Intervista

Queste interviste le ho prese da siti ufficiali di Akira(giapponesi!!)e poi li ho tradotti(non io!!).

Questa intervista è stata fatta ad Akira Toriyama per chiarire un mistero...ossia quello di DragonBall AF. In questa intervista Toriyama afferma di aver creato lui l'immagine di Goku SSJ5, ma di non aver continuato la storia. Però da quanto noi sappiamo si dice in giro che l'immagine stupenda di Gokussj5 è stata fatta da un Inaki,che si suppone sia anche il creatore di alcune immagini x. Secondo voi...chi avrà detto la verità?

 

Akira Toriyama: Salve

Intervistatore: Salve, vorrei cominciare con il ringraziarla del tempo che ci mette a disposizione.

AT: Si figuri.

I: Bene, sappiamo che ha da poco finito di lavorare a Dragon Ball Gaiden, su cui è andata in onda un'anteprima all'interno dello special Dragon Ball GT pochi giorni fa, ma lo scopo dell'intervista non è questo, in quanto si sa pressoché tutto su questa nuova serie. Ciò che mi preme di più è sapere qualcosa su questa fantomatica Dragon Ball AF di cui tanto si parla su internet, con immagini ed addirittura una sua trama incompleta.

AT: Ammetto di aver lavorato a Dragon Ball AF, ma non l'ho mai finita. Per quel che mi riguarda il capitolo Dragon Ball è chiuso con Dragon Ball GT (di cui fa parte Dragon Ball Goku Gaiden). Le storie le ho tutte concepite e finite tutte negli anni '80, tranne appunto Dragon Ball AF, che non ho mai finito e non ho intenzione di farlo, come le ho già detto per me Dragon Ball è un capitolo chiuso, in quanto poi adesso sono impegnato su tutt'altri fronti.

I: Capisco, e delle immagini che girano qua e la per la rete che cosa ci può dire?

AT: Io realizzai un piccolo artwork molto in progress, si esatto, quello che mi sta mostrando adesso , che si riferisce a Son Goku, ma non ho mai realizzato altro, tutte le altre immagini che mi sta mostrando sono dei falsi, anche abbastanza evidenti e decisamente malfatti.

I: Beh, a questo punto ha chiarito praticamente ogni nostro dubbio, non mi resta che salutarla e ringraziarla di nuovo per il tempo da lei concessoci, è stato un onore poterle parlare.

AT: Adesso non esageriamo, grazie a lei per avermi permesso di sfatare questa leggenda ormai diffusa in tutto Internet.

 

Questa intervista è stata realizzata il 21 Aprile 1995 all'Hilltop Hotel.L'ho trovata in internet su un sito riguardante gli autori dei manga più diffusi...per quanto riguarda tutto ciò che è stato detto in questa intervista non so sinceramente se le idee di Akira sono cambiate...
 

 

-Mi piacerebbe farle domande riguardanti soprattutto il suo lavoro grafico. Per esempio, ho l’impressione che quando ha iniziato a disegnare Dragon Ball si sforzasse di utilizzare uno stile che fosse differente da Dottor Slump, la serie che aveva realizzato prima.

Si, è vero. Non mi piace lavorare sempre con lo stesso stile, e in genere lo modifico per adattarlo alla storia. Tuttavia, se adesso mi chiedessero di disegnare lo stile di Dottor Slump, sarei in grado di disegnare le stesse forme arrotondate. Alla fine di Dragon Ball mi interessava maggiormente pensare all’evolversi della storia che al disegno in sé, e così non mettevo nelle mie pagine la forza che avevano agli inizi. Più la lotta era accanita, e più linee diventavano stilizzate e il tratto sincopato. Non mi piace disegnare sempre alla stessa maniera: in realtà sono un po’ capriccioso. Quando leggo una lettera di un fan che mi dice: “Mi piaceva più come disegnavi prima” penso: “Allora adesso disegnerò in modo ancora più spontaneo”.All’inizio non aveva molta confidenza con le scene di lotta, perché in realtà non aveva mai fatto disegni in cui c’erano molti movimenti; ero più che altro un illustratore. Per questo motivo, ho avuto molte difficoltà a disegnare il primo Torneo Tenkaichi.

-Sappiamo che nel suo studio non ci sono molti modelli. Quando ha disegnato le sue prime scene di lotta si è ispirato a qualcosa in particolare?

Bé … non mi ricordo molto bene, però posso dirle che copiare da altri disegnatori non è nel mio stile.È possibile che ricordino delle scene di lotta che ho visto tanti anni fa. In realtà, credo che siano i film a darmi degli spunti,mi è sempre piaciuto andare al cinema.

-Vede ancora molti film?

No, veramente non vado al cinema da quando è nato mio figlio. Però ho registrato su videocassetta la maggior parte dei film stranieri che hanno trasmesso in TV, di qualunque genere essi fossero. Di solito metto su un film mentre lavoro, ma mai coi sottotitoli, altrimenti non riuscirei a disegnare.In questo modo posso lavorare, e quando dai suoni intuisco che sta succedendo qualcosa di interessante do un’occhiata. A volte ho davvero voglia di guardarmi un film, quindi lo guardo con attenzione, e in genere mi diverto già appena inizia.

-Qualcuno di questi film l’ha ispirata per Dragon Ball?

No, non credo proprio. Generalmente, le loro tematiche non sono applicabili alla storia di Dragon Ball, però possono avermi ispirato nel modo di presentare certe cose, nell’aspetto visivo. Per esempio, nel caso delle esplosioni, non è semplicemente <<BOOM!>>, ma prima si vede una luce, e il suono – il <<BOOM!>> - viene dopo.

-Questo tipo di narrazione cinematografica è abituale nelle scene di lotta.

Per questo, mi ispiro a molto anche al ritmo che hanno le scene di lotta nei film di Jackie Chan. Poi utilizzo dei modelli quando devo disegnare una macchina o un aereo. In questo caso i modellini sono molto utili, perché se per esempio bisogna disegnare una macchina, permettono di guardarla da tutte le angolazioni.

-Le sue deformazioni di macchine e aerei per il manga mi sembrano fantastiche.

Si? Disegnare queste cose alla forma estremamente realistica richiede molto tempo, e se non lo fai perfettamente, il risultato non è soddisfacente. Al contrario, se realizzi un disegno deformato, anche se alla fine risulta un po’ diverso dal modello, non succede niente. È molto più semplice, e siccome ciò mi interessa a far procedere la storia, risulta molto pratico. [ride] Inoltre, dato che i miei sono manga umoristici, i personaggi sono sempre un po’ caricaturali, e sarebbe strano se tutto il resto non lo fosse.

-In Dragon Ball, oltre ai veicoli creati in base ad altri che esistono realmente, ne appaiono anche molti che sono completamente originali,vero?

Credo che quando devo inventarmi veicoli originali sia il momento in cui mi diverto di più!Prima di iniziare a disegnarli, devo pensare a dove si sale, dove si trova il motore, e così via. Quando disegno macchine e altri veicoli che esistono nella realtà, devo guardare molte volte il modellino; invece, quando si tratta di macchine ideate da me, nessuno può dirmi: “Ehi, questa non è fatta così!”Le ho inventate io, quindi vanno bene come sono.

-Torniamo al disegno, in particolare al colore. Quali materiali usa per colorare le sue illustrazioni?

Uso inchiostri colorati. Me lo suggerì alcuni anni fa una disegnatrice di shojo manga. Prima utilizzavo i classici pennarelli. Quando lavoravo con quelli, li strizzavo per mettere l’inchiostro in un piatto e mescolarlo con acqua. Però quando dovevo colorare una superficie estesa, questo metodo risultava molto laborioso. La disegnatrice mi ha detto: “Perché non usi gli inchiostri?”, e io ho pensato: “Ah, che buona idea! Potrei colorare senza dover stare a strizzare per delle ore!”.

-Qual è il colore che le piace di più, signor Toriyama?

Mi piace il verde, il verde italiano. E mi piacciono anche il giallo e l’arancio.

-Il giallo e l’arancio… sono i colori dell’uniforme di Goku?

Si. Però non li ho scelti in base al gusto personale, ma perché sono i colori dell’uniforme d’allenamento dei monaci cinesi. Sono i due colori che si usano in Cina per le celebrazioni.

-Quando crea un nuovo personaggio, a cosa pensa in primo luogo, alla sua personalità o al suo aspetto?

Per prima cosa penso bene alla trama generale della storia, che è quello che determina come saranno i personaggi, e, alla fine, faccio i disegni. Questo è l’ordine che seguo. A volte mi capita di pentirmi dell’aspetto di un personaggio. Per esempio, nel caso di Cell mi sono accorto troppo tardi di quanto mi fossi complicato la vita, perché a lungo andare mi dimenticavo di colorare le macchioline che ha su tutto il corpo. [ride] Mi è successo parecchie volte. E non è che mi piacciono i disegni di questo tipo, mi piacciono davvero, però risultato scomodi, perché devo inserirli lo stesso.

-Quando pensa all’aspetto e al vestiario di un personaggio e lo disegna prima in bianco e nero, ha gia deciso di che colore sarà?

Mmmh… Bé, non è che lo decida in anticipo. Quando arriva il momento di mettere il colore, mi dico: “questo deve essere così”. Però, siccome non vado mai a controllare come avevo colorato il personaggio nelle occasioni precedenti, a volte i colori variano molto.

-Si vede chiaramente con il passare del tempo il suo stile e la maniera di usare il colore cambiano.

Non è una cosa intenzionale. Cambiano senza che io stesso non me ne renda conto. Però, quando guardo un originale di una anno prima, non posso fare a meno di pensare che sia un lavoro mediocre.

-Solo di un anno?

Si. Sicuramente mi sto evolvendo.Già poco tempo dopo averli realizzati, reputo i miei disegni eseguiti male. Dopo soli sei mesi, trovo che i miei disegni lascino molto a desiderare, e negli originali a colori di solito trovo molti difetti immediatamente dopo averli colorati.

-Davvero?

Se avessi tempo, mi piacerebbe rifarli, però il tempo mi manca sempre.

-Ha anche cambiato il modo di applicare il colore.

Si. Tempo fa, la lucentezza dei capelli la facevo sfumata, però richiedeva molto tempo. Quando nel 1989 feci Kosuse-Sama e Rikimaru-Sama per il festival di disegni animati di “Jump”, vidi i disegni di Toyoo Ashida, e pensai che il modo di utilizzare le luci e le ombre nei suoi disegni animati non fosse niente male, così iniziai a dipingere in una maniera più dura, con maggiori contrasti di colore. Ashida è una persona per la quale provo una grande ammirazione.

-Come decide di che colore fare le diverse cose? Prova prima con diversi colori?

Generalmente metto il colore direttamente. Di solito dipingo prima le superfici più estese, e in seguito coloro gli altri dettagli in funzione di quelle. Nel caso di Goku, i cui colori sono fissi, dipingo gli sfondi in base a essi.

-Quando realizza un’illustrazione, esegue tutto il processo di seguito dal disegno in bianco e nero alla colorazione?

Normalmente faccio tutto di seguito. Quando inizio a disegnare, mi concentro totalmente in ciò che sto facendo senza nemmeno accorgermi di ciò che succede intorno a me finchè non ho finito.Una volta stavo disegnando un’illustrazione, e la mano iniziò a tremare. “Che strano”, ho pensato, “Cosa mi sta succedendo?” In quel momento mi accorsi cha la tavola si stava movendo: “Ah , caspita, forse è il terremoto!” Di solito continuo a disegnare finché non finisco il disegno, anche se mi tocca rubare ore al mio sonno. Se lo lascio a metà, non riesco a dormire… Sono talmente poco abituato a lasciarlo in sospeso, che a volte continuo a disegnare in sogno, e quando mi sveglio al mattino dico: “devo sbrigarmi, nel sogno l’avevo già terminato!”

-Infine, quali sono le illustrazioni che le piacciono di più di tutte quelle che ha realizzato in questi dieci anni di Dragon Ball?

Mi piace quella in cui Goku e Gohan sono su un’Harley con le zampe. Questa è l’unica illustrazione che piaccia veramente.

-Una sola illustrazione in dieci anni?

Che io ricordi, questa è l’unica in cui sia la composizione, sia la colorazione sono ben eseguiti.

-Però, se dice così, sembra cha la sua evoluzione culmini in questa illustrazione…

In generale, non credo che i miei disegni siano una gran cosa. Ciò che mi dà più fastidio quando disegno è non poter ottenere una forma espressiva che sorprenda per il suo essere rivoluzionaria. Credo che debba esistere una forma espressiva che sorprenda per il suo essere rivoluzionaria. Credo che debba esistere un nuovo modo di esprimersi col disegno, una nuova maniera di combinare i colori, di creare immagini.Però ho un carattere strano: quando decido di fare qualcosa, mi ci dedico completamente, ma mi annoio subito. Vorrei essere capace di disegnare sempre con lo stesso stile, però non mi piace lavorare sempre allo stesso modo; mi stufo.È questa la ragione dei miei insuccessi; mi vengono dei disegni che a me personalmente non piacciono.Però riflettere sui nostri sbagli è proprio ciò che ci fa migliorare, e io sono di quelli che riflettono.

-Grazie per averci concesso un po’ del suo tempo prezioso.