NASCE LA "SQUADRA VOLONTARIA PRONTO SOCCORSO - CALDONAZZO"

 

Enzo precipitò dal Pizzo di Levico in una domenica d'agosto del 1950. Doveva essere una tranquilla escursione con raccolta di stelle alpine da offrire alla ragazza del cuore: proprio in quei giorni alla Costa soggiornavano alcune villeggianti di Carpi, sulle quali si appuntavano le attenzioni di parecchi giovanotti del paese. Quale biglietto da visita sarebbe stato più accattivante di un mazzetto di stelle alpine?

Purtroppo dal Pizzo ritornò a Caldonazzo, al posto dei fiori, l'agghiacciante notizia.

La famiglia, gli amici, l'intera comunità, rimasero impressionate e colpite dall'accaduto.

Intervenne il Soccorso Alpino di Levico, che recuperò il corpo e lo restituì alla pietà dei parenti.

Passato lo sgomento, ci fu qualcuno che constatò l'inesistenza a Caldonazzo di una organizzazione in grado d'intervenire con tempestività e preparazione a soccorrere gli infortunati in montagna e in altri frangenti simili.

Dalla constatazione della carenza alla costituzione della squadra trascorsero pochi mesi.

lI 17 gennaio 1951, nella saletta dell'ex " Dopolavoro ", undici giovani sottoscrissero un atto d'impegno reciproco che fu anche l'atto costitutivo della " SQUADRA VOLONTARIA PRONTO SOCCORSO CALDONAZZO ".

Essi furono:

Giacomelli Giobatta fu Giulio di anni 26

Curzel Luigi fu Settimo di anni 38

Tecilla Azelio fu Valentino di anni 28

Wolf Egidio di Pasquale di anni 28

Marchesoni Luciano di Stefano di anni 20

Begher Giulio fu Cesare di anni 33

Begher Aldo fu Cesare di anni 26

Prati Angelo di Gennaro di anni 24

Marchesoni Elio di Benito di anni 29

Marchesoni Remo di Stefano di anni 23

Gasperi Placido di Daniele di anni 29

A questi s'aggiunse poco dopo Curzel Alfonso fu Luigi di anni 23.

Il primo importante passo era fatto. Bisognava ora darsi un minimo d'organizzazione, reperire mezzi e materiali, apprendere almeno le rudimentali nozioni di medicina, proteggersi con una copertura assicurativa, visto che il nobile intento di soccorrere gli infortunati in montagna avrebbe potuto comportare rischi non indifferenti.

In breve fu costituita una dotazione di materiale infermieristico di prima necessità ed una di materiale alpinistico. Ogni volontario mise qualcosa di suo; i Vigili dei Fuoco donarono alcuni cinghioni e picchetti.

Si decise poi di frequentare un corso di pronto soccorso tenuto a Levico dal dottor Cati.

Per raggiungere la cittadina termale sulle strade innevate e ghiacciate s'usava io slittone trainato dai muli del " Gigioti " o dell'" Azelio ", sul quale trovavano posto tutti i volontari.

Rimaneva il problema assicurativo.

E fu proprio per risolvere un inghippo burocratico relativo all'assicurazione che nacque il primo nucleo della S.A.T. di Caldonazzo.

 

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Pagina aggiornata al 11/03/2002