ESCURSIONISMO E ALPNISMO.
I
soci si rivolsero prima di tutto ai monti della zona, cercando di
approfondire ed organizzare le conoscenze che fino ad allora erano state
sommarie ed occasionali: Monterovere, il Cimone, il Becco di Filadonna,
il Pizzo di Levico, la Panarotta e la Marzola, furono le prime mete,
accompagnate da qualche puntata (di solito in pullman, perchè la
motorizzazione di massa non era ancora avvenuta) sulle Dolomiti e su
gruppi extraregionali.
L'.
andare in montagna " s'impose come una nuova abitudine domenicale
di parecchi giovani di Caldonazzo.
E
più ci si addentrava nell'ambiente alpinistico, più divenivano
irresistibili i richiami che i luoghi sacri dell'alpinismo facevano
pervenire agli appassionati.
Ecco
allora le gite in Cima d'Asta, in Marmolada e sulla Paganella (1952);
sul Vajolet (1953); sulla Cima Tosa e sulla Brenta Bassa e, ancora, in
Marmolada (1954); sul Pelmo e sulla Civetta, sulle Pale di 5. Martino,
sull'Adamello e in Marmolada (1955); sul Grappa, sul Bernina e sul Pelmo
(1957).
Abbiamo
ricordato naturalmente solo quelle gite dei primi anni che hanno
lasciato un'impronta particolare nella memoria della sezione.
Non
vanno a questo proposito dimenticati i problemi connessi al
raggiungimento delle montagne scelte come meta.
Quando
non s'usava il pullman, era ben accetto anche un fragoroso motocarro,
sul cui cassone i satini si stipavano soddisfatti e impolverati.
I
più fortunati poterono disporre ben presto di una moto e, dopo qualche
anno, di una " Topolino ".
Nei
casi estremi si faceva disinvoltamente ricorso alla sempre pronta
bicicletta, come può essere confermato dall'episodio che segue. |