Walt Whitman, (Foglie d'erba, 1885)
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Walt Whitman nacque nel 1819, nel West Hill (vicino Hultington - Long Island), ma ben presto la sua famiglia si trasferi` a Brooklyn.
Crebbe a New York, leggendo moltissimo per conto proprio e frequentando spesso i teatri.
Lavoro` principalmente come tipografo e giornalista presso alcuni periodici e giornali, ma svolse anche altre attività.
La sua poesia attuo` l'ideale auspicato da Emerson d'una cultura americana autonoma, radicata nella democrazia, ed insieme esalto` le forze della natura, trasfigurandole in un mistico panteismo.
Mori` il 26 Marzo 1892, nel New Jersey, all'eta` di settantadue anni.
 

La poesia che seguono appartengono a Foglie d'erba, l'opera fondamentale di tutta la sua vita; ne pubblico` nove edizioni successive (la prima nel 1855 e l'ultima l'anno della sua scomparsa) ampliando ogni volta la raccolta precedente.
Con la sua poesia, innovativa nella forma del verso libero, Whitman volle essere un bardo americano che parla all'uomo comune, ispirandosi alle vicende del suo paese e dando espressione alla natura e allo spirito democratico e umanitario del Nuovo Mondo. Una raccolta di sue opere  e' stata pubblicata in Italia
a cura della Mondadori.

 
LINKS a siti che parlano di Walt Whitman

http://nicoladugo.tripod.com/saggistica/letteratura/fogliederba1855.htm

http://www.gayroma.it/culture/cultura/cu-21novembre2002.asp

http://www.girodivite.it/antenati/xixsec/-whitman.htm

http://www.geocities.com/Athens/Academy/8231/biografia.htm

le poesie
http://poetryit.t2online.it/pauthor/userpoetry.asp?iduser=13

Oh Capitano! Mio Capitano! (Walt Whitman) 

Oh Capitano! Mio Capitano!
il nostro duro viaggio è finito,
la nave ha scapolato ogni tempesta,
il premio che cercavamo ottenuto, il porto è vicino,
sento le campane,
la gente esulta, mentre gli occhi seguono la solida chiglia, il vascello severo e audace:
ma, o cuore,
cuore,
cuore!
gocce rosse di sangue dove sul ponte il mio Capitano giace caduto freddo morto.
O Capitano! Mio Capitano!
alzati a sentire le campane; alzati - per te la bandiera è gettata - per te la tromba suona, per te i fiori, i nastri, le ghirlande -
per te le rive di folla per te urlano, in massa, oscillanti, i volti accesi verso di te;
ecco Capitano!
Padre caro!
Questo mio braccio sotto la nuca!
E' un sogno che sulla tolda sei caduto freddo, morto.
Il mio Capitano non risponde,
esangui e immobili le sue labbra,
non sente il mio braccio, non ha battiti, volontà,
la nave è all'ancora sana e salva,
il viaggio finito, dal duro viaggio la nave vincitrice torna, raggiunta la meta;
esultate rive, suonate campane!
Ma io con passo funebre cammino sul ponte dove il Capitano giace
freddo,
morto


Questa poesia ha oggi una certa popolarità presso il grande pubblico anche grazie al film

 "L’attimo fuggente" con Robin Williamse cco alcuni link:

http://www.movieconnection.it/schede/attimo_fuggente.htm

http://www.augustea.it/dgabriele/italiano/mc_fuggente2.htm

la locandina del film

http://www.cinema-locandine.it/public/89/pagine/34.htm

scheda film

http://www.kwcinema.kataweb.it/templates/kwc_template_2col/0,4858,6937-schedafilm,00.html


Canto di me stesso
(Walt Whitman

Che cos'è l'erba?
Mi chiese un bambino portandomene a piene mani;
come potevo rispondergli?
Non so meglio di lui che cosa sia.
Suppongo che sia lo stendardo della mia vocazione,
fatto col verde tessuto della speranza.
O forse è il fazzoletto del Signore,
un ricordo profumato lasciato cadere di proposito,
con la cifra del proprietario in un angolo
sicchè possiamo vederla e domandarci di chi può essere?
O forse l'erba stessa è un bambino,
il bimbo generato dalla vegetazione.
O un geroglifico uniforme che voglia dire,
crescendo tanto in ampi spazi che in strette fasce di terra,
fra bianchi e gente di colore, Canachi, Virginiani,
Membri del Congresso, gente comune,
io do loro la stessa cosa e li accolgo nello stesso modo.
(....)

Sussurri di morte celeste (Walt Whitman

Sussuri di morte celeste odo sommessi,
labiali dicerie della notte, sibilanti corali,
passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall'alito mite e soave,
gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente che scorre, eternamente
scorre
(o è sciaguattio di lacrime? le smisurate acque delle lacrime umane?).
Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole,
malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono
con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare,
velata, lontanissima.
(o forse un parto, qualche solenne nascita immortale;
ai confini impenetrabili alla vista,
un'anima che passa).
 

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Ringrazio per questa pagina Manuela-Mangu di Roma

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