L'uso delle sostanze psicoattive è stato interpretato dal farmacologo
canadese Ronald Siegel in termini di "bisogno primario" dell'umanità. Le droghe
(che legali o illegali, sono state universalmente usate) sarebbero "agenti adattogeni",
che aiutano gli individui a far fronte ad una serie di esigenze esistenziali(cfr.
Siegel 1989). Potremmo affermare che, a dispetto del diffuso stereotipo che
equipara l'uso di droga a "fuga dalla realtà" (vale a dire dal "mondo esterno"),
la "realtà" non è univoca, ma è mediata e condizionata da molti fattori;
l'uso di droga, beninteso se controllato, influisce su questi fattori. Nel contesto
di questo approccio, possiamo ritenere che l'effetto della cannabis abbia una
specificata caratteristica: quello di "decondizionamento culturale". Per condizionamento
culturale intendiamo un fenomeno per cui l'attività mentale si svolge attraverso
schemi prefissati, assorbiti dall'educazione e dal contesto culturale, che sfuggono
al controllo cosciente; essi si concretano in "modalità di interpretazione e
di comunicazione" (cfr.Arnao 1982 p.60). Questi condizionamenti hanno peraltro
una loro funzione, laddove agevolano i rapporti degli individui nel contesto
della attività "normale" e produttiva. Accade però spesso che vengano adottati
in maniera automatica, al di fuori delle circostanze che li rendono necessari.
L'automatismo si manifesta nella tendenza a riprodurre nel contesto delle attività
ricreative, delle pause di riposo, moduli di comportamento che sono tipici dell'attività
produttiva. Il concetto di "condizionamento culturale" è confermato dal fatto
che una evasione temporanea e ciclica dai condizionamenti è una costante
della condizione umana: in ogni cultura esistono momenti e luoghi in cui la
gente "si lascia andare", o addirittura assume una identità diversa:
è tipico il caso del carnevale. Sul piano biologico, l'esigenza del decondizionamento
è dimostrata dal fatto che la funzione del sonno come momento di recupero
biologico è legata alla cosidetta "fase REM", in cui avvengono i sogni;
vale a dire che la funzione principale del sonno è legata ad un momento di attività
mentale di tipo diverso da quella "normale" dello stato di veglia. Fra i condizionamenti
culturali, ci sembra interessante accennare a quelli che riguardano: le percezioni
sensoriali, il rapporto col tempo, l'esperienza degli oggetti.
a) PERCEZIONI - Potenziamento del momento inerpretativo e a un affievolimento
dell'input diretto degli stimoli sensoriali: un colore, una figura, uno scenario,
vengono sottoposti ad un processo di interpretazione piuttosto che di osservazione
delle loro qualità intrinseche.
b) TEMPO - Tendenza a vivere nel presente facendo un continuo riferimento all'esperienza
(passato) e alla anticipazione/pianificazione (futuro).
c) OGGETTI - Gli oggetti vengono percepiti in base alle loro "funzioni" piuttosto
che sulle loro qualità.
Come si è visto ai paragrafi precedenti, gli effetti della cannabis sulle percezioni,
sui riferimenti temporali, sull'attività mentale agiscono in direzione
opposta a quella che instaura i condizionamenti. L'effetto della cannabis, nella
misura in cui elimina una serie di condizionamenti acquisiti con la crescita
e l'adattamento alle esigenze della società, è stato accostato
al recupero di una dimensione "infantile":
"[...] l'adulto, sotto gli effetti della cannabis, percepisce il mondo con la
meraviglia e la curiosità di un bambino; dettagli che sono normalmente ignorati
catturano l'attenzione, i colori sembrano più chiari e più ricchi, e nuovi valori
possono essere scoperti in opere d'arte che prima sembravano avere poco significato..."
(Grinspoon-Bakalar 1993, p.141).