(...) Stupenda e misera
città che
mi hai fatto fare
esperienza di
quella vita
ignota: fino a
farmi scoprire
ciò che, in
ognun, era il mondo. (....)
(dalla poesia “Il
pianto della scavatrice”, Le Ceneri di Gramsci - P.Pasolini, 1957)
"L'intelligenza non avrà
mai
peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue
dei lager tu otterrai, da una dei milioni d'anime della nostra nazione
un giudizio netto, interamente indignato. Irreale è ogni idea
irreale ogni passione di questo popolo ormai dissociato da secoli la
cui soave saggezza gli serve a vivere, non lo ha mai liberato. Mostrare
la mia faccia, la mia magrezza, alzare la mia sola, puerile voce non ha
più senso. La viltà, avvezza a veder morire nel modo
più atroce gli altri con la più strana indifferenza. Io
muoio, e anche questo mi nuoce".
(P.Pasolini) Scritti corsari,1975
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qui per la mia pagina dedicata a "Mamma
Roma" di P.Pasolini
per approfondimenti visita l'ottimo sito http://www.pasolini.net/
Un ricordo in musica...
A
Pa' - F.De Gregori
Non mi ricordo se c'era luna,
e nè che occhi aveva il
ragazzo,
ma mi ricordo quel sapore in gola
e l'odore del mare come uno
schiaffo. A pà.
E c'era Roma così lontana,
e c'era Roma così vicina,
e c'era quella luce che li chiama,
come una stella mattutina. A
pà.
A pà. Tutto passa, il resto
va.
E voglio vivere come i gigli nei
campi,
come gli uccelli del cielo campare,
e voglio vivere come i gigli dei
campi,
e sopra i gigli dei campi volare
Lamento per la morte di
Pasolini
testo e musica di
Giovanna Marini
Persi le forze mie persi l'ingegno
la morte mi è venuta a visitare
«e leva le gambe tue da questo regno»
persi le forze mie persi l'ingegno.
Le undici le volte che l'ho visto
gli vidi in faccia la mia gioventù
o Cristo me l'hai fatto un bel disgusto
le undici volte che l'ho visto.
Le undici e un quarto mi sento ferito
davanti agli occhi ho le mani spezzate
la lingua mi diceva «è andata è andata»
le undici e un quarto mi sento ferito.
Le undici e mezza mi sento morire
la lingua mi cercava le parole
e tutto mi diceva che non giova
le undici e mezza mi sento morire.
Mezzanotte m'ho da confessare
cerco perdono dalla madre mia
e questo è un dovere che ho da fare
mezzanotte m'ho da confessare.
Ma quella notte volevo parlare
la pioggia il fango e l'auto per scappare
solo a morire lì vicino al mare
ma quella notte volevo parlare
non può non può, può più parlare.
.
da: http://www.pasolini.net/ricordi_lamento_marini.htm
Scritta nel
dicembre 1975, la canzone si riferisce alla tragica morte di Pier Paolo
Pasolini, assassinato la notte tra il 1° e il 2 novembre 1975. Il
testo prende lo spunto da un canto religioso extraliturgico, L'orazione
di San Donato registrato il 7 febbraio 1965 a Zaccheo, frazione di
Castellalto, Teramo, da Cesare Bermani.
Giovanna Marini (Roma, 1937) si diploma nel 1961 in chitarra al
conservatorio di Santa Cecilia. In seguito si perfeziona con
Andrés Segovia all'Accademia Chigiana di Siena e studia
composizione con Carlo Pinelli. Mentre suona liuto e arciliuto
nell'orchestra rinascimentale Concentus Fidesque Antiqui, nel 1961
partecipa alla fondazione del Folkstudio di Roma con Giancarlo Cesaroni
e Harold Bradley, cantando con Maria Teresa Bulciolu canzoni popolari
dell'Italia centrale e meridionale. Nel 1963 Roberto Leydi le sente e
chiede loro di entrare a fare parte del Nuovo Canzoniere Italiano;
insieme, il 3 aprile 1964, partecipano alla Casa della Cultura di
Milano alla prima rassegna della canzone popolare e di protesta vecchia
e nuova «L'Altra Italia» e incidono poi, per i Dischi del
Sole, alcune raccolte. Nel 1966 partecipa a Ci ragiono e canto, lo
spettacolo del Nuovo Canzoniere Italiano con la regia di Dario Fo: suo
è il ricco e complesso tessuto musicale dello spettacolo. A
fianco dell'intensa attività di spettacoli politici, la Marini
inizia poi in Puglia le proprie ricerche sul campo di materiali
popolari, dalle quali trarrà spunti e idee per l'apprendimento
dei modi contadini, iniziando quei suoi studi sull'emizzione vocale che
poi insegnerà alla Scuola di musica popolare del Testaccio a
Roma e all'Università di Parigi.
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L "IO SO" di Roberto Saviano ("Gomorra",
Mondadori)
Pubblicato su
NUOVI
ARGOMENTI n°32
ottobre-dicembre 2005
nella sezione IO SO
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