La Repubblica di Salò o altro tipo di repubblica che poteva essere istituita in Italia in quel periodo, non era voluta solamente da Mussolini , ma necessariamente e strategicamente da HitIer.Il dittatore nazista aveva bisogno di un'agguerrita forza di polizia da proteggere le armate tedesche in Italia, impegnate ad arrestare l'esercito Alleato che inesorabilmente avanzava dal sud. Hitler, per dare la fittizia presidenza al Duce, e metterlo a capo della Repubblica di Salò, doveva militarmente agire per liberarlo dal carcere, sito nelle impervie montagne Dei Gran Sasso d'Italia.
A questo punto, per meglio chiarire l'argomento che sto trattando , è necessario rifarmi alla storia e alla mia testimonianza di combattente perché ero a Roma e feci parte a questi eventi storici.
Il 25 luglio1943, il Gran Consiglio dei Fascismo, l'Organo Supremo dei Regime, riunito a palazzo Venezia, sfiducia il suo capo, il suo fondatore. E' il suicidio dei fascismo ucciso dai suoi stessi gerarchi che, per venti anni , erano stati i più grotteschi e servili adulatori del Duce, ricevendo cariche, prebende, privilegi e benefici di ogni genere. Il fascismo cade e il Re, che aveva consentito a Mussolini di togliere la libertà agli italiani, che aveva controfirmato le leggi razziali, revocò al dittatore il mandato di capo del governo e lo fece arrestare dai carabinieri, mettendo al suo posto il maresciallo Badoglio.

La sera del 24 luglio, alle ore 19, mentre a Palazzo Venezia si svolgeva la drammatica riunione del Gran Consiglio dei Fascismo, la tromba suonò l'allarme alla Caserma delI'8° Reg. Art. Pesante alla Cecchignola, dove prestavo il servizio militare. In pochi minuti l'unità si schierò nel cortile in assetto di guerra e, verso le ore 20, raggiungemmo Piazza Cavour, dove ci accampammo all'addiaccio. Il mattino successivo percorremmo a piedi Ponte Cavour, Lungotevere Tor di Nona, Corso Vittorio Emanuele e sostammo a Piazza dei Collegio Romano. Dopo un breve riposo, a passo di marcia, raggiungemmo Piazza Venezia e ci schierammo dinanzi al monumento dei Milite Ignoto. Lì i nostri ufficiali ci dissero che il fascismo era caduto e ci venne ordinato di tenerci pronti a respingere un eventuale attacco della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale). Non ci fu nessuna reazione da parte di questa ; perfino i moschettieri dei Duce nulla fecero in difesa dei loro" Dittatore".

Dopo aver sostato per circa mezz'ora nella piazza dove, negli anni dell'era fascista, Mussolini aveva entusiasmato le folle osannanti, il Reggimento dell'8° Artiglieria imboccò Corso Umberto ( oggi via del Corso ) e proseguì fino a Piazza dei Popolo, dove ci fermammo.

Quella marcia fu un trionfo . Mentre il reggimento percorreva il Corso, le finestre di tutti i palazzi si spalancarono e gli abitanti esplosero in una. gioia incontenibile. Le donne , molte ancora in vestaglia, così gli anziani e i bambini, scesero in strada per applaudirci, gridando la loro contentezza. Noi passammo tra gli applausi e gli evviva, resistendo ai tentativi di coloro che volevano abbracciarci, mentre le imposte delle case continuavano ad aprirsi, come se fossero spinte da un vento impetuoso; era l'aria della libertà e della speranza che entrava nelle casa degli italiani fin allora soffocate dalla dittatura fascista . Seguito ora il pensiero che HitIer formulò per attuare il suo piano.

HitIer liberò Mussolini dalle carceri, lo nominò presidente della Repubblica di Salò allo scopo di formare forze di polizia fasciste per proteggere le armate tedesche dislocate in Italia.

La Repubblica di Salò non fu voluta dal popolo italiano né da tutti i fascisti, perché molti di essi si erano dati allo sbando e altri erano traumatizzati dalle truppe Alleate che avanzavano verso il nord. Mussolini, come presidente della Repubblica, divenne completamente succube dei capo dei nazisti. Anche il generale Adolfo Graziani, nominato ministro della guerra e già plagiato dal nazismo, divenne l'aguzzino dei giovani italiani.
Ho precedentemente accennato all'operato disumano del generale per le ordinanze che emetteva,
circa il richiamo alle armi dei giovani che non avevano ancora compiuti i diciotto anni : se le giovani leve non si fossero presentate nei centri di raccolta militare sarebbero stati arrestati, come ostaggi, i loro genitori.

Avevo contatti amichevoli, con i giovani coetanei di fede fascista, sia durante i miei studi superiori che universitari. Sono convinto che una buona percentuale di essi era rimasta plagiata dallo studio dell'etica fascista. Molti erano ormai portati al modo di pensare fascista: esaltazione del più forte, a prescindere da certe regole....Ho visto nel piazzale della Minerva dell'Università di Roma i giovani salire sugli automezzi e partire , come volontari combattenti, per l'Africa Orientale . Certamente molti genitori non avranno più rivisto i loro figli : quel giorno, erano usciti di casa per andare a sostenere gli esami o assistere alle lezioni, erano invece, con grande entusiasmo, partiti per la guerra alla ricerca di una vana gloria. A conclusione della mia dissertazione posso affermare : la Resistenza non può essere messa a confronto con la Repubblica di Salò.

La Resistenza mirava alla conquista dei valori, di amore di Patria , di libertà , di amore per il prossimo e di altri valori etici che formano la persona umana .

La Repubblica di Salò ha seguitato a combattere con i nazisti, non pregni di ideali, se non quelli del potere assoluto, del razzismo, dell' obbedire , combattere e credere a due megalomani diventati mostri dell'umanità.

Credo, senza polemizzare con il Presidente della Repubblica, On. Ciampi, di essere stato chiaro nell'esprimere il mio giudizio sulla Repubblica di Salò.

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