul castello di Amboise, che si erge su uno sperone roccioso sulla riva sinistra del fiume. Purtroppo, essendo in mezzo al fiume, è un po´ umido, ma non si può pretendere tutto … In compenso, ricordiamo che due anni fa, nei pressi di Nancy ci siamo già imbattuti in un campeggio comunale, e ne siamo stati estremamente soddisfatti.

   

Il castello di Amboise e La Clos Lucé

Dedichiamo la mattina del primo giorno, domenica 30 luglio, alla città di Amboise, di cui visiteremo il castello e la residenza di La Clos Lucè, ove visse e morì Leonardo da Vinci. Vale la pena precisare che Amboise è fortemente legata a Leonardo in quanto egli trascorse qui gli ultimi anni della sua vita, ospite del re di Francia Francesco I, dal quale ebbe in dono appunto la residenza di La Clos Lucè, di cui parleremo poco più avanti.

Il castello sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sulla Loira, in posizione strategica rispetto al ponte che collega le due sponde passando per l´Ile d´Or. La costruzione così come si vede oggi risale al XV secolo ma alcune parti sono state demolite nel corso dei secoli, per cui ora risulta caratterizzato da un´ampia spianata che ne costituisce il cortile e dalla quale si gode un ottimo panorama della città di Amboise e della valle della Loira.

L´accesso avviene da una ripida rampa che parte dalla piazzetta sottostante il castello stesso e conduce alla spianata ove sorge il corpo principale, il Logis du Roi, composto da due parti, la più vecchia, tipicamente gotica e risalente a Carlo VIII, e la più recente, di forme rinascimentali risalente a Luigi XII. Pur essendo disponibili della visite guidate ad orari prestabiliti, la visita può anche essere libera, e noi ne approfittiamo immediatamente. La prima tappa è costituita dalla cappella di St. Hubert, un piccolo gioiello di gotico fiammeggiante che sorge isolata dal corpo principale, presso il bordo della spianata dal lato verso la città di Amboise ed ospita al suo interno la tomba di Leonardo da Vinci.

Passiamo successivamente alla visita del corpo centrale del castello stesso, di cui possiamo ammirare sia l´architettura interna, invero abbastanza semplice, sia gli arredamenti, almeno in parte originali, che rispecchiano l´evoluzione dei costumi dal primo rinascimento fino al Seicento circa. Terminiamo la visita con gli imponenti torrioni circolari, che giungono fino al piano stradale alla base dello sperone roccioso ed ospitano delle grandi rampe a chiocciola pensate per permettere la salita dei carri fino alla cima.

Concludiamo la visita di Amboise con la residenza di La Clos Lucè, distante circa 700 m a piedi e facilmente visibile dagli spalti che costeggiano la spianata del castello. Si tratta di una edificio patrizio tipicamente cinquecentesco, circondato da un bel parco popolato da alberi centenari. A differenza del castello di Amboise, che è una struttura decisamente militare, almeno in origine, La Clos Lucè mantiene come unica nota difensiva la cortina al di sopra del portone di ingresso al parco, mentre tutto il resto ispira piuttosto alla lussuosa residenza di campagna.

L´accesso al parco è gratuito, mentre è a pagamento l´ingresso nell´edificio vero e proprio, che è sostanzialmente un museo-memoriale dedicato a Leonardo. All´interno sono assai pregevoli gli arredamenti, rigorosamente cinquecenteschi ed in buona parte appartenuti all´illustre inquilino, ma soprattutto è degna di nota la mostra ospitata nel seminterrato. Si tratta di una serie di modellini in legno e ferro che riproducono in scala la maggior parte delle invenzioni che lo hanno reso famoso. Tutti i modellini sono stati tratti dai suoi disegni e codici, di cui vengono anche riportate alcune riproduzioni, ed è veramente sconcertante rendersi conto di quante delle sue visioni hanno effettivamente precorso i tempi di svariati secoli.

   

Il castello di Chenonceau

A breve distanza da Amboise si trova il famoso castello di Chenonceau, che visitiamo nel pomeriggio. Purtroppo trascuriamo il fatto che sia domenica, per cui lo troviamo molto affollato. Non è un grave problema, tuttavia Chenonceau è il più famoso fra i castelli della Loira e forse il più caratteristico, per cui sarebbe meglio evitare di visitarlo durante il week-end.

Il castello sorge sulle rive dello Cher ed è caratterizzato da una galleria coperta che collega le due rive scavalcando completamente il fiume. Oltre che alla sua struttura architettonica, deve anche la sua fama alla rivalità femminile fra Caterina de´ Medici, moglie del re Enrico II, e Diana di Poitiers, amante ufficiale.

Si trova all´interno di un parco grande ed ombreggiato da vecchie querce in cui non è difficile immaginare cervi e caprioli. Notiamo innanzitutto che anche il parco è compreso nel biglietto di visita, ovvero che qui, al contrario di quasi tutti gli altri castelli che visiteremo, nulla è gratis. Attraversiamo dunque il bosco e giungiamo in vista dell´edificio principale, preceduto da un giardino fiorito diviso in due parti, quella di sinistra, più vivace e fantasiosa, denominata Giardino di Diana di Poitiers (l´amante), quello di destra, più monotono ed austero, denominato Giardino di Caterina de´ Medici (la moglie).

Il castello vero e proprio è abbastanza piccolo e si trova al di qua dello Cher. La visita è libera, senza guida, e permette di spaziare dai sotterranei, ove vi sono le cucine, ai piani superiori, con le varie stanze e sale. Queste sono ottimamente conservate e contengono mobili e quadri dell’epoca per riprodurre abbastanza fedelmente l’ambiente del Seicento. La visita nel suo complesso è assai piacevole e può essere completata con il museo delle cere (ingresso a pagamento), ospitato in un edificio adiacente, ove si trovano varie riproduzioni di costumi dell´epoca.

   

Il castello di Chambord

Il giorno successivo, lunedì 31 luglio, visitiamo il castello di Chambord, forse l´unico che è stato costruito ex-novo in stile rinascimentale e non ricavato adattando precedenti costruzioni medioevali. Come molti altri castelli, si trova immerso nel verde, ma il parco che lo circonda è talmente grande che viene attraversato in auto da diverse strade aperte al traffico normale.

La principale prerogativa di questo castello è la struttura architettonica, in cui dominano i torrioni cilindrici sormontati da tetti conici caratterizzati da una grande quantità di lucernari con vistose decorazioni rinascimentali. A conferma di ciò, l´interno non contiene quasi arredamenti, ma solo qualche quadro, in modo tale che l´occhio può cogliere al meglio il pregio architettonico dell´insieme.

Lo schema costruttivo, quadrato con quattro grandi corridoi a croce latina che si intersecano nel mezzo, risale a Leonardo da Vinci, in particolare per quanto riguarda il grandioso scalone centrale a doppia elica al centro della croce stessa, che costituisce il principale motivo di interesse dei tutto il castello. In realtà, nel progetto iniziale la scala avrebbe dovuto essere a quadrupla elica, ma questo avrebbe comportato scale troppo ripide, per cui il progetto è stato modificato in sede di costruzione. Lo scalone parte dal piano terra e termina sul tetto, che è costituito da un grande terrazzo da cui si può spaziare con lo sguardo su tutta la campagna circostante e che è stato pensato per permettere al sovrano di essere seguito dalla corte anche durante le battute di caccia nei boschi circostanti.

Volgendo lo sguardo in giro notiamo quello che sarà il tormentone di queste visite: le insegne regali di Francesco I: l´ermellino e la salamandra, che vedremo in ogni tipo di decorazione, dalle piastrelle del pavimento alle volte del soffitto, dai capitelli delle colonne alla cappe dei camini di riscaldamento.

Per chi fosse interessato, segnaliamo infine uno spettacolo con carosello equestre all´esterno del castello (a pagamento), cui non abbiamo assistito e pertanto non siamo in grado di commentare.

   

I paesi della valle dello Cher

Nel pomeriggio ci prendiamo una breve vacanza dai castelli e ci portiamo presso il paese di Bourrè, presso Montrichard, nella valle dello Cher. Le colline calcaree della zona sono infatti ricche di cave da cui sono stati ricavati i blocchi di pietra utilizzati per costruire i castelli della zona. Queste gallerie, a causa del buio e della temperatura pressoché costante, si sono successivamente rivelate ideali per la coltivazione dei funghi, ed è proprio una di queste che andiamo a visitare.

Osserviamo incuriositi i blocchi di matrice fungina, dalla vaga forma di ceppi di tronco, da cui fuoriescono mazzetti di funghi, ed apprendiamo che la crescita dei funghi viene attivata dalla luce artificiale che di tanto in tanto viene accesa all´interno delle gallerie. L´aspetto che però ci stupisce maggiormente è l´esistenza di alcune varietà particolari di funghi, di origine giapponese, che anziché dalla luce sono attivati da sollecitazioni meccaniche, ovvero forti scossoni, che simulano le scosse di terremoto proprie del loro paese di origine.

La visita successiva, sempre nel paese di Bourrè, è ad una abitazione troglodita contemporanea, scavata all´interno della collina con il medesimo sistema delle cave di calcare. La parte visitabile si articola su tre livelli, il più basso ospita la cantina, quello intermedio alcuni ambienti di abitazione ed il più elevato contiene una piccola esposizione dedicata alla storia delle cave di calcare ed alla coltivazione dei bachi da seta.

Vale la pena di precisare che nessuna di queste due visite costituisce un must della zona, ma sono comunque una simpatica variazione rispetto al tema dei castelli.

   

Il castello di Azay-le-Rideau

Martedì 1 agosto ci dedichiamo a la valle dell´Indre, la cui metà più prestigiosa è il castello di Azay-le-Rideau, che visitiamo durante la mattinata. Si trova anch´esso al centro di un parco ed è quasi completamente circondato da un laghetto la cui funzione è puramente estetica.

L´edificio ha una struttura a forma di L ed è una lussuosa residenza cinquecentesca. Anche qui, come altrove, ammiriamo particolarmente la struttura architettonica interna ed esterna, perché gli arredamenti interni, benché d´epoca, non sembrano proprio antichi. L´epoca della costruzione è ancora quella del sovrano Francesco I, in omaggio al quale si vedono decorazioni con la salamandra su scalone, architravi e caminetti.

   

I giardini del castello di Villandry

Nel pomeriggio ci spostiamo a Villandry, il cui cosiddetto castello è in realtà una casa padronale risalente alla fine del secolo scorso ed assolutamente non degna di alcuna menzione. Ciò che invece giustifica senza riserve la vita sono i giardini che lo circondano. Sono divisi in svariati settori e la vista migliore è quella che si gode dal belvedere sulla collina di fianco al castello Una descrizione a parole sarebbe troppo riduttiva, rimandiamo alle foto nella galleria fotografica, notiamo solo che non si ha libero accesso a tutte le aiuole ma solo ai viali principali che attraversano i giardini. Una scelta che condividiamo pienamente in quanto la vista d´insieme, che si gode dal belvedere, ne rimane sicuramente avvantaggiata ed il colpo d´occhio è assolutamente affascinante.

   

La città di Tours

Terminiamo la giornata con una breve visita alla città di Tours, capoluogo della regione. I punti di interesse non sono molti, ad esempio non vi è un castello degno di tale nome bensì solo un rudere. Vale comunque la pena di vedere la cattedrale gotica dedicata a St. Gatien e di fare due passi nel centro storico. Qui, affacciate sulla piazzetta si trovano numerose case a graticcio di tipo medioevale, le più antiche delle quali risalgono al XV sec.

   

Spettacolo di falconeria a Montrichard

Montrichard si trova sulle rive dello Cher ed è dominato da una collina su cui si erge un torrione massiccio ed imponente, il cosiddetto Donjon, il mastio di una antica fortificazione duecentesca andata ormai quasi totalmente perduta. Questa costruzione, visibile da chilometri di distanza, attira subito l´occhio del turista, che però, nel caso nostro, è stato ancor maggiormente attirato dal volo maestoso di alcuni rapaci ben visibili in prossimità del torrione stesso. Siamo così giunti a conoscenza del meraviglioso spettacolo di falconeria denominato Les aigles du donjon, cui abbiamo assistito nella mattinata di mercoledì 2.

Nella suggestiva cornice delle rovine duecentesche abbiamo visto da vicino l´inquietante aquila americana dalla testa bianca, il ben noto simbolo degli Stati Uniti d´America, il maestoso condor andino, vari avvoltoi delle savane africane, un grandioso carosello aereo di piccoli falchi, aquile reali europee, falchi pellegrini, martin pescatori ed anche alcuni rapaci notturni, che però, data l´ora e le abitudini, non ne hanno assolutamente voluto sapere di rispondere ai comandi degli addestratori. Probabilmente qualche animalista potrebbe avanzare delle obiezioni, ma non bisogna dimenticare che la falconeria è un´arte che affonda le sue radici nel medioevo dei nobili e dei castelli.

In particolare sono due le immagini che difficilmente potrò dimenticare. Una è il terribile sguardo di ghiaccio dell´aquila dalla testa bianca, che ho anche cercato di bloccare in fotografia, l´altra è lo spettacolare insieme di evoluzioni aeree di un gruppo di quattro falchi nutriti al volo dagli addestratori con pezzi di carne lanciati in aria, che ovviamente non sono assolutamente riuscito a fotografare ...

   

La cittadella di Loches

Trascorriamo il pomeriggio a Loches, una città medioevale di cui è particolarmente ben conservata la cittadella. Per ragioni di tempo ci troviamo a dover scegliere tra la visita del palazzo reale, Logis Royal, e del complesso difensivo su cui domina il donjon duecentesco. Optiamo per quest´ultimo, che fra l´altro è coevo di quello di Montrichard ma è conservato molto meglio. In particolare, il donjon vero e proprio è alto 37 metri ed i suoi muri sono spessi fino a quattro metri, con la scala ricavata entro il loro spessore. Con il tempo sono andati perduti gli elementi in legno, ovvero la copertura del tetto ed i piani intermedi, ma i focolari e le canne fumarie chiaramente visibili nelle pareti lasciano intendere agevolmente i tre piani che componevano la struttura, con gli alloggiamenti per la guarnigione, quello per il signore della città e, in cima, il corpo di guardia con compito di sorveglianza sul circondario, da dove lo sguardo spazia sulle campagne circostanti. Per chi non ne ha abbastanza di salire, c´è anche la possibilità di scendere nei sotterranei per visitare le prigioni scavate nel tufo, in cui fra gli altri è anche stato imprigionato Ludovico il Moro, duca di Milano. La struttura fortificata è completata dalle possenti mura e dalla torre del Martelet, anch´essa visitabile.

Oltre al già citato Logis Royal, l´unico altro punto di interesse della città è la chiesa romanica di Saint Ours, mentre non suscita particolare interesse il giro a piedi che facciamo fra le vie della cittadella, che ci aspettavamo medioevale e risulta invece abbastanza moderna.

   

Il castello di Blois

Dedichiamo la mattinata di giovedì 3 agosto al castello di Blois. Similmente al caso di Amboise, si trova nel mezzo della città, su uno sperone roccioso in posizione dominante sulla riva destra della Loira. Architettonicamente è diviso in tre elementi stilisticamente distinti, anche se costruttivamente uniti insieme a racchiudere il cortile del castello stesso. La prima è l´ala di Luigi XII, la più vecchia, in stile gotico puro. Risale al sec. XV ed è quella in cui si apre il portale di accesso. Al suo interno, al primo piano, è ospitato un museo d´arte. Sul lato destro del cortile si trova l´ala di Francesco I, di stile rinascimentale, edificata all´inizio del sec XVI. in cui spicca lo scalone elicoidale esterno. All´interno sono visitabili gli appartamenti di Caterina de´ Medici e di Francesco I, con mobili ed arredi in stile, benché non tutti d´epoca. Chiude il cortile l´austera ala di Gastone d´Orleans, di forme rigorosamente classicheggianti (sec XVII), che al suo interno ospita esposizioni temporanee (ingresso a pagamento non incluso nel prezzo del biglietto).

   

Il castello di Chaumont

Chiudiamo la nostra rassegna con il castello di Chaumont, che però non visitiamo, limitandoci ad una rilassante passeggiata nel grande parco, fra alberi centenari e prati mantenuti a regola d´arte. La vista dall´esterno è comunque notevole, con l´ingresso stretto fra due poderosi torrioni cilindrici, con tanto di fossato e ponte levatoio regolamentare e, per di più, funzionante.

   

Sulla via del ritorno: le città di Bourges e Lyon

Il percorso del viaggio di ritorno, venerdì 4 e sabato 5, è il medesimo dell´andata, con l´aggiunta di un paio di tappe di visita, per complessivi due giorni di viaggio con un pernottamento. La prima sosta è a Bourges, dove trascorriamo un paio d´ore, anche a causa della pioggia che ci perseguita. Riusciamo comunque a visitare la mirabile cattedrale gotica, di cui ammiriamo le vetrate che risalgono al XIV sec, ed a fare un giro per le vie del centro. Ripartiamo nel primo pomeriggio alla volta di Lyon, ove arriviamo in serata.

La visita è anche in questo caso estremamente rapida, trascuriamo alla grande tutti i musei e ci limitiamo, come al solito, alla cattedrale gotica di St. Jean ed al centro storico, con alcuni palazzi d´epoca che ammiriamo dall´esterno. In aggiunta, ci concediamo una vista d´insieme della città dalla cima della collina della Fourvière, ove sorge anche l´orribile basilica di Notre Dame de Fourvière, uno stucchevole esempio di eclettico ottocentesco francese. Ancora una volta la pioggia ci invita a accorciare la nostra visita, e dopo esserci con fatica disimpegnati fra le tangenziali della città, riusciamo finalmente a riprendere l´autostrada verso l´Italia, via Chambery e traforo del Frejus.

   

I prezzi di tutte le visite

Avvertenza: nei prezzi riportati, il controvalore in € è stato calcolato a posteriori (convertendo i prezzi dati in FrF) perché al tempo del nostro viaggio la quotazione in € non era ancora obbligatoria, e pertanto sono da considerarsi come approssimativi.

 

 

Commenti e considerazioni

I castelli della valle della Loira sono una meta classica del turismo internazionale e si estendono su un´area molto più vasta di quella da noi visitata. In particolare, abbiamo volutamente trascurato tutta la zona meridionale, da Tours in giù, ad esempio le fortezze di Angers e Chinon ed il castello da favola di Ussè, sui quali non possiamo esprimere giudizi. Un approccio di questo genere ci ha permesso di non saturare la mente e soprattutto di apprezzare al meglio quei pochi che abbiamo visitato, evitando di cedere alla facile considerazione del "tanto i castelli sono tutti uguali".