Un triste grigio tra i colori..."
Vive la notte è nella notte
lo vedi all'angolo della strada
mano tesa e occhi di polvere
lo vedi vestito di stracci
ma tu alzi lo sguardo
la tua casa è la vita
la sua storia è già
finita
Ha una sigaretta
una bottiglia di vino
scruta il destino
Di giorno non c'è
scompare nei fumi della città
il buio gli è amico
ma già gli ha detto
"ti maledico"
Non conosce gioia
ma non chiede il tuo aiuto
ha capito di essere
come quel bambino
suo unico amico
"un triste grigio
tra i colori"
Vecchio rimedio del dolore
tradito da giorni troppo uguali
da emozioni sbiadite
riprendi a creare visioni (...)
"Non conosco la turbolenza attiva
del mio tempo
la rinnego
voglio navigare libero
nell'orizzonte incomprensibile
insultare la luna e le stelle
voglio vivere di leggerezza
di cose belle
di sguardi profondi
Amo gli uomini
che confesano la malinconia
e che non dicono "così sia"
Non sono attore di questa
assurda rappresentazioe
odio recitare parole a memoria
e lo scorrere incessante
delle nostre tristezze
Fantocci senza nome
maschere di cera
pronte a svanire
alla nuova brezza
risultato dell'incomprensibile
esistenza che ci inchioda come
prigionieri
Ma forse se interrompessimo per
un istante
le nostre recite
potrebbe risuonare
fra le belle montagne di ghiaccio
una melodia infinita.
Il mio cuore è rimasto
tra le vecchie mura della scuola
prigioniero di storie
perdute per sempre
Mi ritrovo fuor di me stesso
guardo con occhi di lacrime
la confusione di anime giovani
la speranza senza confini
che riempivano i cuori
vedo il luogo dove ho conosciuto
il tuo sguardo bambino
e com'era bello quello
che chiamavamo futuro
Siamo cresciuti in quel tempio
d'incertezza
di tenerissima precarietà
dove le luci erano bianche come
la neve
e il cuore eplodeva di gioia ed
insieme soffriva
Ci scambiavamo sguardi
che ancora oggi non so tradurre
Eravamo tutto e niente
liberi d'ingannare il domani
Tu recitavi già allora
la tua parte di giovane attrice
e leggera danzavi quei giorni
io romantico e perduto
amavo le belle parole
sublimavo il tuo viso
navigavo nelle velate promesse
(...)
Niente è stato più
dolce di quei giorni
quando i tuoi occhi belli
placavano questo dolore
Tre angeli sono volati via
deboli voci della neve
anime strappate alla luce
Parole straniere risuonano
nelle nostre città
sono frasi d'accusa
per i cuori calpestati
per le grida ignorate
Oggi la terra fredda
è ferita da minuscole impronte
bambini percorrono la strada
prestano le loro anime ad occhi
adulti
i loro volti chiedono aiuto
le loro mani chiedono pane
Vittime della strada
stroncati dal freddo
restano come monito
nella nostre coscienze
perchè oggi c'è chi
nuota nel benessere
e chi muore nel fango
Mi piace immaginare
che nel volo
i piccoli angeli abbiano trovato
calore
e spezzate le catene
guardino con occhi liberi
quel sogno pieno di fiori
che sbocciano nella neve
Roma è piena di pioggia
anime sparse incrociano le strade
è una primavera cattiva
capelli lunghi cuore di stracci
assurdo moto dei miei pensieri
Passano giorni come foglie secche
cerco strani rimedi alla noia
mi perdo dietro a parole
cuore impazzito nel grande inganno
prigioniero cosciente
di storie virtuali quanto basta
per essere vere
Ma se compro un pò di gioia
fittizia
e cammino con il mio pacco di giornali
i miei occhi sono rossi
non ho dimenticato
l'emozione che può dare
un sorriso
quando è velato
da un tenero rossore.