Guido GUINIZZELLI (1230 circa - 1276)

Rimane una figura misteriosa, poiché di lui abbiamo solamente pochissimi documenti relativi alla biografia. Sappiamo che nasce a Bologna e fu studioso di legge e di filosofia, giudice, podestà, e che fu mandato in esilio nel 1274 dal partito guelfo dei Geremei.

È il primo profondo innovatore all'interno della poesia lirica, staccandosi sia dai siciliani che dai guittoniani. Bonaggiunta Orbicciani coglierà subito la novità indirizzandogli il sonetto Voi che avete mutato la mainera. Infatti lo accusa di intellettualismo, dicendo (v. 14) che gli stilnovisti

« traier canson per forsa di scrittura »

cioè che scrissero poesie appoggiandosi a testi dotti e quindi all'auctoritas dei filosofi. In questo dato Bonaggiunta riesce a cogliere tutto il retaggio della profonda formazione universitaria in cui vivono gli stilnovisti e buona parte del loro pubblico, che costituisce uno dei punti di discontinuità rispetto alla poesia precedente.

La sua produzione poetica non fu particolarmente cospicua: ci rimangono cinque canzoni e una ventina di sonetti, più alcuni frammenti. Benché sia impossibile datare i suoi componimenti, possiamo tuttavia ipotizzare una linea evolutiva del suo percorso poetico.

Si passa infatti da una serie di liriche conformi ai moduli guittoniani ad altre che mostrano uno stile più originale e che gettano le basi della grande stagione dello stilnovo fiorentino.

I due snodi principali della sua opera sono rappresentati da

Nella lirica guinizzelliana sono presenti entrambi i filoni che saranno ripresi e approfonditi dai fiorentini: infatti compaiono i temi della lode alla donna, ammirata estaticamente in un trionfo di luce, e dell’ineffabilità, temi che saranno fatti propri da Dante con un’accentuazione dell’elemento spiritualizzante; ma non mancano spunti di una concezione dell’amore come passione tormentosa dei sensi che provoca angoscia e morte, che saranno sviluppati da Cavalcanti.


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