Descrivere, in questo momento, un episodio più toccante della mia vita partigiana, mi è difficile per la molteplicità dei fatti. Dovendo però adempiere ad una specifica richiesta dell'Associazione Culturale di " Terra e Libertà", scriverò un argomento, ampiamente documentato, in modo che il presidente della RAI, Antonio Baldassarre, non lo classifichi una " storiella". Tale mortificante parola è stata inserita nel corpo del comunicato stampa, pervenutomi dall' AMPI Nazionale. Secondo le disposizioni del presidente della R A I , Antonio Baldassarre, l'emittente radiotelevisiva dovrebbe farsi promotrice di una sorta di crociata per riscrivere la storia d' Italia, perché i testi scritti e prodotti dalla cultura universitaria sarebbero infarciti di " storielle" soprattutto in relazione alla seconda guerra mondiale. Nel Messaggero dei giorno 20 luglio a pagina dieci è riportata l'intervista fatta al presidente Baldassarre. Dalla lettura si evidenzia, in primis , il risanamento della cassa della RAI , successivamente, il decentramento di essa. Dalle altre risposte che la giornalista trascrive, si ravvisano, sic et sempliciter, delle manipolazioni storiche. Ciò appare diabolico perché, per risanare l' RAI, si deve manipolare storicamente la Resistenza . Presentando sugli scenari televisivi la storia dei partigiani in storielle umoristiche, Baldassare vorrebbe artificiosamente acquistare una tale audience da far ridere perfino i polli ed ingrassare così la cassa di mamma R A I.

Nell'intervista del Messaggero. si legge la domanda della giornalista:<< Più volle l'opposizione ha chiesto le sue dimissioni, se sbaglierà è pronto ad andarsene? >> Risposta: << Le chiedono dal secondo giorno dal mio insediamento. Non è un bel segnale dalle sinistre >>. Ora, rivolgendomi al presidente della R A I, vorrei dire che, se avesse ascoltato il consiglio della sinistra, si sarebbe salvato da un giudizio negativo da parte di tutti quelli della Resistenza che ancora vivono e, sicuramente, da quelli che ci guardano di lassù, i MARTIRI, gli EROI, CADUTI PER LA LIBERTA' DELLA PATRIA , gli STERMINATI nei LAGER, I TRUCIDATI: VECCHI, UOMINI, DONNE E BAMBINI.


Mi è d ' uopo ora iniziare a descrivere una delle mie tristi esperienze di partigiano.
Dopo essere stato impegnato in azioni di guerriglia, ebbi l'incarico di informatore sulle attività militari tedesche nel retto fronte della linea Gustav di Cassino.

Quale gregario di don Giuseppe Morosini ebbi diretti contatti con il Centro X di Roma , per espletare rapporti informativi da trasmettere al Comando Alleato . Alcuni militari della PAI infiltrati nella Resistenza, informarono i tedeschi dell'attività che svolgeva il sacerdote ed il suo gregario, Corapi Alfonso ( mio nome di battaglia).

Il 4 gennaio 1944 don Giuseppe fu arrestato insieme all'amico Bucchi Marcello. Seppi dell'arresto la mattina successiva, quando bussai al portone dei Collegio Leoniano in via Pompeo Magno. Il portiere quando mi vide si meravigliò della mia presenza e tutto tremante pronunciò queste parole : <Scappa …! Vattene…! Fuggi…!I tedeschi hanno arrestato ieri mattina don Giuseppe Morosini e Marcello Bucchi >.
A piedi raggiunsi Ferentino e, a casa, informai i genitori di una eventuale presenza della Gestapo . Difatti la mattina del 14 gennaio la polizia tedesca venne a bussare al portone della mia abitazione che era chiuso. lo e mio padre, avendo previsto la visita della Gestapo, eravamo pronti a fuggire sui tetti e da lì allontanarci, dopo esserci separati, dalla città , mentre la mamma, rimasta a casa, avrebbe giustificato la nostra assenza. La polizia non le credette e fu piantonata da un gendarme tedesco.

Mi separai da mio padre percorrendo i viottoli campestri e raggiunsi la contrada Cornella e, precisamente, l'abitazione agricola dei coniugi Iannuzzi, sita ai piedi di Monte Barano. Durante la fuga mi aveva seguito, a distanza, mio cugino Giuseppe Di Torrice che, vedendo me attraversare velocemente Piazza Mazzini e i tedeschi armati ispezionare le vie della città, volle rendersi conto di quanto stava accadendo. Gli raccontai brevemente la mia storia e lo pregai di tenersi lontano da me, per venirmi a trovare solo a tarda notte e informarmi della sorte toccata ai miei genitori. I contadini, ignari di tutto, mi diedero ospitalità nella loro angusta stalla e così mi preparai un letto di paglia per riposare. A notte inoltrata del giorno successivo, si presentarono i miei due cugini , Claudio Filonardi e Peppino. Mi informarono che mia madre era stata presa in ostaggio e girava, voce che il capitano comandante delle SS stava preparando un'ordinanza da affiggere sui muri in cui mi si invitava a presentarmi al comando tedesco per lasciare libera mia madre…
In un attimo cessò di battere il mio cuore e tremante svenni, cadendo a terra. Solo gli schiaffi ricevuti dai cugini mi rinsavirono e mi diedero la forza di comprendere la tragedia che iniziavo a vivere . Ebbi ancora la forza di reagire e pregare i due "angeli custodi" che avevo bisogno di notizie perché ero pronto a presentarmi ai carnefici.

Mi salutarono distaccandosi da me solo quando si avvidero della mia volontà di presentarmi al comando tedesco di Ferentino. Non riuscivo a dormire e rimasi disteso sul giaciglio di paglia fino a quando Iannuzzi, il padrone di casa, venne ad offrirmi un po' di latte con un tozzo di pane nero. Tornai a raggomitolarmi sulla paglia ma i miei pensieri, rivolti al domani, mi tormentavano continuamente fino all'esasperazione. Mi sentivo colpevole di una tragedia che non mi lasciava capire quando sarebbe finita. M'avvidi che il tormento era più straziante della morte che io desideravo. Ma la mia morte doveva avere un significato: dare pace a me stesso, per la salvezza della mamma. (E' questa una storia da trasformare in storiella ?)

La tragica storia si chiuse con un atto sublime che solo una donna di cuore poteva offrire . La signora Milena, che ospitava mia madre per ordine dei Comandante tedesco , seppe così bene circuire il brutto ceffo di guardia, permettendo alla mamma di fuggire. Si seppe poi che il soldato di guardia fu fucilato e che il Comandante della piazza di Ferentino fu trasferito.

o Chi volesse conoscere il seguito di questa tragedia può richiedere il mio libro: "Vicende di Guerra", in vendita nelle edicole di Ferentino o Frosinone.

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