Benché Freud non sia particolarmente propenso a riconoscere caratteristiche
nuove nel singolo immerso in un gruppo, tuttavia ammette ed individua effetti
del tutto particolari.
Sono almeno quattro gli elementi da evidenziare.
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Prima caratteristica è che «per l'individuo appartenente alla massa svanisce
il concetto dell'impossibile»: «nello stare insieme degli individui riuniti in
una massa, tutte le inibizioni individuali scompaiono e tutti gli istinti
inumani, crudeli, distruttivi, che nel singolo sonnecchiano quali relitti di
tempi primordiali, si ridestano e aspirano al libero soddisfacimento pulsionale»;
«non deve quindi sorprendere che nella massa l'individuo compia o approvi cose
da cui si terrebbe lontano nelle condizioni di vita normali». «All'interno di
una massa e per influsso di questa, il singolo subisce una profonda
modificazione della propria attività psichica. La sua affettività viene
straordinariamente esaltata, la sua capacità intellettuale si riduce in misura
considerevole, entrambi i processi tendendo manifestamente a eguagliarlo agli
altri individui della massa; si tratta di un risultato che può venir conseguito
unicamente tramite l'annullamento delle inibizioni pulsionali peculiari a ogni
singolo e attraverso la rinuncia agli specifici modi di esprimersi delle sue
inclinazioni».
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In secondo luogo, ritorna il tema della "alienazione" dell'individuo:
«Mentre nell'individuo isolato costituisce quasi l'unico incentivo, nelle masse
l'utile personale predomina assai di rado. Si può parlare di una moralizzazione
del singolo tramite la massa. Mentre la capacità intellettuale della massa è
sempre assai inferiore a quella del singolo, il suo comportamento etico può sia
superare di molto il livello di quello del singolo, sia esserne di gran lunga
inferiore». Le masse, dunque, sono «anche capaci di realizzazioni più alte,
quali l'abnegazione, il disinteresse, la dedizione ad un ideale».
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Le altre due caratteristiche sono già emerse, in quanto attraversano
trasversalmente i punti precedenti: si tratta
dell'"abbassamento/annullamento" ovvero "regressione" del
singolo a individuo collettivo, e della "contagiante suggestione del
prestigio" operata dalla società. Su questi due aspetti, pressoché
inseparabili in quanto dipendenti l'uno dall'altro, il pensiero di Freud è
chiaro: «Possiamo dire che gli estesi legami affettivi da noi individuati nella
massa bastano a spiegare uno dei suoi caratteri: la mancanza di autonomia e
d'iniziativa nel singolo, il coincidere della reazione del singolo con quella di
tutti gli altri, l'abbassamento del singolo -per così dire- a individuo
collettivo.
Ma, se la consideriamo come un tutto, la massa presenta anche altre
caratteristiche. Segni tipici come l'indebolimento delle facoltà intellettuali,
lo sfrenarsi dell'affettività, l'incapacità di moderarsi o di differire, la
propensione a oltrepassare tutti i limiti nell'espressione del sentimento e a
scaricarla per intero nell'azione, forniscono un inequivocabile quadro di
regressione dell'attività psichica a uno stadio anteriore, affine a quello che
non desta meraviglia trovare nei selvaggi o nei bambini. Questo ci ricorda
quanti di questi fenomeni di dipendenza appartengano alla costituzione normale
della società umana, quanto poca originalità e quanto poco coraggio personale
si trovino in questa, quanto ogni singolo sia dominato dagli atteggiamenti di
un'anima collettiva che si manifestano come peculiarità razziali, pregiudizi
sociali, adesione a regimi
totalitari e così via».
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