Jack Frusciante è uscito dal gruppo
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Un articolo di Laura :Enrico Brizzi racconta la storia del "Vecchio Alex" un ragazzo nelle cui esperienze, nelle cui ingenuità, nelle cui emozioni, tutti coloro che stanno cercando una loro meta possono riconoscersi. Chi è Jack Frusciante? Un musicista dei Red Hot Chili Peppers, uno che è "uscito dal gruppo" proprio nel momento di maggior successo della band, perché lo ha fatto? Per innumerevoli ragioni o, forse, senza un motivo preciso. Chi sono i Red Hot? Il gruppo preferito del vecchio Alex, la colonna sonora dei suoi momenti di euforia e di disperazione. Cos’ha di straordinario questo romanzo? Moltissime cose: il linguaggio, giovanile, spontaneo, caratteristico della nostra generazione; la descrizione del protagonista, sincera, reale, in continua maturazione e cambiamento, la storia, semplice, vera. Cosa racconta il libro? Pochi mesi della vita di Alex, mesi che lo porranno di fronte a numerose realtà, a sentimenti nuovi, a emozioni mai provate. Nel corso del romanzo Alex conoscerà la gioia e il dolore dell’amore per Adelaide, la sofferenza implacabile per il suicidio dell’amico tossicodipendente Martino, crescerà, guarderà la società con occhio critico, l’amore con più maturità. Alex, per quanto sia possibile farlo, imparerà a vivere in queste poche pagine e chi, di lui, saprà leggere, alla fine del romanzo, si scoprirà diverso, maturato, vi avrà trovato tante risposte, ma anche, infinite e irrisolvibili domande.

Laura
 
LINKS:

il film :intervista alla regista Enza Negroni
http://www.landscape.it/viceversa/film/intervistaenzanegroni.htm

tributo a Enrico Brizzi
http://brizzi.oasi.asti.it/






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"Ancora su Jack…"  di César-W El comandante

"Jack Frusciante è uscito dal gruppo", ovvero un libro che potrebbe e dovrebbe essere un punto di riferimento per una intera generazione

Non si tratta, sebbene sia possibile analizzarlo anche in quest'ottica, di un libro politico, ma della semplice storia di un ragazzo, non come tanti, che vive la sua vita nei sobborghi di una moderna Bologna.
L'atmosfera e la bravura di Brizzi ci permettono di immedesimarci subito nel "vecchio" Alex, nelle sue (poche) paure, certezze, ideologie, domande e risposte.
Tutte le figure del testo giocano un loro ruolo fondamentale nella stesura del racconto, ma forse quelle più attraenti e confutabili sono quelle di Aidi e Martino.

Dietro ad Aidi si cela una ragazza unica, straordinaria che riesce a capire il mondo e le passioni di un ragazzo come nessun'altra persona.
La (non) relazione con Alex è qualcosa che va al di la della ragione umana, che si spinge oltre ai soliti malinconici confini del "ti amo", "bacio - sesso - amore", loro si cercano e si trovano, mai come in questo caso possiamo affermare che due persone sono la stessa cosa. Le loro anime entrano quasi in simbiosi, entrambi sono affascinati dall'altro e sentono di potersi aprire completamente.
E' un tipo di rapporto che forse sarà disprezzato dai più, poiché persino il misero bacio mette quattro mesi a sbocciare, ma la profondità del loro affetto colpisce e c'induce a rivedere ogni nostra certezza sul rapporto ragazzo-ragazza: è ora possibile scorgere nuove orizzonti e coltivare nuovi sogni, il nostro modello non sarà più Cruise-Kidman, Pitt-Aniston ma semplicemente Alex-Aidi.
Grazie a ciò ora non desideriamo più una ragazza ma LA ragazza: “voglio anche io la Aidi, la  ragazza che capisce ogni problema e ogni sensazione, con cui riesco a formare un tutt'uno d'emozioni e sogni.”
Probabilmente c'è chi a queste conclusioni era gia giunto anni luce or sono, ma a qualcuno forse tale concetti di amore VERO sono rimasti ignoti e può darsi lo rimangano sempre.
Come possiamo notare, i due hanno un finale che sembra essere un presagio di un "e vissero felici e contenti", quantunque la dura realtà  impone loro la separazione di un anno; ma è proprio questo forse il punto culminante della vicenda, la loro complicità ed intimità riesce a superare anche la barriera della lontananza e sappiamo bene che i detti "occhio non vede cuore non duole" e via discorrendo sono sempre stati sinonimo di irrealismo e immaginazione.

Dall'altra parte in perfetta contrapposizione c'è Martino uno degli amici di Alex.
Martino viene da un mondo borghese e avrebbe tutte le carte in regola per essere avverso al nostro protagonista.
Tuttavia tra i due, scocca una scintilla che è uno dei simboli del libro.
Una amicizia che riesce grazie alla schiettezza e sincerità di Martino, che malgrado abbia costumi da borghese, persegue il piacere come fine da raggiungere.
Sembra che il "Carpe Diem" gli sia parte integrante e per questo viene ammirato e rispettato da Alex.
Tuttavia Martino si suicida. Pare di assistere ad un suicidio per protesta contro un mondo che va irrimediabilmente in rovina.
Cogliere l'attimo si farà più rude in questa situazione di decadentismo avanzato…
La vicenda di Martino sebbene possa sembrare di contorno è invece il vero punto cruciale della vicenda. E’ una sorta di analisi e critica a questa società che non dà ai giovani le certezze che vorrebbero avere e, non è un caso , che mentre “la vicenda Aidi” occupi la parte iniziale e finale, quella di Martino si trovi nel punto di centrale, nel cuore del libro.

C'è poi sullo sfondo una famiglia come tante, quella di Alex, in cui vi sono le solite banali ed effimere ansie paternalistiche, che non fanno altro che rafforzare la posizione del protagonista, capace di ottenere ciò che vuole senza dover giungere allo scontro senza punto di ritorno.
Sono anche loro i perdenti, quei genitori che tanto vogliono e a volte nulla capiscono dei pensieri dei loro figli.
Aggiungiamo alla lista dei perdenti anche l'immancabile odioso clima sociale: si va dai giovani "voglio il motorino-voglio la camicia costosa-voglio questo-voglio quello.." che non sanno guardare avanti senza mammina o papino, ai loro genitori, complici in questo "imbastardimento" generale.

Naturalmente come abbiamo gia detto antecedentemente non manca una chiave politica, ovviamente il nostro Alex predilige le ideologie della sinistra anche se è conscio del "magna magna generale" che opprime il parlamento e  la maggior parte dei politici, per questo ama definirsi Anarchico.(il libro è ambientato tra 1991 e 1992: Tangentopoli, l’assassinio di Falcone, n.d.r.)
Non a caso il "social-democratico", personaggio presente in poche righe, ci viene presentato come un tipo che non dice mai no a nessuno senza però avere proprie idee da portare avanti..
Naturalmente è presente la critica seppur in qualche modo velata ai 68ini persi per strada, quelli de "cambieremo il mondo" e che ora lavorano in banca e sono diventati in qualche modo "servi" del potere.

E poi c'è il "gruppo", quell'istituzione agglutinante che dovrebbe unire tutti ed invece è solo motivo di polemica. Ci vuole ben più coraggio ad "uscire" che ad "entrare" nel gruppo, e non è un caso che il titolo del libro s'ispiri a Jack Frusciante che nel momento in cui stava raggiungendo il successo decise di lasciare i Red Hot per tornare ad una vita qualunque, forse solo perché non attratto da quel mondo e desideroso di tornare alla sua semplice realtà o forse no; lo stesso Alex si pone a lungo la domanda senza però trovarvi risposte soddisfacenti. L'importante resta comunque perseguire la felicità, e anche se per ciò è necessario uscire fuori degli schemi non ha importanza!

Insomma "Jack Frusciate è uscito dal gruppo" è  una lettura che dura tre ore ma che segna per una vita intera, e, a volte, val ben più una lezione di vita come questa, che mattoni che pretendono di  insegnarci quanto fa 2+2 o come si declinava un verbo irregolare 2000 anni fa...
 
 

  César-W El Comandante

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