LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA: UN CASO IRRISOLTO?

indice
luogo
evento
processo
biblio
link

IL PROCESSO DOPO LA STRAGE

il 12 dicembre 1969 venne fermato Giuseppe Pinelli, un ferroviere anarchico interrogato e trattenuto per accertamenti. Il 15 dicembre, poco prima di mezzanotte, precipitò dalla finestra del commissario Calabresi nella quale veniva interrogato, senza che siano mai state chiarite le modalità dell accaduto. In seguito, dopo che Calabresi verrà ritenuto non colpevole della morte di Pinelli, sempre più isolato e ritenuto responsabile dall'opinione pubblica, verrà assassinato. 6 anni dopo verrano prosciolti dall'accusa di omicidio volontario i brigadieri e il tenente che assistevano all'interrogatorio di Pinelli.


il 15 dicembre viene fermato un altro anarchico, Piero Valpreda, indicato durante il telegiornale della sera quale responsabile della strage: appartenente al circolo 22 marzo, dapprima frequentando il Circolo della Ghisolfa, era stato riconosciuto da Cornalio Rolandi, un tassista milanese che lo ha portato la mattina del 12 dicembre alla Banca.
Fu la magistratura a scoprire nel corso delle indagini la pista nera, che portò ai neofascisti Franco Freda e Giovanni Ventura, editori veneti che pubblicavano libri di ideologia neonazista
Nell'indagine fu coinvolto Guido Giannettini appartenente al SID, giornalista, esperto di tecniche militari. A fare il suo nome è Giulio Andreotti, a quel tempo ministro della Difesa, durante un intervista. Ma Giannettini si trova all'estero.


Nel marzo 1971 vengono arrestati Freda e Ventura. A novembre fu scoperto per caso un arsenale di munizioni NATO presso l'abitazione di un consigliere comunale socialista, Massimiliano Facchin, nel quale erano presenti casse dello stesso tipo di quelle utilizzate per contenere gli ordigni di piazza Fontana. Il consigliere dichiarò che le armi sono state nascoste lì da Ventura.
Il 23 febbraio 1972 si tenne il primo processo, a Roma, trasferito poi a Milano per incompetenza territoriale, e da qui, per motivo di ordine pubblico , a Catanzaro.

Durante una visita di un maresciallo presso il negozio che vende le borse simili a quella rinvenuta inesplosa il 12 dicembre, il proprietario del negozio afferma di aver fatto segnalazione di vendita a un ufficiale degli uffici Affari Riservati di Roma l'aveva fatta pochi giorni dopo la strage: era evidente che alcuni apparati dello Stato stavano lavorando contro la risoluzione del caso.

Sempre nel 1972 fu arrestato e presto rimesso in libertà Pino Rauti, deputato MSI.
Dalle indagini emerse il collegamento fra i servizi segreti e movimenti di di estrema destra. Il SID intervenne per favorire l'espatrio di un imputato, Marco Pozzan, e del suo agente Guido Giannettini. Ventura evade dal carcere di Monza.
A dicembre, grazie a un'apposita legge, Valpreda tornò in libertà.


il 18 gennaio 1977 si apre il processo civile per la strage di piazza Fontana, con 32 imputati. A Catanzaro Freda, Ventura e Giannettini vennero condannati all'ergastolo; Valpreda, coimputato, fu assolto in appello dalla Cassazione.


il 16 marzo 1978 - Viene rapito dalle BR Aldo Moro e verrà ucciso il successivo il 9 maggio. Durante la sua prigionia scriverà un memoriale, in cui parlerà anche della strategia della tensione e della strage di Piazza Fontana.
A inizio ottobre scompare Freda, verrà accerterà poi la complicità dell'ndrangheta calabrese.

il 16 gennaio 1979 Giovanni Ventura a Catanzaro elude la sorveglianza della polizia e fugge all'estero.
il 23 febbraio 1979 si conclude il processo a Catanzaro: Freda, Ventura e Giannettini vengono condannati all'ergastolo, vengono assolti Valpreda e Merlino, condannati a due anni di reclusione il capitano Labruna del SID per favoreggiamento.
In agosto vengono individuati all 'estero Freda e Ventura, estradati in Italia.

il 20 marzo 1981 a Catanzaro vengono assolti per insufficienza di prove Franco Freda e Giovanni Ventura, ma condannati comunque a 15 anni per gli attentati a Padova (13 aprile 1969) e Milano (25 aprile 1969).

il 13 dicembre 1984 a Catanzaro inizia il quinto processo. Tutti gli imputati (Valpreda, Merlino, Freda e Ventura), vengono assolti.


il 1 agosto 1985 a Bari la Corte d'Assise d'appello assolve per insufficienza di prove Freda, Ventura, Merlino e Valpreda, ma condanna gli ex ufficiali del SID Maletti (espatriato in Sud Africa) e Labruna ad un anno e a dieci mesi di reclusione.


il 27 gennaio 1987 la Corte di Cassazione dichiara definitiva la sentenza del 1985 e respinge ogni ricorso.
A marzo viene arrestato a Caracas in Venezuela Stefano Delle Chiaie dagli agenti della Disip (Direccion de servicios de inteligencia y prevencion).


26 ottobre 1987 - Sesto processo, sempre a Catanzaro, gli imputati sono i neofascisti Massimiliano Fachini e Stefano Delle Chiaie. Verranno assolti il 20 febbraio 1989 per non aver commesso il fatto. Delle Chiaie verrà scarcerato.


nel 1990 il giudice Guido Salvini riaprì le indagini che condussero all'incriminazione di Delfo Zorzi, capo della cellula veneta di Ordine nuovo e accusato di essere l'esecutore materiale della strage.
Zorzi era però da tempo riparato in Giappone, ove era diventato un importante imprenditore e aveva acquisito cittadinanza giapponese, e aveva cambiato nome.


Nell'ottobre 1992 viene arrestato ed estradato in Italia da Santo Domingo Carlo Digilio, ex membro di Ordine Nuovo, esperto di armi e esplosivi. Ammetterà la sua partecipazione nella strage



L'11 aprile 1995 il giudice Salvini rinviò a giudizio i neofascisti Rognoni, Azzi, Signorelli, Calore, Digilio e Malcangi e trasmise a Roma gli atti riguardanti Gelli per il reato di cospirazione politica.


il 17 fu arrestato l'ex agente della CIA Sergio Minetto. Il 14 giugno 1997 furono emessi due ordini di custodia cautelare per Carlo Maria Maggi, dirigente di Ordine nuovo, e Delfo Zorzi..



Nel Febbraio 2000 si tenne l'ottavo processo : Zorzi, Maggi, Rognoni (legato a Ordine nuovo) negarono le imputazioni di esser i responsabili della strage.

il primo gennaio 2001, la Corte d'Assise condannò all'ergastolo Zorzi, Maggi, Rognoni . Il 12 marzo 2004 furono assolti in appello. Per la corte d'appello la matrice della strage fu di estrema destra, e attribuita a Ordine nuovo . Freda e Ventura sono responsabili della strage di piazza Fontana, ma essendo stati assolti, non possono essere più processati.

L'ultimo atto giudiziario risale al 3 maggio 2005. Viene confermato l'assoluzione degli imputati, e la condanna al pagamento delle spese processuali le parti civili, tra cui anche i parenti delle vittime. Dopo questo giorno nessun atto giudiziaro è più in corso.

c
Calabresi

v
Valpreda

g
Giannettini
p
Pinelli
ve
Ventura
f
Freda

Sito realizzato da Simone Angelini.