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La storia di Carrufo - Collevenatorio

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Borgocollevenatorio, fu un rigoglioso centro abitato posto su una panoramica collina dell'altipiano del Sommo che, dal 1400 al 1600, prosperò grazie all'interscambio di prodotti agroalimentari e boschivi con i centri vicini di Villate Cerqueto, Castelluccio, le Ville di S. Lucia - Rantino, Ofena, Capestrano.
I primi abitanti provenivano dal centro longobardo di Castelluccio dove gli ex guerrieri di Re Desiderio come servi nella Truppa Franca di Carlomagno e alle dipendenze dell'abate di S. Pietro ad Oratorium, decisero con l'andar degli anni di fondare altri centri come Villa S. Lucia e la piccola frazionedi Rantino.
Il Borgo aveva una grande chiesa i cui resti sfidano ancora il tempo, famosa per le molte guarigioni operate fra i pellegrini che vi si recavano per pregare dinanzi ad una miracolosa immagine della Madonna. Vantava anche una solida Confraternita che sosteneva le famiglie bisognose con il ricavato della coltivazione dei terreni e delle elargizioni dei benefattori fra i quali si ricordano Biagio Colasante di Rocca Calascio, il quale nel 1531 elargì a suo favore una cospicua rendita annua, un notaio ed altre personalità le quali contribuirono a dare spicco al piccolo borgo. Ma venne il tempo della decadenza ed il paese fu abbandonato. I suoi abitanti si trasferirono nella vicina contrada "Rufus" e fondarono Carrufo.
I motivi dell'abbandono pare vadano ricercati nel fatto che venne a mancare l'acqua a causa della ostruzione del condotto argilloso che discendeva dalla sorgente della fontana di Villa S. Lucia. Alcuni parlano anche di una invasione di termiti. Comunque la data di nascita di Carrufo si crede sia quella che si legge sull'architrave di un ingresso della chiesa locale: 1622. In quell'anno certamente il vescovo Cavalieri la inaugurò.
Nel 1647 Don Domenico De Luca, con i suoi beni istituì nella chiesa, la cappella di S. Antonio e pose il tutto sotto la protezione di S. Carlo Borromeo.
L'azione benefica dei parroci di questa chiesa fu veramente notevole per lo sviluppo e la prosperità della popolazione ed alcuni meritano di essere ricordati particolarmente. Così pensiamo a Don Celestino Taranta che lasciò i parrocchiani nel pianto quando dovette raggiungere il fronte nel trentino; Don Adolfo Scanzitti partì (anno 1940) come cappellano militare sul fronte della Marmarica. I fatti di guerra, l'aridità del deserto ed i suoi malori, lo portarono alla morte. Durante il secondo conflitto mondiale Don Silvio Di Massa e il suo successore Don Silvio Giovannucci, di recente scomparso, si fecero carico del reinserimento dei reduci dai fronti di guerra e dalla prigionia nel campo del lavoro dopo aver assistito efficacemente gli anziani rimasti soli. Entrambi ebbero cura del buon canto liturgico ed alcune delle brava coriste di allora si esibiscono ancora nelle chiese di Toronto e di altre località di emigrazione sparse nel mondo e naturalmente nella bella chiesa di Carrufo quando nelle festività religiose vengono chiamate a raccolta.

Dalla Rivista "La Valle del Tirino"
articolo a cura di Diamante De Luca

 


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